Vacanze noiose
di
Elana
genere
etero
Sofia è sdraiata sul terrazzo, il corpo abbronzato dal calore torrido di una giornata estiva inaspettatamente afosa. L'aria è immobile, pesante come una coperta di vapore, e il sole picchia senza pietà, trasformando il piccolo spazio esterno in una sauna naturale. Le persiane chiuse non bastano a fermare l'ondata di calore che si è accumulata nelle stanze interne, costringendola a cercare sollievo sul terrazzo, dove almeno il leggero movimento dell'aria di mezzogiorno offre una fugace illusione di freschezza. L'intensa calura ha sciolto anche le ultime riserve di energia, rendendo ogni movimento lento e stanco, proprio come Sofia mentre si distende sul lettino.
La sua pelle è abbronzata dal sole estivo. Il suo corpo dalle forme generose, sfacciatamente esposto sotto il cielo azzurro, è un'esplosione di lussuria. I capezzoli, turgidi e di un rosa acceso, contrastano con la pelle dorata, quasi sfidando il calore afoso che agita l'aria immobile. Il suo seno abbondante, morbido e pesante, ondeggia leggermente ad ogni suo respiro profondo, come una bussola che indica la direzione del desiderio. I capelli rossi, raccolti in modo spettinato in una coda disordinata, scendono come un fiume di fuoco che incornicia il viso, incrociando le lentiggini che le punteggiano spalle e seno, un miele di stelle sparse sulla sua pelle chiara. Sudore perlaceo percorre le sue curve, una pellicola sottile che invita a portare quel corpo in fantasie sconce.
Con un movimento lento e studiato, Sofia si solleva dal lettino, i muscoli delle gambe che si contraggono, la pelle che brilla per l'umidità. La sua precisione sensuale è un inno alla provocazione più nuda e diretta. Dentro casa, Andrea è intento a rollare una canna. Sofia lo chiama con un sorriso complice, la sua voce leggermente roca dal calore: "Andrea, che fai?" Lui, senza rispondere a parole, alza lo spinello appena arrotolato, un gesto che in sé racchiude un tacito invito.
"Vieni fuori," ordina Sofia, la sua voce un invito che è anche una sfida. "fammi fumare." Andrea risponde con un sorriso scaltro, i muscoli del viso che si contraggono: "Troppo caldo per i miei gusti. Se vuoi, avvicinati tu." Sofia si avvicina alla finestra con un'andatura sinuosa che è un concerto di desideri, aggraziata e consapevole.
Gli occhi di Andrea percorrono ogni centimetro di quel corpo giovane, coperta solo da un sottile perizoma.
Si siede sul davanzale adattando perfettamente il suo fondoschiena allo spigolo, facendo cospicuamente sporgere le forme dentro la casa di Andrea, nella sua proprietà. Le natiche allargate svelano il sottile filo di tessuto che a stento copre l'ano, che batte come un piccolo cuore segreto.
Andrea, avvolto dal fumo della canna nell'aria immobile, segue con lo sguardo la l'insidiosa curva di quella schiena finire in un culo pieno di promesse. Sofia, con un sorriso di vittoria, si volta leggermente, i capelli che le incorniciano il viso mentre il sole illumina le lentiggini sul naso. "La montagna offre panorami mozzafiato, non trovi? Passami la canna."
Andrea, con un sorriso che si allarga, obbedisce. Mentre Sofia porta lo spinello alle labbra allunga una mano. Un dito scivola lungo il filo del costume, misurando lentamente ogni centimetro del tessuto che nasconde le ultime parti di quel corpo. La sua pressione sul buco di Sofia è delicata, ma decisa, come una piccola promessa. Lei geme, un suono tenuto da un sorriso, gli occhi che si accendono di una lussuria smaniosa.
"Sofia, che ne dici di questo paese?" domanda Andrea, le dita che premono lentamente sullo sfintere. "Poco da fare, no?"
"Già, troppo tranquillo a volte," risponde Sofia, il respiro che si accorcia mentre si rilassa sotto le sue dita. "È stucchevole, come una torta troppo zuccherata."
Andrea, senza smettere di stimolare quel buco, aggiunge: "Ma la tranquillità aiuta a fare scoperte, Sofia. Imparare a vedere le cose nascoste."
"Solo se ci si applica," ribatte lei, la voce un sussurro caldo. "Altrimenti è solo noia mortale."
Andrea sorride, le dita che circoscrivono l'ano per poi premere nuovamente. "E tu hai trovato l'applicazione giusta?"
"Finalmente ho capito come," dice Sofia, la voce che si incrina in un gemito mentre accelera i movimenti. "La noia ti rende creativa, sai?" Il suo respiro diventa più pesante mentre, appoggiando la mano sulla natica, apre ancora di più quel buco, ormai fremente sotto gli stimoli di Andrea.
Un dito scivola tra le labbra calde coperte dal perizoma, bagnandosi. Sofia emette un gemito più lungo. "Immaginavo che in questo posto avrei scoperto prima o poi qualcosa. O qualcuno." Andrea riporta il dito sui suoi passi e, grazie alla patina scivolosa, ne infila la punta nel culo che, colto da uno spasmo, si apre di colpo per poi stringersi.
"Per essere precisi, io ci ho pensato per un po'," confessa Sofia, che si gira leggermente per guardarlo. "Ma ora che ci sei, la scoperta è molto più interessante."
Andrea si accovaccia dietro di lei, sposta il costume con una decisione che fa accelerare il respiro di Sofia. La sua lingua tocca quel buco, sbavandolo con cautela. Un bacio umido che lentamente la apre e scivola dentro. Le sue dita contemporaneamente esplorano la figa, bagnata e calda, pronta ad accogliere. Sofia si perde in quel momento, un'apparente beatitudine mentre la bocca esala fumo e gemiti alternati.
"Tieni," dice Sofia, porgendo la canna. Andrea, sollevandosi, la prende, il fumo che si mescola con il calore del momento. Sofia, attirandolo a sé con una presa sicura, gli sussurra, "riempimi di sborra."
Andrea fa un paio di tiri prima di restituire lo spinello. Senza indugio, la penetra. Sofia avverte dapprima la pressione esercitata dalla punta del pene, una violenza tenera, e poi, mentre il cazzo le apre lo sfintere, sente ogni centimetro di quel palo di carne stimolarle le pareti interne. La sensazione è un miscuglio di dolore e piacere, un vortice in cui si perde completamente.
Inizia con colpi cauti, misurando la strettezza di quel buco avido. Sofia si irrigidisce, un gemito che è una supplica, "fermati." Andrea obbedisce, il cazzo spinto più in fondo che può, le cosce di lei che tremano in un'oscillazione controllata. Sofia si infila una mano tra le cosce. Le sue dita, esperte, cercano il clitoride, implorando piacere. Con l'altra mano afferra un gluteo di Andrea, le unghie si conficcano nel tessuto morbido, tirando l'asta di dolore e desiderio ancora più dentro di sé.
Andrea, con una mano afferra uno dei grossi seni, stringendolo con forza, mentre con l'altra raggiunge di Sofia, all'interno dello figa fradicia. La stringe a se, immobilizzandola con questa presa che la stimola in ogni parte del corpo. Riprende a pompare lentamente nel culo stretto. Riesce, con le dita, a sentire scivolare il cazzo nell'altro canale. Lo sente anche Sofia, improvvisamente travolta un'onda di piacere.
Trema, il piacere si fa strada, fino ad esplodere: squirta con un gemito che è un urlo silenzioso. Il corpo di Andrea, caldo e presente, continua a pompare con calma e convinzione, il cazzo che entra ed esce da quel buco, riempiendo ogni centimetro. La tensione in lui cresce, i muscoli che si irrigidiscono, il respiro che diventa più profondo e irregolare. Sofia sente come il suo corpo reagisca a ogni singola spinta, con l'ano che si contrae desideroso attorno al membro che la sta possedendo.
Andrea chiude gli occhi, il volto contratto nel piacere, e Sofia sente come il suo cazzo inizia a pulsare all'interno di lei, più forte e più frequente. Poi arriva l'onda calda, il primo getto di sperma che le invade l'ano. Sofia geme, con gli occhi spalancati in un'estasi pura. Il calore si sparga dentro di lei, una sensazione intensa e che la pervade completamente. Le pareti del suo retto si contraggono involontariamente, come a trattenere ogni goccia di quell'essenza maschile.
"Ah... sì... così..." sussurra Sofia, mentre un secondo e terzo getto seguono il primo, riempiendola completamente. La sensazione è indescrivibile, un piacere che va oltre l'erotico. Sentendo il seme di Andrea riversarsi dentro di lei, Sofia prova un'istintiva, profonda esigenza di più. Non è mai stata così piena, così posseduta. Il desiderio per quel seme, per la sua essenza, cresce in lei come una fiamma impetuosa.
"Più... ancora," implora Sofia, spingendosi indietro per avvolgere completamente il cazzo di Andrea con il suo corpo. "Non fermarti... dammi tutto... voglio ogni goccia..." Le sue parole sono un pianto urgente, una fame insaziabile che solo lo sperma può saziare. Andrea, esausto ma ancora inebriato, continua a pompare lentamente, lasciandole anche l'ultima goccia del suo seme.
Sente il liquido dentro di lei, un calore persistente che le scalda le viscere un po' come il sole aveva scaldato la sua pelle. Sofia sospira profondamente, il corpo ancora tremante, ma la mente è già altrove, proiettata verso nuovi desideri. Sente che il membro di Andrea sta iniziando a rimpicciolirsi dentro il suo culo, d'istinto stringe le natiche per trattenere l'essenza che desidera così tanto. Quando Andrea finalmente si sfila lentamente dal suo ano, lei emette un piccolo gemito di perdita, già desiderosa di ritrovare quella pienezza.
"Ti sei annoiata?" sussurra Andrea accanto all'orecchio di Sofia, mentre una delle sue mani si solleva e le dà dolcemente una sculacciata, un gesto che provoca un'ondata di brividi su tutto il corpo di Sofia.
Sofia ride sottovoce, il suono delicato come un sussurro. "Molto poco," risponde, girando leggermente la testa per guardarlo con di soddisfazione.
Andrea sorride, le labbra che sfiorano brevemente la sua spalla. "Vado a prendere un bicchiere d'acqua. Ho sete."
Sofia annuì mentre lui si allontanò lungo il corridoio. Sentì l'acqua scorrere dal rubinetto nel bagno, Andrea non poteva vederla. Allungò una mano verso il retto, sentendo la pelle calda e delicata. Le sue dita trovarono l'apertura, ancora leggermente aperta, e cominciarono a raccogliere lo sperma che le stava stillando lentamente fuori dal corpo.
La consistenza era densa e calda, quasi viscosa tra le sue dita. Sofia raccolse una piccola quantità, e la portò alla lingua. Leccò avidamente le dita, il sapore salino e maschile un'eccitazione che le fece chiudere gli occhi nel tentativo di salvare il ricordo di quei momenti nella memoria. Era il sapore dell'eccitazione, del possesso, della sua scoperta del piacere anale. Ogni goccia era una piccola vittoria contro la monotonia di quella vacanza.
Andrea tornò con un bicchiere d'acqua in mano, sorprendendola mentre si leccava le dita con gli occhi chiusi, un'espressione di pura delizia sul volto. Rimase a guardarla per un istante, un sorriso complice che disegnava le sue labbra, prima di appoggiarsi di nuovo dietro di lei. Sofia voltò la testa, il corpo che tremava ancora all'anticipazione, e Andrea posò una mano sulla sua guancia, le sue dita calde che accarezzavano la pelle.
"Sei davvero affamata, vero?" sussurrò, la sua voce un basso ruggito che fece vibrare dentro di lei.
"Affamata di te," rispose Sofia, il respiro affannoso mentre si appoggiava a lui. "Di tutto quello che sai darmi."
E quando Andrea cominciò ad accarezzare lentamente l'interno delle sue cosce, Sofia sapeva che la sua noia era davvero stata uccisa, e che una nuova vacanza era appena iniziata.
La sua pelle è abbronzata dal sole estivo. Il suo corpo dalle forme generose, sfacciatamente esposto sotto il cielo azzurro, è un'esplosione di lussuria. I capezzoli, turgidi e di un rosa acceso, contrastano con la pelle dorata, quasi sfidando il calore afoso che agita l'aria immobile. Il suo seno abbondante, morbido e pesante, ondeggia leggermente ad ogni suo respiro profondo, come una bussola che indica la direzione del desiderio. I capelli rossi, raccolti in modo spettinato in una coda disordinata, scendono come un fiume di fuoco che incornicia il viso, incrociando le lentiggini che le punteggiano spalle e seno, un miele di stelle sparse sulla sua pelle chiara. Sudore perlaceo percorre le sue curve, una pellicola sottile che invita a portare quel corpo in fantasie sconce.
Con un movimento lento e studiato, Sofia si solleva dal lettino, i muscoli delle gambe che si contraggono, la pelle che brilla per l'umidità. La sua precisione sensuale è un inno alla provocazione più nuda e diretta. Dentro casa, Andrea è intento a rollare una canna. Sofia lo chiama con un sorriso complice, la sua voce leggermente roca dal calore: "Andrea, che fai?" Lui, senza rispondere a parole, alza lo spinello appena arrotolato, un gesto che in sé racchiude un tacito invito.
"Vieni fuori," ordina Sofia, la sua voce un invito che è anche una sfida. "fammi fumare." Andrea risponde con un sorriso scaltro, i muscoli del viso che si contraggono: "Troppo caldo per i miei gusti. Se vuoi, avvicinati tu." Sofia si avvicina alla finestra con un'andatura sinuosa che è un concerto di desideri, aggraziata e consapevole.
Gli occhi di Andrea percorrono ogni centimetro di quel corpo giovane, coperta solo da un sottile perizoma.
Si siede sul davanzale adattando perfettamente il suo fondoschiena allo spigolo, facendo cospicuamente sporgere le forme dentro la casa di Andrea, nella sua proprietà. Le natiche allargate svelano il sottile filo di tessuto che a stento copre l'ano, che batte come un piccolo cuore segreto.
Andrea, avvolto dal fumo della canna nell'aria immobile, segue con lo sguardo la l'insidiosa curva di quella schiena finire in un culo pieno di promesse. Sofia, con un sorriso di vittoria, si volta leggermente, i capelli che le incorniciano il viso mentre il sole illumina le lentiggini sul naso. "La montagna offre panorami mozzafiato, non trovi? Passami la canna."
Andrea, con un sorriso che si allarga, obbedisce. Mentre Sofia porta lo spinello alle labbra allunga una mano. Un dito scivola lungo il filo del costume, misurando lentamente ogni centimetro del tessuto che nasconde le ultime parti di quel corpo. La sua pressione sul buco di Sofia è delicata, ma decisa, come una piccola promessa. Lei geme, un suono tenuto da un sorriso, gli occhi che si accendono di una lussuria smaniosa.
"Sofia, che ne dici di questo paese?" domanda Andrea, le dita che premono lentamente sullo sfintere. "Poco da fare, no?"
"Già, troppo tranquillo a volte," risponde Sofia, il respiro che si accorcia mentre si rilassa sotto le sue dita. "È stucchevole, come una torta troppo zuccherata."
Andrea, senza smettere di stimolare quel buco, aggiunge: "Ma la tranquillità aiuta a fare scoperte, Sofia. Imparare a vedere le cose nascoste."
"Solo se ci si applica," ribatte lei, la voce un sussurro caldo. "Altrimenti è solo noia mortale."
Andrea sorride, le dita che circoscrivono l'ano per poi premere nuovamente. "E tu hai trovato l'applicazione giusta?"
"Finalmente ho capito come," dice Sofia, la voce che si incrina in un gemito mentre accelera i movimenti. "La noia ti rende creativa, sai?" Il suo respiro diventa più pesante mentre, appoggiando la mano sulla natica, apre ancora di più quel buco, ormai fremente sotto gli stimoli di Andrea.
Un dito scivola tra le labbra calde coperte dal perizoma, bagnandosi. Sofia emette un gemito più lungo. "Immaginavo che in questo posto avrei scoperto prima o poi qualcosa. O qualcuno." Andrea riporta il dito sui suoi passi e, grazie alla patina scivolosa, ne infila la punta nel culo che, colto da uno spasmo, si apre di colpo per poi stringersi.
"Per essere precisi, io ci ho pensato per un po'," confessa Sofia, che si gira leggermente per guardarlo. "Ma ora che ci sei, la scoperta è molto più interessante."
Andrea si accovaccia dietro di lei, sposta il costume con una decisione che fa accelerare il respiro di Sofia. La sua lingua tocca quel buco, sbavandolo con cautela. Un bacio umido che lentamente la apre e scivola dentro. Le sue dita contemporaneamente esplorano la figa, bagnata e calda, pronta ad accogliere. Sofia si perde in quel momento, un'apparente beatitudine mentre la bocca esala fumo e gemiti alternati.
"Tieni," dice Sofia, porgendo la canna. Andrea, sollevandosi, la prende, il fumo che si mescola con il calore del momento. Sofia, attirandolo a sé con una presa sicura, gli sussurra, "riempimi di sborra."
Andrea fa un paio di tiri prima di restituire lo spinello. Senza indugio, la penetra. Sofia avverte dapprima la pressione esercitata dalla punta del pene, una violenza tenera, e poi, mentre il cazzo le apre lo sfintere, sente ogni centimetro di quel palo di carne stimolarle le pareti interne. La sensazione è un miscuglio di dolore e piacere, un vortice in cui si perde completamente.
Inizia con colpi cauti, misurando la strettezza di quel buco avido. Sofia si irrigidisce, un gemito che è una supplica, "fermati." Andrea obbedisce, il cazzo spinto più in fondo che può, le cosce di lei che tremano in un'oscillazione controllata. Sofia si infila una mano tra le cosce. Le sue dita, esperte, cercano il clitoride, implorando piacere. Con l'altra mano afferra un gluteo di Andrea, le unghie si conficcano nel tessuto morbido, tirando l'asta di dolore e desiderio ancora più dentro di sé.
Andrea, con una mano afferra uno dei grossi seni, stringendolo con forza, mentre con l'altra raggiunge di Sofia, all'interno dello figa fradicia. La stringe a se, immobilizzandola con questa presa che la stimola in ogni parte del corpo. Riprende a pompare lentamente nel culo stretto. Riesce, con le dita, a sentire scivolare il cazzo nell'altro canale. Lo sente anche Sofia, improvvisamente travolta un'onda di piacere.
Trema, il piacere si fa strada, fino ad esplodere: squirta con un gemito che è un urlo silenzioso. Il corpo di Andrea, caldo e presente, continua a pompare con calma e convinzione, il cazzo che entra ed esce da quel buco, riempiendo ogni centimetro. La tensione in lui cresce, i muscoli che si irrigidiscono, il respiro che diventa più profondo e irregolare. Sofia sente come il suo corpo reagisca a ogni singola spinta, con l'ano che si contrae desideroso attorno al membro che la sta possedendo.
Andrea chiude gli occhi, il volto contratto nel piacere, e Sofia sente come il suo cazzo inizia a pulsare all'interno di lei, più forte e più frequente. Poi arriva l'onda calda, il primo getto di sperma che le invade l'ano. Sofia geme, con gli occhi spalancati in un'estasi pura. Il calore si sparga dentro di lei, una sensazione intensa e che la pervade completamente. Le pareti del suo retto si contraggono involontariamente, come a trattenere ogni goccia di quell'essenza maschile.
"Ah... sì... così..." sussurra Sofia, mentre un secondo e terzo getto seguono il primo, riempiendola completamente. La sensazione è indescrivibile, un piacere che va oltre l'erotico. Sentendo il seme di Andrea riversarsi dentro di lei, Sofia prova un'istintiva, profonda esigenza di più. Non è mai stata così piena, così posseduta. Il desiderio per quel seme, per la sua essenza, cresce in lei come una fiamma impetuosa.
"Più... ancora," implora Sofia, spingendosi indietro per avvolgere completamente il cazzo di Andrea con il suo corpo. "Non fermarti... dammi tutto... voglio ogni goccia..." Le sue parole sono un pianto urgente, una fame insaziabile che solo lo sperma può saziare. Andrea, esausto ma ancora inebriato, continua a pompare lentamente, lasciandole anche l'ultima goccia del suo seme.
Sente il liquido dentro di lei, un calore persistente che le scalda le viscere un po' come il sole aveva scaldato la sua pelle. Sofia sospira profondamente, il corpo ancora tremante, ma la mente è già altrove, proiettata verso nuovi desideri. Sente che il membro di Andrea sta iniziando a rimpicciolirsi dentro il suo culo, d'istinto stringe le natiche per trattenere l'essenza che desidera così tanto. Quando Andrea finalmente si sfila lentamente dal suo ano, lei emette un piccolo gemito di perdita, già desiderosa di ritrovare quella pienezza.
"Ti sei annoiata?" sussurra Andrea accanto all'orecchio di Sofia, mentre una delle sue mani si solleva e le dà dolcemente una sculacciata, un gesto che provoca un'ondata di brividi su tutto il corpo di Sofia.
Sofia ride sottovoce, il suono delicato come un sussurro. "Molto poco," risponde, girando leggermente la testa per guardarlo con di soddisfazione.
Andrea sorride, le labbra che sfiorano brevemente la sua spalla. "Vado a prendere un bicchiere d'acqua. Ho sete."
Sofia annuì mentre lui si allontanò lungo il corridoio. Sentì l'acqua scorrere dal rubinetto nel bagno, Andrea non poteva vederla. Allungò una mano verso il retto, sentendo la pelle calda e delicata. Le sue dita trovarono l'apertura, ancora leggermente aperta, e cominciarono a raccogliere lo sperma che le stava stillando lentamente fuori dal corpo.
La consistenza era densa e calda, quasi viscosa tra le sue dita. Sofia raccolse una piccola quantità, e la portò alla lingua. Leccò avidamente le dita, il sapore salino e maschile un'eccitazione che le fece chiudere gli occhi nel tentativo di salvare il ricordo di quei momenti nella memoria. Era il sapore dell'eccitazione, del possesso, della sua scoperta del piacere anale. Ogni goccia era una piccola vittoria contro la monotonia di quella vacanza.
Andrea tornò con un bicchiere d'acqua in mano, sorprendendola mentre si leccava le dita con gli occhi chiusi, un'espressione di pura delizia sul volto. Rimase a guardarla per un istante, un sorriso complice che disegnava le sue labbra, prima di appoggiarsi di nuovo dietro di lei. Sofia voltò la testa, il corpo che tremava ancora all'anticipazione, e Andrea posò una mano sulla sua guancia, le sue dita calde che accarezzavano la pelle.
"Sei davvero affamata, vero?" sussurrò, la sua voce un basso ruggito che fece vibrare dentro di lei.
"Affamata di te," rispose Sofia, il respiro affannoso mentre si appoggiava a lui. "Di tutto quello che sai darmi."
E quando Andrea cominciò ad accarezzare lentamente l'interno delle sue cosce, Sofia sapeva che la sua noia era davvero stata uccisa, e che una nuova vacanza era appena iniziata.
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Commenti dei lettori al racconto erotico