Il commesso

Scritto da , il 2020-05-03, genere trio

Avevo approfittato della bella giornata e, dell’assenza di Alberto, per andare in centro a fare shopping, non perché mi servisse qualcosa, ma solo alla ricerca di qualcosa di bello, vagavo osservando le vetrine quando in una boutique di una famosa griffe avevo visto delle borse stupende ero entrata a osservarle meglio. Ad accogliermi si era avvicinato un giovane commesso, era un mulatto con carnagione color cioccolato al latte, ma la cosa che mi aveva colpito di più era la particolarità dei suoi occhi, non erano scuri ma di colore verdi, in un primo tempo avevo pensato che usasse lenti a contatto colorate, poi mentre parlavamo aveva sfoggiato un italiano perfetto senza accenti stranieri. Quando per curiosità gli avevo chiesto informazioni, mi aveva risposto di essere italiano di madre liberiana e di padre italiano, da cui aveva ereditato il colore degli occhi, il ragazzo era molto gentile e professionale, vestiva in modo molto elegante e dal modo di proporsi era chiaro che oltre a essere intelligente aveva una cultura superiore, inoltre aveva un fisico ben proporzionato ed un bel sorriso. Mentre mi faceva vedere la borsa, due signore ci osservavano, direi che la loro attenzione era rivolta al commesso, parlottavano fra loro, dandosi di gomito e continuando a fare sorrisini, non avevo trovato la borsa di mio gradimento ed ero uscita salutata con molta gentilezza da Omar, così mi aveva detto di chiamarsi il commesso. Mentre ero per strada, sul marciapiede dietro di me, c’erano ancora le due donne del negozio, anche senza volerlo riuscivo ad ascoltare i loro commenti, abbastanza piccanti, nei confronti di Omar, i loro commenti vertevano soprattutto sul fatto che avevano saputo da amica che il ragazzo aveva dotazione particolare, quasi scocciata nel sentire i pettegolezzi ero rientrata a casa ormai stanca della passeggiata. Tutto era passato nel dimenticatoio fino a quando, un paio di giorni dopo, transitando nella stessa via, all’altezza del negozio mi sento salutare, quando mi giro sull’uscio del negozio c’era Omar ricambio il saluto scambiando qualche frase di circostanza poi proseguo nella mia passeggiata. Durante quel pomeriggio più volte mi era venuto in mente Omar, la sua bellezza, intelligenza e classe, lo trovavo davvero un bel ragazzo, per una donna come me alla soglia dei 40, anche se molti e soprattutto Alberto mi continuavano a dire che ero molto bella e come fisico davo dei punti a molte 30enni, ricevere dei complimenti da un ragazzo come Omar che avrebbe potuto avere tante ragazze della sua età mi aveva lusingato molto. Quando rientravo a casa, senza rendermene conto, avevo fatto a ritroso lo stesso percorso, all’altezza del negozio avevo sbirciato all’interno, Omar era intento a far provare un paio di scarpe ad una cliente, girando il capo mi aveva intravista e mi aveva fatto un sorriso, in segno di saluto, ero subito scappata, non volevo assolutamente che potesse pensare che ero passata di nuovo per vederlo, anche se inconsciamente mi rendevo conto che in effetti era quello il motivo reale. Nelle settimane che seguirono, mi era capitato ancora spesso di passare per quella via, quando succedeva di trovare Omar davanti al negozio provavo molto piacere a parlare con lui, ma oltre a quello sentivo una strana sensazione di un altro tipo di piacere, alla fine ho dovuto ammettere a me stessa che stare a parlare con lui mi metteva addosso una strana eccitazione fino a sentirmi bagnata, mi piaceva e mi intrigava, alla fine avevo ammesso a me stessa che desideravo far l’amore con lui. Aver preso atto del mio desiderio verso Omar mi faceva sentire in colpa nei confronti di Alberto a cui non avevo ancora parlato di queste mie sensazioni. Con Alberto avevamo una ottima intesa sessuale, libera e trasgressiva, ma fra noi esisteva il patto che se ci piaceva qualcuno ci potevamo fare l’amore ma sempre insieme, spesso ci era capitato di fare triangolo, ero certa che Alberto mi avrebbe spronata a organizzare una cosa a 3, ma il mio sentimento di colpa mi veniva perché fino a quel momento avevo sempre pensato a Omar senza lui, quella sera dopo cena, mentre eravamo seduti sul divano avevo deciso di dirgli tutto:
- Sai amore mi è successa una cosa strana, inizialmente non credevo dovertela dire ma ora si
- Cosa è successo dimmi amore, sai che a tutto c’è rimedio
- Tempo fa, sono stata in un negozio in centro dove ho conosciuto un commesso molto carino, dolce, educato, è italiano ma di madre di colore e padre italiano, molto bello.
- Bene, non è la prima volta che ti intriga qualcuno. Hai voglia che organizziamo qualcosa?
- Ecco! È questo il problema, a me intriga, ma lui mai fatto nessuna avance, ma mi sento in colpa nei tuoi confronti, perché sono passata più volte a vederlo senza dirti nulla
- Non devi sentirti in colpa amore, me lo stai dicendo adesso, poi mica ci sei andata a letto, lo sai che per me è ok, se riesci a organizzare non c’è problema.
- E’ questo il problema. Non me la sento di fare proposta a 3 a lui, temo qualche sua reazione, lui è giovane
- L’unica alternativa è riuscire a portarlo qui a casa. Poi vedrai che qualcosa succederà, al limite io inizialmente sto nascosto, poi arrivo quando ormai non potrà dire no. che ne dici?
- Vediamo dai. Adesso che ti ho detto tutto sto meglio. Prima mi sentivo in colpa.
Dopo aver parlato con Alberto, ed avuto il suo appoggio, avevo cercato di farmi venire qualche idea, ma nulla di fattibile mi era venuto in mente, quel giorno avevo deciso di andare lo stesso con la scusa di comprare qualcosa, mi ero preparata con cura, ero eccitata all’idea di riuscire a farlo venire a casa, infin mi ero avviata. Arrivata al negozio, mi ero accorta di essere emozionata, Omar mi aveva accolta subito con un sorriso, avevo scelto una bella borsa, mi aveva fatto i complimenti per la scelta, ma poi aggiungeva che quella borsa veniva venduta abbinata alle scarpe e si era offerto di farmeli provare. Sono seduta su una poltroncina, lui si inginocchia davanti a me per aiutarmi a provarle, quando allungo la gamba per calzare la scarpa, nella posizione in cui è non può evitare di guardare le mie cosce leggermente scostate che suppongo lasciano libera la visione anche del mio sesso, indosso un perizoma in pizzo bianco, semitrasparente sul davanti, praticamente si vede benissimo il sesso. Omar arrossisce notando che mi sono accorta del suo sguardo, quando mi aiuta a calzare la seconda scarpa, di proposito, allargo di più le gambe, il suo rossore è accompagnato da un deglutire a vuoto, ma non toglie lo sguardo continua a osservare, quando rivolge lo sguardo verso di me, riceve un sorriso, spero con tutto il cuore che abbia capito. Lui non prende nessuna iniziativa, sono un attimo in stasi, non so cosa dire, l’occasione si presenta quando gli dico che un accessorio a forma di fiore sulla scarpa non mi convince, lui in modo professionale mi comunica che il loro laboratorio può effettuare la modifica in una oretta. A Questo punto gioco il tutto per tutto, gli dico che sarebbe ottima soluzione, ma che non potevo aspettare perché avevo un impegno e che le scarpe e la borsa mi servivano per il giorno dopo, stavo quasi per chiederlo quando con mia grande gioia, si offre di portarmeli lui a casa alla chiusura del negozio, dalla gioia sto quasi per baciarlo, ma poi cerco di restare calma, ci salutiamo con un sorriso da parte mia che vuole lasciargli capire altro, quando salgo in macchina mi accorgo di essermi cosi eccitata da essere tutta bagnata. Appena giunta a casa corro subito da Alberto a raccontargli tutto, non posso nascondere la mia euforia e lui mi sorride, poi è lui che mi propone di accoglierlo da sola e vedere come va, nel caso tutto fosse proceduto per il meglio lui, che nell’attesa restava nascosto, si sarebbe fatto vivo ed avrebbe rassicurato Omar che non c’erano problemi, poi aggiunge che toccava a me trovare il modo per circuirlo. Già 1 ora prima dell’orario del suo arrivo ero in piena fibrillazione, non avevo ancora in mente cosa fare, dopo aver fatto una doccia, avevo deciso di restare in accappatoio, qui con solo accappatoio e nuda sotto ero scesa, avevo messo della musica latinoamericana perché mi rilassa e poi mentre aspettavo l’unica cosa che mi veniva in mente era quella di provare di nuovo scarpe in modo che avesse di nuovo occasione per scrutarmi bene, ma stavolta avrebbe osservato la mia nudità. Quando sento il citofono il cuore inizia a battermi, sono nervosa mi sudano le mani, lo osservo mentre percorre il viale appena sale gli ultimo scalini apro la porta e lo faccio entrare, lo invito a sedere ma non accetta nulla da bere, è palesemente emozionato ed a disagio anche lui, sto quasi chiedendogli se mi fa provare di nuovo le scarpe che lui dice:
- Lei ama la musica latinoamericana?
- Si molto, a te piace?
- Moltissimo, ma mi piacciono anche i balli latinoamericani
- Davvero! Anche a me. Dai fammi fare un ballo.
Dicendo così lo prendo per mano e lo porto al centro della sala, quando iniziamo a ballare, Alberto dallo studio sbircia e mi fa segno che va bene con pollice alzato, mi sento sicura e tranquilla sapendo che lui è in casa e poi arriverà. Omar è un bravissimo ballerino, il ballo e molto sensuale e strusciandoci, con mio grande piacere sento che è eccitato. Mentre balliamo sento che la cintura dell’accappatoi lentamente si sta slacciando, non ci penso nemmeno a stringerla e dopo qualche di danza si slaccia completamente, inizialmente essendo stretti lui non se ne accorge, ma poi lo nota, è impacciato e non sa che fare, mi stringo di più a lui e, quando con le sue labbra bacio il mio collo, gemo di piacere, ed allora sono io che gli do un bacio in bocca, a questo punto tutto è più semplice sento le sue mani esplorare il mio corpo che rabbrividisce ad ogni carezza, in preda alla frenesia inizio a spogliarlo fino a che anche lui non è completamente nudo, le pettegole avevano ragione, il suo sesso è notevole, smanio dal desiderio di averlo dentro di me. Lo invito a seguirmi in camera, riesco a intravedere Alberto dietro la porta dello studio, arrivati in camera mi stendo sul letto, lui non mi viene sopra ma affonda la sua bocca fra le mie gambe ed inizia a baciarmi. Alberto è dietro la porta e mi fa segno che tutto è ok, poi non vedo e non capisco più nulla, i suoi baci mi fanno provare un orgasmo intenso che fanno tremare tutto il mio corpo, poi sono io che mi occupo del suo sesso, lo afferro lo accarezzo lo masturbo, poi inizio a baciarlo e poi lo ingoio solo in parte visto la sua consistenza. Quando infine viene sopra di me e con molto delicatezza si fa strada, sento un piacere grandissimo non è nemmeno tutto dentro di me ed inizio ad avere uno orgasmo, questo lo facilita a entrare tutto, resto a bocca aperta sia per la dimensione che per il piacere, continuo ad aver orgasmi uno dietro l’altro, sento che il suo sesso mi riempie tutta e quando lo sento venire dentro di me urlo dal grande piacere. Lui resta dentro di me lo sento ammosciarsi lentamente, ed è a quel punto che mi rendo conto che Alberto non si è aggiunto a noi, guardo verso la porta e non lo vedo. Sarei tentata di chiamarlo a voce alta, ma non so come la prenderebbe Omar, non so cosa fare, è Omar che mi viene in aiuto, mi dice che a malincuore deve andare, non sapeva che ci sarebbero stati questi risvolti ed aveva un impegno, scendiamo in sala nudi, spero che Alberto spunti, ma non c’è traccia di lui, una strana agitazione mi assale, non so a cosa pensare, indosso l’accappatoio mentre Omar si riveste e poi mi saluta con un lieve bacio sulle labbra ed a questo punto arriva Alberto:
- Perché non sei venuto? Eravamo d’accordo che arrivavi
- Amore, se mi presentavo, forse la sua reazione sarebbe stata diversa da quella che pensavamo
- Amore abbiamo un patto che non lo facciamo mai da soli ed io ti aspettavo
- Stavi godendo tanto, sapevo che lui ti piaceva. Non devi sentirti in colpa ho deciso così
La decisione di Alberto mi lascia un po' perplessa sento un misto di disagio ma anche di gratitudine nei suoi confronti, siedo sul divano accanto a lui che mi dice che ero bellissima mentre godevo poi mi bacia ed inizia ad accarezzarmi il seno, allungo le mani sul suo sesso, logicamente è eccitato ed anche molto lo bacio poi lo prendo per mano e ci avviamo in camera da letto, voglio fare l’amore con lui, ma non perché mi sento in colpa, desidero fare l’amore con lui perché ancora una volta mi ha dimostrato quanto mi ama.

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