Il nostro sabato sera

di
genere
dominazione

L'acqua tiepida scorre sulla mia pelle regalandomi sensazioni piacevolissime,
di freschezza e calore contemporaneamente. Ho finito da un pezzo di lavarmi ma
indugio ancora sotto il getto della doccia per continuare a ricevere quelle
dolci sensazioni, fino a quando il mio sguardo si posa sull'orologio subacqueo
che non mi tolgo mai dal polso. Oh mio Dio! Mancano pochi minuti alle 18 e
devo assolutamente sbrigarmi. Devo fare ancora un milione di cose prima che la
mia padrona faccia ritorno a casa, come e' sua consuetudine tutti i sabati
intorno alle 19.30 dopo essere andata dal parrucchiere. Chiudo a malincuore il
getto dell'acqua, afferro il mio accappatoio e poi vado al lavabo a pulirmi
accuratamente i denti. La mia padrona tiene in modo quasi maniacale alla
pulizia e non intendo farmi trovare non idoneo al suo ritorno o, peggio
ancora, rimediare una tremenda punizione. Mentre esco dal bagno mi do un
ultima asciugata e poi mi infilo un pantalone della tuta ed una t-shirt
rimanendo in ciabatte. Devo essere comodo per fare i lavori di casa che mi
competono e per cucinare e solo quando avro' terminato queste incombenze
potro' vestirmi nel modo accurato che lei pretende. Inizio col mettere un bel
pollo contornato da patate dentro al forno. La mia padrona non ama mangiare
primi piatti a cena e adora il pollo. Come contorno le preparero' degli
spinaci mentre le patate sono prevalentemente per me, anche se, se la conosco
bene, quasi sicuramente, qualcuna la assaggera' anche lei. Il vino e' al
fresco e prima di apparecchiare la tavola pulisco con cura il grosso tavolo di
vetro posto al centro del salone. Mentre il pollo si cuoce e' il momento di
stendere la biancheria fresca di lavatrice e poi inizio a ramazzare per bene
tutta la casa tranne la cucina che puliro' solo alla fine e quindi passo a
lavare i mattoni. Sono di vero marmo e sono facili da lavare, per fortuna e
dopo la mia opera brillano come se fossero nuovi. Guardo di nuovo l'orologio.
Le 18.40. Devo accelerare. Condisco gli spinaci gia' cotti in precedenza e li
metto dentro una bella insalatiera di vetro decorata che poi sistemo al centro
del tavolo e quindi vado a controllare il pollo con le patate. E' ancora crudo
e aumento i gradi di cottura. E' il momento di sistemare gli armadi e faccio
in pochi minuti. Inizio a sudare. Malgrado sia pieno inverno, la mia tensione
aggiunta ai riscaldamenti forse eccessivi mi fa sentire un caldo pazzesco.
Devo rallentare se poi non voglio perdere ulteriore tempo per farmi
un'ennesima doccia. Poso sul letto gli abiti che dovro' poi indossare,
controllo di nuovo il pollo e termino le pulizie per il resto della casa
armandomi di una pezza adatta alla bisogna e di un prodotto idoneo a togliere
la polvere. Se la mia padrona ne scopre un solo granello per me sono guai
seri. Le 19.10. Dio, quanto scorre veloce il tempo. Ma dovrei avercela fatta.
Finisco di apparecchiare la tavola e do anche una spazzata in cucina. Il pollo
e' ormai quasi pronto e posso andare a vestirmi. Mi metto una camicia bianca,
uno dei miei completi grigi e mi metto davanti allo specchio per sistemarmi
una bella cravatta a fantasia sui toni dell'amaranto. Eccomi, sono pronto e
sono le 19.30. Puntuale come un treno svizzero. Chi non e' puntuale e' pero'
la mia padrona e, tutto sommato, la cosa mi fa comodo in quanto assaggio una
patata e mi rendo conto che ci vogliono almeno altri dieci minuti di cottura.
Finalmente sento suonare alla porta. Sono le 19.38. E' lei. Apro la porte e
l'accolgo con la solita deferenza mentre lei nemmeno mi saluta. Mi da una
lieve spinta per passare e osserva tutta la casa per vedere se ho pulito bene.
E' bella la mia padrona. I capelli freschi di parrucchiere le stanno
d'incanto. Da qualche mese ormai, li porta neri a caschetto con una deliziosa
frangetta e contornano il suo bel viso che, a dispetto dei suoi quasi 40 anni,
e' quasi completamente privo dei segni dell'avanzamento dell'eta'. Si, credo
che Miriam non sia mai stata cosi' bella come in questo periodo, neanche
quando aveva vent'anni. Il corpo poi e' sempre stato il suo pezzo forte, con
quel fisico scolpito da anni di palestra e con alcuni doni che Madre Natura le
ha generosamente concesso come un altezza considerevole che le fa sfiorare il
metro e 75, un sedere praticamente perfetto e il seno abbondante ma non
esagerato ancora completamente integro e tenuto su magnificamente a dispetto
dell'eta' non piu' giovanissima. Ecco, questa e' la mia padrona, ovvero mia
moglie Miriam. Lei intanto termina di osservare se la casa e' nel modo in cui
pretende di trovarla

" Per adesso ho dato solo uno sguardo, Davide. Poi controllero' piu'
accuratamente e prega Dio che sia veramente tutto pulito e a posto. Intanto,
vado a cambiarmi e appena esco dalla mia camera voglio cenare"

" Si, padrona. Sara' fatto" Davide ovviamente, sono io, suo marito e siamo
sposati ormai da ben diciotto anni. Ma non ho tempo di fare considerazioni sul
nostro passato in quanto incombe il presente e la mia padrona puo' essere
molto severa. Controllo per l'ennesima volta il pollo e le patate e mi rendo
conto che, finalmente, la cottura e' ultimata. Spengo il forno ma lascio tutto
all'interno per non far freddare la mia opera culinaria e rimango in attesa.
Sento il cuore cominciare ad accelerare ulteriormente i suoi battiti, gia'
aumentati considerevolmente quando lei ha fatto il suo ingresso a casa. Come
sempre in questi casi la mia emozione e' quasi palpabile. Cosa indossera'
questa sera? Con cosa mi fara' impazzire di desiderio? La scelta e' vasta e
tutta estremamente sensuale. Potra' indossare un mini abito di lattice, ad
esempio. Ne possiede una decina di tutti i colori e sono l'ideale per far
risaltare le sue lunghe gambe tornite da tanti anni di allenamento. Oppure una
tuta dello stesso tessuto, una catsuit come si chiama esattamente. Ce ne ha
diverse ed anche queste di vari colori. A maniche lunghe oppure senza maniche
ma il risultato e' lo stesso ed e' una visione mozzafiato con il suo corpo
scolpito strizzato in quei panni. Oppure, sempre in lattice che e' il tessuto
usato in questi casi, un pantalone, anche questo aderentissimo ovviamente, con
un corpetto che le rende il suo gia' splendido seno assolutamente
meraviglioso. Il tutto sara' poi accompagnato da sensuali scarpe o stivali con
il tacco alto e rigorosamente a spillo, per la gioia dei miei occhi e che la
renderanno una gigantessa contrapposta al mio scarso metro e settantacinque.
Comunque sia, qualunque di queste cose lei indossera', sara' un vero attentato
alla salute del mio cuore. Sento la porta aprirsi e la mia curiosita' si fa
spasmodica ma resto seduto in cucina. Alla mia padrona piace fare un ingresso
teatrale e lo fa anche stavolta. Eccola! La mia aspettativa non e' andata
delusa. E' semplicemente meravigliosa. Ha optato per una catsuit senza maniche
rosso fuoco incredibilmente aderente al quale ha abbinato dei guanti
lunghissimi e sensuali che le coprono il gomito. La catsuit e' infilata dentro
a stivali altissimi che superano il ginocchio, quindici centimetri o anche
piu' di tacco a spillo ed io mi sento improvvisamente piccolissimo al suo
cospetto. La scollatura e' generosissima e faccio fatica a non staccare gli
occhi da quel decolte' veramente molto bello. Il trucco e', come di consueto
in questi casi, molto vistoso ma accurato. Il rossetto e' ovviamente rosso e
ben delineato, incredibilmente abbinato al colore della tuta e l'insieme e'
veramente di straordinario impatto. In questo momento, ho la netta sensazione
che mia moglie, la mia severa e straordinaria padrona, sia di gran lunga la
donna piu' bella del pianeta. Un briciolo di buon senso mi suggerisce che non
e' cosi', ma in questo momento mi e' molto difficile far ragionare il cervello
in modo preciso e coerente. Deglutisco in modo nervoso dinanzi a tanta
bellezza mentre lei mi guarda in tono severo

" In ginocchio, schiavo e bacia i miei stivali" Le obbedisco. Se non lo
facessi lei mi picchierebbe ed io non potrei far nulla per difendermi. E'
notevolmente piu' forte di me e puo' sconfiggermi facilmente. E' una
campionessa di judo e karate, cintura nera 4° dan in entrambe le arti
marziali, una vera forza della natura ed io non potrei reggere al suo cospetto
che pochissimi secondi. Bacio i suoi stivali con ardore e passione, cosi' come
lei pretende e dopo un paio di minuti lei mi ordina di rialzarmi

" Guardami, schiavo. Sono bella, non e' vero?"

" Si padrona. Lei e' la donna piu' bella del mondo" rispondo sinceramente

" Lo so. E lo sanno anche gli altri uomini che mi porto a letto, gli altri
miei schiavi. Perche' tu non sei altro che uno dei miei tanti inutili schiavi.
Lo sai vero?"

" Si padrona, lo so e mi considero fortunato di essere al suo servizio"

" Certo che devi considerarti fortunato. Ripeti. Cosa sei tu?"

" Il suo umile schiavo, mia signora"

" Bene! Ora basta parlare. Portami la cena! E fallo interamente nudo, come un
verme"

" Subito, mia padrona" Faccio un inchino per allontanarmi in modo da espletare
i suoi ordini. Mi tolgo tutti gli abiti dopo aver tirato tutte le tende in
modo da non creare scandalo nei confronti dei nostri dirimpettai e porto
immediatamente la cena in tavola. Oh, non e' facile fare delle azioni
apparentemente banali completamente nudo e con un eccitazione notevole. E si
perche' la visione di quella donna bellissima inguainata in abiti
aderentissimi ed estremamente sensuali mi ha immediatamente provocato una
grossa erezione. Cerco di non pensarci e preparo la porzione per la mia
padrona che poi le porgo in modo deferente. Preparo anche la mia porzione ma
non mi siedo. Attendo un ordine da parte sua che non arriva e non oso mettermi
seduto senza che prima non arrivi quest'ordine. Padrona Miriam comincia a
mangiare ma riesco a notare la sua espressione di soddisfazione nel vedere la
mia erezione. Mastica lentamente il pollo che deve piacerle perche' mi fa
cenno di sedermi

" Versami da bere" I suoi ordini sono dati in modo duro e autoritario e mi
appresto ad eseguire anche questo. Stappo la bottiglia di vino che nel
frattempo avevo portato in tavola e ne verso una parte del contenuto nel
bicchiere della mia padrona

" Posso prendere un bicchiere di vino anch'io, mia signora" Mi afferra per un
orecchio

" Quando mi chiedi qualcosa, devi farlo in ginocchio. Svelto!" E' vero, che
idiota. Cerco di rimediare e mi inginocchio ai piedi della mia padrona e
ripeto la richiesta. Lei, magnanima, mi concede il bicchiere di vino e, appena
mi dice di sedermi nuovamente, mi riempio il bicchiere. Continuiamo a mangiare
senza dialogare e gli unici suoni che riecheggiano nel salone sono i suoi
ordini secchi e perentori e le mie brevi risposte. Siamo seduti uno di fronte
all'altra e la sua scollatura e' proprio dinanzi ai miei occhi che si
riempiono dinanzi a tanta magnificenza. Intanto, abbiamo terminato di mangiare
il pollo che sembra essere stato proprio di suo gradimento e questo riempie il
mio cuore di gioia. Le chiedo se vuole le patate e lei risponde, come
m'immaginavo, che ne gradisce pochissime e poi si butta sugli spinaci. Ne
assaggia un po', li mastica lentamente e fa una smorfia

" Pezzo d'idiota. Ci hai messo troppo limone. Alzati!" Rabbrividisco. Mi alzo
come lei mi ha ordinato e vedo che lei fa altrettanto. So che non mi fara'
passare liscia questo errore, anche se provo a renderla compassionevole

" Mi perdoni, padrona. So che a lei piacciono con tanto limone e ho esagerato.
Abbia pieta' di me" Non ha pieta'. Il suo schiaffo mi colpisce in modo cosi'
violento che vado a sbattere contro la sedia. Provo a rialzarmi ma mi accorgo
che lei ancora non ha terminato. Vuole punirmi duramente e cerco di scappare
ma l'unica direzione che ho libera e' quella verso la finestra. Sono bloccato.
La vedo avanzare con passi lenti e studiati. Sa che sono praticamente
intrappolato e che non ho scampo e sorride come una leonessa che ha
imprigionato la sua preda

" Cosa vuoi fare? Vuoi scappare da me?" Mi inginocchio dinanzi a lei

" Non mi uccida, padrona" la scongiuro. Conosco le sue potenzialita' e so
perfettamente che sarebbe in grado di farlo a mani nude

" Tu, misero schiavo, come pretendi di dirmi cosa io debba o non debba fare?
La tua vita mi appartiene e ci faccio quello che voglio" Mi afferra per un
braccio. La sua stretta e' potente e mi costringe ad alzarmi e poi con l'altra
mano arrivano altri due sonori ceffoni. Le mie guance sembrano andare in
fiamme ma purtroppo ancora non ha finito. La sua abilita' di judoka e' enorme
e con un semplice movimento mi fa andare di nuovo a terra facendomi fare una
giravolta su me stesso, con il mio braccio ancora saldamente nella sua presa.
Dio, che male. Mi verrebbe da piangere e fatico per non farlo. Conclude con
altri due schiaffi che mi mandano a sbattere contro il termosifone alle mie
spalle. Non posso competere con una donna cosi' forte e brava. Ecco perche'
lei e' la mia padrona. Mi avvicina sulla bocca uno stivale con quei pericolosi
tacchi a spillo

" Potrei trapassarti da parte a parte, se volessi" Accarezzo la sua bella
gamba fasciata dalla catsuit e bacio gli altissimi tacchi sperando nella sua
compassione e il miracolo avviene " Sei troppo debole per impegnarmi e ti
lascero' vivere, anche se non lo meriteresti per avermi fatto passare la fame.
Portami la frutta e fammi il caffe'" L'ho scampata senza gravi danni, anche se
le guance e il braccio mi fanno male, ma se penso a cosa avrebbe potuto farmi,
posso ritenermi fortunato. Taglio velocemente una mela, la metto su un piatto
e glie la porto inginocchiandomi nuovamente

" Grazie mia signora. Grazie per non aver esagerato nel picchiarmi" Lei mi
accarezza la testa

" Una vera padrona sa quando non e' il caso di esagerare. Sono troppo forte
per te e devi imparare a fare le cose per bene se non vuoi essere punito
severamente"

" Ci provero' padrona. Tutto cio' che io vorrei dalla vita e' che lei fosse
soddisfatta di me. Sono veramente addolorato per non esserci riuscito" Mi
sorride e mi sembra di scorgere un po' di tenerezza nei miei confronti. E'
l'ora del caffe'. Lo verso in una tazzina e glie lo porto nel salone. Ora e'
seduta e ha accavallato le sue lunghissime gambe e ancora una volta non posso
non ammirarla. Ho di nuovo il cazzo in erezione. Quanto la desidero. Ma non
sta a me decidere. Le accendo la sua solita sigaretta del dopo cena e mi
inginocchio per l'ennesima volta con il posacenere in mano. Attendo
pazientemente che lei finisca di fumare e che mi dica cosa io debba fare.
Finalmente ha terminato, si alza e mi lascia in quella posizione senza
rivolgermi lo sguardo. La vedo scomparire in bagno e riaffacciarsi pochi
minuti dopo. Si e' rimessa il rossetto che le era scemato durante la cena e mi
fa cenno di rialzarmi e di avvicinarmi a lei . Siamo uno di fronte all'altra
ed il mio desiderio si e' fatto spasmodico nel vederla cosi' maestosa
troneggiare su di me. Lei osserva di nuovo la mia erezione sorridendo

" Mi desideri, vero schiavo?"

" Si, mia padrona. La desidero con tutto me stesso"

" Molto bene perche' ho voglia di scoparti" Posa le sue meravigliose labbra
fresche di rossetto su di me e sento che sto per venire. Mi trattengo. Non
voglio rovinare tutto e soprattutto non posso venirmene senza il suo permesso.
Ma la cosa si e' fatta difficile perche' i suoi baci si susseguono e sono
caldi e impregnati di desiderio. Mi tocca il petto e quasi rabbrividisco al
contatto della sua mano guantata. Mi tocca il pene

" Guardami. Ammira la mia bellezza e vieni, schiavo. La tua padrona ti fa
questo regalo" Finalmente! Non ce la facevo piu' ed esplodo in una potente
eiaculazione. Che meraviglia! La guardo pieno di riconoscenza e per l'ennesima
volta cado ai suoi piedi

" Grazie, mia padrona. Grazie per avermi dato il permesso di poter godere. Non
potevo piu' resistere di fronte a tanta bellezza" Lei sorride come farebbe
qualsiasi donna compiaciuta per un complimento. Ma lei non e' una donna
qualsiasi, lei e' la mia padrona, la mia moglie dominante, la donna che amo
piu' della mia vita e di cui sono pazzamente orgoglioso per le sue
straordinarie capacita'. Prendo dal tavolo delle salviettine di carta e ne uso
alcune per ripulirmi il pene e le rimanenti per togliere il mio sperma caduto
abbondantemente sul pavimento per poi gettarle tutte nel sacco della
spazzatura. Ora so cosa mi aspetta. Devo soddisfare lei. Padrona Miriam ha
infatti tirato giu' la lampo della sua catsuit. Non indossa indumenti intimi e
io posso riempirmi gli occhi con la visione del suo delizioso triangolino. Mi
fa cenno di sdraiarmi sul divano, dopodiche' mi viene sopra, mettendo la sua
fica all'altezza della mia bocca. La mia lingua inizia a muoversi. La sento
fremere e questo mi fa svolgere questo compito in modo ancor piu' vigoroso. Il
mio unico pensiero e' quello di cercare di soddisfare questa stupenda femmina
dominante e sembra proprio che io riesca nel mio intento. I suoi fremiti si
fanno infatti ancora piu' intensi ed il suo desiderio piu' forte. Il mio viso
e' quasi schiacciato dal suo corpo e ho addirittura difficolta' di
respirazione ma proseguo imperterrito. La mia padrona ora geme

" Non smettere, non smettere. Se lo fai giuro che ti ammazzo. Cosi', cosi' ...
... " Poi un attimo di silenzio. Riesco a vederla mentre reclina la testa
all'indietro e sento i suoi umori bagnarmi la faccia. E' venuta e mi dice di
fermarmi. Per qualche secondo rimaniamo fermi in quella posizione, con la sua
fica sopra il mio viso, poi lei si alza e mi osserva sorridendo

" Vatti a lavare, schiavo, e poi torna immediatamente qui'" Vado al bagno e mi
osservo davanti allo specchio. Ho le labbra sporche del suo rossetto e il viso
rosso per gli schiaffi pesantissimi ricevuti e completamente impiastricciato
dagli umori della mia padrona, ma sono felice perche' so di averla
soddisfatta. Ma so anche che lei non si accontentera'. Ha detto che vuole
scoparmi e devo sbrigarmi ad avere un'altra erezione se non voglio essere
punito pesantemente. Mi lavo la faccia e poi di nuovo i denti e mi ripresento
al suo cospetto. Anche lei si e' pulita le parti intime con altre salviettine
che c'erano sul tavolo e mi ordina di andarle a gettare. Quando torno, ha
tirato di nuovo tutta su la lampo della catsuit riproponendo alla mia visione
il suo corpo scolpito strizzato nella tuta di lattice. Con questa maestosa
figura davanti agli occhi, avere una nuova erezione sara' quasi automatico

" Vieni qua' schiavo e mettiti in ginocchio" Le obbedisco e lei mi mette il
suo stivale sopra la schiena in segno di potere assoluto nei miei confronti.
Non provo umiliazione. Provo solo la giusta adorazione che un uomo come me
deve avere per un essere superiore quale e' lei ai miei occhi. Guardo
distrattamente l'orologio. Sono quasi le 21. Mi fa alzare e mi fa cenno di
sdraiarmi sul divano e quindi si posa su di me. Dio, che meravigliosa
sensazione. Assaggio di nuovo i suoi baci e me ne basta uno solo per avere di
nuovo l'erezione

" Tirami giu' la lampo e bacia i miei seni. Toccami in tutto il corpo. Fallo
schiavo, se non vuoi che chiami un altro schiavo che lo faccia al tuo posto"

" No padrona, lo faccio io. La prego, non chiami nessun altro schiavo"
piagnucolo. Solo il pensiero di vedere la mia padrona insieme ad un altro uomo
mi fa venire le lacrime agli occhi

" E allora fammi provare piacere, fammi eccitare. Sono la tua padrona e ti
ordino di farlo"

" Si mia signora. Per me e' un piacere poter toccare un corpo cosi' bello" Mi
sposto da un lato per stare piu' comodo e le tiro giu' un pezzo di lampo, quel
tanto per far uscire allo scoperto i suoi seni rigogliosi che inizio a baciare
con passione, mordicchiandole in modo delicato i capezzoli. Li tocco ed e' un
piacere straordinario sentirli tra le mia mani. Poi scendo a toccarle il
sedere ed e' un altro piacere unico. E' da quando che e' entrata vestita in
quel modo che sento questo bisogno. Ma non mi fermo. I miei baci si alternano
sui seni e sul collo e tiro giu' un altro pezzo di lampo fino all'ombelico. Le
accarezzo la pancia piatta e scolpita da tanti anni di duro allenamento e poi
scendo fino a sfiorarle la fica quindi inizio a baciarla sempre piu' giu'. La
sento di nuovo fremere. Ormai, la parte superiore della catsuit e' tolta
completamente e pian piano le faccio scendere un altro pezzo di lampo. Il mio
desidero e' ormai quasi pazzesco. Le tempie mi battono fortemente e inizio
quasi a tremare per quanto la desidero. Ma non sta a me fare il primo passo.
Sono soltanto uno schiavo che deve sottostare ai desideri di sua moglie e
sperare che questi coincidano. Ma forse ci siamo

" Oh si" mugugna, in preda al desiderio anche lei "Ora dammelo, non posso piu'
aspettare" E' meraviglioso sentirsi desiderato ed e' ancor piu' bello sapere
che questo desiderio appartiene alla propria padrona. Mi sento anche
straordinariamente fiero per essere riuscito a provocare in lei questo
desiderio. Mi rimette sdraiato sul letto e si posa su di me, nella classica
posizione dominante.

Il mio cazzo scivola dentro la vagina della mia padrona gia' lubrificata dai
suoi abbondanti umori e sento il paradiso

" Oh mia padrona, che bello! La desideravo cosi' tanto"

" Ora scopa, schiavo. Fammi sentire tutta la tua virilita' e cerca di
soddisfarmi" E' proprio quello che desidero piu' di ogni altra cosa al mondo:
soddisfare la mia padrona. E lei e' dominante anche nel sesso. E' infatti lei
a manovrare la situazione, muovendosi sopra di me e gestendo la scopata nel
modo in cui lei preferisce. Io posso solo subire limitandomi, dietro suo
ordine, a toccarle i seni e a pizzicarle i capezzoli. So che le piace ed io
amo fare tutto cio' che lei ama sia fatto. Il suo volto e' a pochi centimetri
dal mio ed ogni tanto si china per baciarmi, bacio che ricambio con grande
passione ed infinito amore sottomesso

" Quanto e' bella, mia padrona"

" Lo so, sono bella e tu sei il mio schiavo"

" Si padrona, sono il suo schiavo" le dico mentre continuo a godere

" Esatto. Sei il mio schiavo. Tu mi appartieni e fai tutto cio' che io ti
ordino. Io comando e tu obbedisci. E' chiaro?"

" Certo, padrona. Tutto quello che chiedo dalla mia vita e' obbedire ad ogni
suo comando" rispondo sempre piu' ansimando. Ma anche padrona Miriam sta
gemendo di desiderio. I suoi movimenti iniziano a rallentarsi e raddrizza
completamente la sua schiena muovendo solo il bacino e cosi' facendo il mio
godimento aumenta in modo considerevole

" Oh mio Dio!" geme soddisfatta "Quanto mi piace farlo cosi'"

" Anche io, padrona, anche io" le faccio eco "Sto quasi per venirmene"

" Non lo fare, aspettami. Ci sono quasi. Eccomi ... .." fa lei in preda
all'estasi. I suoi movimenti sono ormai quasi nulli e devo muovermi io sotto
di lei

" Oh si" fa lei respirando profondamente "Che bello! Ho avuto un orgasmo
pazzesco. Ora vieni anche tu" Non mi ci vuole molto. Un ultimo colpo d'anca e
anche io vengo in modo straordinario. E' un piacere eccezionale che si rinnova
ogni volta che la mia padrona decide di fare sesso con me, ma quello che mi
interessa non e' il mio godimento ma sapere che lei e' rimasta soddisfatta del
mio operato. Ha ancora gli occhi chiusi e la sento respirare ancora
affannosamente e questo e' un buon segno, se non dovesse bastarmi il fatto che
mi ha appena detto di aver avuto un orgasmo pazzesco

" Grazie, mia padrona. E' stato bellissimo" Lei non parla. Apre gli occhi e mi
sorride e questo sorriso e' la testimonianza definitiva che sono riuscito nel
mio intento di soddisfarla. Per me e' gioia allo stato puro. Si alza, facendo
scivolare il mio pene al di fuori di lei con mio sommo dispiacere, afferra dal
tavolo alcune salviettine per pulirsi e dopo l'operazione si tira su per
l'ennesima volta la lampo della sua catsuit di lattice. Mi alzo anch'io e poi
vado di nuovo a gettare le salviettine sporche nella spazzatura. Quando torno
la guardo pieno di amore ma il sorriso e' scomparso dal suo volto che e'
tornato ad essere duro e autoritario

" Beh, cosa stai aspettando? Lo sai che dopo che ho finito di scopare ho
voglia di fumare"

" Oh certo, padrona, provvedo subito" Le accendo la sua sigaretta e attendo
che lei termini di fumare. Mi piace osservare quei gesti lenti, estremamente
femminili e sensuali anche quando quei gesti fanno parte dell'assoluta
normalit� come e' appunto fumare. Mi ordina poi di andarle a prendere un libro
e si mette in poltrona a leggerlo accavallando sensualmente le gambe ed io
inizio a pulire la tavola dagli avanzi della nostra cena. Porto tutto in
cucina e inizio a lavare i piatti. Sono velocissimo e ci metto meno di
mezz'ora a ripulire tutto e quando finisco guardo di nuovo l'orologio. Sono le
22.20. Torno nel salone dove mia moglie e' ancora intenta a leggere il suo
libro. Come al solito, m'inginocchio di fronte a lei

" Ho finito, padrona. Ha ordini per me?" Lei mi guarda severamente

" E da quando sei tu a decidere se hai finito o no? Sono io che lo decido e se
voglio ti faccio trascorrere tutta la notte a ripulire gli stessi piatti"

" Ma io intendevo dire che ... .." Mi rendo conto troppo tardi che non dovevo
obiettare ma e' stato istintivo. Lei si alza minacciosa e afferra il mio
braccio destro per bloccarmi e con la sua mano libera fa partire altri due
sonori ceffoni che mi fanno girare la testa

" Allora forse non hai capito chi comanda qui'. Tu non devi obiettare, non
devi pensare ma devi solo obbedirmi"

" Mi perdoni, padrona" piagnucolo " I suoi schiaffi fanno veramente male. E'
molto forte la mia padrona, molto piu' di me e vorrei evitare una dura lezione
ma lei sembra intenzionata a farmi pagare cara la mia obiezione. Ha ancora il
mio braccio nella sua mano e con una delle sue mosse di judo mi costringe a
terra e poi si china e avvolge l'altro braccio intorno al mio collo. Malgrado
i suoi abiti sexy e i suoi tacchi chilometrici e' agilissima e non provo
nemmeno a liberarmi, so che non ce la potrei fare contro di lei. Il suo
braccio si stringe ancora di piu' e sto pensando seriamente se sia il caso di
far finire tutto questo quanto quando sento il citofono suonare. Mia moglie
lascia il mio collo e mi guarda in modo interrogativo

" Chi puo' essere a quest'ora?" Il suo tono e' cambiato ed e' meno dominante

" Non lo so" rispondo

" Vai a sentire. Forse e' qualcuno che ha sbagliato" Mentre vado a rispondere
al citofono mi massaggio il collo. Dio santo che potenza. Potrebbe veramente
uccidermi a mani nude, se volesse. Afferro la cornetta e rispondo

" Chi e'?"

" Sono io, pa'. Apri che salgo con la Ludo" Rimango un secondo di sasso e poi
corro verso mia moglie quasi gridando

" Sta salendo Martina con la sua amica Ludovica" Martina e' nostra figlia, la
gioia dei nostri occhi, ma questo e' l'ultimo momento in cui vorrei vederla

" Oddio santo! Come sta salendo Martina? Ma non doveva rientrare all'una di
notte?"

" E che cazzo ne so?" rispondo. I nostri toni sono ormai completamente
cambiati. Non c'e' piu' sottomissione da parte mia ne' dominazione da parte
sua. La faccia di Miriam e' ormai completamente stravolta

" Sbrigati, Davide, toglimi gli stivali che da sola non ci riesco" mi dice
quasi terrorizzata. Mi inginocchio ai suoi piedi, ma ormai la sottomissione
non c'entra piu'. Mi tremano le mani per il nervoso ma riesco a toglierle gli
stivali

" Che facciamo? Se apre con le chiavi siamo fritti" le chiedo, anch'io in
preda al panico

" Io vado in bagno. Metti gli stivali al solito posto e passami una
vestaglietta. C'hai il rossetto in faccia, vatti a lavare. E mettiti qualcosa,
porca miseria. Sei completamente nudo" Miriam entra in bagno mentre io prendo
gli altissimi stivali col tacco a spillo appena indossati in modo sensuale da
mia moglie, sollevo il letto e li getto nel cassettone situato sotto il nostro
letto matrimoniale, ripostiglio segreto di tutti i suoi abiti in lattice e
delle sue scarpe col tacco chilometrico che teniamo ben nascosti dagli occhi
di nostra figlia, apro uno dei cassetti di mia moglie, estraggo una delle sue
vestaglie e corro a dargliela in bagno, poi torno in camera da letto e mi
metto uno slip e indosso di nuovo la t-shirt e il pantalone della tuta che
indossavo prima che lei facesse il suo ritorno a casa, dopodiche' mi infilo le
classiche ciabatte e corro verso il salone, accendo la televisione per far
vedere che stavo facendo qualcosa e ho il sangue freddo di sintonizzarla sulla
pay per view dove stanno trasmettendo la partita di calcio, l'anticipo del
sabato sera. Vedo che stanno ancora giocando, meno male. Sento l'ascensore che
si e' fermato al piano e poi i passi delle due ragazze, col classico
ticchettio dei loro tacchi. Ce l'ho fatta. Oh no, cazzo. Sono ancora sporco di
rossetto in faccia. Il campanello di casa comincia a squillare ed io devo
ancora lavarmi e non posso certo farmi trovare in queste condizioni da mia
figlia e dalla sua amica. Sai che figura di merda. Ho l'altro bagno a
disposizione, per fortuna e ci entro velocemente. Mi sciacquo il viso mentre
Martina continua a far squillare il campanello per almeno un minuto, ma
stavolta ho veramente concluso. Corro davanti alla porta di casa, la apro e
faccio entrare le ragazze, fingendo pure di arrabbiarmi

" Ma insomma, Martina, non ce l'hai le chiavi di casa? Stavo vedendo la
partita"

" Ce le ho dentro la borsa e non riesco a trovarle. Scusa tanto pa' se ti
faccio perdere trenta secondi della partita" fa lei risentita mentre la sua
amica mi saluta cordialmente

" Buona sera signor Davide. Che abbiamo disturbato?"

" Ma no, stavo scherzando con Martina. Nessun disturbo" mento spudoratamente

" E' che mio padre si vedrebbe pure 11 formiche che giocano a palla" spiega
Martina a Ludovica e poi mi guarda e prosegue "A proposito, quanto stanno?"

" Quanto stanno chi?"

" La partita" Gia', quanto stanno? E che ne so io. Guardo mia figlia in modo
interrogativo

" E da quando ti interessi di calcio?"

" Ma chi se ne importa del calcio. Lo dicevo per far vedere che mi interesso
delle tue cose. Va beh, non ha importanza. Piuttosto, dov'e' la mamma?"

" La mamma sta in bagno. Ma perche' sei rientrata adesso?" le domando

" Perche' siamo andate a mangiare una pizza con Daniele e Paolo proprio qui'
vicino e poi vogliamo andare al pub e siccome stavamo appunto a due passi da
casa mia, ne ho approfittato per venire a cambiarmi" Daniele e' il ragazzo che
odio di piu' al mondo, il mio incubo, l'artefice della mia gelosia, ovvero il
fidanzato di mia figlia. Oh certo, non ce l'ha mai presentato come tale, ma lo
so e questo basta a farmi essere geloso. Ma no, non lo odio, e' un bravo
ragazzo, ma questo non cambia il fatto che lui mi rende geloso nei confronti
della mia bambina. Ma certo non posso dirlo pubblicamente se non voglio
passare per un residuato della guerra punica e per il classico padre geloso
della figlia femmina. Devo fare buon viso a cattivo gioco

" Al pub? Mica ti metterai a bere, spero. Hai solo diciassette anni"

" Ma per chi mi hai presa, pa'. Lo sai che non mi piace bere. Mi prendero' un
analcolico, sta tranquillo. Ma insomma, la mamma c'e' rimasta in bagno" Si
avvicina alla porta e comincia a bussare " Ma', vuoi sbrigarti. Mi serve un
consiglio"

" Eccomi, tesoro. Un minuto ed esco" Martina si mette braccia conserte sulla
porta in attesa che mia moglie esca, poi guarda l'orologio nervosamente

" Dai mamma. Mica ho tutta la serata a disposizione. Mi fai litigare con
Daniele" Finalmente la porta si apre e Miriam esce dal bagno. E' completamente
cambiata. Non ha un filo di trucco e la vestaglia che indossa, legata in vita
con la cinta, la fa sembrare la classica casalinga quarantenne. La bomba sexy
che indossava la catsuit di lattice aderentissima ha lasciato il posto ad una
donna dai lineamenti dolci e rassicuranti. Ci lanciamo uno sguardo d'intesa e
poi osserva Martina piena d'amore

" Allora, tesoro, quale consiglio ti serve?" Anche mia figlia la osserva,
prima in viso e poi da un'occhiata ai suoi piedi

" Ma perche' sei scalza?" Cavolo, ci siamo dimenticati delle sue pantofole.
Mia moglie pero' sorride

" Perche' stavo sul divano a leggere e non mi andava di andarle a prendere"
minimizza

" Contenta te. Senti mamma, cosa mi metto per andare al pub? Coi jeans non mi
sembra il caso. Li' ci sono delle stangone alte due metri e non mi va che
Daniele si metta a guardarle e voglio essere carina" Ha parlato sottovoce per
pudore nei miei confronti ma io ho ancora un ottimo udito ed ho captato il suo
discorso. Miriam la guarda dolcemente

" Se Daniele e Paolo si mettono a guardare altre ragazze sono proprio due
idioti, belle come siete. Dai, andiamo in bagno che vi faccio mettere anche un
po' di trucco e poi vediamo se quei due osserveranno voi o qualche altra"
Guardo mia moglie e fingo di arrabbiarmi

" Anche il trucco le fai mettere? E' una ragazzina!" Martina mi guarda con
aria compassionevole e Miriam sorride

" Ma cosa vuoi capire tu. Vatti a vedere la partita che queste sono cose da
donne" Vedo scomparire in bagno le tre femmine e mi dirigo verso il salotto.
Mancano pochi secondi alla fine della partita e me la sono persa
completamente. Ma non me ne frega proprio niente. Non gioca la mia squadra del
cuore e anche se mi piace vedere tutte le partite, c'e' qualcosa che mi piace
molto ma molto di piu': sottomettermi a mia moglie e farci l'amore,
soprattutto quando lei veste i panni dominanti come ha fatto stasera. Le due
ragazze e mia moglie escono intanto dal bagno e si dirigono in camera di
Martina ed io rimango con i miei pensieri, senza neanche rendermi conto che la
partita e' terminata.. Cinque minuti dopo escono e Martina viene verso di me

" Come sto, pa'?"

" Sei splendida, tesoro" Si china e mi da un bacio sulla guancia lasciandomi
un po' del suo lucidalabbra. E' carina veramente mia figlia e assomiglia
moltissimo a sua madre. Sono fiero di lei. Martina pero' si ritrae facendo una
faccia strana

" Hai la febbre papa'? Hai le guance in fiamme. Uh guarda, sei proprio rosso.
Prima non ci avevo fatto caso. Misurati la febbre" Oddio, gli schiaffi di
Miriam. E chi se li ricordava. Mia moglie mi guarda preoccupata ed io mi alzo
accarezzando mia figlia

" Ma no, tesoro. E' che io soffro il caldo e questi riscaldamenti sono
pazzeschi. Grazie per il tuo interesse nei miei confronti"

" Beh, io esco allora"

" D'accordo, piccola. Divertiti e ricordati di rientrare all'una esatta"

" Non possiamo fare all'una e trenta? Anche Ludo rientra a quell'ora"
Interviene Miriam

" I genitori di Ludovica decidono per lei e noi decidiamo per te. Papa' ti ha
detto di rientrare all'una e devi essere puntuale"

" Uffa ma'. Ma possibile che siete cosi' antiquati. Siete vecchi dentro. Ma
guardatevi. E' sabato sera e ve ne state a casa, tu in vestaglia a piedi nudi
e papa' in ciabatte a vedersi le partite invece di uscire con i vostri amici.
Ce ne avete tanti e li state allontanando. Ma fate qualcosa. Uscite voi due da
soli se non vi va di stare con gli amici. Insomma, trasgredite una volta ogni
tanto" Io e Miriam la guardiamo in modo interrogativo e poi ci guardiamo. Se
sapesse quanto trasgrediscono i suoi genitori ... .Ma devo farmi risentire

" Ehi signorina, non ti permettere, capito? Il sabato sera vogliamo starcene a
casa tranquilli senza vedere nessuno. Lo possiamo fare oppure e' vietato?"

" Scusate, ma lo dicevo per voi. Mi da fastidio sapervi sempre a casa. E
pensare che tutte le mie amiche mi dicono che ho due genitori molto giovanili.
Tu che ancora vai a giocare a calcio e la mamma che va in palestra
regolarmente, che si veste carina. Pensa, spesso ho sentito dai loro discorsi
che la considerano una gran bella donna. Insomma, vorrei che vi divertiste un
po', adesso che potete ancora farlo. Mica avete ottant'anni" Abbraccio mia
figlia, subito imitato da Miriam che interviene

" Non ti preoccupare per noi, tesoro. Noi stiamo bene cosi', ci rilassiamo.
Ora andate che fate tardi. All'una in punto, mi raccomando" Martina reclina il
capo delusa. E' una ragazza obbediente e sicuramente sara' di ritorno all'una,
se noi glie lo obblighiamo, ma voglio regalarle quella mezz'ora in piu'

" Ascoltami, Martina. Diciamo che dovrai rincasare all'una, ma se dovessi fare
un po' piu' tardi ci telefoni. A qualsiasi ora. Non un ritardo superiore alla
mezz'ora, pero'. Intesi?" Mi butta le braccia al collo

" Grazie, pa', ti voglio bene" Miriam mi guarda in maniera negativa per la
concessione fatta e poi si rivolge alla ragazza

" Mi raccomando. Tieni sempre il telefono cellulare acceso e quando rientri
fatti accompagnare da Daniele fin davanti alla porta di casa" Salutiamo le
ragazze che escono di casa e ci ritroviamo di nuovo da soli. Ci guardiamo e
scoppiamo a ridere

" A momenti mi prende un colpo" faccio

" A te prende un colpo? Senti il cuore. Ho i battiti accelerati. Un'altra
scena del genere e divento tachicardica" mi dice prendendo la mia mano e
mettendola sul suo torace all'altezza del cuore. Con fare distratto avvicino
la mano sul suo seno e lei me la toglie sorridendo

" Ho detto sul cuore, non sul seno. Mamma mia, c'hai un pensiero fisso.
Piuttosto, l'hai sentita la viperetta?
di
scritto il
2023-03-09
2 . 1 K visite
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