Sei sicura?
di
Antonio Buongiorno
genere
bondage
Dance, dance, dance.
Il vecchio era stanco. Più del solito. Sentiva braccia e gambe molli.
Scese dall’auto, percorse il breve tratto dal parcheggio all'atrio quasi avesse le pattine ai piedi. Saluto’ con un cenno il portiere, che ricambio’.
Si infilò nell'ascensore vuoto e dopo aver digitato il numero del piano, appoggiò la spalla destra volgendo il corpo verso la porta d'uscita.
Entro’ in casa e si spoglio’ rapidamente, restando in mutande e canottiera. Neanche le ciabatte. Ma una birra fresca. Quella si.
Si stava assopendo, quando senti’ il portoncino aprirsi. Era lei. Mi pari un cadavere gli disse, per incoraggiarlo.
Prese anche lei una birra fresca dal frigo. Anche lei era stanca, aveva occhiaie profonde. Era un periodo impegnativo per entrambi.
Accese lo stereo e sintonizzo’ la frequenza della radio su una stazione che trasmetteva vecchi successi “disco” di vari decenni prima.
Lei, con la birra in mano accenno’ a qualche movimento. Era elegante e sapeva che a lui piaceva come ballava. Continuo’ a ballare accentuando i movimenti. Comincio’ a spogliarsi. Era danza.
Un poco alla volta resto’ in mutandine e reggiseno. Ballo’ e ballo’.
Piccole gocce di sudore si formarono sul sul bel seno. Lo guardò, poggio’ la birra sul tavolo e si sedette a cavalcioni su di lui.
Erano entrambi pronti.
Lei lo fece uscire e lui spostò appena il bordo delle mutandine e la penetro’.
Lentamente .
Erano stanchi, molto stanchi.
Impiegarono del tempo, ma poi la danza si fermo’ e li trovo ‘ abbracciati.
Il vecchio era stanco. Più del solito. Sentiva braccia e gambe molli.
Scese dall’auto, percorse il breve tratto dal parcheggio all'atrio quasi avesse le pattine ai piedi. Saluto’ con un cenno il portiere, che ricambio’.
Si infilò nell'ascensore vuoto e dopo aver digitato il numero del piano, appoggiò la spalla destra volgendo il corpo verso la porta d'uscita.
Entro’ in casa e si spoglio’ rapidamente, restando in mutande e canottiera. Neanche le ciabatte. Ma una birra fresca. Quella si.
Si stava assopendo, quando senti’ il portoncino aprirsi. Era lei. Mi pari un cadavere gli disse, per incoraggiarlo.
Prese anche lei una birra fresca dal frigo. Anche lei era stanca, aveva occhiaie profonde. Era un periodo impegnativo per entrambi.
Accese lo stereo e sintonizzo’ la frequenza della radio su una stazione che trasmetteva vecchi successi “disco” di vari decenni prima.
Lei, con la birra in mano accenno’ a qualche movimento. Era elegante e sapeva che a lui piaceva come ballava. Continuo’ a ballare accentuando i movimenti. Comincio’ a spogliarsi. Era danza.
Un poco alla volta resto’ in mutandine e reggiseno. Ballo’ e ballo’.
Piccole gocce di sudore si formarono sul sul bel seno. Lo guardò, poggio’ la birra sul tavolo e si sedette a cavalcioni su di lui.
Erano entrambi pronti.
Lei lo fece uscire e lui spostò appena il bordo delle mutandine e la penetro’.
Lentamente .
Erano stanchi, molto stanchi.
Impiegarono del tempo, ma poi la danza si fermo’ e li trovo ‘ abbracciati.
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