La gladiatrice Episodio 18

di
genere
dominazione

Diciottesimo episodio

Non ebbi nemmeno il tempo di entrare nella sua stanza in quanto lei mi
afferrò per la camicia trascinandomi dentro, cercando con la sua bocca la
mia. Sembrava semplicemente un'amante focosa mentre mi sbatteva addosso al
muro, slacciandomi la camicia per poi gettarmi sopra il letto. Avevo già
vissuto nella mia vita scene simili, ma come paragonarle a ciò che stavo
vivendo? All'eccitazione sconvolgente che ci stava prendendo? Si mise carponi
sopra di me afferrandomi i polsi, ancora vestita con quella sconvolgente mini
di pelle

" Sai perché ho voluto solo te questa sera?" mi disse mettendo la sua bocca a
pochissimi millimetri dalla mia. Percepivo il suo profumo e la mia eccitazione
era ormai spasmodica

" Non lo so, signora" risposi "ma so che ne sono contento, qualunque cosa lei
vorrà fare di me" Vidi il volto di Sonja aprirsi in un sorriso. Era però un
sorriso strano che non riuscii a decifrare

" Ne sei contento? Sai che ti violenterò? Sai che tu sarai mio?"

" Si, lo so, signora. Lo so e ... "

" E cosa? Parla! Io sono la tua padrona assoluta e tu hai il dovere di dirmi
quali sono le tue sensazioni" La guardai. Avrei voluto baciarla di nuovo ma
sapevo che non dovevo prendere alcuna iniziativa con lei. Era lei a dover
decidere come e quando fare qualsiasi cosa. Ma dovevo risponderle e la
risposta non era affatto facile. Non era facile perché non avrei creduto io
stesso a quanto stavo per dire. Ma uno schiaffo di Sonja interruppe questi
miei pensieri

" Ti ho ordinato di darmi una risposta" Respirai profondamente

" Io ne sono felice, signora. Non so come sia possibile ma è quello che
voglio anch'io" Lei si ritrasse. Sembrava non credere a ciò che le avevo
detto. Eppure era la verità . Avrei voluto essere di nuovo posseduto da quella
donna e la cosa mi sconvolgeva. Era contro ogni immaginazione, contro ogni
istinto che avevo avuto fino ad allora, ma desideravo che Sonja mi facesse di
nuovo suo, che mi prendesse. Scuotevo la testa incredulo io stesso a ciò che
le avevo confidato. Sonja mi ordinò intanto di alzarmi e mi prese per il
mento

" Se questo è quello che vuoi, ti accontenterò. E poi ti scoperò come
voglio io. Ora mettiti nudo e poi in ginocchio"

Le obbedii e mi accovacciai ai suoi piedi. La mia erezione era ormai al suo
massimo e l'eccitazione quasi incontrollabile. Sonja mise un piede sul mio
pene giocherellandoci con il suo tacco a spillo

" La prego, signora. Non potrò resistere a lungo così" gemetti

" E allora vieni, te lo ordino" Venni. Sconvolto e sempre più incredulo,
eiaculai in modo portentoso, sporcando la sua gamba, la scarpa e il pavimento
del mio sperma. Lei continuò a solleticare il mio pene fino a quando tutto
ciò che avevo ne uscì, quindi mise il tacco sporco sulla mia bocca

" Sai come dovrai pulire tutto, vero?" Si, lo sapevo. Lo intuivo pur non
avendo mai vissuto una situazione del genere. Leccai la sua scarpa e la sua
gamba per pulirle dal mio sperma e poi feci altrettanto col pavimento. Non mi
piaceva ma trovavo giusto che lo facessi. La mia mente girava vorticosamente
ed evitavo di chiedermi cosa realmente pensassi. Al termine di
quell'operazione, mi ordinò di prendere il suo strap-on e di andare a
sterilizzarlo e quindi mi possedette di nuovo, come quella volta, ma stavolta
le mie sensazioni erano completamente diverse. Oh, il dolore era simile anche
se meno potente rispetto alla prima volta, ma era diverso il mio approccio con
quella pratica. Venni ancora, così come fece Sonja che, dopo alcuni minuti
trascorsi a fumare una sigaretta, volle fare sesso. Stavolta fui io ad entrare
in lei ma le sensazioni furono praticamente identiche. Era lei, sempre lei a
possedere me. Lo faceva in maniera diversa ma era Sonja a gestire
completamente l'atto sessuale. E io ero solo il mezzo che doveva portarla ad
un nuovo orgasmo e mi accorsi di essere stranamente felice quando si fermò
ansimando. Rimanemmo in quella posizione per alcuni interminabili secondi, poi
lei tornò a muoversi lentamente

" Voglio che anche tu venga. Voglio vederti godere"

" Grazie signora" dissi semplicemente. Non resistetti a lungo. La trovavo
assolutamente irresistibile per i miei gusti per poterle resistere ed ebbi
un'eiaculazione lunghissima e spossante che mi fece perdere tutte le forze che
avevo. Lei avvicinò la sua bocca alla mia e mi baciò e stavolta lo fece
quasi dolcemente, tanto da farmi credere che potesse nutrire qualcosa nei miei
confronti. No, era impossibile. Una donna come lei, abituata ad avere tutti
gli uomini che voleva, non poteva nutrire alcunché nei mie confronti. Io ero
solo un altro dei suoi schiavi.

Rimanemmo così per alcuni secondi e poi lei si tolse da sopra di me

" Prima ti ho detto se immaginavi perché avevo voluto te da solo"

" Si signora e io le ho risposto che qualunque fosse il motivo io ne ero
contento"

" C'è poco da essere contento. Sono voluta rimanere da sola con te perché
quella di stasera potrebbe essere l'ultima sera per te. Domani dovrai
combattere" Sentii quasi un colpo al cuore. Avrei dovuto combattere di nuovo?
La mia vita era di nuovo appesa ad un filo, anzi, alle mie capacità
atletiche. La guardai

" Lei conosce il mio avversario?"

" Non ha importanza. Ricordati di attaccare sempre, anche se vedi che il tuo
avversario ti è superiore. Ricordatelo. I senatori sono generosi con chi sa
combattere, con chi cerca sempre la vittoria anche quando questa sembra
impossibile"

" Perche' mi dice questo? Chi è quest'avversario? Lei lo conosce?"

" Ti ho detto che non ha importanza. Ora va' e ricordati i miei consigli" Mi
rivestii in fretta col cuore in gola. Mi aveva voluto mettere in guardia.
Sonja conosceva il mio avversario e sapeva che sarebbe stata una sfida improba
per me. Ma di chi si trattava? Di uno dei miei compagni? Non conoscevo nessuno
di loro sotto questo aspetto ma mi rinfrancava il fatto che non potesse essere
lei. Con Sonja non avrei avuto nessuna probabilità ma lei mi aveva assicurato
che non combatteva mai due volte con lo stesso avversario e con chiunque altro
avrei avuto delle possibilità. Si, ce le avrei avute e avrei venduta cara la
pelle.
di
scritto il
2024-04-02
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