Una estate frizzante, molto frizzante due
di
Annabiricchina
genere
incesti
Ed ecco ora il racconto della realtà o per essere corretti, il resoconto.
A freddo rileggendo alcune righe del mio scritto precedente mi sono chiesta come una mamma che evitava di accavallare le gambe di fronte al proprio figlio quando aveva una gonna un pò corta può pensare tutto quello che avevo fantasticato. Ma poi mi tornavano in mente le immagini di quella webcam che vi ho descritto nella parte uno.
Bene, è iniziata così, eravamo andati in spiaggia ed io e Carlo, abbiamo fatto una nuotata fermandoci a chiacchiera vicino ad uno scoglio. In certi punti si toccava appena e si sa, in acqua i movimenti sono fluidi, eravamo vicini e muovendoci ci sfioravamo. Mii guardava le tette solo coperte da un pezzetto di costume e senza pensarci le ho liberate dal bikini immergendomi un filo di più, gli ho preso una mano e gliel'ho appoggiata sopra. Una mia gamba sott’acqua toccava la sua, poi le abbiamo incrociate, ho sentito la sua erezione e gli ho dato sorprendendolo un bacio salato sulle labbra.
Gliel’ho detto. Gli ho detto che il suo papà, ragazzo aveva fatto sesso con la sua mamma e avevamo pensato che avremmo potuto provare io e lui queste emozioni. Avrei smesso qualche volta di essere la mamma che conosceva uscendo di camera la mattina con la camicia da notte trasparente che era riservata solo a suo padre o indossare vestiti e camicette senza reggiseno lasciando qualche bottone slacciato e qualche volta dimenticandomi di mettermi le mutandine..; mi sarei fatta spogliare da lui e avrebbe potuto allungare le mani e accarezzarmi; anch'io avrei giocato con il suo corpo, dare e ricevere piacere è un modo di volersi bene anche se non si usa farlo così fra mamma e figlio. Avrebbe dovuto raccontarmi tutto di quel sogno erotico su di me di cui mi aveva accennato senza volermi dire altro e lo avremmo reso reale.
Mi guardava stupito e incredulo, ho aggiunto che questo era solo un assaggio e gli ho preso la mano che era appoggiata sul seno guidandola sotto le mutandine del bikini infilando contemporaneamente l'altra nel suo costume da bagno. Toccarlo, stringerlo un attimo, avere la percezione delle sue dita che mi frugavano e sentirlo venire è stato quasi un tutt'uno.. Gli ho detto di non preoccuparsi che dopo la quarta o quinta volta gli avrei insegnato a durare più a lungo. Abbiamo riso insieme.
Poi il resto non è stato molto diverso dalle fantasie, i corpi sanno da soli come e cosa fare. E’ stato bello forte, tenero ed erotico fargli prendere poco a poco sicurezza, mi piaceva all’inizio sentirgli chiedere, mamma posso farti questo o domandargli io quello che stava provando o quello che desiderava da me distraendolo qualche volta con qualche banalità e con un leggero sadismo mentre lo stuzzicavo in punti sensibili. E' stato bello provare piacere dalle sue mani che mi accarezzavano ed à stato forte farlo vibrare ripagandolo nello stesso modo. Dieci giorni sono trascorsi in un attimo, spesso qualche ora la notte, qualche volta la mattina o il pomeriggio, o diverse volte nelle stesse 24 ore.
Mi ha mangiato facendomi sbrodolare, gli ho visto gli occhi che luccicavano guardandomi supina o distesa sulla pancia, sul fianco, accovacciata sulle ginocchia, con un cuscino sotto il sedere le gambe divaricate come non ero mai stata così esposta. E la sua eccitazione, lasciarsi andare e venirmi sul corpo mi gratificavano e coinvolgevano.
Ho preso cura del suo corpo e del suo cazzo che era ben diverso da come lo ricordavo quando era piccolo, ma glielo ho fatto io, devo dire giusto e ben fatto e gliel'ho detto, l'ho guardato bene, l'ho coccolato, ho sentito come pulsava per quello che gli facevo; succhiarlo e svuotarlo è stato un piacere molto forte condiviso e ripetuto spesso.
Tornando una volta dal mare gli ho chiesto di spalmarmi un dopo sole. Ha consumato mezza confezione partendo dal collo, fermandosi particolarmente sui seni, il ventre e fra le gambe ed oltre al piacere che mi dava, aveva il cazzo bello ritto a cui cercavo di dare un poco di sollievo con le mani unte. Poi mi sono girata ed ha ricominciato dalle spalle, passando alle reni, al culo, percepivo esitazione e desiderio, poi un pò di crema fra le natiche, la mano che scivolava in mezzo al solco e un dito che mi cercava. Guarda - gli ho detto - non penso di aver preso molto sole in quel punto ma è un massaggio piacevole e mentre parlavo mi ha dato una scossa infilandolo in profondità e facendo lo stesso con l'altra mano anche davanti. Non è stato solo un duplice massaggio perché ero io che volevo che mi avesse anche così e quando mi sono messa in posizione è stato naturale sentirlo spingere, dilatarmi lentamente ed infine stringermi per avermi contro di se, poi quelle ritmiche spinte che ti sciolgono a poco a poco per finire che non capisci più niente e per un attimo diventa tutto buio.
Rivivevo il tutto quando tornavo da Luigi qualche volta ancora calda di Carlo e gli raccontavo o rispondevo alle sue domande. Mi ha chiesto la cosa più forte che avevo provato, sentirlo venire dentro più volte nel giro di poco, ma una volta, quella volta, avevo gli occhi chiusi quando si è sollevato e pensavo che fosse sfinito, me lo ha appoggiato sulle labbra bagnato e l'ho accolto in bocca assaporando i miei umori, gli spruzzi del suo seme, il suo sapore e il suo abbandonarsi a me.
E qui mi fermo.
A freddo rileggendo alcune righe del mio scritto precedente mi sono chiesta come una mamma che evitava di accavallare le gambe di fronte al proprio figlio quando aveva una gonna un pò corta può pensare tutto quello che avevo fantasticato. Ma poi mi tornavano in mente le immagini di quella webcam che vi ho descritto nella parte uno.
Bene, è iniziata così, eravamo andati in spiaggia ed io e Carlo, abbiamo fatto una nuotata fermandoci a chiacchiera vicino ad uno scoglio. In certi punti si toccava appena e si sa, in acqua i movimenti sono fluidi, eravamo vicini e muovendoci ci sfioravamo. Mii guardava le tette solo coperte da un pezzetto di costume e senza pensarci le ho liberate dal bikini immergendomi un filo di più, gli ho preso una mano e gliel'ho appoggiata sopra. Una mia gamba sott’acqua toccava la sua, poi le abbiamo incrociate, ho sentito la sua erezione e gli ho dato sorprendendolo un bacio salato sulle labbra.
Gliel’ho detto. Gli ho detto che il suo papà, ragazzo aveva fatto sesso con la sua mamma e avevamo pensato che avremmo potuto provare io e lui queste emozioni. Avrei smesso qualche volta di essere la mamma che conosceva uscendo di camera la mattina con la camicia da notte trasparente che era riservata solo a suo padre o indossare vestiti e camicette senza reggiseno lasciando qualche bottone slacciato e qualche volta dimenticandomi di mettermi le mutandine..; mi sarei fatta spogliare da lui e avrebbe potuto allungare le mani e accarezzarmi; anch'io avrei giocato con il suo corpo, dare e ricevere piacere è un modo di volersi bene anche se non si usa farlo così fra mamma e figlio. Avrebbe dovuto raccontarmi tutto di quel sogno erotico su di me di cui mi aveva accennato senza volermi dire altro e lo avremmo reso reale.
Mi guardava stupito e incredulo, ho aggiunto che questo era solo un assaggio e gli ho preso la mano che era appoggiata sul seno guidandola sotto le mutandine del bikini infilando contemporaneamente l'altra nel suo costume da bagno. Toccarlo, stringerlo un attimo, avere la percezione delle sue dita che mi frugavano e sentirlo venire è stato quasi un tutt'uno.. Gli ho detto di non preoccuparsi che dopo la quarta o quinta volta gli avrei insegnato a durare più a lungo. Abbiamo riso insieme.
Poi il resto non è stato molto diverso dalle fantasie, i corpi sanno da soli come e cosa fare. E’ stato bello forte, tenero ed erotico fargli prendere poco a poco sicurezza, mi piaceva all’inizio sentirgli chiedere, mamma posso farti questo o domandargli io quello che stava provando o quello che desiderava da me distraendolo qualche volta con qualche banalità e con un leggero sadismo mentre lo stuzzicavo in punti sensibili. E' stato bello provare piacere dalle sue mani che mi accarezzavano ed à stato forte farlo vibrare ripagandolo nello stesso modo. Dieci giorni sono trascorsi in un attimo, spesso qualche ora la notte, qualche volta la mattina o il pomeriggio, o diverse volte nelle stesse 24 ore.
Mi ha mangiato facendomi sbrodolare, gli ho visto gli occhi che luccicavano guardandomi supina o distesa sulla pancia, sul fianco, accovacciata sulle ginocchia, con un cuscino sotto il sedere le gambe divaricate come non ero mai stata così esposta. E la sua eccitazione, lasciarsi andare e venirmi sul corpo mi gratificavano e coinvolgevano.
Ho preso cura del suo corpo e del suo cazzo che era ben diverso da come lo ricordavo quando era piccolo, ma glielo ho fatto io, devo dire giusto e ben fatto e gliel'ho detto, l'ho guardato bene, l'ho coccolato, ho sentito come pulsava per quello che gli facevo; succhiarlo e svuotarlo è stato un piacere molto forte condiviso e ripetuto spesso.
Tornando una volta dal mare gli ho chiesto di spalmarmi un dopo sole. Ha consumato mezza confezione partendo dal collo, fermandosi particolarmente sui seni, il ventre e fra le gambe ed oltre al piacere che mi dava, aveva il cazzo bello ritto a cui cercavo di dare un poco di sollievo con le mani unte. Poi mi sono girata ed ha ricominciato dalle spalle, passando alle reni, al culo, percepivo esitazione e desiderio, poi un pò di crema fra le natiche, la mano che scivolava in mezzo al solco e un dito che mi cercava. Guarda - gli ho detto - non penso di aver preso molto sole in quel punto ma è un massaggio piacevole e mentre parlavo mi ha dato una scossa infilandolo in profondità e facendo lo stesso con l'altra mano anche davanti. Non è stato solo un duplice massaggio perché ero io che volevo che mi avesse anche così e quando mi sono messa in posizione è stato naturale sentirlo spingere, dilatarmi lentamente ed infine stringermi per avermi contro di se, poi quelle ritmiche spinte che ti sciolgono a poco a poco per finire che non capisci più niente e per un attimo diventa tutto buio.
Rivivevo il tutto quando tornavo da Luigi qualche volta ancora calda di Carlo e gli raccontavo o rispondevo alle sue domande. Mi ha chiesto la cosa più forte che avevo provato, sentirlo venire dentro più volte nel giro di poco, ma una volta, quella volta, avevo gli occhi chiusi quando si è sollevato e pensavo che fosse sfinito, me lo ha appoggiato sulle labbra bagnato e l'ho accolto in bocca assaporando i miei umori, gli spruzzi del suo seme, il suo sapore e il suo abbandonarsi a me.
E qui mi fermo.
7
voti
voti
valutazione
3
3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una estate frizzante, molto frizzante
Commenti dei lettori al racconto erotico