L’s story. Capitolo 4/B (stanchi di ballare?)
di
Laras
genere
dominazione
La mano di Bartolo sotto la mini... le mie braccia abbandonate attorno al suo collo... la mano di Bartolo che alza la mini... io che, docile, appoggio il visino sulla sua spalla e mi lascio accarezzare il culetto, ormai tutto scoperto, in mezzo a tutti... Mi accorgo di essere diventata molto più sensibile alle carezze sul lato B, forse per l’uso del cuneo anale con coda da gatta.
Bartolo che, spingendomi dal sedere mi fa sfregare contro la sua patta per farmi sentire la sua importante erezione.
I 4 seduti guardano con attenzione, finché Giulio vuole la sua parte e prende il posto di Bartolo.
E la scena si ripete poco dopo. Mi lascio fare, ho alzato bandiera bianca. Una mano di Giulio sullo string dove copre la patatina. Giulio che solleva la minigonna e mi esibisce ai 4 al tavolo tutta bagnata dei miei umori.
È la volta di Carlo, che davanti a tutta la pista che balla, mi alza il top e mi lecca le puntine del seno… che purtroppo trova gonfie e rigidissime. Dopo avermi umiliata e esibita in quel modo, tiene spinto il suo pene rigidissimo contro la mia pancina per tutto il tempo.
Quando le luci si rialzano, i tre ragazzi non han più voglia di ballare. E adesso cosa mi tocca? vorrei sparire…
Invece, Adelmo mi fa delicatamente sedere vicino a sé, facendo segno a Luigi di tenermi per mano: mi apre le gambe davanti ai tre ragazzi, lentissimo. La sua mano, invece, scende a sentire lo stato della mia micina e coccolarla.
Lo string è fradicio. Umiliata davanti a degli sconosciuti, non so far di meglio che sottomettermi, chiudere gli occhi e miagolare dolcemente a mugolare e sospirare piano piano, come faccio sempre.
I tre seduti dalla parte opposta alla nostra si godono lo spettacolo delle mie gambe aperte, ormai molli, dello string inzuppato e della sua mano sulla mia passerina.
A. “L. sei bravissima, hai superato ogni mia aspettativa. È mezzanotte e non ho più dubbi sul da farsi… Andiamo da qualche parte?", dice rivolto ai ragazzi con un tono complice.
Bartolo, indubbiamente il più coraggioso, col pomo d'Adamo che andava su e giù rispose: "Noi abitiamo a due passi da qua. Proprio all'angolo. Veniamo da Cosenza, facciamo l'università e per questo dividiamo un appartamentino. C'è un po' di disordine, ma se non vi formalizzate... abbiamo musica e birra".
L. “All'angolo... che colpo di fortuna! Andrà sicuramente bene, andiamoci di corsa, dai", conclude il mio “caro” fidanzato.
Si muovono subito. Nei pochi metri del percorso dalla balera, mi lasciano a farmi baciare e coccolare tra le braccia di uno e poi dell'altro.
In tre minuti siamo in un appartamentino da universitari. Bartolo, che era chiaramente un po' il leader del gruppetto, mi porta direttamente in camera.
Per fortuna chiude la porta.
Usciamo dopo un'oretta, io completamente nuda, solo con i tacchi alti, corro direttamente in bagno, arrossendo da matti incrociando gli sguardi di quelli fuori.
Sento che Bartolo va verso di loro mentre si allaccia i jeans. Da bravo meridionale, appena li raggiunge, li rende partecipi:
B. "Che figaaaa!!!! Ha goduto almeno cinque volte! Fa e si fa fare di tutto, le ho risparmiato solo il culo perché non sapevo se lo avreste permesso... ma che bocca! e le piace tutto!".
Parlano sottovoce, finché esco dal bagno.
Rimorsi e imbarazzo, anche se mi ripeto che sono una persona inferiore, che è loro diritto usarmi. Non vado dove stanno, rimango in disparte, in piedi: pudica mi copro il seno con un braccio e la patata con una manina. Occhi bassi. Capezzoli gonfi e duri. Tremo un po’.
Giulio e Carlo furono morsi da una tarantola e si alzano di scatto, insieme. Ma Adelmo: "Ehi, calma! Abbiamo tutta la notte... Uno alla volta… almeno per ora!”, disse Adelmo, scoppiando a ridere.
Ridono tutti e tocca a Giulio: si alza, mi prende la manina e mi porta in camera. Tengo gli occhi bassi, mi sento sporca, ma mi lascio guidare.
Anche lui quasi un'ora... gli piaccio tanto, è appassionato… io temo di aver mugolato un po’ troppo forte in certi momenti.
Mi porta fuori dalla camera che son quasi le due.
Volo in bagno, lascio la porta socchiusa per sentire.
Forse per prevenire Carlo, Adelmo viene ad aspettarmi mentre mi sciacquo e riordino in bagno, non senza aver prima rassicurato l'ultimo dei tre: "L'avrai anche tu, tranquillo. Ma lasciami fare: la NOSTRA FIDANZATA è la prima volta che fa sesso con sconosciuti. Voglio solo vedere come sta e se se la sente di fare un giochino più spinto. Sarà una sorpresa. Ma stai calmo e fate tutti silenzio, per favore".
Vuole farmi fare un altro passo… ma quale? Ho un po’ schifo di me stessa, tremo, poi mi calmo.
A. "Luigi, per favore, vieni anche tu, è meglio se siamo tutti e due sicuri che sia tranquilla", aggiunge.
Io esco. Mi son pettinata e rifatta il leggerissimo trucco... nonostante le umiliazioni, mi sento bella, desiderata, utile.
A. "Come va? Non sei già stanca vero?", mi chiede, mentre mi apre la bocca, forse per controllare se mi son lavata i denti.
Resto zitta, faccio solo un "no" con la testa. E i denti me li son lavati. Mi dà un dolce bacio in bocca. E Luigi, dopo, lo imita. Io ricambio i baci, mi sciolgo, abbandonandomi tra le loro braccia come una gattina innamorata.
Mi sento osservata da tutti, sono sempre nuda e ho ancora i capezzoli duri.
A turno, tutti loro mi dicono qualcosa come “Sei bellissima”.
A. "Stai facendo passi da gigante. Sono tanto soddisfatto di te. Ma dì qualcosa dai".
Prendo un respirone per trovare forza. Cerco di non pensare a quello che avevo fatto e mi avrebbero fatto ancora.
L. "Io... Luigi… Adelmo: non siate arrabbiato con me, ho solo ubbidito... insomma... io... vi amo", dico con un filo di voce.
Adelmo allunga una mano tra le mie cosce e dice, davanti a tutti: “Sei ancora bagnata! Sei stata bravissima, sai? Ma... dovrai farlo anche con Carlo, sì?".
L. “Sì, certo, signore... lo so". Sospiro, ma noto che Carlo è proprio carino.
A. "Brava. Bravissima. E.… te la senti di fare un passo in più?".
Abbasso gli occhi e quasi sottovoce emetto un: "Di… di più? Che cosa?".
Un rapido cenno d'intesa tra lui e Luigi e poi spara: "Prova a fare la schiava con Carlo, come fai con noi due. Ma sei libera di scegliere tu fino a dove umiliarti".
Resto basita, poi cedo, ancora una volta: faccio un cenno d'assenso con la testa, uno solo. Ma il respiro mi diventa subito affannato, assieme al rossore del viso.
A. "Calmati. Prendi una bella boccata d'aria e quando vuoi vai. Sono lì, davanti a te, tutti e tre".
Mi lascia sola con Luigi che mi bacia, accarezza e dice nell'orecchio cose che, per l’emozione, non capisco.
Di minuti ce ne vogliono dieci: Adelmo riesce a far stare calmo Carlo, lo rassicura e gli dice di prepararsi a qualcosa di speciale.
Poi, serissimo, precisa: "Non approfittare, però, di quello che vedrai adesso. Te ne farei pentire, Luigi è ricco sfondato e non hai idea di cosa possa fare uno con le sue possibilità. State tutti calmi e cercate di portarle rispetto e educazione. Lara sta imparando, diventerà una schiava di piacere per uomini. Non è per niente una troia, anzi! è come una pietra preziosa rarissima: all’inizio, per quelle come lei, sono cose molto difficili. Datemi retta, aiutatela ad essere a su agio, e vedrete che non dimenticherete questa serata facilmente”.
Sento queste parole con il viso nascosto contro la spalla del mio Luigi: mi commuovo… sono una “pietra preziosa rarissima”?!? Sono sempre stata una deficiente per tutti, trattata come una buona solo da s… e, invece, ora sono una “rarissima pietra preziosa”?… Il mio piccolo cuore si riempie di gioia.
Loro si accendono una sigaretta, forse per sdrammatizzare.
Sottovoce chiedono qualcosa su di noi, soprattutto su di me e sulla possibilità di riavermi.
Adelmo è correttissimo: dice il minimo indispensabile, aggiunge che non possono escludere di ridarmi a loro, ma che tutto dipendeva dal loro comportamento.
Riprendono a scherzare e ridere sottovoce, finché... varco la soglia del salotto, Luigi mi segue un paio di metri dietro. Sono serena, quelle parole mi han ridato autostima e forza… ma anche visibilmente imbarazzata perché indosso solo le scarpine alte.
Avanzo fino davanti a Carlo... piego prima un ginocchio poi l'altro.
Allargo leggermente le gambe, per mostrarmi e offrirmi.
Si sente la mia vocina da bimba sussurrare una cosa che mai avrei pensato di dire solo 6 settimane prima, dal primo incontro con Adelmo: "Sono un'aspirante schiava di piacere per uomini... il signor Carlo potrebbe farmi l'onore di usarmi?".
Carlo strabuzza gli occhi, anche gli altri non credono a quello che vedono e sentono. Dopo un attimo, slaccia i jeans, sbottona la patta, lo tira fuori ancora moscio e dice un eloquente: "Accomodati pure". Ha un uccello grandicello, un pochino di più di quello di Adelmo.
Avanzo a 4 zampe sulle ginocchia fino a trovarmi tra le gambe del ragazzo, glielo prendo in mano, chino la testa: vedo che mi guardavano tutti e 5 da vicino. Che umiliazione… chiudo gli occhi e comincio a leccarlo, lentamente.
Ma il ragazzo perde la testa nel vedermi così sottomessa tra le sue gambe: mette una mano sulla mia nuca impedendomi di arretrare, anzi, spingendomi senza garbo verso il suo pene. Certo gli piace possedermi così, ha la bocca completamente spalancata con i denti in vista, affonda forti colpi del suo membro nella mia bocca. Mi lascia toglierlo completamente, ma poi lo affonda di nuovo, fino ad urtarmi il fondo della gola. Tossisco, ho i conati, ma mi passano e non mi ribello. Cerco di essere accondiscendente e dargli piacere serrandolo un poco con le labbra, per rendere più stretto il contatto. Fin da piccola son sempre stata brava con la bocca, ma dopo lo stare con Luigi non son più abituata a quelle dimensioni: entra per intero, ma faccio un po’ fatica. Per i colpi di tosse e il senso di soffocamento, il viso mi si ricopre di grossi lacrimoni, ma riesco a restare docile e a servire.
Il ragazzo mi mette alla prova stantuffandomi in bocca il suo membro senza sosta per lunghissimi secondi, impedendomi così di mandar giù la gran quantità di saliva che quel tormento mi fa produrre. Vedono il mio liquido salivare colare a terra lasciando lunghi fili appesi al mento ormai grondo ed impiastricciato.
Quando il ragazzo estrae il suo membro per brevi attimi, ne approfitto per aspirare quanta più aria posso, rimanendo con la bocca spalancata e cordoni di saliva che mantengono in collegamento le mie labbra al suo glande.
Mi sento proprio usata, ma pian piano capisco anche che è giusto per una insicura come me.
Carlo va avanti a scavarmi in gola per un po', finché non incomincia ad accelerare il ritmo delle sue spinte e la forza che mi imprime sulla nuca. Sta per esplodere e ne ho la conferma quando lo sento cominciare ad emettere un lungo e roco gemito di soddisfazione. Mentre lui tiene spinto il grosso arnese nella gola, urla: "Dai schiava, bevilo fino all'ultima goccia!".
Spruzza nella mia gola in quantità industriale, ma, stranamente, mi sento utile, importante, realizzata: è questa la mia futura vita? Sono talmente coinvolta che rischio di avere un orgasmo, solo col sentire il suo seme in bocca, senza toccarmi.
Dall'angolo delle mie labbra socchiuse sfugge via solo un piccolo rivolo di crema bianca... Non so cosa farne, non oso guardare Adelmo per la vergogna di chiedere cosa devo fare... rimango per un attimo con il viso rivolto all'ingiù e le guance gonfie di sperma... prima di deglutire e permettere al seme di Bartolo di scivolarmi in gola.
Finalmente alzo il viso e mi guardo attorno. Mi sorridono eccitatissimi. Ho dato spettacolo.
Continua
Bartolo che, spingendomi dal sedere mi fa sfregare contro la sua patta per farmi sentire la sua importante erezione.
I 4 seduti guardano con attenzione, finché Giulio vuole la sua parte e prende il posto di Bartolo.
E la scena si ripete poco dopo. Mi lascio fare, ho alzato bandiera bianca. Una mano di Giulio sullo string dove copre la patatina. Giulio che solleva la minigonna e mi esibisce ai 4 al tavolo tutta bagnata dei miei umori.
È la volta di Carlo, che davanti a tutta la pista che balla, mi alza il top e mi lecca le puntine del seno… che purtroppo trova gonfie e rigidissime. Dopo avermi umiliata e esibita in quel modo, tiene spinto il suo pene rigidissimo contro la mia pancina per tutto il tempo.
Quando le luci si rialzano, i tre ragazzi non han più voglia di ballare. E adesso cosa mi tocca? vorrei sparire…
Invece, Adelmo mi fa delicatamente sedere vicino a sé, facendo segno a Luigi di tenermi per mano: mi apre le gambe davanti ai tre ragazzi, lentissimo. La sua mano, invece, scende a sentire lo stato della mia micina e coccolarla.
Lo string è fradicio. Umiliata davanti a degli sconosciuti, non so far di meglio che sottomettermi, chiudere gli occhi e miagolare dolcemente a mugolare e sospirare piano piano, come faccio sempre.
I tre seduti dalla parte opposta alla nostra si godono lo spettacolo delle mie gambe aperte, ormai molli, dello string inzuppato e della sua mano sulla mia passerina.
A. “L. sei bravissima, hai superato ogni mia aspettativa. È mezzanotte e non ho più dubbi sul da farsi… Andiamo da qualche parte?", dice rivolto ai ragazzi con un tono complice.
Bartolo, indubbiamente il più coraggioso, col pomo d'Adamo che andava su e giù rispose: "Noi abitiamo a due passi da qua. Proprio all'angolo. Veniamo da Cosenza, facciamo l'università e per questo dividiamo un appartamentino. C'è un po' di disordine, ma se non vi formalizzate... abbiamo musica e birra".
L. “All'angolo... che colpo di fortuna! Andrà sicuramente bene, andiamoci di corsa, dai", conclude il mio “caro” fidanzato.
Si muovono subito. Nei pochi metri del percorso dalla balera, mi lasciano a farmi baciare e coccolare tra le braccia di uno e poi dell'altro.
In tre minuti siamo in un appartamentino da universitari. Bartolo, che era chiaramente un po' il leader del gruppetto, mi porta direttamente in camera.
Per fortuna chiude la porta.
Usciamo dopo un'oretta, io completamente nuda, solo con i tacchi alti, corro direttamente in bagno, arrossendo da matti incrociando gli sguardi di quelli fuori.
Sento che Bartolo va verso di loro mentre si allaccia i jeans. Da bravo meridionale, appena li raggiunge, li rende partecipi:
B. "Che figaaaa!!!! Ha goduto almeno cinque volte! Fa e si fa fare di tutto, le ho risparmiato solo il culo perché non sapevo se lo avreste permesso... ma che bocca! e le piace tutto!".
Parlano sottovoce, finché esco dal bagno.
Rimorsi e imbarazzo, anche se mi ripeto che sono una persona inferiore, che è loro diritto usarmi. Non vado dove stanno, rimango in disparte, in piedi: pudica mi copro il seno con un braccio e la patata con una manina. Occhi bassi. Capezzoli gonfi e duri. Tremo un po’.
Giulio e Carlo furono morsi da una tarantola e si alzano di scatto, insieme. Ma Adelmo: "Ehi, calma! Abbiamo tutta la notte... Uno alla volta… almeno per ora!”, disse Adelmo, scoppiando a ridere.
Ridono tutti e tocca a Giulio: si alza, mi prende la manina e mi porta in camera. Tengo gli occhi bassi, mi sento sporca, ma mi lascio guidare.
Anche lui quasi un'ora... gli piaccio tanto, è appassionato… io temo di aver mugolato un po’ troppo forte in certi momenti.
Mi porta fuori dalla camera che son quasi le due.
Volo in bagno, lascio la porta socchiusa per sentire.
Forse per prevenire Carlo, Adelmo viene ad aspettarmi mentre mi sciacquo e riordino in bagno, non senza aver prima rassicurato l'ultimo dei tre: "L'avrai anche tu, tranquillo. Ma lasciami fare: la NOSTRA FIDANZATA è la prima volta che fa sesso con sconosciuti. Voglio solo vedere come sta e se se la sente di fare un giochino più spinto. Sarà una sorpresa. Ma stai calmo e fate tutti silenzio, per favore".
Vuole farmi fare un altro passo… ma quale? Ho un po’ schifo di me stessa, tremo, poi mi calmo.
A. "Luigi, per favore, vieni anche tu, è meglio se siamo tutti e due sicuri che sia tranquilla", aggiunge.
Io esco. Mi son pettinata e rifatta il leggerissimo trucco... nonostante le umiliazioni, mi sento bella, desiderata, utile.
A. "Come va? Non sei già stanca vero?", mi chiede, mentre mi apre la bocca, forse per controllare se mi son lavata i denti.
Resto zitta, faccio solo un "no" con la testa. E i denti me li son lavati. Mi dà un dolce bacio in bocca. E Luigi, dopo, lo imita. Io ricambio i baci, mi sciolgo, abbandonandomi tra le loro braccia come una gattina innamorata.
Mi sento osservata da tutti, sono sempre nuda e ho ancora i capezzoli duri.
A turno, tutti loro mi dicono qualcosa come “Sei bellissima”.
A. "Stai facendo passi da gigante. Sono tanto soddisfatto di te. Ma dì qualcosa dai".
Prendo un respirone per trovare forza. Cerco di non pensare a quello che avevo fatto e mi avrebbero fatto ancora.
L. "Io... Luigi… Adelmo: non siate arrabbiato con me, ho solo ubbidito... insomma... io... vi amo", dico con un filo di voce.
Adelmo allunga una mano tra le mie cosce e dice, davanti a tutti: “Sei ancora bagnata! Sei stata bravissima, sai? Ma... dovrai farlo anche con Carlo, sì?".
L. “Sì, certo, signore... lo so". Sospiro, ma noto che Carlo è proprio carino.
A. "Brava. Bravissima. E.… te la senti di fare un passo in più?".
Abbasso gli occhi e quasi sottovoce emetto un: "Di… di più? Che cosa?".
Un rapido cenno d'intesa tra lui e Luigi e poi spara: "Prova a fare la schiava con Carlo, come fai con noi due. Ma sei libera di scegliere tu fino a dove umiliarti".
Resto basita, poi cedo, ancora una volta: faccio un cenno d'assenso con la testa, uno solo. Ma il respiro mi diventa subito affannato, assieme al rossore del viso.
A. "Calmati. Prendi una bella boccata d'aria e quando vuoi vai. Sono lì, davanti a te, tutti e tre".
Mi lascia sola con Luigi che mi bacia, accarezza e dice nell'orecchio cose che, per l’emozione, non capisco.
Di minuti ce ne vogliono dieci: Adelmo riesce a far stare calmo Carlo, lo rassicura e gli dice di prepararsi a qualcosa di speciale.
Poi, serissimo, precisa: "Non approfittare, però, di quello che vedrai adesso. Te ne farei pentire, Luigi è ricco sfondato e non hai idea di cosa possa fare uno con le sue possibilità. State tutti calmi e cercate di portarle rispetto e educazione. Lara sta imparando, diventerà una schiava di piacere per uomini. Non è per niente una troia, anzi! è come una pietra preziosa rarissima: all’inizio, per quelle come lei, sono cose molto difficili. Datemi retta, aiutatela ad essere a su agio, e vedrete che non dimenticherete questa serata facilmente”.
Sento queste parole con il viso nascosto contro la spalla del mio Luigi: mi commuovo… sono una “pietra preziosa rarissima”?!? Sono sempre stata una deficiente per tutti, trattata come una buona solo da s… e, invece, ora sono una “rarissima pietra preziosa”?… Il mio piccolo cuore si riempie di gioia.
Loro si accendono una sigaretta, forse per sdrammatizzare.
Sottovoce chiedono qualcosa su di noi, soprattutto su di me e sulla possibilità di riavermi.
Adelmo è correttissimo: dice il minimo indispensabile, aggiunge che non possono escludere di ridarmi a loro, ma che tutto dipendeva dal loro comportamento.
Riprendono a scherzare e ridere sottovoce, finché... varco la soglia del salotto, Luigi mi segue un paio di metri dietro. Sono serena, quelle parole mi han ridato autostima e forza… ma anche visibilmente imbarazzata perché indosso solo le scarpine alte.
Avanzo fino davanti a Carlo... piego prima un ginocchio poi l'altro.
Allargo leggermente le gambe, per mostrarmi e offrirmi.
Si sente la mia vocina da bimba sussurrare una cosa che mai avrei pensato di dire solo 6 settimane prima, dal primo incontro con Adelmo: "Sono un'aspirante schiava di piacere per uomini... il signor Carlo potrebbe farmi l'onore di usarmi?".
Carlo strabuzza gli occhi, anche gli altri non credono a quello che vedono e sentono. Dopo un attimo, slaccia i jeans, sbottona la patta, lo tira fuori ancora moscio e dice un eloquente: "Accomodati pure". Ha un uccello grandicello, un pochino di più di quello di Adelmo.
Avanzo a 4 zampe sulle ginocchia fino a trovarmi tra le gambe del ragazzo, glielo prendo in mano, chino la testa: vedo che mi guardavano tutti e 5 da vicino. Che umiliazione… chiudo gli occhi e comincio a leccarlo, lentamente.
Ma il ragazzo perde la testa nel vedermi così sottomessa tra le sue gambe: mette una mano sulla mia nuca impedendomi di arretrare, anzi, spingendomi senza garbo verso il suo pene. Certo gli piace possedermi così, ha la bocca completamente spalancata con i denti in vista, affonda forti colpi del suo membro nella mia bocca. Mi lascia toglierlo completamente, ma poi lo affonda di nuovo, fino ad urtarmi il fondo della gola. Tossisco, ho i conati, ma mi passano e non mi ribello. Cerco di essere accondiscendente e dargli piacere serrandolo un poco con le labbra, per rendere più stretto il contatto. Fin da piccola son sempre stata brava con la bocca, ma dopo lo stare con Luigi non son più abituata a quelle dimensioni: entra per intero, ma faccio un po’ fatica. Per i colpi di tosse e il senso di soffocamento, il viso mi si ricopre di grossi lacrimoni, ma riesco a restare docile e a servire.
Il ragazzo mi mette alla prova stantuffandomi in bocca il suo membro senza sosta per lunghissimi secondi, impedendomi così di mandar giù la gran quantità di saliva che quel tormento mi fa produrre. Vedono il mio liquido salivare colare a terra lasciando lunghi fili appesi al mento ormai grondo ed impiastricciato.
Quando il ragazzo estrae il suo membro per brevi attimi, ne approfitto per aspirare quanta più aria posso, rimanendo con la bocca spalancata e cordoni di saliva che mantengono in collegamento le mie labbra al suo glande.
Mi sento proprio usata, ma pian piano capisco anche che è giusto per una insicura come me.
Carlo va avanti a scavarmi in gola per un po', finché non incomincia ad accelerare il ritmo delle sue spinte e la forza che mi imprime sulla nuca. Sta per esplodere e ne ho la conferma quando lo sento cominciare ad emettere un lungo e roco gemito di soddisfazione. Mentre lui tiene spinto il grosso arnese nella gola, urla: "Dai schiava, bevilo fino all'ultima goccia!".
Spruzza nella mia gola in quantità industriale, ma, stranamente, mi sento utile, importante, realizzata: è questa la mia futura vita? Sono talmente coinvolta che rischio di avere un orgasmo, solo col sentire il suo seme in bocca, senza toccarmi.
Dall'angolo delle mie labbra socchiuse sfugge via solo un piccolo rivolo di crema bianca... Non so cosa farne, non oso guardare Adelmo per la vergogna di chiedere cosa devo fare... rimango per un attimo con il viso rivolto all'ingiù e le guance gonfie di sperma... prima di deglutire e permettere al seme di Bartolo di scivolarmi in gola.
Finalmente alzo il viso e mi guardo attorno. Mi sorridono eccitatissimi. Ho dato spettacolo.
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