L'Amore ritrovato

di
genere
sentimentali

"Ormai non ci credevo più che questo momento sarebbe arrivato, ho smesso di crederci un po' di anni fa. Per un periodo, dopo il tuo addio, ho continuato a sperare nella possibilità di una vita insieme ma poi ho dovuto abbandonarla per pensare alla mia vita senza di te. Vorrei poter dire che sono stati giorni bui ma non è così, sono stati giorni grigi. Hai presente quando è inverno e per una quindicina di giorni non vedi la luce del sole perché è continuamente coperto da nuvole? Forse no, non te lo puoi immaginare perché tu vieni da un posto dove il sole non manca. Per me invece la metafora è calzante, solo che il sole rappresenta l'amore e le nuvole raffigurano la sensazione di apatia che ho provato fino a qualche giorno fa. Sono passati anni e io sono cambiato, ho smesso di credere in tante cose che erano parte integrante del mio modo di essere e soltanto per quello che è successo tra noi. Per quell'addio, neanche troppo improvviso, e l'impossibilità di chiederti anche soltanto come stessi. In questi anni ho provato ad avere altre relazioni, ho conosciuto nuovi modi di stare con le persone, ho provato a reinventare la mia intimità ma se ora sono qui vuol dire che nessuna di quelle era la strada giusta. Per tutto questo tempo mi è sembrato di vivere in un film in cui io sono l'attore principale che prova ad adattarsi a una vita che sembra aver perso di significato. Poi mi hai scritto e improvvisamente questi dieci anni non sono passati. Dentro di me si è accesa la stessa fiamma del giorno in cui ti ho conosciuta. E ora eccomi qui."

Avevo provato questo monologo per giorni, lo avevo imparato a memoria come si fa con le poesie quando sei alle scuole elementari. Le avevo chiesto di non interrompere il flusso di parole altrimenti non sarei stato in grado di riprenderle. Di fronte a me, seduta sui sedili posteriori della mia auto, Luna mi guardava con gli occhi spalancati. Quegli occhi grandi che sembravano contenere un mondo intero erano la porta di accesso per la sua anima, quegli stessi occhi che poi diventavano così piccoli quando rideva. Nel silenzio, le nostre menti ripercorrevano la lunga storia di due adolescenti che avevano fatto dell'amore l'antidoto a ogni male della vita. Era estate, le cicale avevano già iniziato a cantare e intorno a noi c'era soltanto qualche altra macchina parcheggiata al buio.
Dopo aver finito il mio monologo mi sentivo vuoto e nella mia testa mi chiedevo se fosse tutto lì; per dieci anni avevo pensato a cosa le avrei detto se l'avessi incontrata nuovamente. Fiumi e fiumi di pensieri persi chissà dove nella mia mente avevano lasciato spazio a quelle poche parole e alla sensazione che quello che stavo vivendo fosse tutto troppo.

Mentre si accendeva una sigaretta, Luna riuscì soltanto a dire qualche parola mentre la sua voce tremava per l'ansia: "non mi aspettavo che ancora ci pensavi a me. Quando ti ho scritto qualche giorno fa ero sicura che non mi rispondessi, nella migliore delle ipotesi. Nelle altre c'era rabbia, mi aspettavo che mi urlassi contro, che mi dessi la colpa per quello che è successo tra di noi, per essere andata via in quel modo".

Cercando il tabacco nella giacca, le risposi senza troppi giri di parole: "non è colpa di nessuno. Non che non ci abbia pensato che la colpa è stata tua, o che fosse mia.. ma alla fine ho capito che è andata come doveva andare. Dopo il tuo addio ti ho amata in altri mille modi e in altri mille mondi. Ho fantasticato molto, ho inventato scenari, ho creato parti di me e vite passate, future o immaginarie in cui noi ci amiamo. Mi sono detto che questa qui non è una di quelle. In questa vita siamo stati costretti a lasciarci andare o forse è proprio questo il punto di partenza, la vita zero da cui ne sono scaturite altre mille in cui stiamo insieme. E, forse, noi due di altri mondi ci stanno ringraziando in questo momento."

Luna sorrise: "hai detto che sono cambiate tante cose ma non smetti mai di essere così prolisso e filosofico".

"No, o meglio non riesco a non essere così quando si parla di te. Alcune cose non cambiano, tu lo sai meglio di me", risposi.

Luna mise la sua mano sul mio viso e mi abbracciò, forte, tenendomi stretto a sé come se volesse fondersi con il mio corpo. Il suo profumo era lo stesso, il suo odore pure. Molte persone potranno capire di cosa sto parlando; vi è mai capitato di camminare per strada e improvvisamente avvertire l'odore della persona che amavate? Prima che il cervello possa elaborare cosa sta succedendo, quell'odore ti entra nelle narici e l'immagine di quella persona prende possesso di voi per qualche istante, accelerando il vostro battito cardiaco, per poi tornare alla normalità dopo qualche secondo. Bene, questo è quello che stava succedendo in quell'abbraccio, soltanto che il mio cuore non si fermava. In quei minuti di silenzio in cui siamo rimasti abbracciati, il cuore sembrava quasi voler uscire dal petto e andare via. Ma il suo odore non era soltanto questo. È difficile spiegare questa sensazione ma era eccitante. Lo è stato per tutti questi anni. Ogni volta che sentivo un profumo che usava lei o anche soltanto uno shampoo che mi ricordava i suoi capelli, l'eccitazione prendeva il sopravvento. È anche in quel momento stava succedendo.
Luna si mise sulle mie gambe e continuava ad abbracciarmi, la mia testa premeva contro il suo petto e l'unica cosa che mi seperava dal sentire nuovamente i suoi seni era la lunga collana che cadeva proprio in quella zona.

"Anche io in questi anni ho pensato a noi, al passato, a quello che è stato e che sarebbe potuto essere, ma poi mi sono detta che non aveva senso. Come te, ho provato a  vivere nelle emozioni di quella relazione, cercandole continuamente dentro di me, finché ho capito che stavo sbagliando. Ora, ciò che mi importa è il futuro. Tu conservi ancora le nostre promesse?". Così, Luna mi sussurrò all'orecchio quello che non era stata in grado di dire nei giorni precedenti.

Le mie mani iniziavano a toccarla. Iniziai a riprendere la sensibilità con il suo corpo, a ricordare le sue forme, a percorrere i suoi fianchi cercando le posizioni di alcuni dettagli del suo corpo, come se volessi accertarmi che quella che avevo tra le mie braccia era proprio lei, la mia Luna. E così, ripresi a parlarle: "Ho combattuto duramente e a lungo per mantenere vive quelle promesse. Ho dovuto chiuderle in un piccolo posto di cuore, ibernandole, per far si che non condizionassero troppo la mia vita. Ma non è stato così. Ogni relazione che ho avuto è finita perché le ragazze con cui sono stato volevano tutto il mio cuore, ma non riuscivano ad averlo perché quella piccola frazione è sempre stata soltanto per te. Devo dirti la verità; sono stato con molte altre donne in questi anni ma l'ultima volta che ho fatto l'amore risale a tanti anni fa, a quando c'eri tu. Scopare non è stato un problema, ma quella sensazione soltanto nostra non l'ho ritrovata mai più. Io sono sopravvissuto in qualche modo, ma la mia anima non ha mai superato il distacco dalla tua. Quella sensazione di essere una cosa sola durante l'amore non ha più fatto parte di me. All'inizio era difficile, poi ci ho fatto l'abitudine."

Luna mi guardava con gli occhi pieni di lacrime, poi si avvicinó al mio viso. Le nostre bocche si stavano incontrando nuovamente, mentre le mie mani toccavano il suo corpo caldo. La mano sinistra sul suo fianco destro, l'altra mano sul seno. Nel momento in cui le nostre lingue si incrociavano e le nostre lacrime si stavano mischiando, le mie mani la stringevano forte, comunicandole che non l'avrei lasciata più andare.

"Fai l'amore con me stasera. La sensazione di cui parli non è scomparsa, tutt'altro! È viva, è dentro di te, devi soltanto trovare l'anima giusta" mi disse mentre si toglieva la maglietta scoprendo i suoi seni tondi.

I suoi capezzoli rosa scuro, già turgidi, puntavano nella mia direzione. Vederla nuovamente così davanti a me, procurò nuovamente l'accelerazione del mio cuore. Mi tolse la maglietta scoprendo il corpo che tanto aveva amato, ritrovandolo con qualche ferita in più. Mentre mi toccava le braccia, si inarcò leggermente all'indietro esponendo i capezzoli davanti alla mia bocca. Toccandoli con entrambe le mani, cominciai a leccarle i seni provocando dei leggeri gemiti. Quanto mi erano mancati, pensai. Poi, con più forza, strinsi il capezzolo destro tra i denti mentre lo leccavo con la punta della lingua. Lei si muoveva su di me e io iniziavo a scendere con le mani, passando al suo piercing sull'ombelico e poi al pube. Le abbassai i pantaloncini e iniziai a toccarla da sopra il tanga nero che portava. Non era per niente cambiata! La sua biancheria era fradicia ma aveva perso l'impazienza di un tempo, adesso aspettava che fossi io a decidere. La feci scendere da sopra le gambe e le dissi di stendersi. La mia lingua ora partiva dal suo ginocchio per avvicinarsi al suo frutto bagnato. Luna gemeva e tremava mentre il mio respiro si faceva sempre più vicino. Così, mentre aveva gli occhi chiusi e la testa inclinata all'indietro, iniziai a leccarle il clitoride da sopra al tanga mentre con le dita sentivo le grandi labbra. Spostai il tanga e lasciai scoperto il clitoride. La sua fica depilata era davanti ai miei occhi e ancora stentavo a crederci. L'avevo desiderata per tutti questi anni e ora era a mezzo centimetro dalla mia lingua. Smisi di pensare e poggiai la lingua sul clitoride facendola gemere. Lo leccavo piano, con la punta, con movimenti circolari e decisi. Le dita iniziavano ad insinuarsi nella vagina ricca di umori. I polpastrelli dell'indice e del medio erano dentro mentre Luna mi urlava di volere di più. Così, andai a fondo con le dita inserendole in profondità. Tenendole ferme dentro, iniziai a fare pressione verso l'alto, quasi a voler toccare il clitoride da dentro. Aprivo e chiudevo le dita, sempre piano, dall'interno, mentre non smettevo di leccarla. Lei tremava, era quasi vicina all'orgasmo. Chissà se è ancora in grado di squirtare, pensai. Perciò, decisi di provare. Aumentai leggermente il ritmo e mi resi conto che il suo respiro si faceva sempre più pesante. Continuavo a leccarla sempre con più avidità, muovendo le dita dentro e fuori questa volta. I suoni della sua vagina erano musica, gli umori che grondavano mi avevano completamente bagnato la mano è le mie dita erano ricche della sua crema. Mi alzai leggermente e andai verso il suo viso. Lei mi guardó, mi tiró giù con la mano e cominciammo a baciarci in maniera molto più violenta. La mia lingua era completamente mischiata con la sua mentre aumentavo la velocità delle dita. Nel momento in cui usai l'altra mano per tenere fermo il suo collo sul sedile, lei scostò la faccia, si chinò all'indietro e urlò. Io avevo il mio sguardo rivolto verso di lei, stavo osservando il suo orgasmo dopo così tanti anni e l'eccitazione di quella scena non era cambiata minimamente. Tutto quello che sentivo sulla mano dentro di lei erano i suoi liquidi, con la vagina che si stringeva intorno alle mie dita e le sue gambe che tremavano. Dopo qualche secondo, io ero ancora lì a guardarla e lei che respirava affannosamente mi chiese di stringerla. Abbracciami, mi disse. E io lo feci. Mi stesi su di lei e la abbracciai come si fa con quello che hai di più caro al mondo.

Restammo così per qualche minuto. C'era silenzio e odore di sesso. C'erano anni di dolori, cose non dette, delusioni, ipotesi, promesse mancate e ancora di più, tutto racchiuso nel silenzio dopo l'orgasmo.

"Tu mi ami ancora?" Luna ruppe così quel momento.

"Non ho mai smesso", risposi.

Lei si alzò, restammo seduti uno di fianco all'altro. Poi mi sbottonò i pantaloncini rivelando l'erezione nascosta.

Guardandola negli occhi le dissi: "insegnami di nuovo a fare l'amore, come io feci con te tanti anni fa".

Luna fece scendere le mie mutande lungo le gambe, lasciandole cadere per terra. Poi, la sua mano toccò il mio membro eretto sentendone la durezza e lo spessore. La sua mano mi toccava delicatamente, con le dita tracciava il sentiero dalla cappella alla base spostandosi lungo le vene gonfie, andando poi su e giù, scappellando completamente il mio cazzo per poi tirare nuovamente la pelle su. Le mie dita ancora impregnate del suo sapore, odoravano proprio come tanto tempo fa. Gliele passavo sulle labbra, infilandole in bocca; lei le succhiava mentre continuava a segarmi. Poi, si mise su di me. La sua vagina era a contatto con la mia cappella che sfregava contro di lei. Tenendolo fermo con la mano destra, Luna inserí il mio cazzo nella sua fica bagnata.

"Ti amo" - mi sussurrò.

Gli umori che aveva rilasciato facilitarono l'ingresso. Il mio cazzo era completamente dentro di lei. Luna si curvó su di me, avvolgendomi le braccia intorno al collo e chinando la testa sulle mie spalle mentre iniziava a muoversi molto lentamente. Io ero fermo, con le mani appoggiate sui suoi fianchi e gli occhi chiusi rivolti verso l'alto. La sentivo muoversi su di me, ad ogni spinta il mio cazzo entrava ed usciva dalla sua vagina. Questa volta era il mio respiro a farsi via via più pesante. Guardai Luna negli occhi mentre saltava su di me e le dissi di baciarmi. Mise la lingua nella mia bocca e ci baciammo come mai prima di quel momento. Mentre la passione saliva, io la stringevo sempre più forte e le sue spinte si facevano più decise.

"Ti amo" - le sussurrai.

Guardandomi negli occhi, Luna aumentò il ritmo. Io ero arrivato al limite e lei riusciva a sentirlo. Sentiva il mio sesso ingrandirsi dentro di lei e i miei muscoli tesi che annunciavano un orgasmo imminente. La spinsi leggermente all'indietro, facendo in modo che poggiasse la testa contro il sedile anteriore. Poi, alzando leggermente le gambe, spinsi il mio cazzo fino in fondo dentro di lei ed esplosi in un orgasmo liberatorio. Luna gemeva sentendo i getti di sperma caldo che la riempivano completamente. Mentre stavo venendo, i nostri occhi erano fissi uno sull'altro. Venivo ancora mentre ci guardavamo con l'intensità di due innamorati che si ritrovano dopo anni di silenzio. Poi, dopo aver finito di sborrare, rimasi dentro di lei e le dissi di abbracciarmi. Lei mi strinse al suo petto mentre sentivo lo sperma colare su di me.


Restammo così per una decina di minuti, come eravamo soliti fare in passato quando sognavamo di addormentarci con me dentro di lei. Durante quei minuti, poteva anche crollare il mondo, non avrebbe avuto importanza. Durante quei minuti, avevo tutto ciò che desideravo nella vita. Durante quei minuti, sentivo di poter affrontare qualsiasi cosa, sentivo la forza per superare qualsiasi ostacolo. Durante quei minuti ero la persona più felice del mondo.
di
scritto il
2025-10-15
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