Forse ero innamorata
di
Geriko
genere
confessioni
È passato ormai più di qualche anno da questa storia ma lo ricordo come ieri.
Lui era uno dei miei compagni di classe del liceo, il solito tipo che non faceva niente per stare al centro dell'attenzione e che passa inosservato, uno qualunque insomma. Alto, magro e bellissimi capelli lunghi, poi ho capito che semplicemente era troppo pigro per tagliarli e ciò valeva anche per la barba. Di lui non riuscivo a capire niente ma aveva un magnetismo che mi faceva fare le peggio cose.
Era pluribocciato e marinava sempre, ma quando c'era lottavo disperatamente per non guardarlo, la paura di lasciar trasparire i miei pensieri con lo sguardo era troppa. Quindi lo evitavo soddisfando a metà questa morbosa ossessione... Quando potevo mi chiudevo nei bagni della palestra stringendo le cosce aspettando il momento giusto per infilarmi le mani nelle mutandine e finalmente tirare un sospiro di sollievo. Riuscivo a pensare solo alla sua voce, ai suoi occhi scuri su di me, immaginando le sue dita insidiarmi come merito mentre mi violava la bocca. Quando mi trattenevo per non ansimare troppo forte i miei capezzoli pulsavano ancora di più: dolorosamente turgidi e sensibili sotto maglietta e reggiseno mentre le mie dita sguazzavano e affondavano proprio dove mi piace tanto, per poi emergere poco prima di raggiungere l'apice strisciandone gli umori sul clitoride gonfio prima di riprendere ancora. Venivo sempre intensamente tra spasmi e respiri trattenuti ma senza di lui. Dopo essermi ripresa e rinfrescata un po' ritornavo a seguire l'ora di motoria con la classe e fortunatamente nessuno mi ha mai scoperta che io sappia. Col senno di poi penso che avrei dovuto farmi avanti, ma probabilmente è giusto che sia rimasta solo una bella fantasia adolescenziale. Almeno con questa esperienza ho potuto capire quanto fossi irrecuperabile
Lui era uno dei miei compagni di classe del liceo, il solito tipo che non faceva niente per stare al centro dell'attenzione e che passa inosservato, uno qualunque insomma. Alto, magro e bellissimi capelli lunghi, poi ho capito che semplicemente era troppo pigro per tagliarli e ciò valeva anche per la barba. Di lui non riuscivo a capire niente ma aveva un magnetismo che mi faceva fare le peggio cose.
Era pluribocciato e marinava sempre, ma quando c'era lottavo disperatamente per non guardarlo, la paura di lasciar trasparire i miei pensieri con lo sguardo era troppa. Quindi lo evitavo soddisfando a metà questa morbosa ossessione... Quando potevo mi chiudevo nei bagni della palestra stringendo le cosce aspettando il momento giusto per infilarmi le mani nelle mutandine e finalmente tirare un sospiro di sollievo. Riuscivo a pensare solo alla sua voce, ai suoi occhi scuri su di me, immaginando le sue dita insidiarmi come merito mentre mi violava la bocca. Quando mi trattenevo per non ansimare troppo forte i miei capezzoli pulsavano ancora di più: dolorosamente turgidi e sensibili sotto maglietta e reggiseno mentre le mie dita sguazzavano e affondavano proprio dove mi piace tanto, per poi emergere poco prima di raggiungere l'apice strisciandone gli umori sul clitoride gonfio prima di riprendere ancora. Venivo sempre intensamente tra spasmi e respiri trattenuti ma senza di lui. Dopo essermi ripresa e rinfrescata un po' ritornavo a seguire l'ora di motoria con la classe e fortunatamente nessuno mi ha mai scoperta che io sappia. Col senno di poi penso che avrei dovuto farmi avanti, ma probabilmente è giusto che sia rimasta solo una bella fantasia adolescenziale. Almeno con questa esperienza ho potuto capire quanto fossi irrecuperabile
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