Massaggiami i piedi, leccali, mangiali, sentili

Scritto da , il 2016-10-31, genere feticismo

Sono sempre stato un po' feticista: ho sempre guardato con una voglia erotico-visiva tutti quegli indumenti che rivestono le parti inferiori del corpo femminile ( collant, autoreggenti, parigine, leggins, per poi passare alle calzature ovvero ballerine sandali, infradito e décolleté).
Non mi piace l odore pungente, ma quel preconcetto che abbiamo che siano diversi dalle mani, le gambe dalle braccia.
Se alla nostra amata o al nostro amato baciamo il palmo della mano, perché non il collo del piede? E in piú le gambe, il piede, hanno quel connotato di diversità che rendono queste parti ancora più proibite e quindi erotiche.
E quando a un feticista dei piedi, delle gambe, si presenta la propria moglie vestita di tutto punto, la sera, con tanto di leggins velati, ballerine, vestito corto e attillato e un trucco che non entra nella volgarità ma nemmeno ci va troppo lontano... Cosa si può fare se non ammirare, desiderare e gioire di quella esperienza. Ed è quello che ho fatto.
L' ho vista, l' ho osservata, l' ho spogliata con lo sguardo, l' ho afferrata e l' ho presa in braccio per poi lanciarla vogliosamente sul letto. Volevo provare a fare una cosa che da molto tempo desideravo e mai ero riuscito a fare. " Girati e non guardare". Annuì. Presi 4 corde. Le legai mani e piedi al letto. Poi presi una sciarpa per bendarla. Volevo farla sentire in mio potere.
E cosí avvenne.
Iniziai a massaggiarla delicatamente, piacevolmente. Le facevo scorrere la mano avanti e indietro dal collo fino ai talloni. A lei piaceva perché non sapeva cosa aspettarsi, a me perché è sempre bello toccare delle gambe avvolte dai leggins e da un bel vestitino attillato e intanto facevo viaggiare la fantasia per scegliere cosa fare.
Mi inginocchiai davanti al letto di modo da vederle le suole delle ballerine. Non gliele tolsi, solamente iniziali a far scorrere la lingua un po' sulla scarpa un po' sulla sua pelle.
Era iniziata la gara tra chi per primo non avrebbe resistito e avrebbe richiesto una violenta e goduriosa stuprata.
Pochi minuti dopo gliele tolsi e le leccai tutta la pianta: volevo che sentisse la mia lingua su tutto il suo corpo, tutto. Cambiai posizione: salii sul letto e le baciai il collo e scesi fino alle spalle, fino al vestito, fino ad abbassarglielo e continuare. La sentivo ansimare dalla voglia e per questo non smisi. Le tolsi il vestito e le abbassai i leggins e mentre glieli abbassavo la baciavo. Tolti anche quelli le tolsi quel che rimaneva: slip e reggiseno. La potevo vedere, potevo sentire la sua intimità. Sapendo di non poter resistere la leccai, tutta. Passarono 10 minuti di ininterrotti baci e dolci carezze con la bocca sulle sue grandi labbra quando mi decisi a farla godere.
Senza dirle nulla iniziai a scoparla.
I suoi gemiti iniziavano a diventare urla. Cosí quando le urla ormai erano evidenti e piene di desiderio la slegai.
Senza dirmi nulla si tolse la sciarpa mi prese facendomi sdraiare sul letto.
Poi si sedette sua mia faccia obbligandomi a leccargliela mentre lei mi toccava con i suoi piedi. Voleva ringraziarmi per prima a modo suo, un modo che a me non dispiaceva affatto.
Non sapevo che però volesse arrivare fino al punto che io desideravi tanto. Quando le dissi che stavo per venire iniziò ad aumentare il ritmo. Le risposi nel suo stesso modo, feci fatica ma riuscii ad infilarle 2 dita per poterla toccare mentre la mia bocca continuava il suo lavoro.
Mi fece venire sui suoi piedi, e io la feci venire nella mia bocca.
Almeno per quella notte io non mi lavai la bocca e lei non si sciacquò i piedi, giusto per tenersi gli umori dell' altro almeno un pochino.


Questo racconto di è stato letto 7 2 5 6 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.