La festa dell'unità.
di
espleto
genere
tradimenti
Ora non sono più come quelle di una volta, la festa di allora era fatta da tante variabili, una di queste era la frittura di pesce. Un padellone enorme, chili e chili di pesce da friggere con una quantità di gente imprevista che sollecitava anche con violenza la propria razione. Otto persone a attorno al padellone tra cui mia moglie in mezzo a sette ragazzi. Io ero addetto alla distribuzione per quelli che avevano prenotato il tavolino. Il calore del bruciatore era altissimo i ragazzi e di conseguenza mia moglie erano quasi nudi, lei esperta perché aveva partecipato alla festa negli anni precedenti,
è andata poco vestita. Le richieste erano tante, ci si è accorti che il pesce non era
sufficiente, pertanto Giancarlo e mia moglie sono andati a fare rifornimento nel frigo
del deposito. Tardavano a tornare, l'ironia la faceva da padrona attorno alla padella
-Chissà se Caterina prende il pesce?- era la frase ricorrente, la gente sollecitava i
piatti. Eccoli finalmente col carrello carico di cassette di pesce. E' ripresa la distribuzione, erano le tre di notte, io dovevo andare al lavoro in meno di quattro ore,
la gente non c'era più, si trattava di riordinare tutti gli apparati, ho salutato tutti
per fare almeno tre ore di sonno. Caterina è rimasta con tutti i ragazzi che l'avevano aiutata. Quando mi sono alzato lei non era ancora tornata, ho preso la bici per passare
a salutarla prima di andare al lavoro. Non si vedeva nessuno, silenzio innaturale, vedo
la porta semi aperta di un box, cautamente mi affaccio vedo uno spettacolo orripilante, Caterina nuda distesa sul tavolo, i sette ragazzi, nudi anche loro con i cazzi duri che a
turno la scopavano, le sborravano addosso, Giancarlo le aveva messo il cazzo in bocca, nelle mani aveva due cazzi, uno la scopava, gli altri aspettavano il loro turno. in quel
momento la testa mi ha detto di tornare a casa. Mi sono messo sul letto in attesa, non avevo le idee chiare. Non so quando tempo è passato, c'era un caldo afoso, ho sentito
il rumore della porta che si apriva, le sono andata incontro, era avvolta da un grosso
asciugamano che ha tolto restando nuda, mi ha abbracciato, mi ha spinto sul letto, voleva scopare, non so come ho avuto una tremenda erezione, abbiamo scopato, la trasbordava di
sborra, mi baciava, anche nella bocca c'era sborra. Si è addormentata, mi sono lavato,
sono andato al lavoro sempre pensando a lei. Quando sono tornato mi aspettava sulla porta. -Ti ho visto sai quando sei venuto a cercarmi, grazie per avermi lasciato fare,
non avevo mai provato un piacere così forte- Mi sono liquefatto ai suoi piedi, ora scopa
con chi vuole mentre la guardo, lo fa per farmi piacere, questo dice, io penso che lo fa
perché è una troia.
è andata poco vestita. Le richieste erano tante, ci si è accorti che il pesce non era
sufficiente, pertanto Giancarlo e mia moglie sono andati a fare rifornimento nel frigo
del deposito. Tardavano a tornare, l'ironia la faceva da padrona attorno alla padella
-Chissà se Caterina prende il pesce?- era la frase ricorrente, la gente sollecitava i
piatti. Eccoli finalmente col carrello carico di cassette di pesce. E' ripresa la distribuzione, erano le tre di notte, io dovevo andare al lavoro in meno di quattro ore,
la gente non c'era più, si trattava di riordinare tutti gli apparati, ho salutato tutti
per fare almeno tre ore di sonno. Caterina è rimasta con tutti i ragazzi che l'avevano aiutata. Quando mi sono alzato lei non era ancora tornata, ho preso la bici per passare
a salutarla prima di andare al lavoro. Non si vedeva nessuno, silenzio innaturale, vedo
la porta semi aperta di un box, cautamente mi affaccio vedo uno spettacolo orripilante, Caterina nuda distesa sul tavolo, i sette ragazzi, nudi anche loro con i cazzi duri che a
turno la scopavano, le sborravano addosso, Giancarlo le aveva messo il cazzo in bocca, nelle mani aveva due cazzi, uno la scopava, gli altri aspettavano il loro turno. in quel
momento la testa mi ha detto di tornare a casa. Mi sono messo sul letto in attesa, non avevo le idee chiare. Non so quando tempo è passato, c'era un caldo afoso, ho sentito
il rumore della porta che si apriva, le sono andata incontro, era avvolta da un grosso
asciugamano che ha tolto restando nuda, mi ha abbracciato, mi ha spinto sul letto, voleva scopare, non so come ho avuto una tremenda erezione, abbiamo scopato, la trasbordava di
sborra, mi baciava, anche nella bocca c'era sborra. Si è addormentata, mi sono lavato,
sono andato al lavoro sempre pensando a lei. Quando sono tornato mi aspettava sulla porta. -Ti ho visto sai quando sei venuto a cercarmi, grazie per avermi lasciato fare,
non avevo mai provato un piacere così forte- Mi sono liquefatto ai suoi piedi, ora scopa
con chi vuole mentre la guardo, lo fa per farmi piacere, questo dice, io penso che lo fa
perché è una troia.
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Commenti dei lettori al racconto erotico