In ostello a Barcellona

di
genere
saffico

Questo racconto risale a quando avevo 19, l'estate della maturità. Per festeggiare la fine delle scuole superiori andai con tre dei miei compagni di classe a fare in giro dlel'Europa in Interrail (classico). Con me c'erano Michele, il mio migliore amico del tempo, Nicola, che girava spesso con noi, e Valeria, con la quale in realtà non ero mai entrata così in confidenza: era principalmente amica di Nicola, e si era aggiunta all'ultimo momento al nostro piano, ma andava bene così.
Per risparmiare, abbiamo sempre dormito in ostello, in camerate più grandi possibili, anche da 10 persone con i letti a castello, per restare tra i 10/20 euro a notte. Questo implica, zero privacy, e devo dire che dopo un paio di settimane certi bisogni si facevano sentire. Per una persona come me abituata a masturbarsi praticamente ogni sera prima di addormentarsi, quasi come un rituale, questo rappresentava un cambio di abitudini non indifferente. Ma la maggior parte delle sere tornavamo così stanchi che neanche ci pensavo.
La storia che voglio raccontare si svolge a Barcellona, che era la nostra ultima tappa prima di tornare in Italia. Eravamo già in giro da quasi tre settimane ma l'entusiasmo non se n'era andato, anzi, volevamo festeggiare degnamente prima di concludere la nostra avventura.
Fino a qual momento non eravamo usciti a far festa eccessivamente, ci eravamo concentrati sulle attività culturali, ma quella sera avevamo deciso di andare a ballare. Un altro gruppo di ragazzi dell'ostello ci avevano consigliato una serata definendola "imperdibile", quindi abbiamo deciso di andarci con loro.
Prima di andare nel locale ci siamo fermati a bere della sangria in un chiosco all'aperto. Faceva un caldo torrido anche la notte ed eravamo inebriati di alcol e di spensieratezza. Uno dei ragazzi dell'ostello, un inglese di nome Ben, ci stava palesemente provando con Valeria. Comprensibile: era proprio bella quella sera, con la pelle abbronzata e un vestitino beige leggermente brillantinato, corto e aderentissimo, che le metteva in risalto il fisico magro e atletico. Lei però continuava a schivare abilmente le avances di Ben facendo la finta tonta, finché il suo amico, un altro inglese, non ha deciso di intervenire chiedendole ad alta voce per sovrastare la musica "don't you like my friend Ben? I think he likes you! Why don't you dance with him?" al che lei, già parecchio brilla, non ha risposto "I'm lesbian! Lesbica! Sorrry! I like girls" ridendo a crepapelle. Era chiaramente una bugia, ma il ragazzo è parso crederci e ha esclamato "really! Oh sorry! Are you with her?" Indicando me. E Valeria mi ha cinto la vita stringendomi a se e ridendo "yes! she's my girlfriend!"
A questo punto stavo ridendo anch'io, ma non senza un po' di imbarazzo. Non ero mai stata così vicina a Valeria e ora mi faceva un certo effetto.
Al tempo sapevo già di essere bisessuale, ma non avevo mai avuto un'esperienza con una donna, e lei non sapeva nulla.

Quando siamo arrivati al locale, abbiamo scoperto che si trattava di una discoteca enorme, nulla che noi avessimo mai visto prima, con due piani e musica reggaeton a palla. Mentre eravamo in fila, Valeria continuava a scherzare sulla scusa che si era inventata. Michele pareva trovarlo esilarante mentre Nicola mi guardava con un misto di apprensione e divertimento e a un certo punto mi ha detto: "guarda che non so se scherza, adesso diventerai veramente la sua ragazza!" al che Valeria ha risposto con un "nooooooo ma che dici scemo" ridendo e nuovamente stringendomi a se. A questo punto non c'era dubbio che mi facesse un effetto importante e mi sentivo molto imbarazzata. Ero sicura che lei fosse etero e solamente ubriaca, e non volevo che nessuno notasse che il suo tocco mi eccitava.
Una volta dentro la discoteca super affollata abbiamo perso subito gli inglesi e siamo rimasti a ballare noi quattro. Non riuscivo più a togliere gli occhi di dosso a Valeria, che ballava con espressione estatica muovendo quel suo corpo perfetto a ritmo di musica. Ai ragazzi però il reggaeton non piaceva, e presto ci hanno lasciate sole per andare al bar a prendere degli altri drink. Io e Valeria siamo rimaste a ballare e io continuavo a sentire questo magnetismo nei suoi confronti, non riuscivo a non fissarla, e lei spesso contraccambiava lo sguardo. C'era, da parte mia, un misto di disagio ed eccitazione. Lei ha iniziato ad avvicinarsi sempre più, o forse lo abbiamo fatto entrambe, finché non ci siamo trovate a ballare praticamente strusciandoci una sull'altra. E' stato in quel momento che i nostri sguardi si sono incrociati e lei mi ha posato una mano dietro al collo e mi ha baciata. Nel momento in cui le nostre labbra, e subito dopo le nostre lingue, si sono toccate, ho sentito un'ondata di calore pervadermi. Le nostre lingue si intrecciavano e sentivo il suo corpo contro il mio mentre muoveva i fianchi a ritmo di musica. Sentivo un calore pulsante tra le gambe e mi domandavo se lo sentisse anche lei. Poi d'un tratto si è staccata dicendo "tornano i ragazzi!" e non è successo più nulla finché non siamo tornai in ostello.

Tornati in ostello, ci siamo preparati per andare a dormire, mi sono fatta una doccia, messo il pigiama (dei pantaloncini sportivi e una maglietta) e sono andata verso il letto facendo silenzio, perchè le luci erano spente e molte persone erano già addormentate. Io avevo il materasso superiore di un letto a castello e quello inferiore era di Valeria, che era stata più veloce a mettersi a letto ed era già lì, nascosta da un asciugamano da mare che aveva appeso ad asciugare a modi tendina per avere un po' di privacy. L'ho sentita sussurrare: "hey! vuoi venire un po' da me?"
Senza dire nulla mi sono infilata nel letto con lei, che si è lasicata sfuggire una risatina e ci ha coperte entrambe con un lenzuolo. Indossava un pigiamino di seta fatto di pantaloncni e canottiera. Siamo state distese qualche minuto una di fronte all'altra senza dire o fare nulla e potevo letteralmente sentire il mio cuore battere all'impazzata. Poi si è avvicinata e mi ha baciato. Prima timidamente, poi con più passione e se nostre gambe si sono istrecciate e i nostri corpi spinti assieme. Siamo rimaste così per un tempo che mi è parso non finire mai, nascoste dall'asciugamano, cercando di ridurre il movimento al minimo per paura di insospettire qualcuno nella camerata, baciandoci insaziabilmente e accarezzandoci il corpo vicendevolmente. Lei aveva infiato una delle sue gambe tra le mie cosce e l'aveva spinta fino alla mia vulva, che ora stava premuta contro la sua coscia. Ero eccitata da morire, sentivo la mia clitoride pulsare fortissimo e le mie mutandine bagnarsi e mi domandavo se lo potesse percepire. Provavo vergogna ma l'eccitazione era così tanta da sovrastarla,e dovevo combattere con tutte le mie forze la voglia di muovere il bacino e strusciarmi sulla sua gamba, un po' per paura di far rimore, un po' perché ero veramente così eccitata che avevo paura che sarei venuta subito, e una stupida parte di me pensava ancora fosse inappropriato, perché probabilmente per Valeria era solo un bacio tra amiche. Ma evidentemente non era così, e la voglia si faceva sempre più tangibile da entrambe le parti. Prendendo coraggio le ho toccato uno dei suoi piccoli seni sodi, e ho cercato il capezzolo con le dita. Lei ha lasciato uscire un gemito soffocato. Siamo rimaste ancora dei lunghissimi minuti così, toccandoci i seni a vicenda, baciandoci con desiderio, spingendo il bacino l'una verso l'altra. Erano un'enorme estasi e un'enorme tormento allo stesso tempo. Finalmente, Valeria mi ha chiesto con un sospiro affannoso: "ci facciamo un?altra doccia?" e siamo sgattaiolate fuori dal letto fino alle docce, dove per fortuna non c'era nessuno, siamo entrate in una cabina togliendoci i vestiti in fretta e furia, abbiamo aperto l'acqua calda che coprisse i rumori e ci siamo avvinghiate l'una all'altra. Era la prima volta che la vedevo nuda e non solo la vedevo, sentivo il suo corpo tonico e bellissimo contro il mio e mi faceva impazzire. Subito le mani di entrambe sono scese tra le gambe dell'altra. Per la prima volta toccavo una donna e la sentivo bagnata, calda, e lei toccava me con maestria, premendo sulla mia clitoride turgida e disegnando piccoli cerchi con le dita. Non ho resistito più di due minuti prima di esplodere in un orgasmo fortissimo, all'apice del quale lei mi ha infilato due dita dentro, portandomi a mordere il mio stesso braccio per non gridare dal piacere. Poi l'ho spinta con la schiena verso il muro e l'ho fatta venire anch'io, succhiandole avidamente un capezzolo e facendola tremare in ripetuti spasmi.
Dopo essere venute entrambe, siamo rimaste abbracciate qualche minuto sotto l'acqua calda, e poi senza dir nulla siamo tornate ai nostri rispettivi letti.

Nessuno si è accorto di nulla, che io sappia.
di
scritto il
2025-03-16
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