Come un ventenne

di
genere
sentimentali

Qualcuno mi aiuti. Come scopa un ventenne? Come limona un ventenne? Ma soprattutto come scrive un ventenne?

Ovviamente qui è tutto molto anonimo, ma nella mia vita avendo poco pudore e praticamente nessun segreto per le persone che mi sono vicine spesso mi piace condividere i miei racconti.
Adesso, dopo il mio racconto sul bianco mi si dice che quando scrivo si rivela la mia più intima natura: quella di un 60 enne perverso e ossessionato. Sono persino stato paragonato ad Happosai (questa me la lego stretta al dito.)

Adesso io capisco. Magari ai miei coetanei non piace parodiare Melville, magari quel racconto faceva un po' pervertito giapponese ladro di intimo, ma cazzo.

Si sono indignato. Innanzitutto non conoscendo io altri altri ventenni che scrivono come fai a sapere che invece non scrivono proprio tutti come me? Eh mia cara?
Ovviamente l'indignazione è stato il primo passo, poi ho chiesto a Daddy google, e cliccando sul primo risultato già dall'indice capisco che non è cosa.

Mi saltano all'occhio sottotitoli tipo:
Scrittura alla deriva!!!
L'appello di seicento professori universitariiii!!!
Che in primis, appello a chi, e secondo, ma smettetela per piacere. Che poi appena trovate l'alunna un attimo più brillante vi stupite così tanto da rovinarvi.

Non l'ho letto l'articolo, ma la curiosità rimane. Come scrivono i miei coetanei? Bho.
Però forse un'idea di come potrebbe scrivere un ventenne ce l'ho. Un ventenne per me scrive come un futurista.
Eh si! Me lo immagino, a scrivere al contrario, testi ricchi, furibondi, rumorosi, arroganti. Me lo immagino ad appendere manifesti enormi durante la notte per tutta la città, una sola parola a lettere giganti: SUCA.

Eh si, il ventenne non si preoccupa troppo delle regole, della grammatica, della bella forma, a tutto sopperisce con qualcosa che è senza prezzo: lo slancio di una gioventù che non chiede permesso e neanche scusa.
Il fulgore di una genialità che può avere solo qualcuno nel pieno della sua potenza sessuale e creativa.

E cosa me ne sto facendo io di questi anni? Me lo chiedo mentre lavo i pennelli nel lavandino dell'università, sono appena le 12 e già si è finita l'acqua calda, che palle. Sfrego le setole contro il palmo, mi si apre la pelle ed esce una piccola goccia di sangue.

Sorrido e penso che alla fine non me ne importa proprio nulla. Che importanza ha alla fine? Che cosa può valere la mia sterile riflessione generazionale quando tra due giorni torno? Quando posso ancora sentire il tuo corpo contro il mio e respirare il fiato che esce dalla tua bocca? Quando posso toccare la tua carne e sentire il calore della tua pelle?
All'inferno, che se ne vadano tutti all'inferno. Buoni e cattivi, belli e brutti, che bruci il mondo, voglio annegare ancora tutti i miei pensieri in tua compagnia.
scritto il
2024-10-30
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