Giochi in ufficio
di
impiegato
genere
etero
Sono l’ultimo arrivato in ufficio, ed inizialmente per le prime settimane ancora non c’era una postazione pc tutta per me, quindi spesso mi alternavano fra la sala riunioni e la segreteria, però maggiormente ero fisso in segreteria, ed è proprio li che conosco molto bene la segretaria, una signorina di 35 anni, alta circa 1.70 magra, non molte tette, con un bel culetto e lunghi capelli castani molto sensuale e carina nei modi e nei movimenti, i primi giorni non riuscivo a fare a meno di ammirarla, soprattutto da quel giorno che arrivò con minigonna nera, camicetta bianca e tacco nero. Inizialmente stava seduta di fronte a me molto composta, ma dopo qualche ora si mise seduta più comoda, e purtroppo o per fortuna le nostre scrivanie erano di fronte, e grazie a questo riuscivo a scorgere fra le sue gambe anche se poco, quel poco intimo che indossava. Circa un’oretta dopo, la vedo che si alza e mi chiede se mi andasse un caffe, ovviamente accettai e le dissi che dopo il caffè ci stava una sigaretta. Ci dirigiamo alla macchinetta del caffè, e poi a fumare in balcone, mentre stavamo fumando, mi guarda e mi dice: “oggi ti vedo un po’ distratto e pensieroso, che succede?” ed il li per li non sapevo che scusa inventarmi, ma dato che comunque anche se poco ci avevo preso confidenza e sapendo fosse single, le risposi che avanti a me avevo una figura angelica (non solo di nome) che mi distraeva, tutto con il sorrisetto. Mi da una pacca e mi dice sorridendo: “che scemo!”. Finito di fumare entriamo, e mi sussurra che se fino a quel momento mi aveva distratto, ora iniziava il meglio, ed io le risposi con aria di sfida che volevo proprio vedere dove riuscisse ad arrivare.
Il gioco inizia, non più posizioni comodo ma tutto e di più per mettersi in mostra, inizia aprendo leggermente la camicia bianca, e ad ogni mio sorriso aggiungeva sempre uno sguardo più ammiccante, fino ad un certo punto dove ormai ero già eccitato che decisi di scriverle per via messaggio, che se continuava in quel modo mi avrebbe fatto licenziare per zero produttività. Legge il messaggio sorride e mi risponde “no, se ti licenziano, io poi con chi gioco?”, allora li le dissi: “se vuoi giocare, giochiamo bene ed insieme”, e lei mi rispose ci sto”. Allora li decido di agire, decido di mandare in stampa un foglio con scritto “GIOCHIAMO?” mi alzo e vado alla stampante che stava dietro la sua postazione, vado per prenderlo e le sfioro la coscia con la mano prendo il foglio dalla stampante e glielo metto sul tavolo, io da dietro di lei che le sussurro, “però voglio giocare sulla tua scrivania”, mi risponde “pazzo”, e le do un bacio sul collo e torno alla mia scrivania.
Facendo finta di essere arrabbiato e non calcolandola, mi arriva un suo messaggio “non vuoi più giocare?” e le rispondo, “fa tutto parte del gioco, libera la scrivania”, fa no con la testa e mi risponde “ci sono i colleghi ora non possiamo qui, ma lo faremo”, e le rispondo, allora “che ne dici di giocare a nascondino?” e lei mi risponde: “chi cerca chi?”, ed io “l’ultimo che si alza cerca l’altro”, sorride e si alza va verso i bagni e poi verso l’archivio, mi alzo per seguirla, mi sorride ed entra in archivio, entro anche io, e la cerco fra le 4 librerie disposte come nelle biblioteche, e la trovo seduta su un tavolo con le gambe incrociate che sorrideva, mi avvicino a lei e le dico: “trovata, ora paghi pegno!”, la fisso negli occhi e provo a limonarla, ricambia il limone, e poi dice: “il prossimo livello lo faremo più estremo?”, sorrido e annuisco di si, per non destare sospetto inizia a cercare qualcosa chiedendomi aiuto, prende il primo fascicolo che le capita e torna alla sua postazione, ritorno anche io e mi scrive: “posso farmi trovare ancora io?”, sorrido e le dico sì.
Va per alzarsi ma arriva il nostro collega gay che le doveva chiedere alcune cose, ed allora decido di iniziare a stuzzicarla ancora di più, mi vede che prendo il telefono e fa la faccia come per dire cosa farà? e le scrivo, “se cerco te il prossimo pegno è un pompino!”, legge dall’orologio e sorride. Appena va via il collega, si fissa, si morde il labbro e mi fa si con la testa. Calma e sorriso per circa 15 minuti, e la vedo che si alza diretta verso i bagni, sento chiudere la porta e vado per alzarmi, ma in quel momento, mi sento chiamare dal mio capo e di andare nel suo ufficio, fra me e me dico che palle, ma purtroppo devo andare, le scrivo, “gioco in pausa, continuiamo dopo”.
Vado in ufficio dal capo e mi dice, che il giorno dopo sarebbe arrivata la mia nuova postazione con pc e che mi dovevo spostare nella stanza infondo da solo, dico va bene, ma fra me e me dico che palle voglio stare in segreteria ancora un po’.
Dato che eravamo a porta aperta, lei sente il discorso e mi scrive: appena è pronta inauguriamo la tua scrivania?
Leggo il suo nome e cerco di non leggere il messaggio dall’orologio, per non creare brutte scene.
Esco dall’ufficio del capo e lui mi dice chiudi gentilmente anche la porta quando esci e leggo il messaggio, e nel frattempo mi scrive “ora nasconditi tu che ti cerco io”.
Esco e mi dirigo verso il bagno, era l’unico posto che poteva pagare il pegno che le avevo chiesto, entro in bagno, ma la sento parlare con il capo, sento che dice che andava via e sarebbe tornato dopo per le 15.00, saluta tutti e va via. Nel frattempo i colleghi si stavano preparando anche loro per andare in pausa pranzo, e temporeggio in bagno. Stavo per uscire perché non sentivo nessuno dei colleghi uscire, ma tempo 2 minuti e sento aprire la porta, mi guarda e con movenze sexy : “mi dice il capo è andato via, ed anche gli altri stanno uscendo”, le do un bacio e lei mi dice: “ ma non era questo il pegno”, la guardo e le dico: “non ti fai problemi noto”, e come un fulmine slaccia la cintura mi cala pantaloni e mutande e inizia a giocare con il mio cazzo, prima di mano e poi inizia a leccarlo lentamente fino a metterselo tutto in bocca, le vengo in bocca e ingoia tutto. Soddisfatta quanto me per il capolavoro che aveva fatto e mi dice: “andiamo a pranzo insieme?”, ci sistemiamo usciamo e ci dirigiamo verso una tavola calda li vicina, pranziamo tranquillamente e ci dirigiamo in ufficio, mi aveva espressamente chiesto di continuare a giocare e salire di livello con le ricompense, entriamo in ascensore e l’atmosfera si fece già calda, i limoni e le palpate erano durissimi, si apre l’ascensore e entriamo in ufficio, la vedo che blocca la porta da dentro e mi dice: “adesso siamo del tutto soli, continuiamo a giocare!” , annuii e le dissi di voler giocare davvero sulla sua scrivania, l’idea le piaceva e siede sulla sua scrivania, si toglie i tacchi si sfila le calze e grida “ I GIOCHI SONO INIZIATI!” mi avvicino a lei, la avvicino a me e le inizio ad aprire la camicia, lei non da meno, apre la cintura tira giù pantaloni e mutande e inizia a giocare di mano con il mio cazzo, nel mentre io le tolsi la camicia e reggiseno e iniziai a leccare i suoi capezzoli turgidi, e la mano destra fra le sue gambe per levare quel piccolo perizoma, smetto di leccare i capezzoli e mi dirigo a gustare la sua bella figa rasata, quelle due labbra inondate di umori, godeva già cosi mentre continuava a massaggiare il mio cazzo, la spingo sulla scrivania, le tolgo il cazzo dalla mano e non ci penso due volte a metterglielo in figa da sotto quella minigonna, sfilo dalla tasca il preservativo lo metto e via, il gioco che desideravamo sulla scrivania stava avvenendo, fu una cosa velocissima, per la paura che potesse arrivare qualcuno ma fu una scopata bellissima. Finito ci sistemiamo e torniamo in postazione come se nulla fosse successo. Rientrano in ufficio anche gli altri e continuiamo a mandarci messaggi per continuare il gioco, in attesa di battezzare anche la mia scrivania. (continua)
Il gioco inizia, non più posizioni comodo ma tutto e di più per mettersi in mostra, inizia aprendo leggermente la camicia bianca, e ad ogni mio sorriso aggiungeva sempre uno sguardo più ammiccante, fino ad un certo punto dove ormai ero già eccitato che decisi di scriverle per via messaggio, che se continuava in quel modo mi avrebbe fatto licenziare per zero produttività. Legge il messaggio sorride e mi risponde “no, se ti licenziano, io poi con chi gioco?”, allora li le dissi: “se vuoi giocare, giochiamo bene ed insieme”, e lei mi rispose ci sto”. Allora li decido di agire, decido di mandare in stampa un foglio con scritto “GIOCHIAMO?” mi alzo e vado alla stampante che stava dietro la sua postazione, vado per prenderlo e le sfioro la coscia con la mano prendo il foglio dalla stampante e glielo metto sul tavolo, io da dietro di lei che le sussurro, “però voglio giocare sulla tua scrivania”, mi risponde “pazzo”, e le do un bacio sul collo e torno alla mia scrivania.
Facendo finta di essere arrabbiato e non calcolandola, mi arriva un suo messaggio “non vuoi più giocare?” e le rispondo, “fa tutto parte del gioco, libera la scrivania”, fa no con la testa e mi risponde “ci sono i colleghi ora non possiamo qui, ma lo faremo”, e le rispondo, allora “che ne dici di giocare a nascondino?” e lei mi risponde: “chi cerca chi?”, ed io “l’ultimo che si alza cerca l’altro”, sorride e si alza va verso i bagni e poi verso l’archivio, mi alzo per seguirla, mi sorride ed entra in archivio, entro anche io, e la cerco fra le 4 librerie disposte come nelle biblioteche, e la trovo seduta su un tavolo con le gambe incrociate che sorrideva, mi avvicino a lei e le dico: “trovata, ora paghi pegno!”, la fisso negli occhi e provo a limonarla, ricambia il limone, e poi dice: “il prossimo livello lo faremo più estremo?”, sorrido e annuisco di si, per non destare sospetto inizia a cercare qualcosa chiedendomi aiuto, prende il primo fascicolo che le capita e torna alla sua postazione, ritorno anche io e mi scrive: “posso farmi trovare ancora io?”, sorrido e le dico sì.
Va per alzarsi ma arriva il nostro collega gay che le doveva chiedere alcune cose, ed allora decido di iniziare a stuzzicarla ancora di più, mi vede che prendo il telefono e fa la faccia come per dire cosa farà? e le scrivo, “se cerco te il prossimo pegno è un pompino!”, legge dall’orologio e sorride. Appena va via il collega, si fissa, si morde il labbro e mi fa si con la testa. Calma e sorriso per circa 15 minuti, e la vedo che si alza diretta verso i bagni, sento chiudere la porta e vado per alzarmi, ma in quel momento, mi sento chiamare dal mio capo e di andare nel suo ufficio, fra me e me dico che palle, ma purtroppo devo andare, le scrivo, “gioco in pausa, continuiamo dopo”.
Vado in ufficio dal capo e mi dice, che il giorno dopo sarebbe arrivata la mia nuova postazione con pc e che mi dovevo spostare nella stanza infondo da solo, dico va bene, ma fra me e me dico che palle voglio stare in segreteria ancora un po’.
Dato che eravamo a porta aperta, lei sente il discorso e mi scrive: appena è pronta inauguriamo la tua scrivania?
Leggo il suo nome e cerco di non leggere il messaggio dall’orologio, per non creare brutte scene.
Esco dall’ufficio del capo e lui mi dice chiudi gentilmente anche la porta quando esci e leggo il messaggio, e nel frattempo mi scrive “ora nasconditi tu che ti cerco io”.
Esco e mi dirigo verso il bagno, era l’unico posto che poteva pagare il pegno che le avevo chiesto, entro in bagno, ma la sento parlare con il capo, sento che dice che andava via e sarebbe tornato dopo per le 15.00, saluta tutti e va via. Nel frattempo i colleghi si stavano preparando anche loro per andare in pausa pranzo, e temporeggio in bagno. Stavo per uscire perché non sentivo nessuno dei colleghi uscire, ma tempo 2 minuti e sento aprire la porta, mi guarda e con movenze sexy : “mi dice il capo è andato via, ed anche gli altri stanno uscendo”, le do un bacio e lei mi dice: “ ma non era questo il pegno”, la guardo e le dico: “non ti fai problemi noto”, e come un fulmine slaccia la cintura mi cala pantaloni e mutande e inizia a giocare con il mio cazzo, prima di mano e poi inizia a leccarlo lentamente fino a metterselo tutto in bocca, le vengo in bocca e ingoia tutto. Soddisfatta quanto me per il capolavoro che aveva fatto e mi dice: “andiamo a pranzo insieme?”, ci sistemiamo usciamo e ci dirigiamo verso una tavola calda li vicina, pranziamo tranquillamente e ci dirigiamo in ufficio, mi aveva espressamente chiesto di continuare a giocare e salire di livello con le ricompense, entriamo in ascensore e l’atmosfera si fece già calda, i limoni e le palpate erano durissimi, si apre l’ascensore e entriamo in ufficio, la vedo che blocca la porta da dentro e mi dice: “adesso siamo del tutto soli, continuiamo a giocare!” , annuii e le dissi di voler giocare davvero sulla sua scrivania, l’idea le piaceva e siede sulla sua scrivania, si toglie i tacchi si sfila le calze e grida “ I GIOCHI SONO INIZIATI!” mi avvicino a lei, la avvicino a me e le inizio ad aprire la camicia, lei non da meno, apre la cintura tira giù pantaloni e mutande e inizia a giocare di mano con il mio cazzo, nel mentre io le tolsi la camicia e reggiseno e iniziai a leccare i suoi capezzoli turgidi, e la mano destra fra le sue gambe per levare quel piccolo perizoma, smetto di leccare i capezzoli e mi dirigo a gustare la sua bella figa rasata, quelle due labbra inondate di umori, godeva già cosi mentre continuava a massaggiare il mio cazzo, la spingo sulla scrivania, le tolgo il cazzo dalla mano e non ci penso due volte a metterglielo in figa da sotto quella minigonna, sfilo dalla tasca il preservativo lo metto e via, il gioco che desideravamo sulla scrivania stava avvenendo, fu una cosa velocissima, per la paura che potesse arrivare qualcuno ma fu una scopata bellissima. Finito ci sistemiamo e torniamo in postazione come se nulla fosse successo. Rientrano in ufficio anche gli altri e continuiamo a mandarci messaggi per continuare il gioco, in attesa di battezzare anche la mia scrivania. (continua)
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Commenti dei lettori al racconto erotico