Zia Laura

Scritto da , il 2010-12-21, genere incesti

Tempo di vacanze, la prof passata nel dimenticatoio, in famiglia ci si preparava alle vacanze nella casa patronale al mare, una casa enorme dove la mia famiglia e le tre sorelle di mio padre (due sposate senza figli, ed una single), avevamo ampio spazio. Mia zia (la più grande delle femmine, perchè il più anziano era mio padre), mi chiese se ci stavo ad andare al mare, per iniziare ad aprire la casa e dare una necessaria ripulita, saremmo stati soli per una settimana, accettai. Venne il giorno della partenza, la zia passò a casa io salutai la mamma il papà era al lavoro, e scesi con un borsone di vestiario, mi accomodai in macchina, e notai che la zia indossava una vestaglietta leggera con i bottoncini davanti, di quelle che si indossano in casa per fare i lavori, i primi due bottoni non erano agganciati ed io notavo una porzione delle cosce della zia che non mi lasciò indifferente, smisi di pensare che quelle erano le cosce di mia zia ma erano le cosce di una donna bellissima amante della palestra. Forse iniziai a fissare quelle gambe con troppa insistenza, che mia zia disse "ei ma non hai mai visto un paio di gambe, che tieni gli occhi fissi sulle mie?", mi sentii divampare e non risposi, smisi di fissare le gambe, ma ogni tanto lo sguardo finiva lì. Arrivammo a casa, mia zia aprì e cominciammo a scaricare il tutto, poi mia zia mi disse "fatti un giro ed apri tutte le finestre che la casa si deve arieggiare", così feci. Quando finii di aprire le finestre, andai in cucina e vidi mia zia su una scala che spolverava il lampadario, mi avvicinai e lo spettacolo che vedevo era divino, le cosce superbe erano ad una spanna dal mio naso, mi stavo letteralmente lucidando gli occhi "porcello almeno tieni la scala", la zia mi riportò alla realtà. Tutta la mattina la passammo spolverando e rassettando, pranzammo e passammo il pomeriggio mettendo a posto svariate cose, cenammo e finalmente ci distendemmo sul divano per concederci un pò di riposo, la zia distesa mi allettava della meravigliosa vista delle cosce nella loro interezza, sentimmo uno scroscio di pioggia, mi affacciai ad una finestra e mi resi conto che forse aveva iniziato a piovere già da un pò. Subito feci una corsa per tutta la casa, per fare in modo di chiudere le finestre ed evitare che la pioggia finisse in casa, scesi mi recai al divano e mia zia non c'era, sentii lo scroscio della doccia, dopo un pò mia zia uscì dalla doccia, mi venne vicino e disse "tu non fai la doccia?", sentii un alone di pulito misto di sapone e borotalco, andai a farmi la doccia, preparai il pigiama cominciai a spogliarmi, vidi le mutandine della zia le presi e le portai al naso, sentii il suo odore di femmina ed il mio cazzo si impennò, mi lavai scesi e mia zia era seduta ancora sul divano, di nuovo mi misi al suo fianco. Cominciò a tuonare, mia zia sbiancò aveva paura dei tuoni, dopo un pò arrivò una telefonata dello zio (suo marito), e dal tono capii che sapendo il suo terrore dei tuoni si offrì di raggiungerci, ma mia zia gli disse "ma no dai passerà presto, e poi c'è Sandro che mi darà coraggio", riattaccarono e la zia disse "io vado sù dai vieni nel mio letto almeno finchè passano i tuoni", spegnemmo la TV e salimmo nella sua camera da letto, ci fiondammo nel letto, i tuoni aumentarono spegnemmo la luce, i tuoni erano sempre più vicini e forti, la zia terrorizzata mi abbracciò sentivo i suoi seni sul mio petto, per un attimo mi sentii a disaggio poi le mie mani si posarono sui suoi fianchi, la mia mano destra si posò su un suo seno, bello tosto lo palpavo in visibilio, continuava a tuonare la mia mano finì sotto la vestaglia ero a contatto del suo seno nudo, un bel seno da palestrata duro e tenero allo stesso tempo, poi decisi che era il momento di cercare altri lidi, la mia mano scese sull'orlo della vestaglietta da notte tra un tuono e l'altro la mano saliva, mi ritrovai ad infilare la mano sotto la mutandina che non tuonava più "che fai porco togli la mano da lì, sentirai quando lo dirò a tuo padre", "scusa zia non so cosa mi ha preso, vado nella mia camera", in quel momento un tuono potentissimo squarciò il silenzio, mia zia mi afferrò le spalle "ho paura" mi disse, "stai qui", "ma zia....", "ssssh vieni fai ciò che vuoi ma non andare via ti prego". Era nelle mie mani, un'altro tuono squarciò l'aria, mia zia si avventò su di me la respinsi e dissi "posso fare ciò che voglio?", "si si si", "scopriti i seni o vado in camera mia", non si mosse, tuonava io feci la mossa di andarmene, fù li che la zia in un'attimo liberò i seni allungai le mani si lasciò palpare, "abbracciami" le dissi continuando a pomiciare, le presi una mano e la portai all'altezza del mio cazzo, dopo un pò di tira e molla la mano si strinse su di esso, forse 20 cm di cazzo non li aveva mai sentiti, cominciò a farmi una sega mondiale, io intanto scesi ancora sulle cosce stavolta non disse nulla, non tuonava più ma non disse nulla, feci per tirarle giù le mutandine ma mi anticipò, cominciai a farle un ditalino, pian piano la figa divenne un lago di umori, mi infilai sotto le coperte fiondai il mio viso tra le sue cosce leccando al buio quell'anfratto mieloso, lei si impossessò del mio cazzo con le sue labbra, dopo qualche minuto le venni in bocca, non sò se ingoiò tutto ma continuò a leccare. Dopo un iniziale leggero afflosciamento del pene, riprese vigore appena tornai con le mani ai suoi seni, cominciai a mettermi in posa per la penetrazione, mi disse di far piano, il glande iniziò il tragitto del coito è nonostante fosse bagnata quasi facevo fatica a penetrarla, "piano" mi disse, "è enorme mio Dio", pian piano arrivai ad infilarlo tutto, il mio sù e giù quando chiavo è lento, ma ora ero ancora più lento del solito non avevo mai provato una figa stretta come quella della zia, stringeva il cazzo all'inverossimile, caldissima, anche lei lenta rispondeva al coito durammo tantissimo, non sò quantificare ma era tantissimo, molto di più di qualsiasi altra chiavata mai fatta, avrei dovuto far tesoro dei ritmi per il futuro, le venni dentro e sentii i fremiti del suo orgasmo all'unisono, lì mi lasciai andare in un paio di colpi duri, veloci, e forse feroci che le fece dire "piamo amore, piano mi stai aprendo in due". Ci abbandonammo al sonno. Al mattino mi svegliai la zia non era più a letto, mi alzai uscii dalla stanza, cominciai ad andar giù dalle scale che sentii l'aroma del caffè, la zia era al tavolo di cucina che sorseggiava caffellatte, "buongiorno" dissi, "ngiorno" rispose, non parlammo per un pò ma poi iniziammo a parlare del più e del meno come al solito e come se niente fosse. Decisi di andare a comprare i quotidiani, e del pane fresco, per ora basta.

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