Con la cugina alle terme

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Autostrada... Passo Ovado. Sono le 19:20... sono in giro da stamattina alle 6:30. Adesso inizia un tratto dritto fino alla noia. Accendo YouTube Music collegato alla macchina. Parte la mia playlist. Cruise control a 140 km/h, la mia Passat grigia scivola veloce. Sguardo nel vuoto. Non ho molto da fare per la prossima ora e mezza. Il cervello inizia a fantasticare. Inizio a sognare un'altra vita... sono sulla mia F90 cabrio. Colore azzurro con una banda bianca in mezzo. Butto giù una marcia. Il V8 turbo romba che è un piacere. Uscita Casale Monferrato.
Mi stampo un sorriso sul volto. Curvone a destra. Giro la testa. Ti vedo sul sedile di fianco. Occhiali da sole. Maglioncino nero a V. Gonnellina morbida 5 cm sopra il ginocchio, colore nero. Calze leggere autoreggenti. Quando la gonnellina si alza si intravede il pizzo della calza. Scarpe nere con il tacco. Butto giù un'altra marcia. Altro rombo. Passo sotto il Telepass. Bip. Prendo in mano il cellulare. Apro l’app che regola il vibratore che stai indossando. Lo accendo sul programma random. Tu mi stringi la mano. Ti riguardo con attenzione. Capelli neri, gambe lunghe, terza di reggiseno. Non vedo l’ora di scoparti. Come da nostra regola in macchina, hotel e ristoranti: gonne più corte possibili e zero intimo.

Ci stiamo dirigendo verso il ristorante. Sono le 11:45 di mattina. Il programma prevede il ristorante e terme per due giorni di relax. Iniziano le curve sulle morbide colline del Monferrato. Guidare qui la Ferrari è fantastico. I brevi rettilinei vengono letteralmente divorati. Mi giro. Il vibratore sta facendo effetto, ti stai rilassando, il tuo corpo scivola un po’ più avanti, la gonna rimane incollata al sedile, si intravede la fine della calza autoreggente. Mi cade l’occhio, vorrei fermarmi e prenderti in questo momento, ma è presto, si deve pazientare. Digrigno i denti, scalo una marcia. Appoggi la mano tra le mie gambe.

La playlist parte. Ave Maria Op. 52 con Geoffrey Parsons, è perfetto per questo momento. La macchina corre veloce tra le curve, il paesaggio è meraviglioso, mi giro verso di te, ti sorrido, cambio il programma del vibratore, lo metto su hard. Tu emetti uno stridolino, lo tengo per 30 secondi, poi abbasso su low. Tu ti infili un dito nella tua fighetta, ti giri verso di me e me lo infili in bocca. Riconosco immediatamente il tuo dolce sapore. Non posso fare altro che accelerare e sorridere. Davanti a noi c’è un camion. Rallento, rimaniamo in prima, il motore urla che figataaaaaa. Appena il camioncino si sposta si parte a cannone: seconda, terza, il motore urla a 9.500 giri, cazzoooooo. Avere i capelli al vento e sentire urlare il V8 Ferrari è piena goduria.

Il navigatore dice che fra 10 minuti arriveremo al ristorante. Ci siamo, è lì sulla destra. Parcheggiamo. Chiudiamo la capote con un pulsantino. Mi giro verso di te e infilo la mia lingua nella tua bocca. Tu metti una mano dietro la mia testa e mi tieni incollato. Apri il cassettino della macchina, spargi un minimo di bamba su un CD. Prendi una sigaretta, la bagni e prepari un pucciotto. A nessuno dei due piace particolarmente, però così una volta ogni tanto ci sta. Ti sfili il vibratore, me lo passi, lo prendo in mano e con la lingua lo lecco tutto. Ci guardiamo in faccia, sorridiamo e ci diamo un bacio. Lo lasciamo nel cassetto della macchina. Scendiamo e ce lo fumiamo prima di entrare nel ristorante. Appena il fumo entra nella mia gola, sento il sapore dolce in bocca. Stringo involontariamente le mascelle. Metto una mano sul tuo culo e ti bacio ancora.

Ci dirigiamo verso il ristorante. Appena entrati, le persone presenti si girano verso di noi. Tutti ti guardano. Effettivamente sei uno spettacolo. Sbavate, gente, sbavate: lei è mia. Ci dirigiamo verso il tavolo. Presi bene dal pucciotto, ordiniamo due Negroni mentre decidiamo cosa mangiare. Ti togli gli occhiali da sole e finalmente vedo i tuoi occhioni azzurri. È un ristorante a conduzione familiare, disperso nelle colline del Monferrato. Il menù è molto semplice. Prendiamo un antipasto, un secondo e una buona bottiglia di Barbaresco. Minchia, tra il Negroni e il vino la situazione si fa interessante.

Parliamo, è sempre bello sentirti parlare, sorridere. Mentre siamo lì a mangiare penso che tu sei seduta di fronte a me senza mutandine. La cosa mi eccita un botto. Lui diventa duro. Prendiamo la seconda bottiglia, amaro e un gin liscio. Siamo gli ultimi clienti ad uscire. Penso che siano in pochi a lasciare un conto così. Nel parcheggio ci sono due ragazzini intorno alla macchina. Gli sorridiamo. Saliamo apriamo la capote e parte il rombo. Si rinfilano le marce: prima, seconda, terza.

Allungo una mano tra le tue gambe, cerco di infilare un dito. Ci riesco così e così, tra l’alcol e le curve si fa un po’ fatica, però vedo che apprezzi. Il navigatore ci avvisa che mancano 15 minuti all’hotel e alle terme. Arriviamo. Reception. Minchia, mille domande, documenti, ecc... Sarà l’alcol, sarà il resto, ho solo voglia di andare in camera e scoparti. Sorridiamo e ci facciamo dare le chiavi. Appena arrivati in camera apriamo la porta. È molto bella. Letto in mezzo alla stanza, doccia a vista visibile dal letto, molto interessante per il prosieguo della cosa.

Appena appoggi la borsa sul letto, mi avvicino alle tue spalle, infilo una mano sotto la tua gonna e infilo il dito nella tua fighetta. Inizio a morderti l’orecchio e a leccartelo. Tu ti metti a carponi sul letto. Mi slaccio i pantaloni e ti penetro. Sei già calda e molto bagnata. Inizio lentamente e poi sempre con più foga. Metto una mano sulla spalla e cerco di tenerti vicino per penetrarti ancora più a fondo. Ti giri, ti guardo negli occhi mentre ti penetro. Peccato che tra alcol e il resto non se ne parla di venire. ci fermiamo entrambi con il fiatone e ci abbracciamo.

Ci spogliamo e ci mettiamo il costume per andare alle terme. Chiudono alle 17, sono le 15, dobbiamo muoverci. In costume sei ancora meglio. Mettiamo l’accappatoio e ci dirigiamo verso le terme. Nella prima vasca l'acqua è calda. Ci infiliamo dentro. È mercoledì per cui ci sono solo due clienti. Ci abbracciamo. Mi infili una mano nel costume, lo prendi in mano e inizi ad andare su e giù. Infilo la lingua nella tua bocca e una mano nel tuo costume. Il dito entra facile tra le tue gambe. Cambiamo diverse vasche e diverse tipologie. Saliamo all’ultimo piano in una sauna.

Appoggio il sedere sulla porta in modo tale che non possa entrare nessuno. Tu ti inginocchi davanti a me e lo prendi in bocca. Ci guardiamo negli occhi. La tua lingua va veloce su e giù. Ogni tanto guardo dall’oblò della porta per vedere se sale qualcuno. Ti alzi, ti giri, ti abbasso il costume, ti penetro. Che figata. Sono gasatissimo. Guardo l’oblò, non arriva nessuno. Cazzo, continuo a prenderti così. Fa un caldo della madonna, sto sudando come un pazzo. Sta arrivando qualcuno. Ci rivestiamo e ci sediamo sulla panca.

Usciamo. La voglia di prenderti è troppa. Prendiamo un bicchiere di vino con le bolle e decidiamo di andare in camera. Una volta in camera, ti spogli. Sei nuda davanti a me, completamente depilata. Ci mettiamo sul letto, iniziamo a baciarci. Inizio a leccarti dalla testa giù fino ai piedi. Lecco tutte le dita, succhio l’alluce, tutto quello che mi capita. Infilo la lingua nella tua fighetta. Ti giro, lecco il tuo culetto che fra poco sarà mio. Ti lego alla testata del letto con delle manette. Infilo il vibratore nella tua fighetta, lo accendo in modalità hard. Sei a carponi davanti a me. Parto con la lingua davanti e continuo dietro.

Mi fermo sul tuo buchetto, cerco di entrare prima con la lingua, poi lo massaggio con il polpastrello. Torno con la lingua. Mi alzo dietro di te. Entro delicatamente. Mentre lo faccio, massaggio il tuo sedere per rendere il tutto più piacevole. Inizio ad aumentare il ritmo. È tutto il giorno che sogno questo momento. Mentre ti sto scopando il tuo bellissimo culetto, tu improvvisamente mi dici: Grazie per mettermelo nel culo. Continui a ripetermelo sempre più forte. Grazie per mettermelo nel culo. Non me lo aspettavo. Sono eccitatissimo. Chissà cosa pensano nelle altre stanze.

Sto per venire. Lancio un urlo, vengo dentro di te. Rimaniamo in silenzio per circa 10 secondi. Esco. Ti slaccio le manette, ti giro, spengo il vibratore e te lo tolgo. Lo riaccendo e lo appoggio sul clitoride. Intanto con la lingua e le dita esploro tutto quello che c’è da esplorare. Ti penetro prima con un dito, poi con due. Mi prendi la testa e inizi a muovere il bacino sempre più freneticamente. Non vuoi che mi stacchi. Altri dieci secondi e cacci un urlo. Tutto il tuo liquido invade la mia bocca. Bevo avidamente tutto quello che esce, come un disperato che non beve da 5 giorni in mezzo al deserto e finalmente trova l’acqua.

Non molli la mia testa. Io non mollo la tua fighetta. Con la lingua esploro tutto. Cerco di entrare il più possibile e con movimenti rotatori cerco di ripulire tutto quello che c’è. Mi lasci andare. Mi alzo e ci abbracciamo. Sono le 19. Fra poco dobbiamo andare a cena. Mentre ti rivesti, io prendo le cartine e faccio su un cannone di ganja. Mi giro e ti trovo, come al solito, uno schianto. Stavolta hai una gonnellina scozzese cortissima, praticamente un dito sotto il culo. Ti dico che puoi rimetterti le mutandine. Tu mi guardi, ridi e dici: Perché?

Sto male. Usciamo dalla stanza e dalla hall al ristorante si deve fare una scala abbastanza stretta. Ti chiedo di andare davanti a me. Io aspetto all’inizio della scala, in modo tale da guardarti il culo mentre sali. Tu arrivi in cima, ti abbassi per far finta di allacciarti le scarpe e mi mostri tutto. Inizio a ridere, non ci posso credere. Lui torna duro immediatamente. Entriamo nella sala da pranzo...

Driin. Oh cazzo, suona il telefono. È un cliente. Sono quasi arrivato a Besnate, non me ne sono nemmeno accorto. Lui è duro nei miei pantaloni, vorrei toccarmi. Non rispondo. Metto silenzioso. Sono nervoso. La mia Passat corre veloce a 140 km/h, silenziosa. Prendo in mano il telefono. Sono le 21. Decido di chiamare la mia musa ispiratrice, speriamo di non romperle le palle. Cerco Cugina nella rubrica e premo il tasto verde. Cinque, sei squilli il telefono suola libero. Forse meglio così. Cazzo, che gli dicevo?

Ciao Vale, come stai? Sai, è un’ora che sto fantasticando di scoparti in tutti i buchi che hai, per cui ho deciso di chiamarti. Non mi sembra una buona idea. L’unica cosa positiva è che se mi muovo e arrivo a casa, sono da solo. So già cosa fare: divano rimanere solo con una maglietta e scaricare un po' di tensione accumulata pensando al bellissimo sogno ad occhi aperti appena fatto
scritto il
2024-11-17
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