E' tornato. Guapo come non mai

Scritto da , il 2023-01-20, genere etero

Sono passati oltre vent’anni anni dall’ultima volta che l’ho incontrato. Volavamo insieme sul volo Madrid-Milano. Durante il viaggio, mentre faceva finta di leggere il giornale (allora cartaceo), mi accarezzava con malizia l’interno delle cosce, sotto la gonna, e io impazzivo di voglia di averlo dentro di me. Bagnata e vogliosa.
In questi anni ho provato a contattarlo un paio di volte, ma senza successo. Non ho mai capito se non avesse accettato l’interruzione della nostra relazione clandestina o se ci fosse dell’altro non detto. Fatto sta che per me è stato uno degli uomini più importanti della mia vita. E fare sesso con lui non ha e non ha avuto confronti…
Finalmente Juan ha accettato di rivedermi. E io sono emozionata. Salgo le scale del palazzo dove vive e mentre avanzo, scalino dopo scalino, ricordo perfettamente le volte in cui venivo a trovarlo. L’immagine di lui che fa il caffè in cucina e mentre aspettiamo che il caffè esca, mi sposta il reggiseno da sopra la maglia, mi stringe i capezzoli e mi bacia con una passione travolgente, mi torna alla memoria. Il solo pensiero mi fa ancora bagnare.
Mentre nella mia mente scorrono velocemente queste immagini, lo vedo sull’uscio della porta. Il tempo passa per lui, come per me, ma appena entro in casa sento la medesima complicità di allora. È incredibile. Il primo bacio mi porta indietro di vent'anni. È lui, sono le sue labbra così carnose, calde e avvolgenti, è la sua lingua, che gioca con la mia. Mi sembra di non vederlo da ieri. E ho ancora voglia di lui... Sta correggendo alcuni compiti. Domani deve andare in Università.Lo lascio lavorare. Mi appoggio dietro di lui, mi piace sentire il suo profumo. Mi piace abbracciarlo. Mi fa sedere sopra di lui. Non riesco a farlo, senza sentire il suo pacco. E non riesco a non stimolarlo. È più forte di me. Me lo ricordo bene lui. È lungo e incredibilmente grosso. Juan mi fa sedere, rimango senza slip, con le calze autoreggenti, le scarpe e la camicia, aperta, da cui fuoriesce e spinge il seno, voglioso di essere toccato e succhiato. Juan lo sa. Mi conosce. Fa finta di non ricordare ma sa esattamente cosa mi eccita. E fa tutto ciò che mi fa impazzire. Mi fa aprire le gambe, e comincia a giocare con il mio clitoride e con le mie grandi labbra. Io non credo di riuscire a bloccare a lungo la voglia del suo cazzo dentro di me.
Ci spostiamo in stanza da letto. Sono insofferente. A volte è incredibile quanta voglia ho di essere penetrata e riempita. È come se mi mancasse l'aria. Ne ho bisogno.... Anche se non entro in questa stanza da una vita, mi sento a mio agio. Lui romanticamente accende una candela e spegne la luce. Mi stupisco ancora di come possa essere dolce, romantico, passionale e dannatamente porco allo stesso tempo. Mi ordina di girarmi. Non ho molte alternative, ma ho un po’ di paura. Non sono abituata alle sue dimensioni e temo di sentire male… Entra lento e con grande attenzione, lo sento allargare le pareti che lo accolgono. È caldo, grosso e turgido. Lo sento fino in fondo. Mi piace sentirlo. Mi piace quando mi penetra. Mi riempio di lui, tremendamente uomo e maschio. Mi sento sua, posseduta e dominata quando mi penetra così. Gli chiedo di farmi girare. Voglio cavalcarlo un po’. Voglio cambiare prospettiva ed essere io a guidare. È una posizione dove lo sento bene dentro, fino in fondo. Decido di non appoggiarmi sulle ginocchia e di impalarmi sfruttando i muscoli sviluppati in ore e ore di palestra. Dio mio, ho la sensazione di sentirlo nello stomaco e lo sento che si sta gonfiando ancora di più. Il viso di Juan è incredibilmente sensuale. I suoi occhi ti scopano il cervello molto prima che i corpi si avvicinino, le labbra sono irresistibili e non riesco a non morderle. Juan riesce a tirare fuori il peggio (o forse il meglio) di me. Ho voglia di morderlo, di sentire la sua pelle tra i denti, di lasciargli i segni sul corpo. I miei segni sul suo corpo. La nostra amicizia è libera e aperta e ognuno di noi ha e può avere altri partner ma Juan deve sapere che è mio, volente o nolente. Deve sentirsi mio...
Mentre penso che mi piacerebbe legargli le mani, senza nemmeno che me ne possa accorgere, è sopra di me. Mi domina totalmente, sento il suo peso addosso e la cosa mi piace da morire. Juan è sopra di me, mi sta scopando con forza, a tratti quasi rabbia. Lo adoro quando fa così. Mi fa venire in pochi secondi. Pensavo di masturbarmi il clitoride un po' e invece è stato magistrale anche questa volta... Dopo qualche secondo di intorpidimento, mi riprendo. Voglio decidere io, ora. Se e quando Juan verrà e avrà il suo orgasmo...
Lo faccio stendere a pancia in su e comincio a leccargli la sua magnifica asta, poi i testicoli. Lui ama che glieli lecchi. Gli piace la lingua che titilla il glande. Giocherei così all'infinito ma lui mi prende la testa e me lo spinge dentro, fino in fondo. Quasi soffoco. Ma mi piace ingoiare il suo cazzo. Mi piace il suono della saliva mentre gioco con la bocca. Dopo poco capisco che sta per venire. Me lo dice. Velocizzo, poi ho il dubbio - quasi il desiderio - se fermarmi o meno, per poi iniziare di nuovo. Ma mi piace così tanto vederlo e sentirlo venire che non mi interrompo e Juan viene copiosamente nella mia bocca. Con fatica riesco ad ingoiare quasi tutto e a pulirlo bene leccando le gocce fuoriuscite. Con i suoi sapori ancora sulle labbra, lo bacio. I suoi baci mi mandano in estasi. Ricomincerei tutto da capo ma non posso. La vita reale mi chiama e io devo tornare alla mia postazione di gioco.

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