Ho venduto il mio corpo per un buon lavoro

Scritto da , il 2018-08-29, genere dominazione

Compiuti 18 anni, ho provato a mandare curriculum a raffica, ma senza alcun esito positivo. Avevo bisogno di un lavoro, anche solo stagionale, non mi andava più di dover dipendere economicamente ancora dai miei genitori. Dopo qualche mese, mi contatta il direttore di una società che gestisce un porto per un colloquio di lavoro. Fissiamo l’appuntamento per il giorno dopo, e cerco di vestirmi nel modo più elegante possibile: camicetta bianca, gonna lunga scura e tacchi a spillo. Finalmente conosco il direttore, si chiama Riccardo ed è una bel ragazzo sulla trentina, capelli scuri e ricciolini, molto alto e un fisico ben scolpito. E’ molto gentile, mi fa accomodare nel suo ufficio e inizia a domandarmi qualcosa sulle mie capacità con il pc, con Microsoft Office ecc. Mi spiega il tipo di lavoro che dovrei fare, niente di complicatissimo tutto sommato; cerco di fargli capire che sono la persona adatta per quel lavoro.
“Allora Valentina, parliamoci nel modo più chiaro possibile. Lo stipendio è di 1900 euro al mese, più 13esima e 14esima, contratto a tempo indeterminato, l’orario di lavoro è di 6 ore al giorno per 5 giorni a settimana più tre settimane di ferie”
Wow, penso tra me e me, sono davvero un sacco di soldi, molto più di quanto mi sarei immaginata!
“Ma capirai anche tu che per meritarti tutto questo, voglio qualcosa in cambio da te”
“Mi scusi, a cosa si riferisce?” replico io.
“Vedi Valentina, sarò molto diretto, mi hanno già contattato molte ragazze per questo posto. Se accetterai il posto, ci sarà la clausola che sarai costretta a fare sesso con me.”
“Ma come si permette?” urlo io - “Lo sa che è illegale?”
“Cerchiamo di restare calmi, io non ti sto certo obbligando, se non vuoi sei liberissima di andare via, io non ti tratterrò con la forza” mi risponde con voce calma lui.
“Posso rifletterci un pò?” chiedo io
“Ma certo, prenditi tutto il tempo che vuoi”
Esco fuori a fumarmi una sigaretta. Cavolo, l’offerta è davvero allettante, ma non mi va di diventare la sua puttanella personale, proprio ora che sto iniziando a frequentare un ragazzo perbene…
Tra mille dubbi e pensieri, decido di accettare, per avere quell’indipendenza economica da sempre desiderata. Entro nel suo ufficio, e con la testa bassa gli dico “Accetto”.
“Benissimo, sono sicuro che ti troverai benissimo qui da noi. Il contratto sarà pronto tra qualche giorno, nel frattempo firma questo” E da un cassetto estrae un foglio di carta. Lo leggo e resto di sasso: praticamente era un contratto in forma privata dove io mi impegnavo ad andare a letto con lui in cambio del lavoro. Inoltre mi impegnavo a non denunciarlo in futuro in quanto prendevo atto della situazione. Ero obbligata a fargli pompini scoperti con ingoio, scopate nella fica, baci con la lingua ed ero obbligata anche a prendere regolarmente la pillola. Per il sesso anale e per il sesso con più uomini non ero obbligata, ma erano previsti degli extra da concordare.
Io sono ancora sotto shock, ma non posso far altro che firmare la mia sottomissione al mio capo.
Lui ripone il foglio in una cartella, si alza e chiude a chiave la porta.
“Bene, il primo giorno voglio essere gentile, per cui ti chiedo gentilmente di spogliarti”
Si appoggia alla scrivania e caccia fuori il suo cazzo. Ha davvero un bell’arnese, circa 20-25 cm ed inizia a masturbarsi. Io sono rossa per la vergogna, ma inizio a spogliarmi: prima mi sbottono la camicetta, poi la gonna restando in perizoma e reggiseno. Lui sembra gradire e mi incalza a proseguire lasciando solo i tacchi a spillo. Resto nuda completamente, lui ha gli occhi fuori dalle orbite quando vede la mia terza abbondante di seno.
Mi fa segno di avvicinarmi, mi afferra e mi ficca la sua lingua in bocca in un lungo bacio appassionato. Si siede sulla scrivania e io sono a cavalcioni su di lui, sento il suo cazzo in erezione che preme sulle labbra della mia fichetta fradicia. Cerca di ficcarmelo dentro, ma io lo blocco all’istante: “che cazzo fai? prendi un preservativo perchè io non prendo la pillola!”
“Non usare questo tono con me, troia” mi rimprovera lui “Sono comunque il tuo capo. Non ho profilattici qui, ma per oggi mi accontenterò di un pompino fatto bene.”
Capisco che dovrò abituarmi a questo trattamento, quindi mi inginocchio ed inizio ad accoglierlo nella mia bocca. E’ davvero grande, inizio a leccargli la cappella e a giocare con le sue palle. Gli lecco l’asta fino a scende ed inizio a leccargli le palle, accogliendo a turno i suoi testicoli nella mia bocca. Poi lui mi afferra la testa con le mani e la indirizza di nuovo sul suo cazzo iniziando a scoparmi la bocca con ritmo crescente. Me lo infila tutto in bocca, arrivo a sfiorargli le palle con le labbra. Inizio quasi a soffocare, ma a lui non sembra importare più di tanto, ormai inizio a lacrimare per il dolore e vedo tutto il trucco che mi cola dal viso. Il porco continua, praticamente sta facendo alla mia povera bocca quello che voleva fare alla mia fica. Poi finalmente smette, lo estrae dalla mia bocca pieno zeppo della mia saliva e continua ad umiliarmi, sbattendomelo con forza sulle guance e sulla fronte. Non pensavo che un cazzo in erezione poteva farmi male anche così, ma anche se non ne vado fiera, mi è piaciuto perchè continuo a bagnarmi lì sotto ed inizio a sditalinarmi.
“Brava troietta, vedi che piace anche a te? E ora fammi venire”
Riprendo a masturbarlo, con la bocca spalancata pronta ad accogliere la sua goduria. Dopo poco lo sento ingrossare, la mia idea era quella di non ingoiare lo sperma di uno sconosciuto, ma lui è più veloce di me: me lo spinge in gola e la riempie di tantissima sborra bollente.
“Bravissima, credo che andremo molto d’accordo noi due, per oggi va bene così. Vado a darmi una sistemata nel bagno, ancora arrabbiata con me stessa per quello che avevo fatto.

Per consigli/critiche sulla scrittura scrivetemi a valentina_2000@mail.com

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