La compagna di classe

di
genere
masturbazione

Oggi è sabato, finalmente.
Finalmente, questa sera posso dedicare un po' di tempo a me stesso e dedicare un po' di tempo a te, come una volta facevo praticamente ogni giorno.
Rientro a casa dal lavoro, ceno svogliatamente, lavo i piatti, sistemo velocemente la cucina: ogni mio pensiero corre, infatti, già al dopo.
Il dopo finalmente arriva, salgo in camera, chiudo la porta e lascio fuori da questa stanza ogni altro pensiero che non ti riguardi.
Mi spoglio rapidamente, non posso più aspettare e soprattutto non posso permettermi di far aspettare te.
Mi distendo nudo a letto, chiudo gli occhi e finalmente posso incontrarti.
Per essere puntuale al nostro appuntamento, devo tornare indietro di vent'anni, tornare diciottenne sui banchi di scuola.
Torno indietro per poterti guardare ancora e come vent'anni fa, dedicarti di nascosto il mio piacere.
Lo dedico a te, Anna.
La ragazza più bella della classe, per me, la più bella della scuola, se non la più bella del mondo.
Rivedo i tuoi capelli folti e ricci e gli occhi scuri in cui migliaia di volte ho sognato di perdermi.
Rivedo le tue labbra piene e carnose, che non ho mai sfiorato se non nei miei sogni, ma su cui avrei sempre desiderato posare le mie o sentirle avvolgere la mia cappella.
Rivedo quel seno rotondo e sodo che centinaia di volte avrei voluto stringere e mordere e leccare, in un impeto di folle passione.
Rivedo ogni istante in cui abbiamo parlato, ogni attimo in cui i nostri sguardi si sono incrociati, in cui le tue mani hanno sfiorato le mie, nonostante io sappia perfettamente che i tuoi pensieri nemmeno lontanamente coincidevano con i miei.
Tornare a quei giorni in cui non ci separavano che pochi centimetri, in quanto forzatamente compagni di banco perché obbligati dal prof di italiano, fa accelerare i battiti del mio cuore e fa arrivare il sangue al mio uccello, che a poco a poco si alza.
Se mi concentro ancora un po' riesco a sentire ancora il tuo profumo, riesco a vederti con quel vestito blu mozzafiato della cena di matura.
I battiti aumentano, il gioco è fatto: l'erezione è arrivata ed è tutta per te, Anna.
Te la dedico oggi come già facevo vent'anni fa.
La mano inizia a muoversi piano, nel silenzio della mia stanza, mentre sono ancora seduto al tuo fianco, re di un'inconsapevole, splendida regina.
Rivedo le tue canottiere e le minigonne nei giorni più caldi di maggio e di giugno, con quelle tue gambe lisce e ben tornite, con quelle cosce che vorrei mi stringessero nel fare quel gioco, il sesso, di cui allora non conoscevo ancora nemmeno le regole.
Inizio a dare ritmo al mio masturbarmi, faccio scorrere veloce la mano immaginando che sia la tua, immaginando che sia tu a regalarmi quel piacere.
Ritorno con facilità a quella giornata in spiaggia con tutta la classe, nella mia mente l'immagine di te in costume è scolpita in maniera indelebile, ed è così ancora più facile immaginarti completamente nuda, ed indovinare ogni centimetro del tuo corpo.
Sento i tuoi capezzoli tra le mie labbra, i tuoi fianchi perfetti stretti tra le mie mani, mentre il mio cazzo è al tuo servizio.
Continua così, Anna, e lascia che io ti guardi mentre mi doni il piacere.
Nella mia mente posso allungare una mano e sentire il calore della tua fica...mi avvicino di più per sentirne il profumo, se allungo la lingua e ne sento il sapore.
Non fermarti, non adesso...continua a segarmi, Anna, perché sto per venire.
Esplodo, nella mia mente il mio sperma bagna il tuo seno da sogno e vorrei che prima di andartene tu mi succhiassi la cappella, regalandomi per un attimo il paradiso.
Il ricordo di te a poco a poco svanisce, e l'immagine della tua perfezione ritorna a sopirsi nella mia mente.
Mi ritrovo nudo e bagnato, disteso sul letto, non più diciottenne come nel sogno di un istante prima.
Arrivederci, Anna.
Ci vediamo la prossima volta e come ogni volta so che saprai riportarmi ai miei diciott'anni, regalarmi quell'estasi sublime che provavo segretamente ogni giorno solo standoti seduto accanto.
di
scritto il
2021-10-18
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