Le verghe benedette

Scritto da , il 2017-03-02, genere dominazione

Sono Fiera, l'amante del cane Max, e volevo raccontarvi dell'esperienza di una cara amica. Lei si accoppia ai cani saltuariamente, non è una cagna come me, ma ha avuto un'adolescenza davvero particolare e me ne ha parlato a lungo.
La sua famiglia è non solo credente, ma proprio bigotta. Lei con mille remore ha avuto un'adolescenza come tante. A 18 anni ha avuto un fidanzatino, finchè un pomeriggio il padre li ha scoperti a scopare nel garage. Lui era rientrato in anticipo e arrivando si era visto la scena della sua bambina con addosso un ragazzotto a cazzo sguainato.
Tragedia. Il ragazzo allontanato in malo modo, lei a prendere botte. Per diversi giorni rimase chiusa in camera, con il padre e la madre che alternavano urla isteriche a preghiere, tentativi di ragionevolezza a discorsi assurdi sulla perdizione e il demonio.
Finchè un giorno le venne chiesto di vestirsi e venne accompagnata in un collegio. Lei era disperata, ma senza via d'uscita.
Al colloquio con la preside i genitori raccontarono la vergogna della figlia, e quella donna matura e dall'aspetto freddo e arcigno li rassicurò dicendo che sarei stata in buone mani, in quanto erano specializzati a curare le depravazioni, ed i frutti dell'opera del diavolo.
Lei, Angela, era senza parole di fronte alla stupidità e all'ottusità dei genitori e di quella donna, ma non poteva fare altro che sottomettersi.
Le venne assegnata una cella con un materasso, le pareti nude ed un tavolo. C'era un piccolo bagno con doccia e null'altro. Le sequestrarono il telefono, e le venne data una divisa composta da gonna al ginocchio e camicia, mutande in cotone, ed era tutto ciò che poteva avere.
La notte entrava in camera una guardiana a controllare che le braccia fossero fuori dalle coperte per verificare che non si toccasse da sola. Un covo di pazzi.
Non le lasciavano usare il reggiseno e il suo seno ampio, sfregando contro il tessuto leggero della camicia metteva in mostro i capezzoli sempre induriti. Attirava gli sguardi delle istitutrici e dopo qualche giorno fu chiamata nell'ufficio della preside.
Le venne mossa l'accusa di essere così impura da essere indemoniata. Probabilmente il sesso praticato con il fidanzatino l'aveva corrotta ed ora quei capezzoli così gonfi e ritti erano un mezzo per corrompere la brava gente che viveva in collegio.
Lei provò a difendersi ma tutto quello che diceva veniva strumentalizzato. Doveva essere purificata.
La preside le ordinò di spogliarsi. Titubante lo fece. Le si avvicinò, le massaggiò il seno, strizzò quei capezzoli eretti, e mormorò che aveva ragione a temere per la sua anima corrotta.
Le mise la mano nella figa, umida. Le brillarono gli occhi, per lei era la prova della perdizione di Angela.
Angela provò a dimenarsi, a ragionare, ma era perdere tempo.
entrarono nella stanza due istitutrici, vestite da un saio rosso. Presero Angela ognuna per un braccio e la costrinsero a sdraiarsi sul pavimento. Una le teneva le spalle a terra, l'altra le divaricò le gambe, esponendo il sesso. Angela aveva paura, era sbigottita al punto da fare fatica a ragionare.
Le dissero che poteva urlare quanto voleva, ma avrebbero eliminato il maligno dal suo corpo.
Entrarono tre uomini, dal fisico, nudo, si capiva che non erano giovani, il volto era incappucciato di rosso. Avevano il cazzo eretto, che si massaggiavano per tenere l'erezione.
La preside si parò davanti a loro e con un bastone appositò spruzzò acqua sui cazzi, pregando, dicendo che era acqua benedetta. La benedizione e lo sperma di quei cazzi benedetti avrebbe purificato il corpo e l'anima di Angela. Che iniziò a gridare come una pazza.
Il primo uomo, incurante delle sue urla si inginicchiò a terra e la penetrò.
Incredibilmente Angela scorse in fondo alla stanza i propri genitori, che autorizzavano quel rito per salvarla.
L'uomo era grosso rispetto al suo fidanzato, sentì la carne aprirsi al'avanzare di quel cazzo. Inutile, era schifata ma si stava bagnando. La scena era davvero surreale, ma lei arrivò ad un orgasmo che la fece urlare, ma stavolta di piacere.
I suoi genitori erano pallidi e immobili, mentre la preside spiegava che Angela godeva proprio perchè era posseduta.
Per cui quando il primo uomo venne e l'inondò di sborra, gli segui il secondo e poi il terzo.
Lei continuava a godere, e dalla figa le usciva una granquantità di sperma.
La preside raccomando ai genitori di non parlare con la figlia, per non contaminare la cerimonia. Per ora era finita.
Angela sarebbe stata ricondotta in cella.
Ma era appena iniziato il percorso di decontaminazione.

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