La punizione

Scritto da , il 2015-01-25, genere trio

E' oramai qualche mese che tradisco il mio fidanzato con il suo migliore amico. Sono una stronza bugiarda, lo so. Ma il desiderio e la mia indole prevalgono sulla lealtà. Sono innamorata del mio fidanzato, sono due anni che stiamo insieme, ma il solo pensiero del suo migliore amico Massimo mi sconvolge nel profondo. Massimo è un ragazzo piacente e stimolante e io, come tante altre prima di me, sono caduta nella sua trappola. Forte, muscoloso e fantasioso.. ne sono oramai dipendente, e i sensi di colpa vengono messi a tacere dall'appagamento che segue ogni nostro incontro clandestino. Il mio ragazzo Alessandro non sospetta di niente, non immagina neanche che la sua dolce fidanzatina si trasformi in una lurida troia bugiarda proprio sotto il suo naso. O almeno così credevo. Un pomeriggio ero a casa di Massimo, ed eravamo intenti nelle nostre evoluzioni. Ero sopra di lui, mi stava impalando per bene, e io mi dimenavo come una cagna in calore, inebriata dalla sensazione di pienezza che il suo cazzo mi regalava ogni volta che mi scopava. In questa oscena danza dei nostri corpi il mio piacere stava raggiungendo il culmine, mentre Massimo mi stringeva il culetto con forza tenendomi ben salda sopra di lui. Proprio in quel momento vedo il mio fidanzato varcare la soglia della camera da letto, con un ghigno beffardo stampato sul volto. Non c'era nè stupore nè sdegno nei suoi occhi, bensì un luccichio che tradiva una folle eccitazione. In preda al terrore lanciai un gridolino strozzato, e cercai di scendere da sopra Massimo, il quale non sembrava affatto sorpreso da quell'improvviso ingresso. Cercai di divincolarmi, ma lui mi tenne sopra di sè impedendomi qualsiasi movimento. A quel punto Alessandro fece un passo verso di noi, e guardando i nostri copri avvinghiati mi disse: continua, brutta puttanella, continua a farti scopare senza ritegno, voglio vederti godere, perchè non sai cosa ti aspetta. Ma la mia eccitazione era sparita, volevo scappare e andarmene in preda alla vergogna, ma i due uomini, evidentemente complici di quella situazione, non me lo permisero. Alessandro si avvicinò ancora, mise un ginocchio sul letto e mi afferrò per i capezzoli e con una brutale forza iniziò a stringerli, martoriandomi. Gli occhi mi lacrimavano per il dolore e la vergogna quando lui mi disse: continua a farti impalare, come la troia che sei. Liberò i miei capezzoli lasciandoli arrossati e gonfi e andò a sedersi su una poltrona a bordo del letto. Un'evidente erezione gli gonfiava i pantaloni. A quel punto Massimo mi prese per i fianchi e mi mise con forza a pecora, iniziando a sfondarmi la micetta con colpi secchi e profondi, mentre con una mano prese a stimolarmi uno dei capezzoli ancora dolorante. Gridavo per il dolore, ma il mio corpo tradiva un'eccitazione profonda e la mia fica colava umori vergognosamente, piena del membro di Massimo, mentre Alessandro continuava a guardarci massaggiandosi il pacco. Gli affondi di Massimo durarono ancora qualche minuto, finche mi esplose nel ventre, inondandomi del suo seme. A quel punto venni trascinata con forza in cucina, dove fui messa di peso sdraiata sul tavolo, mi aprirono le gambe e le legarono ai bordi del tavolo con dello spago. Mi sentivo esposta, vulerabile e umiliata, la mia fighetta aperta ai loro occhi, arrossata e gonfia, grondante di umori e della sborra di Massimo. Alessandro mi fece capire che era l'ora della punizione per il mio comportamento da sgualdrina. Iniziò a rivolgermi ogni tipo di insulto, mente mi schiaffeggiava la fica, stringendomi con forza il clitoride e infilandomi con forza più dita dentro a un ritmo incessante graffiandomi le pareti vaginali con le unghie, provocandomi un godimento inaudito, ma anche dei lancinanti dolori. Nel frattempo Massimo mi strinse i capezzoli, oramai ridotti a dei grossi chiodi paonazzi, in delle mollette da bucato e iniziò a schiaffeggiarmi i piccoli seni con forza. A quel punto Alessandro agganciò una terza molletta al mio clitoride eretto e il mio corpo si contrasse in un violento spasmo, lasciandomi andare ad un orgasmo mai provato prima, che mi provocò la schiuma alla bocca. Ero una troia sottomessa alle manie di quei due uomini, e il pensiero allo stesso tempo mi impauriva e mi faceva godere. Mi ritrovai a segarli e spompinarli entrambi, mi riempivano la bocca contemporaneamente, facendomi strozzare. Fui scopata nel culo e nella passera senza alcun riguardo, mi penetrarono contemporaneamente insultandomi e schiaffeggiandomi. Inoltre mi fu inserito nel corpo ogni tipo di oggetto, per beffa. Mi obbligarono a succhiare una grossa banana mentre Alessandro mi inseriva una bottiglietta d'acqua nella mia fighetta oramai completamente aperta. La mia sottomissione durò quasi un'ora finchè non venni liberata dallo spago e dalle mollette. Venni indecentemente per più volte. Con le gambe e il ventre tremanti fui fatta inginocchiare a terra, mentre i due uomini si menavano il cazzo furiosamente, le cappelle violacee ancora bagnate dai miei copiosi liquidi vaginali. Mi ordinarono di aprire la bocca e fui immediatamente riempita dal loro seme, che mi arrivò in bocca e sugli occhi, colando sul mio collo e sui miei capezzoli oramai di dimensioni indecenti. Non saprei dirvi se è stato il pomeriggio più brutto o più bello della mia vita.

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