Fiorellino-Tickling

di
genere
dominazione

Tornai a casa dal lavoro, dovevo poi prepararmi per andare a trovare mia zia.
Dato che abito in una zona di case con rettangolo di verde, ho delle piantine di lavanda, e volevo tagliare qualche stelo per la zietta!!!!
Ancora vestita con tailleur e collant e scarpe con tacco, feci volare questi ultimi e scalza andai fuori con le forbici da giardino.
il mazzo che racimolai era misero.
Decisi di rompere le scatole ai vicini che avevano un vero pollice verde, e un giardino molto più grande del mio.
“Umberto, premetto che vi sarò riconoscente, non ha due o tre steli di fiori per mia zia? Perché vado adesso, ma la lavanda è troppo poca”
“ Ma certo Gaia, vieni vieni, mia moglie però è ancora fuori, se ti fidi di me, faccio io, ma cosa ti è successo ai piedi?”
Ero scalza, ormai con i collant sporchi e rotti alla pianta del piede, perché non volevo rovinare le décolleté che usavo per andare a lavorare.
“Eh niente, ho tolto le scarpe buone per andare nel prato un attimo, ma poi l’attimo è diventato minuti in giro “
“Ahh ok, hai dei piedini molto graziosi”
Andammo a raccogliere i fiori.
Mi misi in ginocchio per creare il mazzo sull’erba, ad un tratto sentì un solletichio al collo, pensavo che fosse un insetto, poi il solletichio scivolò attraverso la schiena.
Mi voltai indietro abbassando lo sguardo, e la mano di Umberto reggeva un ramettino, che continuò il suo percorso verso la pianta del piede.
Tic Tic
“Soffri il solletico?”
“Eh ah si, un po’ “
L’uomo si sedette sul prato accanto a me.
E mi chiese di porgergli i piedi.
Mista a curiosità ed esitazione, gli porsi le due estremità , sporchissime, con calze rotte del tutto.
Mi sdraiai ed egli col rametto tornò a solleticare le due piante nude, esposte al suo cospetto, passava lungo la linea in cui le dita si uniscono al polpastrello. Provavo una sensazione elettrizzante ed eccitante, poi lui aveva un’espressione sessualmente esplicita, sembrava godere tanto.
“Ti piace, Giada?”
“ Si ma perché vuoi farmi solletico?”
“ Sono un cultore dei piedi, soprattutto delle giovani donne, come te, se non ti da fastidio, continuo”
“ Fai pure, ma ti eccita?”
“ Si, non posso farne a meno “
Sentii un improvviso impulso di fare pipì, feci per alzarmi, mentre gli spiegavo il motivo, lui rispose “ falla qui, voglio vederti mentre fai pipì “
“ No no, sei matto scusa poi tua moglie? Mi ammazza, ammazza tutti e due”
“ Giada, è fuori, so a che ora torna, ti prego, fammi questo regalo “
Mi alzai, tirai su la gonna, e strappai via i collant, oramai rotti del tutto, e mi diressi verso una parte più nascosta.
Umberto si alzò e mi seguì.
Ebbene…. ero eccitata, si può dire?
Mi abbassai e mentre il liquido giallo abbeverava il terreno , Umberto si piegò su di me e da dietro mi infilò un dito nell’ano.
“Ma ohhhhhhhh!!!!! Sei pazzo?”
Caddi in avanti a sedere in aria, con ancora la pipì che stava finendo di uscire.
“ Dai, non ti faccio niente di male, non voglio violentarti, vorrei sono farti un po’ di solletico…”
Accettai, finita la pipì andammo in un’altra parte del giardino.
Indicò di sdraiarmi a pancia in giù, con la gonna sollevata e gambe aperte.
Prese degli steli di fiori e iniziò a tormentarmi col solletico provocato da vari tipi di fiori e rametti.
Oramai ero sua prigioniera, nel suo giardino, con una paura folle che sarebbe arrivata la moglie, con la faccia sul prato, ma al contempo decisa di riprovare libidine col solletico.
Umberto si mise a carponi per solleticare tutta mia parte del corpo posteriore, passando dai piedi all’interno cosce, io ero bagnata, vergognosa e iniziavo ad avere freddo.
“Ora Giada, ti posso toccare in mezzo alle gambe? Dovresti allargare un po’ di più le gambe e tirare un po’ su il sedere “….”Si così brava, brava e bella.”
Mi aspettavo che mi penetrasse come prima col dito, invece, mi passò un fiore sulla vagina, strofinando i petali.
“ Toccami di più che mi piace..” Lui non rispose. Volevo che mi infilasse un arbusto intero, invece l’uomo continuava il suo percorso andando verso l’altra gamba.
Con la mano provai a masturbarmi ma lui mi disse di stare ferma.
“ Umby sto per venire forse, sono strana, ti prego “
Egli mi apri bene le natiche, perlustrò la zona, infilò il dito dentro la vagina facendolo strisciare dall’ano a sotto davanti, tornò su, infilò il dito dietro ed uscì
“Oggi basta così “
“ Ma come? Mi lasci così?”
Si slacciò i pantaloni e il cazzo duro e impennato uscì quasi sbattendo.
“ Tieni bel fiorellino, bevi il seme che ti fa crescere “
Gli feci si il pompino, ma sputai il seme sull’erba.
Mi alzai, e orgogliosamente offesa, tirando giù la gonna, me ne tornai a casa.
Senza orgasmo! Visto che il mio, quello che sarà, dominatore, decise che non dovevo averlo.

Arrivata poi dalla zia, “Ma Giada non mi hai portato i fiori?”
“ Lascia stare zia, non ho avuto tempo.”
A volte, vedete, le cose più inattese, in quegli attimi fuggenti della vita, sono le più interessanti e lasciano un grande segno.
scritto il
2025-10-19
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