Passione di Mamma: Caffè doppio
di
Susanna Mendez
genere
trio
Non riuscivo a rendermi conto di quanti di quegli uomini sconosciuti avessi intorno, susseguendosi nell'abusare della mia bocca; altri mi infilzavano anche da dietro e io stretta tra loro non ero in grado di muovermi ma solo di guardare a poco distanza mio marito che osservava quasi distratto fino a dire" Dai che forse ce la facciamo per l'estate!": riapro gli occhi intontita trovandomi sul divano con le gambe stese sulle sue e la voce del primogenito con fidanzata " che fai stasera per cena?". I mesi del lockdown furono veramente difficili ( come per tutti) e ci misero a dura prova in quanto che oltre a restrizioni, file ai supermercati e autocertificazioni ci trovammo come operatori della sanità a diretto contatto con la sofferenza, il dolore e la morte sentendoci molto spesso inadeguati ed impotenti nell'affrontare una situazione del genere: dopo aver affrontato tutto questo quelle buone notizie sull'abbassamento dei contagi(con quello che ne consegue) e la prospettiva di andare incontro all'estate recuperando buona parte della normalità perduta ci apparve come uno squarcio di luce che illuminava quella tarda primavera. Durante il periodo del lockdown ovviamente non avevamo replicato l'esperienza del car sex, mio marito l'aveva derubricata come una piacevole "follia" da celare nel cassetto dei segreti di coppia e a dire il vero nemmeno io ci pensavo con particolare voglia di rifarla; ciò che invece mi invogliava sempre più era l'idea di vivere delle esperienze dove la mia femminilità potesse esprimersi al massimo in situazioni di sudditanza(i sogni che mi tormentavano me ne davano conferma) con uomini capaci di cogliere questo aspetto, decisi quindi di mettermi nelle condizioni di provare. La riapertura dei ristoranti e di altre attività in coincidenza con l'inizio dell'estate fece in modo che uscissi abbastanza spesso con amiche o colleghe, ebbi modo di conoscere diversi uomini che si approcciavano ma nessuno mi spinse ad approfondire la conoscenza e tantomeno a ritenerlo adatto a quello che cercavo; iniziai a convincermi di essere troppo selettiva in merito, in fin dei conti non stavo cercando l'uomo della mia vita ( che già avevo), ma uno con poche ma importanti caratteristiche: possibilmente giovane, gradevole e sveglio nel cogliere i messaggi che gli avrei mandato...in ogni caso nessuno fece scattare la scintilla, tanto che iniziai a considerare l'idea di cercare in qualche chat. Dovevo pensare a quello quando una mattina distrattamente mi avvicinai al distributore del caffè che non mi ero accorta fosse spento e aperto; " Dottoressa, Dottoressa mi scusi, se ha la pazienza di aspettare un minuto ho quasi finito", guardai accanto a me materializzarsi un ragazzone almeno 20 cm più alto di me, sui 30 anni con mascherina chirurgica e maglietta aderente il giusto per notare le braccia allenate: " Scusami ero sovrappensiero, fai pure ci mancherebbe", lui ripristinando la macchina:" Dottoressa cosa posso offrirle?", puntando il mio seno...risposi caffè senza zucchero e lui con sguardo birbante " Meriterebbe altro che in questo momento non posso offrirle" ed io andandomene " Grazie, ma non sono dottoressa e mi chiamo Susanna". La sera ripensandoci mi convinsi che poteva essere il soggetto giusto, dovevo solo verificare che non fosse un chiacchierone e che intendesse quello che volevo; nei giorni seguenti non lo rividi fino a quando una mattina trovai un altro uomo(mi ricordai di averlo visto altre volte) ad armeggiare sui distributori che salutai scoprendo che l'altro ragazzo lo aveva sostituito per un periodo di malattia e che adesso era tornato nella sua zona... sicuramente non sarei andata a cercarlo, rassegnandomi ormai a dovermi affidare ad appuntamenti al buio. Dopo circa due settimane una sera controllando la posta elettronica apro una mail da un indirizzo sconosciuto con scritto:" Avere delle amicizie in ospedale è sempre utile", seguito da un numero di cellulare; nei giorni a seguire ci messaggiammo diverse volte, il ragazzo non era di certo un filosofo ma nemmeno un rozzo demente, intraprendente e sveglio quanto basta...ci incontrammo per un aperitivo rompighiaccio al quale si presentò insieme ad un amico che educatamente rimase in disparte, io gli feci cenno di unirsi a noi: più o meno stessa età, stempiato, molto più basso e in sovrappeso ma comunque simpatico, allusivo al punto giusto e notai come fossero molto complici e in sintonia tra loro, cosa che evidenziava un'amicizia di lunga data...mi fecero molti complimenti con parole e sguardi con dei riferimenti alle dimensioni che non capii bene e ci lasciammo con il proposito di vederci per un'uscita serale: il fatto che il secondo ragazzo non mi avesse chiesto di portare un'amica mi confermo' che fossimo sulla stessa lunghezza d'onda. Organizzai per una sera in cui anche mio marito era fuori, gli dissi che sarei uscita con delle colleghe e avrei fatto tardi: scelsi un vestito blu notte al ginocchio su reggiseno e perizoma blu, scarpa alta scoperta dietro con cavigliera, pettinatura effetto bagnato e trucco semplice. Passammo la serata in un locale all'aperto fuori città, il ragazzo del caffé in jeans e t-shirt e l'altro con camicia e pantalone blu; come previsto erano simpatici e gradevoli, dopo un paio di cocktail ciascuno iniziarono a mandarmi segnali della loro volontà di passare alla parte più gustosa della serata che si sarebbe svolta a casa dell'amico, che raggiunsi con la mia auto preceduta da loro. Entrando feci appena in tempo ad appoggiare la borsa su un tavolo che il padrone di casa da dietro mi iniziò a toccare il culo alzandomi la gonna mentre l'amico mi si pose davanti sbottonando e sfilandomi l'abito dalla testa; Mi portarono in una camera squallida buttandomi su un lettino attaccato al muro altrettanto squallido, il ragazzo alto mi prese la faccia con la mano limonandomi di brutto prima di spingermi verso l'amico che si era seduto alla mia destra già svestito...in un attimo mi tornarono in mente le battute al bar, avevo davanti il cazzo sicuramente più grosso con cui avevo avuto a che fare (e non sono pochi): una cappella enorme violacea su un'asta storta lunga, grossa e venosa con due palle sotto lucide sul punto di scoppiare. Inizio proprio da lì, leccando e prendendole in bocca a turno mentre lui mi toglie il reggiseno prima di piantarmi quel palo in gola: lui mi fa fare mentre il coffee boy sotto dopo aver sfilato il perizoma si attacca alla mia passera con lingua e dita dimostrandomi di saperci fare, io intanto devo ricorrere a tutta la mia esperienza di provetta pompinara per non soccombere al cospetto di quel cazzone impressionante...quindi mi alza la gamba andando ad analizzarmi prima con la lingua e poi con uno, due dita facendomi bagnare al punto che va a leccare i miei umori fin sulla coscia. Si tirano entrambi su mettendomi a sedere iniziando una gara con i loro cazzi che si alternano nella mia bocca;anche il coffee boy non era messo male,anzi, ma i colpi che ricevevo dall'altro mentre mi immobilizzava la testa mi facevano arrivare quel cappellone fino all'ugola...cosa che mi provocava dei leggeri conati accompagnati da "Forza troia piglialo tutto che sei capace" e " Che bocchinara, ti piace proprio il cazzo". Situazione e parole mi avevano eccitato da morire quando mi buttarono letteralmente sul pavimento, il cazzone rimase davanti ora a schiaffeggiarmi con la nerchia mentre l'altro sistemandomi a quattro zampe mi divaricò le gambe tornando a mettermi due dita dietro mentre mi leccava la fica trasformatasi in lago: tornò su con uno schiaffo sulla natica dicendo:" Vai è pronta, vieni a spaccargli il culo", informandomi dell'imminente mattanza. Il compare non si fece pregare e tenendosi per i miei fianchi insinuò quel bastone dentro, l'ano era umido ma poteva accogliere solo una minima parte di quel palo: lui caricava e tirava fuori fino a quando la cappellona si aprì la strada verso le mie viscere...ogni colpo inferto andava un po' più a fondo e così con 5-6 stantuffate avevo il culo aperto a prendere gran parte della mazza che mi provocava dolore da rottura e mi faceva gemere di piacere mentre tirandomi i capelli la testa andava indietro e l' altro cazzo mi scopava duro la bocca. I miei rantoli di dolore e piacere erano accompagnati da " Guarda come gode sta gran maiala" o " Prende pure le palle la zoccola" e così via in un vortice di saliva, sudore e umori: il padrone di casa in poco tempo era pronto a venire, lo tirò fuori e dando il cambio all'altro me lo ficcò in gola inondandomi la bocca di sborra che traboccò fouri: me lo stava ributtando nuovamente dentro le fauci sfinite quando sentii il culo nuovamente trafitto, ero aperta al punto che questo riuscivo a prenderlo praticamente tutto,cosa che rese il tipo un belva e così tra schiaffi sulle natiche e insulti mi stava montando come una bestia...mi venne dentro buttandosi poi sul letto sfinito, io rotolai un attimo per terra distrutta in tutti i sensi. Il padrone di casa era sparito, io cercai di recuperare un briciolo di lucidità: mi tirai su dolorante ( ginocchia, bocca e culo soprattutto) e prima di poter proferire parola fui di scatto afferrata e portata sul lettino dove trovai il cazzo nuovamente pronto...ci montai sopra risucchiandolo tutto dentro mentre lui si tuffò con la bocca sulle tette; alternavo l' intensità delle cavalcate prendendo una quantità indefinibile di schiaffi sul culo. Con l' avvicinarsi dell' orgasmo il mio ritmo di intensificò, riapparve l' altro che con il cazzo in tiro si avvicinò: lo presi in mezzo alle tette riuscendo ad affogare anche il grosso attrezzo che era meno duro di prima e lavoravo bene mentre arrivai a orgasmi ripetuti che mi scossero il corpo e il senso di percezione come un' overdose... quasi inerme presi il cazzone in bocca e in rapida successione una doppia razione di sborra che mi lavo' il volto in mezzo ai loro gemiti. Erano provati anche loro, io dopo qualche attimo trovai il bagno dove mi lavai velocemente: ripassando vicino a loro temevo di ricominciare ma li trovai in mutande sfatti e quasi addormentati...senza dire una parola recuperai le mie cose dopo essermi rivestita, feci un cenno di saluto incrociando lo sguardo del coffee boy intriso di disprezzo e ammirazione e sulla strada del ritorno i dolori sparsi erano la spia della paura che in alcuni momenti quel trattamento mi aveva suscitato. Per opinioni e commenti:kik,suzjuice85
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