Eros e Thanatos

di
genere
tradimenti

Perché avessi deciso di tradire il mio ragazzo ancora non mi era chiaro. Forse non lo avevo deciso è capitato anche se, si sa, queste cose non capitano, semplicemente si vogliono. Sebbene i miei canoni di bellezza di uomo tipo da avere al mio fianco fossero diversi da lui, non avevo nulla da desiderare di più, lui mi faceva stare bene, mi faceva ridere molto, sapeva come prendermi nei miei giorni grigi, sapeva stuzzicarmi e si lasciava provocare; insomma eravamo due complici perfetti. Io ero solita passare molto tempo su giochi online di strategia, uno di quei giochi dove si ha un castello proprio da fare progredire e cose del genere. Ammetto che parlare con gente reale da dietro uno schermo mi aveva sempre un po’ spaventato, sia per gli svariati film visti, sia per l’ambiente in cui sono cresciuta, dove il “non si parla agli sconosciuti” è la base per non fare una brutta fine. Fu proprio qui che ho conosciuto “Thanatos”; lo chiamerò così per non rivelare mai la sua identità. Con Thanatos avevamo cominciato a scambiarci messaggi prima sulla chat del gruppo che avevamo in comune a tutti gli altri giocatori, pian piano i nostri duetti cominciavano ad essere sempre più frequenti, sempre più insistenti parlando di cose che riguardavano tutt’altro piuttosto che il gioco. Mi attirava, mi attirava davvero molto, non so dire nemmeno il perché, però lo trovavo interessante, acuto di mente, intelligente, scherzoso ma c’erano giorni in cui era anche stronzo, dispotico, irriverente, altezzoso e troppo sicuro di sé. Così dispotico da spostare il suo castello virtuale accanto al mio come se io avessi bisogno della sua protezione. Lo ammetto, avevo guardato più volte la sua immagine ed il suo profilo per cercare più informazioni possibili su di lui. Era bello, dannatamente bello, curato, palestrato, lineamenti spigolosi. L’esatto contrario del mio ragazzo. Solo una cosa Eros ( il mio ragazzo anche a lui ho dato un nome fittizio) e Thanatos avevano in comune: entrambi avevano una partner. Durante l’arco della giornata mi resi conto che non desideravo altro se non entrare in chat ed incontrarlo. Poi un giorno, dal nulla, abbiamo cominciato a parlare di religione, sull’esistenza o meno di Dio, su questioni di male e bene. Solo dopo un paio di messaggi ci siamo resi conto di stare intasando là chat di gruppo che era usata solo per questioni “urgenti”. Così spinta da uno strano istinto di autostima improvvisa, ho deciso di cercare Thanatos in privato. Ero sempre più interessata a lui e lui… beh lui non riuscivo a decifrarlo. In genere ero sempre riuscita a farmi un quadro sulla persona che mi stava di fronte. Era come se avesse dentro di se davvero quelle due personalità contrastanti tra di loro. Era una persona complessa. C’erano giorni che mi teneva a distanza, altri giorni in cui passavamo ore ed ore al telefono. I discorsi, giorno dopo giorno, si facevano sempre più personali sempre più incredibilmente indecenti. Avevamo cominciato a parlare delle nostre esperienze sessuali. Da un lato c’ero io con poche esperienze, per scelta alle spalle, dall’altro lato Thanatos un vero e proprio dio del sesso. Un maschio Alpha, il maschio del branco dove lui sceglie e nessuno può obiettare o ribellarsi. Il suo modo di scopare, appresi a poco a poco, era davvero pericoloso. Un mondo ben differente da quello rappresentato in quei film, un mondo vero dove le donne sono “oggetto” di piacere. Perché mi eccitava così tanto? Nel sesso io sono sempre stata libera di poter fare quello che volevo, perché adesso mi attirava il pensiero di poter essere legata, schiaffeggiata e scopata senza possibilità di decisione? Poco importava dal momento che io pensavo che Thanatos avesse la benché minima idea di intraprendere una “relazione” con me. Come mai potevo pretendere di piacere ad uno come lui? Impossibile. Qualcosa evidentemente non era andato come avevo immaginato io, mi disse che io lo attiravo e fu così che presa dall’impeto e dall’impulsività, dopo che lui me le chiese, gli mandai delle mie foto intime. Lui contraccambió e io persi completamente la testa. Thanatos però a volte mi teneva a distanza, non ne capivo bene la motivazione, provavo a sondare il terreno evitando di essere insistente; ma lui era così, un giorno ti teneva a distanza il giorno dopo era la persona più loquace che potesse esistere. Ci avevo fatto l’abitudine. I mesi trascorrevano sereni ed il nostro rapporto era sempre più intimo ed intenso. Poi una sera, non so dire bene di cosa stavamo parlando, era una sera tranquilla senza ormoni schizzati al cervello, cominciò ad aprirsi, cominciò a raccontarmi di sè:
certe cose non so perché le dico a te, sento però che posso dirti tutto, non ho mai fatto questo che faccio con te con altre, nemmeno con la mia attuale donna. Promettimi di stare lontano da quel mondo che ti ho raccontato, stai lontano anche da me, quel mondo non fa per te ed io sono geloso, ti proteggerò perché so lo schifo che lo circonda e tu sei una persona pura. Tu sei la mia piccola-
-se è il solo modo per averti, sono disposta ad accettare anche quel mondo per te- Thanatos mi aveva messo in confusione, lo desideravo con ogni fibra del mio corpo, lo desideravo con ogni pensiero, ero sua, in qualche modo lui mi aveva fatto sua.
- no, ti ho detto che devi starne lontana, tu sei il mio angelo, mi hai salvato e ho bisogno di dirti una cosa che spero non ti faccia scappare-
-Ormai abbiamo superato la fase delle fuga non pensi Thanatos? - dissi in tono scherzoso
- sono serio, è una cosa impellente-
- non mi fare preoccupare, cosa c’è?- dissi adesso seriamente allarmata
-credo di amarti-
Il mio cuore aveva perso qualche battito nel leggere quelle parole, non ero solo io ad avere perso la testa, era sincero ormai lo conoscevo
- ci ho pensato a lungo, secondo te è possibile amare due persone contemporaneamente? Perché credo di amarti anche io- risposi con le mani tremanti.
Lo avevo davvero fatto, gli avevo dichiarato il mio amore. Lo amavo davvero? Si non c’erano dubbi lo amavo e il non potersi vedere, sfiorare e toccare mi dilaniava l’anima. Dopo quella confessione il nostro rapporto cambiò in un certo senso. Thanatos aveva abbattuto ogni barriera, non mi teneva più a distanza, adesso avevo capito che la sua era paura di essere giudicato come un porco schifoso forse; quella sentenza però se l’era data lui. Magari da ragazzo non era stato proprio uno stinco di santo per via della sua infanzia e adolescenza complicata, ma infondo chi lo è? Chi non ha qualcosa da imputarsi, qualcosa di cui non andare per niente fieri? Ai miei occhi Thanatos era un uomo straordinario, affettuoso, protettivo per le persone che ama; avrei voluto molte volte che si vedesse con i miei occhi per capire quanto meraviglioso fosse, e chissà forse lenire un po’ quelle ferite che lo facevano così soffrire. Una volta da una parte avevo letto “ lei era un angelo bramoso del caos, lui un demone in cerca di pace” e noi eravamo così. Thanatos riusciva a tirar fuori ogni mio desiderio più proibito ed io invece riuscivo a calmarlo, a farlo ragionare a portarlo sulla “retta via”. Dopo quella confessione non ci furono più altri che non fossero i nostri rispettivi partner, nella nostra infedeltà eravamo fedeli. Con Thanatos facevo cose che con Eros non avevo mai fatto, ci videochiamavamo spesso almeno ci vedevamo in maniera più concreta che dietro ad una foto o ad un messaggio. Ci vedevamo ed il resto scompariva, le chiamate duravano ore, si alternavano tra momenti di puri ormoni, di provocazioni a momenti di estrema semplicità, momenti di vita quotidiana. Ogni tanto ero io che lo provocavo, lo desideravo, ogni mia fibra lo reclamava, reclamava ciò che era suo di diritto ma che per qualche strano scherzo del destino non poteva essere suo. Ci provocavamo a vicenda, mi raccontava delle sue esperienze e sebbene io fossi gelosa, mi eccitavo al pensiero di immaginarlo nei panni di un dominatore. Volevo che quelle cose le facesse a me. Thanatos mi aveva letteralmente rivoluzionato la vita. Sono stata sempre ferma sulla decisione che almeno nel sesso avrei avuto libertà di decisione, di scelta, di azione. Eppure con lui desideravo essere dominata, essere legata. Poi l’attimo dopo ci pensavo e mi ripetevo che non volevo quello. È come guardare il fuoco ed avere quella malsana attrazione di toccarlo. A me il fuoco piace, di questo ne sono certa.
-piccola non mi provocare, lo sai che chi gioca con il fuoco finisce per bruciarsi-
Lo avevo provocato mandandogli qualche foto mia nuda e lo avevo invitato a scoparmi sul marmo del bagno di casa mia.
- io il fuoco so gestirlo, so controllarlo, so alimentarlo e placarlo, mio dolce tesoro- lo avevo detto con molta malizia e seduzione. Thanatos aveva giocato un ruolo importante nella mia autostima mi aveva reso più audace, più porca, più sicura di me, mi aveva aiutato ad accettarmi, mi aveva fatto capire che io non avevo niente in meno delle altre e che se lo volessi avrei tutti ai miei piedi, anche se non condivideva molte volte il mio modo di vestire.
- vieni e scopami qui su questo marmo, mentre ci guardiamo allo specchio-
-si ti scopo tutta piccola, te la apro in due la figa-. A quelle parole ero tutta un fremito, cominciavo a sentire quelle piccole contrazioni al basso ventre che preannunciano l’eccitamento, anche i capezzoli avevano cominciato ad indurirsi. D’improvviso la lussuria si impadronì di ogni fibra del mio essere. Volevo farlo eccitare, volevo catturare la sua attenzione e per un instante volevo che fossi io il suo tutto […]
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2022-05-18
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