Giancarlo

Scritto da , il 2018-10-06, genere gay

Sono solo a casa e mi chiama Giancarlo chiedendomi se ero solo. Dice che è in zona ed io gli dico che mio figlio è a lavorare e rientra per le sette di sera. Allora arrivo, mi dice, e dopo pochi minuti lo vedo nel cortile di casa mia. Lo faccio entrare e gli chiedo come mai è venuto a trovarmi, visto che da qualche mese non ci vedevamo. Mi dice che passando per il paese gli era venuta voglia ed aveva il cazzo in tiro, così se ero solo avremmo potuto giocare tra noi come da anni ogni tanto si faceva. Gli dissi che anch'io avevo voglia e che desideravo giocare col suo cazzone. In breve eravamo in camera nudi e con i cazzi in tiro. Ci posizionammo a sessantanove e ci leccammo e succhiammo le cappelle finché eravamo pronti a sborrare; ci fermammo per non venire troppo presto ed iniziammo a palpeggiarci i cazzi, scendendo alle palle ed al buco del culo. Ero eccitatissimo e voglioso ma Giancarlo mi disse che voleva provare a prenderlo in culo per la prima volta, perché di solito tra noi ero io che facevo il passivo mentre lui si faceva spompinare e poi mi inculava alla grande. Presi del lubrificante che avevo nel cassetto del comodino e gli spalmai il buco, entrando con un paio di dita per lavorarlo un po'. Lui ansimava e fremeva di piacere al mio palpeggiamento ed in breve lo sentii pronto. Lo posizionai alla pecorina e appoggiai la cappella sul suo buchetto vergine spingendo con calma ma costantemente fino a farla entrare. Lui ebbe un momento di rigidezza, ma poi si calmò e mi fece entrare tutto. Aveva lanciato un urlo di dolore subito però seguito da: dai inculami e fammi impazzire. Lo inculai con piacere e tenerezza facendoglielo sentire tutto dentro e godendo come mai mi era capitato. Dopo un po' gli dissi che stavo per sborrare e lui mi chiese di rimanere dentro e di farcirgli l'intestino, così lo montai con vigore ed in breve venni sborrando un fiume di bollente sborro che si riversò nel suo intestino. Ci ripulimmo in bagno e poi gli dissi che ora toccava a me. Glielo leccai e succhiai finché tornò duro come l'acciaio, poi mi posizionai a pecora e dopo avermi lubrificato il buco lo invitai a penetrarmi. Giancarlo era eccitatissimo ed io non da meno, ma prendermi il suo cazzone in culo all'inizio non era mai piacevole così mi sentii slabbrare il buco, ma subito dopo la sua cappella mi lavorava l'intestino facendomi grugnire come una maiala in calore. Giancarlo mi scopò peer una infinità di tempo poi ululando di piacere mi disse che mi stava riempiendo il culo e subito dopo mi sentii allagato da un torrente di sborro bollente che mi fece sborrare a mia volta dal piacere ricevuto. Eravamo sazi, ma terminammo con un altro sessantanove con relativa sborrata in bocca in un crescendo di piacere indescrivibile.

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