La prima volta gay: sottomissione e godimento

Scritto da , il 2016-10-13, genere gay

Dopo anni di tentennamenti, di occasioni mancate, finalmente provai per la prima volta il cazzo. In fondo sono sempre stato convinto che mi piacesse. Ho scopato con parecchie ragazze, ma le mie fantasie erotiche erano gay, nello specifico ero io che venivo scopato. Non so il come o il perché, ma sin dai primi approcci all’autoerotismo avevo pensieri gay e feticisti.
L’occasione mi presentò nel modo più scontato e forse anche squallido, su una chat d’incontri molto nota. Mi contattò questo Plus23, con foto molto esplicite, la mercanzia bella in vista, fisico davvero niente male, scolpito, abbronzato e soprattutto SOLO attivo e XXL, come rimarcato nel suo profilo di presentazione. Gli rispondo con foto mie ed è fatta: mi dice di essere libero giusto quel pomeriggio e di vivere da solo. La sua prestanza, la sua decisione e soprattutto la casa libera mi convinsero ad andare da lui. Forse fu proprio la sua immediata disponibilità che non mi fece tirare indietro: mentre con gli altri prima non si concludeva nulla, lui mi “acchiappò” prima che la mia eccitazione passasse. Quando arrivai da lui avevo il cuore in gola, e quando mi si presentò solo con gli slip indosso, i battiti aumentarono ancora di più. Dal vivo era ancora meglio, alto quasi due metri, possente e sicuro di sé: come lo vidi caddi quasi succube della sua personalità e della sua decisione. Non potei, poi, non notare il grosso pacco che si vedeva dagli slip, una proboscide con due palle belle grosse. Gli confessai che per me era il primo incontro con un uomo: la cosa non solo non lo preoccupò, ma lo eccitò ancora di più. Mi disse: “La tua prima volta sarà indimenticabile, ho già capito che cerchi”. Aveva capito, infatti, non solo le mie non più tanto tendenze gay, ma anche le mie tendenze feticiste: non solo scopammo, ma prima di tutto mi sottomise, psicologicamente e fisicamente. Mi disse di spogliarmi, infatti, e rimasi soddisfatto dai suoi commenti di apprezzamento sul mio culo, bello tondo a detta sua, come quello di una troietta. Mi ordinò di inginocchiarmi, e pensai, beh ci siamo. Invece, mi disse di chiudere gli occhi: iniziò a picchiarmi il suo grosso e venoso cazzo di 23 cm in faccia. Andò avanti parecchio tempo, prima picchiettandolo, poi tirandomelo addosso con forti movimenti del bacino. Io non fiatavo, ero in uno stato sospeso tra lo spaventato e l’eccitato. Si fermò e pensai, ora ci siamo veramente. Ma niente, mi disse: “inginocchiati e leccami i piedi, troia”. Il suo sguardo non ammetteva repliche: iniziai a leccargli i piedi con passione e precisione. Dopo dieci minuti buoni, mi legò con delle manette, e iniziai a leccargli le palle su suo ordine, e da li il cazzo: finalmente ne avevo uno bocca. Sentirlo duro, sulla mia lingua mi fece impazzire di piacere, lo leccavo come se non ci fosse un domani. Sentivo il liquido pre-spermatico in bocca e il sapore mi eccitava oltremodo. Nel mentre lui mi diceva che spompinavo bene per essere la prima volta e che se ero così troia la prima volta, chissà cosa sarei diventato dopo qualche volta che lo vedevo. Poco prima che venisse mi fermò, aveva il cazzo di marmo e pulsante, da in ginocchio era una vista spettacolare. Lui, prestante e dotato e io remissivo e in ginocchio davanti a lui. Rimanemmo così credo quasi un minuto, lui mi fissava e in silenzio mi diceva che era lui a comandare, lui a condurre il gioco e io quello sottomesso. Ne ero consapevole e non potendo più reggere il suo sguardo, ricominciai a leccargli di nuovo i piedi. Mi lasciò fare, e quando fui pronto aveva in mano il lubrificante: “So che per te è la prima volta, perciò mi conterrò, ma ti dovrai abituare presto alla mia foga”. Mi massaggiò l’ano con molto lubrificante, mise un dito e poi due: era una sensazione sia piacevole che fastidiosa allo stesso tempo. Poi mi prese e sdraiato di schiena, così che potessi vederlo, avvicinò il cazzo al mio sfintere. Sentii la cappella rosa e grossa premere sul culo, farsi largo ed entrare. Ebbi un sussulto, ma mi tranquillizzò; poi mise altro lubrificante e via ancora un paio di cm. E poi ancora due cm, altri ancora, con molta calma e lentezza, in modo che il mio ano, strettissimo, potesse abituarsi a quell’ingombrante e pulsante presenza. Ciò che mi fece impazzire erano, oltre alle sue parole: “Stai diventando troia; ogni cm che il mio cazzo si scava nel tuo culo, diventi sempre più troia”, era la sensazione di sentirsi il cazzo dentro il culo a farmi impazzire; sentirlo pulsare e sentirlo entrare mi faceva impazzire. Il mio cazzo, piccolo a confronto con quel portento, era duro come mai prima. Lui mi fissava, e mi teneva per il collo: ero in sua balìa, completamente suo. Alla fine, dopo mezz’ora di dolori e di piacere assieme, tutti i 23 cm erano dentro di me. Il suo sguardo trionfale, presagiva il vero divertimento che sarebbe arrivato: “Ecco bello, ora ce l’hai dentro tutto. Ora inizierò a spingere, all’inizio piano, ma poi ti avviso che io ci vado forte, molto forte. Quando avremo finito farai fatica a camminare, troia”. Da quel momento iniziò qualcosa che pensavo potesse succedere solo nei porno: all’inizio andò piano, molto piano. Ma poi il ritmo dei suoi colpi di minchia andò sempre aumentando, ed aumentando. A un certo punto mi ritrovai spinto da colpi così forti che se non fosse stato che lui mi teneva per i fianchi sarei volato via. Sentivo le sue palle sbattere contro il mio culo, con forza. All’inizio provai dolore, urlai. Ma poi iniziai a sentire un piacere mai provato prima: arrivò di nascosto, prima era una sensazione piacevole e poi godimento allo stato puro. Più aumentava e più godevo e più mi disinibivo. Il mio “battesimo” fu effettuato quando gli dissi: “Sfondami, fai di me quello che vuoi”. Fu il segnale: aumentò ancora di più il ritmo, con una mano mi teneva il collo e con l’altra mi tiravi schiaffi, forti e regolari. E mi ordinava di dire: “Di che ti piace il cazzo, dillo e chiamami Signore”; ovviamente dissi tutto, dalla prima all’ultima parola. E dopo che dissi, mi piace il cazzo, mio Signore venni senza toccarmi: fu una sborrata epica: 8-9 fiotti di sperma mi uscirono senza che io potessi bloccarmi. Mi bagnarono il corpo, il viso, il letto. Ormai semi-incosciente dal piacere, mi prese e mi mise a pecora: continuò a trapanarmi senza pietà, per altri 20 minuti, non smetteva più. Gli dissi che ero provato, ma mi rispose che finché non mi avrebbe sborrato in culo non avrebbe smesso. Capii che stava per venire solo quando i colpi già forti, si fecero forsennati, il culo, a forza di schiaffi era rosso, il mio buco completamente slabbrato. Sentivo il letto cigolare sotto tanto ardore e violenza, e nonostante tutto ero appagato e godevo. Alla fine venne anche lui, copiosamente e nel mio culo. Lo sperma bollente che lenisce i dolori del rapporto è un toccasana per l’ano, una chicca di fine rapporto che rese totale la mia sottomissione. Preso da un’improvvisa ventata di sottomissione, non appena si sdraiò, presi a leccargli i piedi, ringraziandolo. Il suo sperma mi colava dal culo completamente aperto, pulsante sia di dolore che di piacere. Non me ne accorsi, ma mi fece una foto mentre gli leccavo i piedi: “Ora che ti ho fotografato, sarai la mia personale puttana, ti farò sperimentare livelli di sottomissioni e piaceri che non avresti mai pensato”.

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