Le Birkenstock di Beatrice
di
Luke82
genere
feticismo
Il mio nome è Luca e ho 41 anni.
Considerando la veridicità dei fatti cambierò volutamente i nomi di tutte le altre persone coinvolte.
La storia che sto per raccontare risale a qualche anno fa, per l’esattezza all’estate del 2016.
Premessa doverosa: ho due grandi passioni che mi accompagnano da anni ormai e sebbene siano totalmente estranee una dall’altra, quella volta si avvicinarono, causando i fatti che leggerete oggi.
La prima è il vino dal quale sono legato da generazioni siccome sono un piccolo produttore della zona del Chianti.
La seconda e sicuramente più pertinente, è la passione che fin da ragazzino ho per i piedi femminili.
Ne sono sempre stato attratto, incominciai a mastrurbarmi utilizzando le scarpe di mia mamma, delle mie sorelle e via così fino a quando non iniziai ad avere le prime fidanzatine. Tuttora con mia moglie con il quale sono sposato da 12 anni, mi continuo a divertire con i suoi piedi in tutti i modi possibili.
Tornando al racconto della storia, quel giorno, andai a casa del mio amico fraterno Fabio (amici dai tempi delle elementari) per portargli il solito cartone del mio ottimo vino.
Quando arrivai mi accolse sua moglie Beatrice (all’epoca dei fatti solo fidanzata) siccome lui non era ancora rientrato dall’ufficio. Bea era una ragazza semplice, di bel aspetto, con la fissa della pulizia, a livelli maniacali. Appena entrato, come capitava sempre, mi fece toglierle le scarpe ed indossare un paio di ciabatte, adibite ad uso esclusivo per gli ospiti.
Mi accomodai in salotto e iniziammo a fare due chiacchiere. Mentre si parlava del più e del meno iniziai a notare com’era vestita: indossava una semplicissima maglietta di cotone e un paio di short di tessuto elastico. I miei sguardi però si concentrarono su due particolari, uno dei quali non passò inosservato nemmeno a lei: non indossava il reggiseno.
Non era un grosso problema per lei, aveva un seno contenuto ma sodo che gli consentiva tranquillamente di evitare la noia e la scomodità del reggiseno in casa. Tuttavia, in quel frangente, erano decisamente ben notabili i suoi capezzoli, che svettavano dal cotone della maglietta. Complice la mia “scaltrezza” nel guardarli mi disse quasi subito ridendo, portando il braccio in copertura ad altezza del seno: “dai porta pazienza, non indosso il reggiseno” replicai sempre col sorriso “figurati scusa tu, l’occhio cade un po’ dove vuole”.
Andammo comunque avanti nelle chiacchiere ed iniziai a concentrami sul secondo aspetto che catturò, decisamente con più interesse, la mia attenzione.
Ai piedi indossava un paio di Birkenstock chiuse in punta, il classico modello di ciabatte che tutti conoscono, ma siccome eravamo nel mese di giugno, le calzava a piedi nudi.
I piedi di Beatrice li conoscevo bene, misura generosa per una ragazza, 40 o 41 all’incirca, ma sempre molto curati e ordinati (ahimè non così scontato al giorno d’oggi).
Quello che però mi scaturì una forte eccitazione fu il pensiero dell’odore che potessero avere quei piedi all’interno di quelle ciabatte chiuse.
Lei del tutto ignara di questa mia ossessione (come chiunque altro del resto eccetto mia moglie) non notò le mie attenzioni verso i suoi piedi, pertanto continuò a parlare con la massima tranquillità.
Si fecero le 18:30 ma di Fabio ancora nessuna traccia; visto l’orario e conoscendomi bene, Beatrice mi propose di iniziare un aperitivo che sarebbe proseguito poi dopo assieme anche a Fabio. Si alzò e andò in cucina: iniziò a preparare la tavola. Ad un certo punto disse: “scendo in cantina a recuperare le patatine e i grissini” “ok vai tranquilla” risposi.
Andò alla porta, ma prima di varcarla si fermò e si sfilò le ciabatte che stava indossando fino ad un attimo fa; mise una ciabatta in cuoio e scese. Pensai subito tra me e me: “caspita che fissazione per la pulizia, nemmeno per scendere in cantina usa le ciabatte di casa”.
Non feci in tempo a pensare ciò, che mi venne, istintivamente, l’impulso di alzarmi dal divano e andare in direzione della porta di ingresso.
In un attimo portai al naso le sue Birkenstock, inalando a pieni polmoni; sprigionavano un odore intenso, leggermente pungente, causato dalla sudorazione del piede in un ambiente chiuso. Quell’aroma di piedi mi causò una violenta e improvvisa erezione: indossavo dei semplici bermuda con una polo, non esattamente il classico vestiario per nascondere i propri impulsi. Mantenni ancora un attimo le mie narici all’interno della ciabatta, rimisi a posto il tutto e tornai al divano.
Ero estremamente eccitato da quella situazione; prima la vista dei capezzoli turgidi di Bea, poi i suoi piedi ed infine l’odore delle sue ciabatte. Avevo smarrito lucidità, questo era certo.
Iniziammo a fare aperitivo, ancora parlando di cose futili per lo più; la sua gentilezza nel dire e fare le cose però spinse via la mia eccitazione facendo spazio al senso di colpa.
Non so ancora adesso il perché, alla fine non avevo fatto nulla di male, ma mi spiacque terribilmente l’aver annusato le sue calzature. Sentivo di aver violato la sua privacy, la sua intimità. Lei se ne accorse di questo mio cambiamento e mi disse: “Luca che cosa hai? Ti sei incupito tutto d’un tratto”. Come facevo a spiegarle il motivo del mio cambiamento di umore; ci pensai un attimo e poi decisi di svuotare il sacco: “perdonami Bea, quando sei scena ho preso le tue ciabatte e le ho annusate, adesso mi sento in colpa, mi sembra di averti mancato di rispetto”. Lei rimase un attimo interdetta e poi disse:”le mie ciabatte?”
Non aveva afferrato il senso del discorso per cui prosegui: ”si le ciabatte che stai indossando in questo momento, prima le hai cambiate e così ne ho approfittato e le ho annusate. Non pensare male, non sono un pervertito, semplicemente prima quando eravamo seduti sul divano ti osservavo i piedi, tra l’altro i tuoi li ho sempre considerati molto belli”
Al che rispose più convinta:”avevo notato in precedenza che continuavi a voltare lo sguardo verso il basso, ma non pensavo fosse per questo motivo. Siete tutti uguali voi uomini, anche Fabio è sempre molto interessato ai miei piedi”. Proseguii io scusandomi di nuovo:” perdonami non volevo essere invadente” continuò lei: “ma figurati, non hai mica fatto niente di male, tra l’altro com’erano? Puzzavano per caso? È da qualche settimana che devo fare il cambio con le infradito, queste ciabatte iniziano ad essere pesanti per l’estate”.
Non feci in tempo a dire nulla che lei abbassò un braccio e si tolse una ciabatta portandosela al volto. La annusò e poi disse ridendo: “sicuramente non profumano”. Si spostò leggermente all’indietro sulla sedia e appoggiò il suo piede sullo sgabello accanto a me dicendo: “scusa ma mi puzzano i piedi?”.
Cioè praticamente mi stava chiedendo di annusarle i piedi: la vergogna che provavo fino ad un attimo prima sparì di fronte alla visione del suo piede e della sua richiesta. Devo essere onesto, mia moglie aveva dei piedi più belli di Bea, portava un 38 davvero molto grazioso, sempre smaltato e curato. Ciò nonostante complice la situazione che si stava creando la mia eccitazione esplose completamente. In un attimo abbassai la testa verso il piede ed iniziai ad annusarlo dalla pianta e sotto le dite: l’odore mi inebriava la mente, si puzzava leggermente ma questo non faceva altro che aumentare la eccitazione. Era preda degli eventi, la razionalità mi abbandonò: avvicinai la bocca all’alluce e lo presi in bocca. Durò poco però: di scatto Bea ritrasse il piede e disse: “Luca ti ricordo che tu sei sposato e Fabio è uno dei tuoi migliori amici, meglio evitare
”. ”Giusto” farfugliai a voce bassa. Mi guardò con un’espressione compiaciuta e disse:”siccome ti piacciono tanto e rimane cosa lecita, ti lascio a disposizione le mie ciabatte, prendile pure e scegli di fare quello che più ti aggrada con esse”. Rimasi li un secondo a riflettere su quella fantastica opportunità:”in che senso posso fare qualsiasi cosa con le tue ciabatte?”lei: ”c’è una cosa in particolare che vorresti fare con le mie ciabatte?” “Assolutamente si” risposi. “E allora falla, ti lascio solo, vado in bagno un attimo”. Uscì dalla sala pranzo e se ne andò verso il corridoio. Pensai un attimo a cosa stava succedendo: avevo appena annusato i piedi della fidanzata del mio migliore amico e lei mi aveva offerto la possibilità di usare le sue ciabatte a mio piacimento. Velocemente presi la mia decisione: presi subito una delle due ciabatte e la portai al naso con la mano sinistra mentre con la mano destra iniziai a masturbarmi velocemente. Ero già abbondantemente bagnato dalla situazione precedente e nel giro di neanche un minuto arrivai all’orgasmo. Presi la ciabatta che stavo annusando e la portai di fronte al mio pene: venni violentemente e abbondantemente nella sua Birkenstock; fu uno degli orgasmi più sentiti della mia vita.
Appena si manifestò il down ormonale post eiaculazione ripresi coscienza dei fatti: “eh adesso cosa faccio?” pensai. Bea mi aveva dato il permesso quindi non dovevo farmi troppi scrupoli. La chiamai dalla sala e lei tornò in cucina, scalza ovviamente, e disse: “allora hai fatto?”; le mostrai la ciabatta con il mio sperma dentro. La prese in mano, la guardò con attenzione e poi disse ridendo: “caspita me l’hai riempita per bene, non ho mai visto così tanto sperma in una volta sola” Poi aggiunse: “ti è piaciuto?” Risposi:” si un sacco, l’odore delle tue ciabatte e quello che ho sentito prima dei tuoi piedi mi hanno fatto esplodere, come hai notato non ci ho messo molto”. Quel siparietto e quel dialogo tutto sommato spensierato fu interrotto bruscamente da un rumore ben preciso che mi bloccò il cuore.
Il rumore di una serratura che veniva sbloccata: dalla porta d’ingresso stava per entrare qualcuno e quel qualcuno era il mio amico Fabio. Non ci fu tempo ne per me ne per Bea di riflettere molto: la porta della cucina era a due metri scarsi da quella d’ingresso.
Fu quasi instintivo da parte sua: Beatrice essendo a piedi scalzi prese entrambe le ciabatte, tra cui quella sporca di sperma e le indosso immediatamente. Un instante dopo apparve a noi Fabio. Lo salutai prima io dicendo subito: “noi abbiamo già iniziato l’apertivo, non arrivavi più”. Lui si scusò e andò in camera a cambiarsi.
Appena ci lasciò (non dimenticherò mai quello sguardo) Bea si voltò verso di me e con uno sguardo super malizioso sollevo il piede destro, mostrandomi la pianta del suo piede. Il mio sperma di un bel bianco opalescente le copriva l’intera pianta, era una visione super eccitante. Sorridendo ricalzò la ciabatta e si sedette al tavolo. Iniziammo tutti e tre aperitivo come se nulla fosse, chiacchierando serenamente anche se il mio animo ero tutto fuorché tranquillo.
Pensavo unicamente a una cosa: il piede destro di Bea immerso nel mio sperma, a mezzo metro da me, sotto al tavolo dove eravamo seduti. La mia eccitazione non voleva placarsi.
Fortunatamente i minuti passarono anche velocemente e fu giunto per me il momento di andare. Mi alzai dal tavolo seguito da Bea e Fabio e mi diressi alla porta.
Nel mentre suonò il campanello sul pianerottolo; subito Bea esclamò dicendo a Fabio: “ah sì mi sono dimentica di dirtelo, sono Chiara e Paolo cenano da noi stasera che la zia e lo zio sono fuori”.
Chiara e Paolo erano i cugini di Bea che vivevano nella casa accanto, seppur di qualche anno più giovani rispetto a noi li conoscevo bene.
Appena entrarono in casa anche loro si tolsero subito le scarpe per indossare le ciabatte degli ospiti.
Con loro sorpresa quella volta non ne trovarono disponibili. Al che intervenni io: “tieni Paolo usa queste, io sto per andare” dissi mentre mi rimettevo le scarpe. Chiara invece disse a Bea: “non ci sono altre ciabatte?” Bea colta alla sprovvista per le calzature mancanti disse: “scusa ho messe da lavare ieri tutte le altre ciabatte degli ospiti, adesso vado a prendertene un altro paio” proseguì “intanto usa le mie” e si sfilò entrambe le ciabatte. Stavo per varcare la soglia della porta ma mi fermai un attimo; rimasi sorpreso e decisamente attratto da quella cosa. Era passata una mezz’ora abbondante da quando Bea indossò la ciabatta sporca per la prima volta, sicuramente lo sperma non sarebbe stato visibile ma le ciabatte bagnate si, quello era fuori discussione.
Chiara che indossava un paio di ballerine, ovviamente senza calze, se le tolse e calzò le Birkenstock di Bea.
Subito disse rivolta a sua cugina: “non so come fai ad indossare queste ciabatte in estate, tengono caldissimo, le sento perfino bagnate dal tuo sudore”. Bea rispose: “lo so hai ragione, devo cambiarle, anche Luca me lo ha detto” guardando verso di me e sorridendo.
Non solo avevo eiaculato nelle ciabatte di Bea quel pomeriggio, bensì lei le indossò sporche così com’erano per poi passarle a sua cugina. Fu un pomeriggio memorabile.
Salutai tutti e me ne andai.
A distanza di anni i rapporti tra noi non cambiarano, continuiamo a frequentarci tuttora con le nostre famiglie ma di quello che successe quel pomeriggio ne io ne Bea ne parlammo più.
Considerando la veridicità dei fatti cambierò volutamente i nomi di tutte le altre persone coinvolte.
La storia che sto per raccontare risale a qualche anno fa, per l’esattezza all’estate del 2016.
Premessa doverosa: ho due grandi passioni che mi accompagnano da anni ormai e sebbene siano totalmente estranee una dall’altra, quella volta si avvicinarono, causando i fatti che leggerete oggi.
La prima è il vino dal quale sono legato da generazioni siccome sono un piccolo produttore della zona del Chianti.
La seconda e sicuramente più pertinente, è la passione che fin da ragazzino ho per i piedi femminili.
Ne sono sempre stato attratto, incominciai a mastrurbarmi utilizzando le scarpe di mia mamma, delle mie sorelle e via così fino a quando non iniziai ad avere le prime fidanzatine. Tuttora con mia moglie con il quale sono sposato da 12 anni, mi continuo a divertire con i suoi piedi in tutti i modi possibili.
Tornando al racconto della storia, quel giorno, andai a casa del mio amico fraterno Fabio (amici dai tempi delle elementari) per portargli il solito cartone del mio ottimo vino.
Quando arrivai mi accolse sua moglie Beatrice (all’epoca dei fatti solo fidanzata) siccome lui non era ancora rientrato dall’ufficio. Bea era una ragazza semplice, di bel aspetto, con la fissa della pulizia, a livelli maniacali. Appena entrato, come capitava sempre, mi fece toglierle le scarpe ed indossare un paio di ciabatte, adibite ad uso esclusivo per gli ospiti.
Mi accomodai in salotto e iniziammo a fare due chiacchiere. Mentre si parlava del più e del meno iniziai a notare com’era vestita: indossava una semplicissima maglietta di cotone e un paio di short di tessuto elastico. I miei sguardi però si concentrarono su due particolari, uno dei quali non passò inosservato nemmeno a lei: non indossava il reggiseno.
Non era un grosso problema per lei, aveva un seno contenuto ma sodo che gli consentiva tranquillamente di evitare la noia e la scomodità del reggiseno in casa. Tuttavia, in quel frangente, erano decisamente ben notabili i suoi capezzoli, che svettavano dal cotone della maglietta. Complice la mia “scaltrezza” nel guardarli mi disse quasi subito ridendo, portando il braccio in copertura ad altezza del seno: “dai porta pazienza, non indosso il reggiseno” replicai sempre col sorriso “figurati scusa tu, l’occhio cade un po’ dove vuole”.
Andammo comunque avanti nelle chiacchiere ed iniziai a concentrami sul secondo aspetto che catturò, decisamente con più interesse, la mia attenzione.
Ai piedi indossava un paio di Birkenstock chiuse in punta, il classico modello di ciabatte che tutti conoscono, ma siccome eravamo nel mese di giugno, le calzava a piedi nudi.
I piedi di Beatrice li conoscevo bene, misura generosa per una ragazza, 40 o 41 all’incirca, ma sempre molto curati e ordinati (ahimè non così scontato al giorno d’oggi).
Quello che però mi scaturì una forte eccitazione fu il pensiero dell’odore che potessero avere quei piedi all’interno di quelle ciabatte chiuse.
Lei del tutto ignara di questa mia ossessione (come chiunque altro del resto eccetto mia moglie) non notò le mie attenzioni verso i suoi piedi, pertanto continuò a parlare con la massima tranquillità.
Si fecero le 18:30 ma di Fabio ancora nessuna traccia; visto l’orario e conoscendomi bene, Beatrice mi propose di iniziare un aperitivo che sarebbe proseguito poi dopo assieme anche a Fabio. Si alzò e andò in cucina: iniziò a preparare la tavola. Ad un certo punto disse: “scendo in cantina a recuperare le patatine e i grissini” “ok vai tranquilla” risposi.
Andò alla porta, ma prima di varcarla si fermò e si sfilò le ciabatte che stava indossando fino ad un attimo fa; mise una ciabatta in cuoio e scese. Pensai subito tra me e me: “caspita che fissazione per la pulizia, nemmeno per scendere in cantina usa le ciabatte di casa”.
Non feci in tempo a pensare ciò, che mi venne, istintivamente, l’impulso di alzarmi dal divano e andare in direzione della porta di ingresso.
In un attimo portai al naso le sue Birkenstock, inalando a pieni polmoni; sprigionavano un odore intenso, leggermente pungente, causato dalla sudorazione del piede in un ambiente chiuso. Quell’aroma di piedi mi causò una violenta e improvvisa erezione: indossavo dei semplici bermuda con una polo, non esattamente il classico vestiario per nascondere i propri impulsi. Mantenni ancora un attimo le mie narici all’interno della ciabatta, rimisi a posto il tutto e tornai al divano.
Ero estremamente eccitato da quella situazione; prima la vista dei capezzoli turgidi di Bea, poi i suoi piedi ed infine l’odore delle sue ciabatte. Avevo smarrito lucidità, questo era certo.
Iniziammo a fare aperitivo, ancora parlando di cose futili per lo più; la sua gentilezza nel dire e fare le cose però spinse via la mia eccitazione facendo spazio al senso di colpa.
Non so ancora adesso il perché, alla fine non avevo fatto nulla di male, ma mi spiacque terribilmente l’aver annusato le sue calzature. Sentivo di aver violato la sua privacy, la sua intimità. Lei se ne accorse di questo mio cambiamento e mi disse: “Luca che cosa hai? Ti sei incupito tutto d’un tratto”. Come facevo a spiegarle il motivo del mio cambiamento di umore; ci pensai un attimo e poi decisi di svuotare il sacco: “perdonami Bea, quando sei scena ho preso le tue ciabatte e le ho annusate, adesso mi sento in colpa, mi sembra di averti mancato di rispetto”. Lei rimase un attimo interdetta e poi disse:”le mie ciabatte?”
Non aveva afferrato il senso del discorso per cui prosegui: ”si le ciabatte che stai indossando in questo momento, prima le hai cambiate e così ne ho approfittato e le ho annusate. Non pensare male, non sono un pervertito, semplicemente prima quando eravamo seduti sul divano ti osservavo i piedi, tra l’altro i tuoi li ho sempre considerati molto belli”
Al che rispose più convinta:”avevo notato in precedenza che continuavi a voltare lo sguardo verso il basso, ma non pensavo fosse per questo motivo. Siete tutti uguali voi uomini, anche Fabio è sempre molto interessato ai miei piedi”. Proseguii io scusandomi di nuovo:” perdonami non volevo essere invadente” continuò lei: “ma figurati, non hai mica fatto niente di male, tra l’altro com’erano? Puzzavano per caso? È da qualche settimana che devo fare il cambio con le infradito, queste ciabatte iniziano ad essere pesanti per l’estate”.
Non feci in tempo a dire nulla che lei abbassò un braccio e si tolse una ciabatta portandosela al volto. La annusò e poi disse ridendo: “sicuramente non profumano”. Si spostò leggermente all’indietro sulla sedia e appoggiò il suo piede sullo sgabello accanto a me dicendo: “scusa ma mi puzzano i piedi?”.
Cioè praticamente mi stava chiedendo di annusarle i piedi: la vergogna che provavo fino ad un attimo prima sparì di fronte alla visione del suo piede e della sua richiesta. Devo essere onesto, mia moglie aveva dei piedi più belli di Bea, portava un 38 davvero molto grazioso, sempre smaltato e curato. Ciò nonostante complice la situazione che si stava creando la mia eccitazione esplose completamente. In un attimo abbassai la testa verso il piede ed iniziai ad annusarlo dalla pianta e sotto le dite: l’odore mi inebriava la mente, si puzzava leggermente ma questo non faceva altro che aumentare la eccitazione. Era preda degli eventi, la razionalità mi abbandonò: avvicinai la bocca all’alluce e lo presi in bocca. Durò poco però: di scatto Bea ritrasse il piede e disse: “Luca ti ricordo che tu sei sposato e Fabio è uno dei tuoi migliori amici, meglio evitare
”. ”Giusto” farfugliai a voce bassa. Mi guardò con un’espressione compiaciuta e disse:”siccome ti piacciono tanto e rimane cosa lecita, ti lascio a disposizione le mie ciabatte, prendile pure e scegli di fare quello che più ti aggrada con esse”. Rimasi li un secondo a riflettere su quella fantastica opportunità:”in che senso posso fare qualsiasi cosa con le tue ciabatte?”lei: ”c’è una cosa in particolare che vorresti fare con le mie ciabatte?” “Assolutamente si” risposi. “E allora falla, ti lascio solo, vado in bagno un attimo”. Uscì dalla sala pranzo e se ne andò verso il corridoio. Pensai un attimo a cosa stava succedendo: avevo appena annusato i piedi della fidanzata del mio migliore amico e lei mi aveva offerto la possibilità di usare le sue ciabatte a mio piacimento. Velocemente presi la mia decisione: presi subito una delle due ciabatte e la portai al naso con la mano sinistra mentre con la mano destra iniziai a masturbarmi velocemente. Ero già abbondantemente bagnato dalla situazione precedente e nel giro di neanche un minuto arrivai all’orgasmo. Presi la ciabatta che stavo annusando e la portai di fronte al mio pene: venni violentemente e abbondantemente nella sua Birkenstock; fu uno degli orgasmi più sentiti della mia vita.
Appena si manifestò il down ormonale post eiaculazione ripresi coscienza dei fatti: “eh adesso cosa faccio?” pensai. Bea mi aveva dato il permesso quindi non dovevo farmi troppi scrupoli. La chiamai dalla sala e lei tornò in cucina, scalza ovviamente, e disse: “allora hai fatto?”; le mostrai la ciabatta con il mio sperma dentro. La prese in mano, la guardò con attenzione e poi disse ridendo: “caspita me l’hai riempita per bene, non ho mai visto così tanto sperma in una volta sola” Poi aggiunse: “ti è piaciuto?” Risposi:” si un sacco, l’odore delle tue ciabatte e quello che ho sentito prima dei tuoi piedi mi hanno fatto esplodere, come hai notato non ci ho messo molto”. Quel siparietto e quel dialogo tutto sommato spensierato fu interrotto bruscamente da un rumore ben preciso che mi bloccò il cuore.
Il rumore di una serratura che veniva sbloccata: dalla porta d’ingresso stava per entrare qualcuno e quel qualcuno era il mio amico Fabio. Non ci fu tempo ne per me ne per Bea di riflettere molto: la porta della cucina era a due metri scarsi da quella d’ingresso.
Fu quasi instintivo da parte sua: Beatrice essendo a piedi scalzi prese entrambe le ciabatte, tra cui quella sporca di sperma e le indosso immediatamente. Un instante dopo apparve a noi Fabio. Lo salutai prima io dicendo subito: “noi abbiamo già iniziato l’apertivo, non arrivavi più”. Lui si scusò e andò in camera a cambiarsi.
Appena ci lasciò (non dimenticherò mai quello sguardo) Bea si voltò verso di me e con uno sguardo super malizioso sollevo il piede destro, mostrandomi la pianta del suo piede. Il mio sperma di un bel bianco opalescente le copriva l’intera pianta, era una visione super eccitante. Sorridendo ricalzò la ciabatta e si sedette al tavolo. Iniziammo tutti e tre aperitivo come se nulla fosse, chiacchierando serenamente anche se il mio animo ero tutto fuorché tranquillo.
Pensavo unicamente a una cosa: il piede destro di Bea immerso nel mio sperma, a mezzo metro da me, sotto al tavolo dove eravamo seduti. La mia eccitazione non voleva placarsi.
Fortunatamente i minuti passarono anche velocemente e fu giunto per me il momento di andare. Mi alzai dal tavolo seguito da Bea e Fabio e mi diressi alla porta.
Nel mentre suonò il campanello sul pianerottolo; subito Bea esclamò dicendo a Fabio: “ah sì mi sono dimentica di dirtelo, sono Chiara e Paolo cenano da noi stasera che la zia e lo zio sono fuori”.
Chiara e Paolo erano i cugini di Bea che vivevano nella casa accanto, seppur di qualche anno più giovani rispetto a noi li conoscevo bene.
Appena entrarono in casa anche loro si tolsero subito le scarpe per indossare le ciabatte degli ospiti.
Con loro sorpresa quella volta non ne trovarono disponibili. Al che intervenni io: “tieni Paolo usa queste, io sto per andare” dissi mentre mi rimettevo le scarpe. Chiara invece disse a Bea: “non ci sono altre ciabatte?” Bea colta alla sprovvista per le calzature mancanti disse: “scusa ho messe da lavare ieri tutte le altre ciabatte degli ospiti, adesso vado a prendertene un altro paio” proseguì “intanto usa le mie” e si sfilò entrambe le ciabatte. Stavo per varcare la soglia della porta ma mi fermai un attimo; rimasi sorpreso e decisamente attratto da quella cosa. Era passata una mezz’ora abbondante da quando Bea indossò la ciabatta sporca per la prima volta, sicuramente lo sperma non sarebbe stato visibile ma le ciabatte bagnate si, quello era fuori discussione.
Chiara che indossava un paio di ballerine, ovviamente senza calze, se le tolse e calzò le Birkenstock di Bea.
Subito disse rivolta a sua cugina: “non so come fai ad indossare queste ciabatte in estate, tengono caldissimo, le sento perfino bagnate dal tuo sudore”. Bea rispose: “lo so hai ragione, devo cambiarle, anche Luca me lo ha detto” guardando verso di me e sorridendo.
Non solo avevo eiaculato nelle ciabatte di Bea quel pomeriggio, bensì lei le indossò sporche così com’erano per poi passarle a sua cugina. Fu un pomeriggio memorabile.
Salutai tutti e me ne andai.
A distanza di anni i rapporti tra noi non cambiarano, continuiamo a frequentarci tuttora con le nostre famiglie ma di quello che successe quel pomeriggio ne io ne Bea ne parlammo più.
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