La vendetta di un impiegato, da vittima a carnefice – Capitolo 7

di
genere
dominazione

Intanto, Esteban aveva finito di mangiare il dolce e ridacchiava esternando il suo stato di eccitazione:
“Porca troia! Mi è diventato duro di nuovo…vedere questa troia succhiare il cazzo mi ha fatto veramente arrapare! Che ne dici Ilenia: ti va di farmi un bel pompino?”
Ilenia, con aria decisa gli diede il benservito:
“Scordatelo, maiale!”
“Vabbè, pazienza! vuol dire che mi sbatterò nuovamente la mammina…ma questa volta voglio farle il culo!”
Pochi minuti dopo, nel momento in cui il respiro di Simone si faceva più affannato, l’uomo sfilò il membro dalla bocca di Monica e venne copiosamente sul piatto in cui era posta la banana.
“Oh siii!!! Cazzo che sborrata! Mangia tutto troia! Voglio vedere il piatto pulito!”
Monica nel silenzio più totale e sotto lo sguardo divertito di Esteban e Simone mangiò tutto il contenuto del piatto fino a leccare ogni singola goccia di sperma depositata sopra. Ilenia, il cui volto era solcato da una lacrima, era sempre più determinata a farsi carico delle pene della madre, ormai portata ad uno stato avanzato di degradazione.
In preda ad una sfrenata eccitazione, alimentata dall’oscena vista dello spettacolo offerto da Monica e Simone, Esteban si alzò dalla sedia e, direzionandosi all’altro capo del tavolo in cui era seduta Monica, si rivolse a Simone:
“Scusa Simone non vorrei approfittare della tua ospitalità, ma prima di prendere il caffè vorrei dare un'altra ripassata a questa troia.”
“Ma certo amico mio! I suoi buchi sono a tua disposizione, usali come più ti fa piacere.”
Monica, ubbidiente come Ilenia nemmeno potesse immaginare, si sollevò dalla sedia, mentre Esteban si levava la camicia, e si lasciò trascinare verso la camera vicina tirata per i capelli dal portoricano.
Poco dopo Ilenia e Simone, che erano rimasti seduti a tavola, poterono udire quanto già successo prima di pranzo: gemiti, lamenti e forti pacche sulla pelle. Esteban dimostrava che il suo soprannome “il Toro” era calzante: martellava come un matto instancabilmente. Gli orgasmi di Monica si succedevano senza sosta riducendola man mano come uno straccio, finché dopo un breve intervallo silenzioso si sentì la sua supplica ad Esteban:
“Oddio!!! Il culo no… mi fa ancora male!”
In breve tempo le urla di piacere di Monica si tramutarono in urla di sofferenza che diedero a Ilenia la spinta per concedersi a Simone:
“Ti prego Simone! Fallo smettere, le sta spaccando il sedere! Farò qualcosa io, se me lo concedi…ti prego!”
Sentite queste parole Simone volle chiarire alcune cose:
“Non rinuncerò a lei nemmeno con il tuo sacrificio, almeno per il momento. Tua madre è stata e probabilmente è ancora una bastarda che deve redimersi per tutti i soprusi commessi. Valuterò io volta per volta quando puoi sostituirti a lei. È chiaro?”
“Si, ho capito!”
“Quello che faremo a lei, lo faremo allo stesso modo a te, per cui non credere sia una passeggiata e…mi aspetto massima ubbidienza, diventerai la mia cagnetta fedele. Ora guardami negli occhi e dimmi se sei disposta a sottometterti ai miei voleri”.
“Si, sono disposta!”
“A proposito del tuo caratterino di merda: sono sicuro che istintivamente reagirai come non mi piace, per cui ogni volta che capiterà, sarai soggetta a nuove punizioni. Comunque, per oggi faremo così:
ora porta lo scooter dentro il garage e chiudi la serranda, poi vai in quella stanza, ti chiudi dentro e spegni il tuo smartphone cosi che nessuno ti possa disturbare. Quando Esteban abbandonerà il culo della tua mammina, le diremo che sei andata via e la lasceremo andare. Poi ci occuperemo di te fino a notte inoltrata. È tutto chiaro”
Ilenia rispose con un laconico e sommesso “si”.
Quando a quel punto sembrava che Esteban si fosse sfogato per bene, Simone lo chiamò:
“Esteban! Il caffè è pronto!”
“Arrivo! ...solo qualche altra pompata…uh, ha un culo fantastico, glielo sto proprio aprendo!”
Pochi minuti dopo Esteban si ripresentò in soggiorno, mentre Monica sconquassata dalle bordate ricevute rimase distesa sul letto cercando di riprendersi. In seguito, Monica si rivestì e fu accompagnata all’uscita. Simone la osservò attraverso lo spioncino della porta e vide che armeggiava con lo smartphone nel tentativo di chiamare Ilenia, che invece era rimasta dentro la casa a sua insaputa.
A quel punto, Simone richiamò Ilenia che ora poteva uscire dalla stanza in cui si era nascosta.
“Esci fuori cagna!”
Non appena fece il suo ritorno, Ilenia scrutò i due uomini con aria incerta in merito a ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Ma i suoi dubbi furono immediatamente dissipati dalla richiesta di Simone:
“Spogliati cagna!”
Ilenia senza troppi tentennamenti iniziò a spogliarsi lentamente, rimanendo in biancheria intima. Il suo fisico era meno procace di quello di Monica: bruna, alta circa 175cm, longilinea con un bel paio di gambe, poco seno ma sufficientemente proporzionato per il suo fisico, capelli corti e un bel sedere sodo.
Simone era andato alle sue spalle, e dopo averle slacciato il reggiseno, giocava con i suoi capezzoli rigirandoli tra le dita, allungandoli e rendendoli ancor più turgidi. La pelle di Ilenia metteva in mostra gli effetti evidenti dei brividi di eccitazione. Contemporaneamente, Esteban si era posto di fronte a lei e avvicinando la bocca alle sue orecchie le aveva bisbigliato:
“E così mi hai dato del maiale! Ti farò passare quell’atteggiamento arrogante che hai dimostrato, ti domerò a dovere e farò di te la mia cagna docile, se necessario anche pronta a soddisfare porcate che non ho realizzato nemmeno con le più sudicie troie con cui sono stato finora.”
Il volto di Ilenia cambiava colorazione passando da un colore rossastro generato dall’eccitazione provocata dalle mani di Simone ad un colorito bianco pallido generato dal terrore delle minacce di Esteban. Intanto, Simone con una mano continuava a lavorare i capezzoli di Ilenia e con l’altra si insinuava dentro le mutandine della ragazza:
“Oh Cazzo! Esteban, questa zoccola è completamente bagnata!”
“Beh, allora ci divertiremo un sacco! Probabilmente la cagnetta gode ad essere sottomessa!”
Le parole dei due uomini generarono in Ilenia uno stato di vergogna mai provato prima: la stavano umiliando e lei non riusciva a nascondere la propria eccitazione.
Simone continuava a stuzzicarle il clitoride e a masturbarla lentamente giocando con le sue labbra, ma senza penetrarla. Esteban, invece, si impossessava del capezzolo lasciato libero da Simone, mordendolo e divertendosi a strappare deboli urla di dolore alla sua preda. Inevitabilmente e quasi istintivamente, queste torture avevano indotto Ilenia a sollevare le mani nel tentativo di allontanare Esteban.
“Immobile cagna! Muoviti di nuovo e ti leghiamo come un salame!”
Ilenia fu come travolta da un mix di sensazioni diverse tra loro e mai provate prima di quel momento: dolore e piacere, eccitazione e terrore. D’altra parte non aveva il vissuto della madre Monica e si trattava pur sempre di una ragazza di diciotto anni. La sua sicurezza si stava pian piano sgretolando e si trattava solo dell’inizio! cominciava a preoccuparsi non tanto per quello che le avrebbero fatto, ma delle sue reazioni: che cosa sarebbe successo man mano che i due l’avrebbero umiliata più pesantemente? Sarebbe accresciuto anche il suo stato di eccitazione? Avrebbe goduto di quel trattamento?
“Io penso sia ora di strappare queste mutandine!”
Detto ciò, Simone strappava l’indumento intimo con un colpo secco, tirando la ragazza verso il basso, e subito dopo premeva con un dito nel bottoncino del sedere della ragazza, mentre dall’altra parte Esteban la prendeva per i capezzoli riportandola in posizione eretta tra i lamenti di Ilenia sofferente per quella presa forte sulla sua carne delicata. I suoi lamenti assomigliavano quasi ad un grugnito di rabbia.
I due la stavano ormai masturbando senza sosta, ognuno con due dita inserite nella passera, dita che sfregavano tra loro, dentro di lei, e si alternavano una volta salendo e una scendendo. Ma Simone aveva anche cominciato a penetrare il sedere della ragazza arrivando a infilare la prima nocca del dito medio. Ilenia non riusciva più a stare in piedi, le sue lunghe e tornite gambe stavano cedendo. Talvolta piegava le ginocchia, ma prontamente Esteban le dava una forte pacca sulla natica, natica che conservava fedelmente l’impronta delle cinque dita.
Ad un tratto Ilenia sentì che la cosa stava precipitando, non riusciva più a contenere l’eccitazione arrivata ormai al culmine. Il risultato fu’ che cominciò a venire una, due, tre volte sotto le energiche penetrazioni delle dita dei due aguzzini.
“Porca troia! Guarda come stiamo facendo pisciare la cagna!!!”
“Eh si! sta venendo di brutto! Che troia!”
“Si, sta proprio sborrando per bene!
Esteban, che possedeva un’autentica indole da degenerato, aveva in mente qualcos’altro per umiliare la ragazza:
“Vieni qui, leccami il culo cagna!”
Esteban si era seduto sul bordo del tavolo e aveva allargato le gambe, sollevandole sopra il tavolo, per offrire il suo sedere a Ilenia, che aiutata da Simone si era messa a novanta gradi per fare quanto le era stato imposto. Così, mentre svogliatamente e presa da conati di vomito, Ilenia leccava il sedere di Esteban, Simone infilava tutto il dito medio nel suo ano prendendola a manate sui glutei ad ogni invito di Esteban di leccare più a fondo.
Dopo diversi minuti, il culo di Ilenia si era arrossato dalle pacche di Simone che godeva nel sottomettere quella ragazza viziata, sodomizzandola con un dito che continuava a girare all’interno del secondo canale nel tentativo di allargarlo il più possibile. Nel frattempo, Esteban sorrideva estremamente eccitato da quella lingua che finalmente stava scavando nel suo sfintere anale.
“Dove è finita la tua superbia, Ilenia?”
Nel proferire queste parole Simone tirava per i capelli Ilenia riportandola in posizione eretta, toglieva il dito dal suo sedere e glielo infilava in bocca:
“Assaggia la tua merda cagna! ...facciamo cambio socio!”
I due uomini invertirono le posizioni e l’umiliazione di Ilenia veniva prolungata terribilmente.
Ilenia era consapevole che il suo atteggiamento nei confronti di Simone e poi di Esteban aveva alimentato nei due la voglia di sopraffarla, tuttavia era anche convinta di ciò che stava facendo e che sarebbe stata disposta ad essere umiliata pur di aiutare la madre.
Dopo un tempo interminabile per Ilenia, Esteban propose un cambio di programma:
“Che dici se cominciamo a sbattercela veramente, Simone?”
“Dico che è una buona idea, Esteban!”
Esteban aveva tolto gli ultimi indumenti che aveva ancora indosso, rimanendo completamente nudo, quindi aveva preso posto su una sedia e aveva ordinato a Ilenia di sedersi sopra il suo uccello:
“Siediti cagna! voglio vedere un movimento continuo, ti dovrai sfiancare sul mio cazzone!”
Ilenia, già abbondantemente lubrificata dal trattamento dei due maschi, non aveva avuto grosse difficoltà ad impalarsi sul membro di Esteban; la sua vagina era piena di carne portoricana e finalmente grondante di piacere. Andava e veniva con un saliscendi costante ma decisamente faticoso: dopo solo pochi minuti le sue gambe, già provate dagli orgasmi precedenti, erano stanchissime. Simone si rese conto del suo imminente cedimento e le diede una mano:
“Ti aiuto io cagnetta…”
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
di
scritto il
2021-12-29
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