Lucrezia
di
Parrucchiere
genere
dominazione
Scusate, ripubblico il racconto perché per problemi tecnici alcune parti non sono state riportate, spero di averli risolti.
LUCREZIA
La titolare dello studio legale
Racconto di fantasia
Salve a tutti,
mi chiamo Stefano ho 28 anni, sono alto un metro e ottanta, moro, occhi verde castano, non eccessivamente fisicato ma abbastanza ben messo da quando mi ricordo ho la passione per i piedini femminili, il mio sogno è di essere sottomesso da una donna bella e autoritaria.
Mi sono laureato in giurisprudenza con un po’ di ritardo, tre anni fuori corso, non so se l’avvocatura sia la professione giusta per me, sono molto timido e non ho la parlantina che dovrebbe avere un avvocato.
Ho mandato il curriculum vitae in quasi tutti gli studi di avvocati e incredibile ma vero sono stato assunto nel più importante studio legale della mia città, per iniziare il praticantato.
La titolare dello studio e’ LUCREZIA un’ avvenente quarantenne in carriera, bionda, alta un metro e settantacinque, maniaca del lavoro e molto esigente con se stessa e con tutti gli impiegati che lavorano per lei, sempre in tailleur gonna o pantalone cuciti su misura, tacchi a spillo di almeno 10 centimetri, camicie di seta, truccata alla perfezione,
per me una vera dea.
Sono due mesi che lavoro, più che altro ricerche d’archivio per tutti gli avvocati dello studio,
Le mie pratiche sono tutte sbagliate, sarà che in ufficio tutte le dipendenti sono donne, anche loro vestono come LUCREZIA, sono tutte con i tacchi alti quindi sono distratto perché sbircio sempre per vedere se riesco ad ammirare qualche bel piedino, o perché sono inesperto o proprio incapace.
naturalmente dopo tante lamentele di tutte le impiegate un pomeriggio poco prima dell’ orario di chiusura, vengo convocato nell’ufficio della titolare LUCREZIA, busso e aspetto, dopo una decina di secondi finalmente sento,
“AVANTI”
Entro, L’ufficio è molto grande saranno almeno 100 metri quadrati, sulla destra un angolo salotto, due porte chiuse, a sinistra un grande tavolo con almeno una ventina di sedie, per le riunioni operative, librerie di legno scuro piene di testi giuridici, mi avvicino alla scrivania anche questa molto grande, tutta di legno scuro, credo di mogano, sicuramente un pezzo d’antiquariato, molto ordinata, mi sto per sedere in una delle due poltroncine di fronte alla scrivania ma LUCREZIA mi blocca dicendo,
“Rimanga in piedi!”
LUCREZIA mi guarda in silenzio con sguardo freddo e inquisitore, per circa 20 secondi poi,
“Stefano, tutte le impiegate dello studio si lamentano per come svolge il suo lavoro, come è possibile che tutte le incombenze che lei esegue sono sbagliate!”
Cerco di giustificarmi ma LUCREZIA alza una mano e quasi urlando mi dice,
“SILENZIO, non mi interrompa, non ho finito, se dopo due mesi ancora non ha imparato a fare il suo lavoro ci sono solo due ragioni, o è un incapace o fa apposta per farsi cacciare, mi dica quale delle due è giusta, ha delle giustificazioni prima che la licenzi!”
“Signora, le giuro che ci metto tutto l’impegno possibile, non mi licenzi, le prometto di impegnarmi di più, mi dia ancora una chance,
la prego.”
LUCREZIA mi guarda accigliata e pensierosa per quasi due minuti, poi sembra prendere una decisione, sospira e mi dice,
“Va bene, oggi sono ben disposta, le concedo ancora una chance, ma se non svolge bene le sue incombenze peggio per lei!”
“Vedrà mi impegnerò al massimo, lavorerò giorno e notte, non la deluderò.”
“Vedremo, può andare, si tolga dalla mia vista!”
“grazie, signora.”
Indietreggio senza voltarmi, inchinandomi e ringraziando fino alla porta ed esco.
Il giorno dopo mi metto al lavoro e per un paio di giorni riesco a fare tutto bene, ma poi ricomincio a sbagliare come sempre, dopo due settimane vengo di nuovo convocato nell’ ufficio di LUCREZIA, busso e questa volta devo attendere molto di più della prima volta finalmente sento,
“Avanti!”
Entro e mi avvicino all’imponente scrivania, non faccio l’errore di provare a sedermi ma mi inchino e rimango in piedi a testa bassa,
LUCREZIA mi guarda con severità per un minuto poi sospira e con tono di voce duro e severo,
“Stefano, lei mi ha molto delusa mi aveva promesso di impegnarsi di più, di lavorare giorno e notte, ma non è cambiato niente sbaglia sempre tutto, è proprio un incapace, nel mio studio non c’è posto per gli inetti, la licenzio!”
“la prego, la scongiuro, la supplico non mi cacci, farò qualsiasi cosa lei voglia, pulirò l’ufficio, aprirò la porta ai clienti, ma non mi licenzi, la supplico la prego la imploro.”
LUCREZIA mi squadra come fossi un verme, appoggia la mano sul mento pensierosa per un paio di minuti, poi sembra giungere a una decisione, con tono di voce superbo e altezzoso mi dice,
“Cosa sei disposto a fare per non farti licenziare immediatamente!”
“qualsiasi cosa lei voglia, può fare di me tutto quello che vuole.”
LUCREZIA mi guarda ancora per un tempo per me interminabile poi con un tono di voce altero e sprezzante, mi dice,
“Quando si prega e si implora si sta in ginocchio!”
Immediatamente mi inginocchio,
LUCREZIA alza il sopracciglio destro e con un’ espressione tra lo stupito e il soddisfatto,
mi intima,
“Camminando a quattro zampe fai il giro della scrivania e presentati al mio cospetto, veloce!”
Eseguo l’ordine immediatamente, quando sono davanti a lei mi fermo ma LUCREZIA che intanto si è girata con la sua poltrona, con tono autoritario mi ordina,
“Più vicino!”
Arrivo praticamente a un centimetro dai suoi piedi, LUCREZIA schiocca le dita e sempre con tono autoritario mi ordina,
“Fronte a terra!”
Obbedisco,
“Stefano, tutti hanno appurato che sei un incapace, di conseguenza pur di non farti cacciare con ignominia da questo studio sei disposto a diventare il mio schiavo personale, e obbedire a qualsiasi ordine ti darò immediatamente e senza esitazione, rispondendo solo si?”
“Si, signora.”
“OTTIMO, ho sempre sognato di avere uno schiavo, per la mia sicurezza e protezione firmerai un documento in cui dichiari che diventi mio schiavo di tua spontanea volontà, d’accordo?”
“Come vuole lei, signora.”
“MOLTO MOLTO BENE, ora come tua padrona e signora ti impongo queste regole, d’ora in poi ti rivolgerai a me chiamandomi VOSTRA MAESTÀ, mi darai del voi, starai sempre sotto la mia scrivania a farmi da poggiapiedi ed eseguirai qualsiasi ordine ti darò, chiaro schiavo!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
“ECCELLENTE, vedi questo lo hai imparato subito, essere schiavo, il mio schiavo, è la tua vocazione per suggellare la tua completa sottomissione a me, straordinaria magnifica padrona che ti permette di realizzarti diventando il mio schiavo, bacia la punta della mia scarpa!”
Mentre eseguo l’ordine ricevuto, LUCREZIA mi appoggia l’altra scarpa sulla testa schiacciando con forza mi dice,
“Bravo schiavo, obbedisci sempre così e andremo d’accordo altrimenti sarà peggio per te, infilati sotto la scrivania in ginocchio, inizia il tuo nuovo lavoro veloce!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
Mi infilo nello spazio al centro della scrivania che è tutto chiuso, da fuori non si vede niente sono praticamente al buio,
“Molto bene, finalmente hai trovato il posto e il lavoro giusto per te, con delicatezza toglimi le scarpe, schiavo!”
Tolgo le scarpe e rimango estasiato e strabiliato dalla bellezza dei piedi velati dalle calze della mia nuova padrona, sono perfetti un bel 38,
sono piccoli in proporzione all’altezza di LUCREZIA, dall’ alluce che potrei succhiare per ore, alle altre dita che sono a scalare con una perfezione incredibile, la pianta e’ morbida senza nessun ispessimento nonostante porti sempre i tacchi, il tallone così perfetto come non ne ho mai visto, le unghie laccate di rosso fuoco sono di una bellezza indescrivibile, il profumo che emanano e’ inebriante, un misto tra l’odore di cuoio della scarpa e un lievissimo effluvio di sudore, nonostante siano molte ore che le indossa, non posso credere alla fortuna che mi è capitata, neanche nei miei sogni più sfrenati avrei sperato di poter diventare lo schiavo di una donna bellissima e con dei piedini meravigliosi, resto imbambolato con i stupendi piedini in mano fino a quando PADRONA LUCREZIA mi apostrofa,
“Be’! Ti sei incantato, schiavo?”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, non ho mai visto dei piedini meravigliosi come i vostri, sono più che perfetti, sono CELESTIALI.”
“Benissimo, d’ora in poi passerai moltissime ore sotto i miei celestiali piedini, come li hai chiamati tu, adesso basta parlare, baciami i celestiali piedini, non tralasciare neanche un millimetro, baciali bene e a lungo fino a quando ti ordino di smettere!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
Bacio i bellissimi piedini di PADRONA LUCREZIA per più di mezz’ora, sotto il suo sguardo attento, penetrante e indagatore, seguendo le indicazioni che con il tono di voce autoritario che usa quando si rivolge al suo nuovo schiavo, per insegnarmi a servirla come pretende ed esige, quando giudica di essere stata omaggiata a sufficienza dal suo nuovo schiavo schiocca le dita e ordina,
“Basta schiavo, stenditi a terra che appoggio i miei celestiali piedini sulla tua faccia, continua a baciarmi i piedini, devo lavorare!”
Dopo un’ora abbondante di lavoro PADRONA LUCREZIA si rivolge al suo schiavo,
“Schiavo, lavorare così e’ veramente produttivo, già non posso più farne a meno, continua a baciare i miei celestiali piedini, mi piace tantissimo, non credevo di provare così tanto piacere, farsi baciare i piedini e’ fantastico, mi rilassa e mi fa lavorare molto bene, domani voglio farteli leccare, desidero fare un esperimento per verificare se è meglio farseli baciare o leccare!”
“Voi ordinate, io obbedisco, VOSTRA MAESTÀ.”
“Cosi deve essere, io sono la tua PADRONA, tu il mio schiavo, io ordino, tu obbedisci e ti impegni al meglio per soddisfarmi ed eseguire i miei ordini con solerzia e dedizione, questo è e sarà il tuo lavoro fino a quando lo voglio io, la tua PADRONA, schiavo!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, sarò il vostro schiavo fino a quando vorrete voi, spero tutta la mia miserabile vita che non vale una vostra calza bucata.”
“Bravo schiavo, hai capito qual’e la tua vocazione, stare sotto i miei celestiali piedini per servirmi, la giornata è cominciata male ma, finita per me in un’apoteosi, sono veramente soddisfatta, schiavo rimettimi le scarpe, la mia giornata di lavoro è finita, ti do gli ordini per domattina, voglio che il mio ufficio sia talmente pulito da risplendere, e voglio trovare sulla mia scrivania un cappuccino e cornetto con marmellata di arance, arriverò alle 9,00, e tu pronto a servirmi, obbedendo ai miei desideri e ordini come esigo e pretendo, soprattutto coccolando i miei celestiali piedini, chiaro schiavo!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
“Perfetto schiavo, d’ora in poi venire in ufficio sarà molto stimolante, piacevole e divertente, a domani schiavo!”
“A domani, VOSTRA MAESTÀ.”
La mattina dopo alle cinque sono già in studio per eseguire gli ordini di PADRONA LUCREZIA, pulisco tutto l’ufficio, il bagno privato e un piccolo guardaroba che sono le due porte che avevo visto chiuse, alle nove meno dieci scendo al bar per prendere la colazione, prendo anche i giornali e preparo tutto sulla scrivania di PADRONA LUCREZIA, poi mi inginocchio dietro la porta in attesa del suo arrivo, quando entra e richiude la porta, mi avvicino, bacio le scarpe,
“buongiorno, VOSTRA MAESTÀ.”
“Buongiorno schiavo, bravo mi hai accolto come si confà alla tua PADRONA!”
Mi alzo, sfilo il soprabito e lo ripongo nel guardaroba, intanto PADRONA LUCREZIA controlla se ho eseguito i suoi ordini, controlla anche il bagno, le finestre e tutto il resto, intanto mi sono infilato al mio posto sotto la scrivania, si avvicina alla scrivania,
“Bravo schiavo, mi hai preparato anche i giornali
Non c’è più dubbio, essere il mio schiavo è l’unica cosa che ti riesce, continua così, anzi devi migliorare sempre l’unico scopo della tua vita deve essere servirmi e adorarmi!”
Si siede sulla sua poltrona allunga le bellissime gambe verso di me schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, toglimi delicatamente le scarpe e baciami i celestiali piedini mentre faccio colazione e leggo i giornali!”
Mi prendo la libertà di sfilare le scarpe senza usare le mani usando solo la bocca, prendo in bocca il tacco e con garbo e delicatezza sfilo le bellissime scarpe di PADRONA LUCREZIA che rimane sorpresa ma contenta,
“Bravo il mio schiavo, a questo modo di sfilarmi le scarpe non avevo pensato, d’ora in poi lo farai sempre mi piace molto, oggi è la seconda volta che prendi delle iniziative, finora ti è andata bene, mi sono piaciute, ma non esagerare altrimenti è peggio per te, adesso esegui l’ordine che ti ho dato, svelto!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, perdonate il vostro umile schiavo.”
“Per questa volta ti perdono, ma devi solo obbedire ai miei ordini e ringraziarmi per il grande onore che ti concedo di essere il mio schiavo, ora basta parlare baciami i celestiali piedini in silenzio voglio finalmente godermi la mia colazione!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, grazie.”
PADRONA LUCREZIA consuma la sua colazione mentre con calma legge i giornali, la più bella colazione della sua vita, farsi baciare i piedini mentre mangia e’ veramente bellissimo, non avrebbe mai pensato di avere uno schiavo che in ginocchio obbedisce a tutti i suoi ordini e desideri con gioia e dedizione, quando finisce di mangiare schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, stenditi a terra devo lavorare,
svelto!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
Per tutta la mattina PADRONA LUCREZIA lavora mentre il suo schiavo non smette nemmeno per un secondo di baciarle i piedini, nonostante la segretaria è entrata spesso nell’ ufficio per le solite incombenze di uno studio legale, non si è accorta di niente, all’ora di pranzo PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, rimettimi le scarpe, vado a pranzo!”
Quando torna in ufficio PADRONA LUCREZIA trova lo schiavo che la attende come la mattina in ginocchio dietro la porta appena chiude, lo schiavo le bacia le scarpe, le toglie il soprabito, poi camminando a quattro zampe torna sotto la scrivania per servirla,
PADRONA LUCREZIA si siede sulla sua poltrona e,
“Schiavo, questo pomeriggio verranno dei clienti, per cui ti userò solo come poggiapiedi, e’ probabile che mi debba alzare, mi raccomando silenzio assoluto, chiaro!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
“Bravo schiavo, continua così e forse ti terrò al mio servizio ancora per un po’!”
“GRAZIE, VOSTRA MAESTÀ.”
Finiti tutti gli appuntamenti finalmente e’ arrivato il momento per PADRONA LUCREZIA di rilassarsi facendosi adorare dal suo schiavo schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, sfilami delicatamente le scarpe usando solo la bocca come hai fatto stamattina, baciami i celestiali piedini fino a quando ti ordino di smettere, mi voglio rilassare dopo questa lunga giornata di lavoro, muoviti!”
Quando ritiene che l’adorazione dello schiavo l’ha rilassata adeguatamente schiocca di nuovo le dita e ordina,
“Schiavo, stenditi a terra devo finire alcune pratiche, continua a baciare i miei celestiali piedini, lavorare così mi piace tantissimo e sono molto più creativa e prolifica! VELOCE!”
Concluso il lavoro per PADRONA LUCREZIA e’ arrivato il momento di fare l’esperimento per confrontare se farsi leccare i piedini e’ meglio del piacere di farseli baciare schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, toglimi le calze non ho messo i collant ma le autoreggenti e la gonna apposta, svelto!”
Lo schiavo Stefano esegue l’ordine ricevuto e per la prima volta può ammirare i celestiali piedini di PADRONA LUCREZIA nudi si emoziona talmente tanto che comincia a tremare, PADRONA LUCREZIA vede la reazione e gli chiede,
“Schiavo, perché stai tremando?”
“VOSTRA MAESTÀ, con le calze i vostri piedini sono celestiali, ma nudi sono talmente belli che non conosco le parole per descriverli .“
“Bene, deve essere così, adesso comincia a leccarli, comincia dal tallone e risali verso le dita molto lentamente ma senza toccarle, assapora il sublime sapore dei miei piedini!”
Quando i celestiali piedini sono rivestiti dalla saliva dello schiavo, che è passato più e più volte su tutta la superficie dei celestiali piedini, sia sulla pianta che sul collo, la caviglia dappertutto, seguendo le istruzioni di PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“Adesso rivolgi tutte le tue attenzioni alle mie meravigliose dita, succhiale una per una, soprattutto il mio stupendo alluce, passa la lingua molto bene e lentamente tra gli spazi interdigitali, ingoia il mio piedino più che puoi senza smettere di muovere la lingua, continua così alterna questo al leccare il resto dei miei celestiali piedini, non devi tralasciare neanche un millimetro, prima un piedino poi l’altro fino a che non dispongo diversamente, mi voglio godere questo bellissimo momento con calma, mi voglio proprio rilassare!”
Un ora più tardi, dopo aver goduto con comodo il bellissimo massaggio che il suo schiavo le ha praticato con la lingua, PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e,
“Basta schiavo, trova un catino, mi devi lavare i celestiali piedini, veloce!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
Lo schiavo Stefano lava i celestiali piedini di PADRONA LUCREZIA seguendo le sue istruzioni precise e perentorie, li asciuga alla perfezione, mette tutto a posto, rimette le calze,
PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“schiavo, fronte a terra!”
si inginocchia fronte a terra al cospetto di PADRONA LUCREZIA che appoggia un celestiale piedino sulla sua nuca e accavalla l’altra gamba gravando con tutto il peso,
“Schiavo, alla conclusione dell’esperimento, il mio inconfutabile giudizio è, farsi baciare i piedini e’ bellissimo soprattutto mentre lavoro, farseli leccare è meravigliosamente ineguagliabile, ho provato delle sensazioni straordinarie, d’ora in poi a fine giornata mi leccherai i celestiali piedini almeno per un’ora mi sono sentita una vera DIVINITÀ, e mi è piaciuto tantissimo, ho sempre desiderato avere uno schiavo, finalmente l’ho trovato, ma non immaginavo fosse così piacevole possedere un sottomesso così docile e ubbidiente che a uno schiocco delle dita mi bacia e lecca i piedini per ore, schiavo hai trovato la tua vera vocazione almeno non sei del tutto inutile, se mi servirai con dedizione, abnegazione, devozione, venerazione, obbedendo a qualsiasi mio ordine e desiderio, con l’unico scopo di soddisfarmi baciando e leccando i miei celestiali piedini, forse ti concederò di vivere per adorarmi per tutta la tua miserabile vita, cosa mi rispondi schiavo!”
Lo schiavo Stefano nonostante sia schiacciato dal peso del celestiale piedino risponde,
“VOSTRA MAESTÀ, venerarvi con dedizione obbedendo a qualsiasi vostro desiderio e ordine è l’unico scopo della mia vita, non vorrei stare da nessun’altra parte se non sotto i vostri celestiali piedini perché possiate usarmi come più vi aggrada per il vostro diletto e piacere, non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi reso il vostro schiavo, vi pregherò tutta la mia miserevole vita perché con la sublime magnanimità che vi contraddistingue vogliate usare la mia bocca come calda e comoda pantofola.”
“Bravo schiavo, questa è la risposta che mi aspettavo, stai sicuro che userò molto spesso come mi hai implorato la tua bocca come calda e comoda pantofola, adesso rimettimi le scarpe la mia giornata di lavoro è finita, domani mattina voglio trovare sulla mia scrivania un cappuccino e un cornetto con la crema, naturalmente l’ufficio pulito alla perfezione, arriverò alle nove chiaro schiavo!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ, i vostri desideri sono la mia sola ragione di vita.”
“Continua così, e ci intenderemo alla perfezione, io comando e tu obbedisci, a domani schiavo!”
“A DOMANI VOSTRA MAESTÀ.”
I giorni successivi si svolgono allo stesso modo quando PADRONA LUCREZIA non ha udienze in tribunale si gode in ufficio la colazione e legge i giornali mentre lo schiavo Stefano le bacia i celestiali piedini, la fine della giornata è il momento che PADRONA LUCREZIA preferisce, farsi leccare i meravigliosi piedini la fa sentire una vera divinità non può più farne a meno, una sera mentre il suo schiavo è intento con solerzia e dedizione ad adorarla e venerarla leccandole i piedini, schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, domani sera mentre mi veneri voglio prendere un aperitivo, chiaro!”
“SI VOSTRA MAESTÀ,”
La sera dopo poco prima della fine della giornata lo schiavo Stefano scende al bar per prendere l’aperitivo, gin tonic come ordinato, torna in ufficio con il vassoio con l’aperitivo e qualche stuzzichino, lo serve a PADRONA LUCREZIA, quindi si inginocchia e comincia a leccare i celestiali piedini, dopo più di un’ora PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“Basta schiavo, lavami i celestiali piedini, veloce, da quando sei diventato il mio schiavo le mie giornate finiscono sempre meglio, mi piace tantissimo come mi lecchi i piedini, lo fai proprio con fervore e passione ti piace forse anche più di come piace a me, continua così e probabilmente ti terrò ancora un po’ al mio servizio come schiavo leccapiedi!”
“GRAZIE VOSTRA MAESTÀ, non vorrei essere da nessun’altra parte se non in ginocchio al vostro cospetto per adorarvi e ubbidire a tutti i vostri ordini.”
“Bravo schiavo, rimettimi le scarpe, me ne vado, domattina voglio il solito cappuccino e un cornetto al cioccolato, e pulisci il mio ufficio alla perfezione altrimenti è peggio per te, chiaro schiavo!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
La mattina dopo alle cinque sono già come al solito in ufficio per eseguire gli ordini della mia padrona, pulisco tutto alla perfezione, anche il bagno e il guardaroba, tutto brilla e profuma di pulito, scendo a prendere la colazione, quindi mi inginocchio dietro la porta in attesa dell’arrivo di PADRONA LUCREZIA, devo aspettare pochissimo, dopo pochi secondi sento il ticchettio dei suoi tacchi avvicinarsi, un suono per me meraviglioso, sento che parla con una delle impiegate ma non capisco le parole, parlano quasi sottovoce, finito di parlare congeda la sua impiegata quindi entra, richiude la porta, mi avvicino e come tutte le volte che entra in ufficio le bacio le scarpe, le sfilo il soprabito e lo ripongo nel guardaroba nel frattempo controlla che abbia eseguito i suoi ordini, soddisfatta si accomoda sulla sua poltrona, camminando a quattro zampe mi presento al suo cospetto fronte a terra in attesa dei suoi ordini, PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e,
“Schiavo, toglimi le scarpe e riscaldami i miei celestiali piedini, stamattina li ho freddi!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
Per una decina di minuti massaggio e scaldo i meravigliosi piedini della mia padrona, mentre legge i giornali, un nuovo schiocco delle dita e,
“BASTA schiavo, adesso baciami i piedini intanto mi godo la mia colazione!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ”
Finito la colazione PADRONA LUCREZIA schiocca ancora le dita e,
“SCHIAVO, stenditi al tuo solito posto che devo lavorare!”
Dopo la pausa pranzo quando PADRONA LUCREZIA torna in ufficio e si siede alla sua scrivania, lo schiavo Stefano toglie le scarpe usando solo la bocca come al solito,
“Schiavo, tutte le impiegate dello studio mi chiedono cosa fai tutto il giorno qui nel mio ufficio, ho cercato di tergiversare ma anche stamattina la mia segretaria insisteva per capire, ho deciso di rendere palese la tua condizione di schiavitù, che io sono la tua PADRONA ASSOLUTA, ho anche deciso che quando non ci sono le impiegate si alterneranno e ti useranno come se ti usassi io, verranno a lavorare qui alla mia scrivania, tu toglierai loro le scarpe e gli bacerai i piedi, solo baci non voglio assolutamente che lecchi i loro piedi, ricordati che io e solo io sono la tua PADRONA ASSOLUTA, chiaro schiavo!”
“VOSTRA MAESTÀ, tutto quello che decidete voi per me è insindacabile, voi ordinate e io obbedisco.”
“Bravo schiavo, stasera mentre leccherai i miei CELESTIALI PIEDINI convocherò tutte le impiegate così non dovrò usare troppe parole per spiegare quello che ho deciso! naturalmente le vincolerò al silenzio assoluto, non voglio che questa situazione sia conosciuta fuori da questo studio non voglio pettegolezzi!”
Da quel giorno passo tutte le mie giornate sotto la scrivania di PADRONA LUCREZIA, ormai sono due anni, sono veramente felice, bacio un sacco di piedini, alcuni belli altri meno, ma nessuna ha i CELESTIALI PIEDINI di PADRONA LUCREZIA.
LUCREZIA
La titolare dello studio legale
Racconto di fantasia
Salve a tutti,
mi chiamo Stefano ho 28 anni, sono alto un metro e ottanta, moro, occhi verde castano, non eccessivamente fisicato ma abbastanza ben messo da quando mi ricordo ho la passione per i piedini femminili, il mio sogno è di essere sottomesso da una donna bella e autoritaria.
Mi sono laureato in giurisprudenza con un po’ di ritardo, tre anni fuori corso, non so se l’avvocatura sia la professione giusta per me, sono molto timido e non ho la parlantina che dovrebbe avere un avvocato.
Ho mandato il curriculum vitae in quasi tutti gli studi di avvocati e incredibile ma vero sono stato assunto nel più importante studio legale della mia città, per iniziare il praticantato.
La titolare dello studio e’ LUCREZIA un’ avvenente quarantenne in carriera, bionda, alta un metro e settantacinque, maniaca del lavoro e molto esigente con se stessa e con tutti gli impiegati che lavorano per lei, sempre in tailleur gonna o pantalone cuciti su misura, tacchi a spillo di almeno 10 centimetri, camicie di seta, truccata alla perfezione,
per me una vera dea.
Sono due mesi che lavoro, più che altro ricerche d’archivio per tutti gli avvocati dello studio,
Le mie pratiche sono tutte sbagliate, sarà che in ufficio tutte le dipendenti sono donne, anche loro vestono come LUCREZIA, sono tutte con i tacchi alti quindi sono distratto perché sbircio sempre per vedere se riesco ad ammirare qualche bel piedino, o perché sono inesperto o proprio incapace.
naturalmente dopo tante lamentele di tutte le impiegate un pomeriggio poco prima dell’ orario di chiusura, vengo convocato nell’ufficio della titolare LUCREZIA, busso e aspetto, dopo una decina di secondi finalmente sento,
“AVANTI”
Entro, L’ufficio è molto grande saranno almeno 100 metri quadrati, sulla destra un angolo salotto, due porte chiuse, a sinistra un grande tavolo con almeno una ventina di sedie, per le riunioni operative, librerie di legno scuro piene di testi giuridici, mi avvicino alla scrivania anche questa molto grande, tutta di legno scuro, credo di mogano, sicuramente un pezzo d’antiquariato, molto ordinata, mi sto per sedere in una delle due poltroncine di fronte alla scrivania ma LUCREZIA mi blocca dicendo,
“Rimanga in piedi!”
LUCREZIA mi guarda in silenzio con sguardo freddo e inquisitore, per circa 20 secondi poi,
“Stefano, tutte le impiegate dello studio si lamentano per come svolge il suo lavoro, come è possibile che tutte le incombenze che lei esegue sono sbagliate!”
Cerco di giustificarmi ma LUCREZIA alza una mano e quasi urlando mi dice,
“SILENZIO, non mi interrompa, non ho finito, se dopo due mesi ancora non ha imparato a fare il suo lavoro ci sono solo due ragioni, o è un incapace o fa apposta per farsi cacciare, mi dica quale delle due è giusta, ha delle giustificazioni prima che la licenzi!”
“Signora, le giuro che ci metto tutto l’impegno possibile, non mi licenzi, le prometto di impegnarmi di più, mi dia ancora una chance,
la prego.”
LUCREZIA mi guarda accigliata e pensierosa per quasi due minuti, poi sembra prendere una decisione, sospira e mi dice,
“Va bene, oggi sono ben disposta, le concedo ancora una chance, ma se non svolge bene le sue incombenze peggio per lei!”
“Vedrà mi impegnerò al massimo, lavorerò giorno e notte, non la deluderò.”
“Vedremo, può andare, si tolga dalla mia vista!”
“grazie, signora.”
Indietreggio senza voltarmi, inchinandomi e ringraziando fino alla porta ed esco.
Il giorno dopo mi metto al lavoro e per un paio di giorni riesco a fare tutto bene, ma poi ricomincio a sbagliare come sempre, dopo due settimane vengo di nuovo convocato nell’ ufficio di LUCREZIA, busso e questa volta devo attendere molto di più della prima volta finalmente sento,
“Avanti!”
Entro e mi avvicino all’imponente scrivania, non faccio l’errore di provare a sedermi ma mi inchino e rimango in piedi a testa bassa,
LUCREZIA mi guarda con severità per un minuto poi sospira e con tono di voce duro e severo,
“Stefano, lei mi ha molto delusa mi aveva promesso di impegnarsi di più, di lavorare giorno e notte, ma non è cambiato niente sbaglia sempre tutto, è proprio un incapace, nel mio studio non c’è posto per gli inetti, la licenzio!”
“la prego, la scongiuro, la supplico non mi cacci, farò qualsiasi cosa lei voglia, pulirò l’ufficio, aprirò la porta ai clienti, ma non mi licenzi, la supplico la prego la imploro.”
LUCREZIA mi squadra come fossi un verme, appoggia la mano sul mento pensierosa per un paio di minuti, poi sembra giungere a una decisione, con tono di voce superbo e altezzoso mi dice,
“Cosa sei disposto a fare per non farti licenziare immediatamente!”
“qualsiasi cosa lei voglia, può fare di me tutto quello che vuole.”
LUCREZIA mi guarda ancora per un tempo per me interminabile poi con un tono di voce altero e sprezzante, mi dice,
“Quando si prega e si implora si sta in ginocchio!”
Immediatamente mi inginocchio,
LUCREZIA alza il sopracciglio destro e con un’ espressione tra lo stupito e il soddisfatto,
mi intima,
“Camminando a quattro zampe fai il giro della scrivania e presentati al mio cospetto, veloce!”
Eseguo l’ordine immediatamente, quando sono davanti a lei mi fermo ma LUCREZIA che intanto si è girata con la sua poltrona, con tono autoritario mi ordina,
“Più vicino!”
Arrivo praticamente a un centimetro dai suoi piedi, LUCREZIA schiocca le dita e sempre con tono autoritario mi ordina,
“Fronte a terra!”
Obbedisco,
“Stefano, tutti hanno appurato che sei un incapace, di conseguenza pur di non farti cacciare con ignominia da questo studio sei disposto a diventare il mio schiavo personale, e obbedire a qualsiasi ordine ti darò immediatamente e senza esitazione, rispondendo solo si?”
“Si, signora.”
“OTTIMO, ho sempre sognato di avere uno schiavo, per la mia sicurezza e protezione firmerai un documento in cui dichiari che diventi mio schiavo di tua spontanea volontà, d’accordo?”
“Come vuole lei, signora.”
“MOLTO MOLTO BENE, ora come tua padrona e signora ti impongo queste regole, d’ora in poi ti rivolgerai a me chiamandomi VOSTRA MAESTÀ, mi darai del voi, starai sempre sotto la mia scrivania a farmi da poggiapiedi ed eseguirai qualsiasi ordine ti darò, chiaro schiavo!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
“ECCELLENTE, vedi questo lo hai imparato subito, essere schiavo, il mio schiavo, è la tua vocazione per suggellare la tua completa sottomissione a me, straordinaria magnifica padrona che ti permette di realizzarti diventando il mio schiavo, bacia la punta della mia scarpa!”
Mentre eseguo l’ordine ricevuto, LUCREZIA mi appoggia l’altra scarpa sulla testa schiacciando con forza mi dice,
“Bravo schiavo, obbedisci sempre così e andremo d’accordo altrimenti sarà peggio per te, infilati sotto la scrivania in ginocchio, inizia il tuo nuovo lavoro veloce!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
Mi infilo nello spazio al centro della scrivania che è tutto chiuso, da fuori non si vede niente sono praticamente al buio,
“Molto bene, finalmente hai trovato il posto e il lavoro giusto per te, con delicatezza toglimi le scarpe, schiavo!”
Tolgo le scarpe e rimango estasiato e strabiliato dalla bellezza dei piedi velati dalle calze della mia nuova padrona, sono perfetti un bel 38,
sono piccoli in proporzione all’altezza di LUCREZIA, dall’ alluce che potrei succhiare per ore, alle altre dita che sono a scalare con una perfezione incredibile, la pianta e’ morbida senza nessun ispessimento nonostante porti sempre i tacchi, il tallone così perfetto come non ne ho mai visto, le unghie laccate di rosso fuoco sono di una bellezza indescrivibile, il profumo che emanano e’ inebriante, un misto tra l’odore di cuoio della scarpa e un lievissimo effluvio di sudore, nonostante siano molte ore che le indossa, non posso credere alla fortuna che mi è capitata, neanche nei miei sogni più sfrenati avrei sperato di poter diventare lo schiavo di una donna bellissima e con dei piedini meravigliosi, resto imbambolato con i stupendi piedini in mano fino a quando PADRONA LUCREZIA mi apostrofa,
“Be’! Ti sei incantato, schiavo?”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, non ho mai visto dei piedini meravigliosi come i vostri, sono più che perfetti, sono CELESTIALI.”
“Benissimo, d’ora in poi passerai moltissime ore sotto i miei celestiali piedini, come li hai chiamati tu, adesso basta parlare, baciami i celestiali piedini, non tralasciare neanche un millimetro, baciali bene e a lungo fino a quando ti ordino di smettere!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
Bacio i bellissimi piedini di PADRONA LUCREZIA per più di mezz’ora, sotto il suo sguardo attento, penetrante e indagatore, seguendo le indicazioni che con il tono di voce autoritario che usa quando si rivolge al suo nuovo schiavo, per insegnarmi a servirla come pretende ed esige, quando giudica di essere stata omaggiata a sufficienza dal suo nuovo schiavo schiocca le dita e ordina,
“Basta schiavo, stenditi a terra che appoggio i miei celestiali piedini sulla tua faccia, continua a baciarmi i piedini, devo lavorare!”
Dopo un’ora abbondante di lavoro PADRONA LUCREZIA si rivolge al suo schiavo,
“Schiavo, lavorare così e’ veramente produttivo, già non posso più farne a meno, continua a baciare i miei celestiali piedini, mi piace tantissimo, non credevo di provare così tanto piacere, farsi baciare i piedini e’ fantastico, mi rilassa e mi fa lavorare molto bene, domani voglio farteli leccare, desidero fare un esperimento per verificare se è meglio farseli baciare o leccare!”
“Voi ordinate, io obbedisco, VOSTRA MAESTÀ.”
“Cosi deve essere, io sono la tua PADRONA, tu il mio schiavo, io ordino, tu obbedisci e ti impegni al meglio per soddisfarmi ed eseguire i miei ordini con solerzia e dedizione, questo è e sarà il tuo lavoro fino a quando lo voglio io, la tua PADRONA, schiavo!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, sarò il vostro schiavo fino a quando vorrete voi, spero tutta la mia miserabile vita che non vale una vostra calza bucata.”
“Bravo schiavo, hai capito qual’e la tua vocazione, stare sotto i miei celestiali piedini per servirmi, la giornata è cominciata male ma, finita per me in un’apoteosi, sono veramente soddisfatta, schiavo rimettimi le scarpe, la mia giornata di lavoro è finita, ti do gli ordini per domattina, voglio che il mio ufficio sia talmente pulito da risplendere, e voglio trovare sulla mia scrivania un cappuccino e cornetto con marmellata di arance, arriverò alle 9,00, e tu pronto a servirmi, obbedendo ai miei desideri e ordini come esigo e pretendo, soprattutto coccolando i miei celestiali piedini, chiaro schiavo!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
“Perfetto schiavo, d’ora in poi venire in ufficio sarà molto stimolante, piacevole e divertente, a domani schiavo!”
“A domani, VOSTRA MAESTÀ.”
La mattina dopo alle cinque sono già in studio per eseguire gli ordini di PADRONA LUCREZIA, pulisco tutto l’ufficio, il bagno privato e un piccolo guardaroba che sono le due porte che avevo visto chiuse, alle nove meno dieci scendo al bar per prendere la colazione, prendo anche i giornali e preparo tutto sulla scrivania di PADRONA LUCREZIA, poi mi inginocchio dietro la porta in attesa del suo arrivo, quando entra e richiude la porta, mi avvicino, bacio le scarpe,
“buongiorno, VOSTRA MAESTÀ.”
“Buongiorno schiavo, bravo mi hai accolto come si confà alla tua PADRONA!”
Mi alzo, sfilo il soprabito e lo ripongo nel guardaroba, intanto PADRONA LUCREZIA controlla se ho eseguito i suoi ordini, controlla anche il bagno, le finestre e tutto il resto, intanto mi sono infilato al mio posto sotto la scrivania, si avvicina alla scrivania,
“Bravo schiavo, mi hai preparato anche i giornali
Non c’è più dubbio, essere il mio schiavo è l’unica cosa che ti riesce, continua così, anzi devi migliorare sempre l’unico scopo della tua vita deve essere servirmi e adorarmi!”
Si siede sulla sua poltrona allunga le bellissime gambe verso di me schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, toglimi delicatamente le scarpe e baciami i celestiali piedini mentre faccio colazione e leggo i giornali!”
Mi prendo la libertà di sfilare le scarpe senza usare le mani usando solo la bocca, prendo in bocca il tacco e con garbo e delicatezza sfilo le bellissime scarpe di PADRONA LUCREZIA che rimane sorpresa ma contenta,
“Bravo il mio schiavo, a questo modo di sfilarmi le scarpe non avevo pensato, d’ora in poi lo farai sempre mi piace molto, oggi è la seconda volta che prendi delle iniziative, finora ti è andata bene, mi sono piaciute, ma non esagerare altrimenti è peggio per te, adesso esegui l’ordine che ti ho dato, svelto!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, perdonate il vostro umile schiavo.”
“Per questa volta ti perdono, ma devi solo obbedire ai miei ordini e ringraziarmi per il grande onore che ti concedo di essere il mio schiavo, ora basta parlare baciami i celestiali piedini in silenzio voglio finalmente godermi la mia colazione!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ, grazie.”
PADRONA LUCREZIA consuma la sua colazione mentre con calma legge i giornali, la più bella colazione della sua vita, farsi baciare i piedini mentre mangia e’ veramente bellissimo, non avrebbe mai pensato di avere uno schiavo che in ginocchio obbedisce a tutti i suoi ordini e desideri con gioia e dedizione, quando finisce di mangiare schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, stenditi a terra devo lavorare,
svelto!”
“Si, VOSTRA MAESTÀ.”
Per tutta la mattina PADRONA LUCREZIA lavora mentre il suo schiavo non smette nemmeno per un secondo di baciarle i piedini, nonostante la segretaria è entrata spesso nell’ ufficio per le solite incombenze di uno studio legale, non si è accorta di niente, all’ora di pranzo PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, rimettimi le scarpe, vado a pranzo!”
Quando torna in ufficio PADRONA LUCREZIA trova lo schiavo che la attende come la mattina in ginocchio dietro la porta appena chiude, lo schiavo le bacia le scarpe, le toglie il soprabito, poi camminando a quattro zampe torna sotto la scrivania per servirla,
PADRONA LUCREZIA si siede sulla sua poltrona e,
“Schiavo, questo pomeriggio verranno dei clienti, per cui ti userò solo come poggiapiedi, e’ probabile che mi debba alzare, mi raccomando silenzio assoluto, chiaro!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
“Bravo schiavo, continua così e forse ti terrò al mio servizio ancora per un po’!”
“GRAZIE, VOSTRA MAESTÀ.”
Finiti tutti gli appuntamenti finalmente e’ arrivato il momento per PADRONA LUCREZIA di rilassarsi facendosi adorare dal suo schiavo schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, sfilami delicatamente le scarpe usando solo la bocca come hai fatto stamattina, baciami i celestiali piedini fino a quando ti ordino di smettere, mi voglio rilassare dopo questa lunga giornata di lavoro, muoviti!”
Quando ritiene che l’adorazione dello schiavo l’ha rilassata adeguatamente schiocca di nuovo le dita e ordina,
“Schiavo, stenditi a terra devo finire alcune pratiche, continua a baciare i miei celestiali piedini, lavorare così mi piace tantissimo e sono molto più creativa e prolifica! VELOCE!”
Concluso il lavoro per PADRONA LUCREZIA e’ arrivato il momento di fare l’esperimento per confrontare se farsi leccare i piedini e’ meglio del piacere di farseli baciare schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, toglimi le calze non ho messo i collant ma le autoreggenti e la gonna apposta, svelto!”
Lo schiavo Stefano esegue l’ordine ricevuto e per la prima volta può ammirare i celestiali piedini di PADRONA LUCREZIA nudi si emoziona talmente tanto che comincia a tremare, PADRONA LUCREZIA vede la reazione e gli chiede,
“Schiavo, perché stai tremando?”
“VOSTRA MAESTÀ, con le calze i vostri piedini sono celestiali, ma nudi sono talmente belli che non conosco le parole per descriverli .“
“Bene, deve essere così, adesso comincia a leccarli, comincia dal tallone e risali verso le dita molto lentamente ma senza toccarle, assapora il sublime sapore dei miei piedini!”
Quando i celestiali piedini sono rivestiti dalla saliva dello schiavo, che è passato più e più volte su tutta la superficie dei celestiali piedini, sia sulla pianta che sul collo, la caviglia dappertutto, seguendo le istruzioni di PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“Adesso rivolgi tutte le tue attenzioni alle mie meravigliose dita, succhiale una per una, soprattutto il mio stupendo alluce, passa la lingua molto bene e lentamente tra gli spazi interdigitali, ingoia il mio piedino più che puoi senza smettere di muovere la lingua, continua così alterna questo al leccare il resto dei miei celestiali piedini, non devi tralasciare neanche un millimetro, prima un piedino poi l’altro fino a che non dispongo diversamente, mi voglio godere questo bellissimo momento con calma, mi voglio proprio rilassare!”
Un ora più tardi, dopo aver goduto con comodo il bellissimo massaggio che il suo schiavo le ha praticato con la lingua, PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e,
“Basta schiavo, trova un catino, mi devi lavare i celestiali piedini, veloce!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
Lo schiavo Stefano lava i celestiali piedini di PADRONA LUCREZIA seguendo le sue istruzioni precise e perentorie, li asciuga alla perfezione, mette tutto a posto, rimette le calze,
PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“schiavo, fronte a terra!”
si inginocchia fronte a terra al cospetto di PADRONA LUCREZIA che appoggia un celestiale piedino sulla sua nuca e accavalla l’altra gamba gravando con tutto il peso,
“Schiavo, alla conclusione dell’esperimento, il mio inconfutabile giudizio è, farsi baciare i piedini e’ bellissimo soprattutto mentre lavoro, farseli leccare è meravigliosamente ineguagliabile, ho provato delle sensazioni straordinarie, d’ora in poi a fine giornata mi leccherai i celestiali piedini almeno per un’ora mi sono sentita una vera DIVINITÀ, e mi è piaciuto tantissimo, ho sempre desiderato avere uno schiavo, finalmente l’ho trovato, ma non immaginavo fosse così piacevole possedere un sottomesso così docile e ubbidiente che a uno schiocco delle dita mi bacia e lecca i piedini per ore, schiavo hai trovato la tua vera vocazione almeno non sei del tutto inutile, se mi servirai con dedizione, abnegazione, devozione, venerazione, obbedendo a qualsiasi mio ordine e desiderio, con l’unico scopo di soddisfarmi baciando e leccando i miei celestiali piedini, forse ti concederò di vivere per adorarmi per tutta la tua miserabile vita, cosa mi rispondi schiavo!”
Lo schiavo Stefano nonostante sia schiacciato dal peso del celestiale piedino risponde,
“VOSTRA MAESTÀ, venerarvi con dedizione obbedendo a qualsiasi vostro desiderio e ordine è l’unico scopo della mia vita, non vorrei stare da nessun’altra parte se non sotto i vostri celestiali piedini perché possiate usarmi come più vi aggrada per il vostro diletto e piacere, non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi reso il vostro schiavo, vi pregherò tutta la mia miserevole vita perché con la sublime magnanimità che vi contraddistingue vogliate usare la mia bocca come calda e comoda pantofola.”
“Bravo schiavo, questa è la risposta che mi aspettavo, stai sicuro che userò molto spesso come mi hai implorato la tua bocca come calda e comoda pantofola, adesso rimettimi le scarpe la mia giornata di lavoro è finita, domani mattina voglio trovare sulla mia scrivania un cappuccino e un cornetto con la crema, naturalmente l’ufficio pulito alla perfezione, arriverò alle nove chiaro schiavo!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ, i vostri desideri sono la mia sola ragione di vita.”
“Continua così, e ci intenderemo alla perfezione, io comando e tu obbedisci, a domani schiavo!”
“A DOMANI VOSTRA MAESTÀ.”
I giorni successivi si svolgono allo stesso modo quando PADRONA LUCREZIA non ha udienze in tribunale si gode in ufficio la colazione e legge i giornali mentre lo schiavo Stefano le bacia i celestiali piedini, la fine della giornata è il momento che PADRONA LUCREZIA preferisce, farsi leccare i meravigliosi piedini la fa sentire una vera divinità non può più farne a meno, una sera mentre il suo schiavo è intento con solerzia e dedizione ad adorarla e venerarla leccandole i piedini, schiocca le dita e ordina,
“Schiavo, domani sera mentre mi veneri voglio prendere un aperitivo, chiaro!”
“SI VOSTRA MAESTÀ,”
La sera dopo poco prima della fine della giornata lo schiavo Stefano scende al bar per prendere l’aperitivo, gin tonic come ordinato, torna in ufficio con il vassoio con l’aperitivo e qualche stuzzichino, lo serve a PADRONA LUCREZIA, quindi si inginocchia e comincia a leccare i celestiali piedini, dopo più di un’ora PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
“Basta schiavo, lavami i celestiali piedini, veloce, da quando sei diventato il mio schiavo le mie giornate finiscono sempre meglio, mi piace tantissimo come mi lecchi i piedini, lo fai proprio con fervore e passione ti piace forse anche più di come piace a me, continua così e probabilmente ti terrò ancora un po’ al mio servizio come schiavo leccapiedi!”
“GRAZIE VOSTRA MAESTÀ, non vorrei essere da nessun’altra parte se non in ginocchio al vostro cospetto per adorarvi e ubbidire a tutti i vostri ordini.”
“Bravo schiavo, rimettimi le scarpe, me ne vado, domattina voglio il solito cappuccino e un cornetto al cioccolato, e pulisci il mio ufficio alla perfezione altrimenti è peggio per te, chiaro schiavo!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
La mattina dopo alle cinque sono già come al solito in ufficio per eseguire gli ordini della mia padrona, pulisco tutto alla perfezione, anche il bagno e il guardaroba, tutto brilla e profuma di pulito, scendo a prendere la colazione, quindi mi inginocchio dietro la porta in attesa dell’arrivo di PADRONA LUCREZIA, devo aspettare pochissimo, dopo pochi secondi sento il ticchettio dei suoi tacchi avvicinarsi, un suono per me meraviglioso, sento che parla con una delle impiegate ma non capisco le parole, parlano quasi sottovoce, finito di parlare congeda la sua impiegata quindi entra, richiude la porta, mi avvicino e come tutte le volte che entra in ufficio le bacio le scarpe, le sfilo il soprabito e lo ripongo nel guardaroba nel frattempo controlla che abbia eseguito i suoi ordini, soddisfatta si accomoda sulla sua poltrona, camminando a quattro zampe mi presento al suo cospetto fronte a terra in attesa dei suoi ordini, PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e,
“Schiavo, toglimi le scarpe e riscaldami i miei celestiali piedini, stamattina li ho freddi!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ.”
Per una decina di minuti massaggio e scaldo i meravigliosi piedini della mia padrona, mentre legge i giornali, un nuovo schiocco delle dita e,
“BASTA schiavo, adesso baciami i piedini intanto mi godo la mia colazione!”
“SI, VOSTRA MAESTÀ”
Finito la colazione PADRONA LUCREZIA schiocca ancora le dita e,
“SCHIAVO, stenditi al tuo solito posto che devo lavorare!”
Dopo la pausa pranzo quando PADRONA LUCREZIA torna in ufficio e si siede alla sua scrivania, lo schiavo Stefano toglie le scarpe usando solo la bocca come al solito,
“Schiavo, tutte le impiegate dello studio mi chiedono cosa fai tutto il giorno qui nel mio ufficio, ho cercato di tergiversare ma anche stamattina la mia segretaria insisteva per capire, ho deciso di rendere palese la tua condizione di schiavitù, che io sono la tua PADRONA ASSOLUTA, ho anche deciso che quando non ci sono le impiegate si alterneranno e ti useranno come se ti usassi io, verranno a lavorare qui alla mia scrivania, tu toglierai loro le scarpe e gli bacerai i piedi, solo baci non voglio assolutamente che lecchi i loro piedi, ricordati che io e solo io sono la tua PADRONA ASSOLUTA, chiaro schiavo!”
“VOSTRA MAESTÀ, tutto quello che decidete voi per me è insindacabile, voi ordinate e io obbedisco.”
“Bravo schiavo, stasera mentre leccherai i miei CELESTIALI PIEDINI convocherò tutte le impiegate così non dovrò usare troppe parole per spiegare quello che ho deciso! naturalmente le vincolerò al silenzio assoluto, non voglio che questa situazione sia conosciuta fuori da questo studio non voglio pettegolezzi!”
Da quel giorno passo tutte le mie giornate sotto la scrivania di PADRONA LUCREZIA, ormai sono due anni, sono veramente felice, bacio un sacco di piedini, alcuni belli altri meno, ma nessuna ha i CELESTIALI PIEDINI di PADRONA LUCREZIA.
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