Spezzarci

di
genere
confessioni

A volte vorrei solo uscire da me, essere divorata da occhi straripanti di desiderio, di bramosia, di fame, di proibito. Strapparmi i vestiti, essere venerata. In un tempo in cui tu sei tu, io sono io, ma non sei il tu di tutti i giorni ed io non sono la me di tutti i giorni. Sei il tu più vero, viscerale e primordiale. Io sono la me più cruda, scabrosa, forte, debole, vera e fuori controllo. Siamo i noi stessi che non possiamo dare in pasto al mondo, ma che possiamo darci in pasto a vicenda, anche facendoci male. Soprattutto facendoci male. Quello di cui ti parlo è una liberazione: non v’é liberazione senza dolore: il dolore è parte necessaria della purificazione. E quindi mettimi in mano tutta la tua oscurità, non ne avrò cura. Ti metterò in mano il mio corpo e la mia anima nera, per favore prova a demolirmi. Starà a me uscirne intera. O medicare le ferite. Si può davvero essere insieme? Costruire una vita insieme? Non è forse un dolore, un segreto, una parentesi, che lega per sempre due persone? Il compiuto che si miscela all’incompiuto…
scritto il
2025-06-14
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