Rossella - Capitolo 2

di
genere
etero

Per la cena prenotai in un ristorante del centro, richiedendo un tavolo dove potessimo rimanere appartati e lontano dalla vista di possibili conoscenti.
Sollevai gradualmente il livello di eccitazione durante tutta la cena: più volte bagnai le dita nelle salse facendomele leccare e succhiare da Rossella. Inizialmente vidi un po’ di disagio nel suo viso, poi si abituò alla situazione e quando mi ripuliva le dita abbassava lo sguardo fino a chiudere le palpebre.
Dopo aver consumato la cena, uscimmo dal locale e facemmo due passi dirigendoci poi verso il parcheggio dove avevo lasciato l’auto.
“Sei sicura di voler iniziare una relazione con me?”
“Si, certo! Mi sei sempre piaciuto…ma il fatto di essere il marito di mia sorella ha sempre reso tutto ciò un sogno irrealizzabile”
“…e ora che è realizzabile, potrai avermi cara Rossella! Sappi però che sono molto esigente, e tu sei pronta a soddisfare tutte le mie perversioni?”
“Credo di essere pronta a tutto, pur di stare con te!”
Mentre ancora ci dirigevamo verso la macchina poggiai la mano destra sulla sua natica destra, stringendo fino a farla drizzare sulla punta dei piedi. Immediatamente si guardò intorno per sincerarsi che non ci fosse qualcuno: la sua indole puritana la faceva sentire in imbarazzo al solo pensiero di compiere quegli atti scandalosi in pubblico.
Giunti a ridosso dell’auto ci bloccammo intrecciati in un bacio esplosivo: il suo maglione era salito fin sopra il reggiseno mentre l’altra mia mano esplorava le sue chiappe all’interno dei leggings deformati dal movimento della mano. Nonostante la forte eccitazione, Rossella, sentendosi denudare in pubblico, veniva riportata alla ragione dalla propria coscienza:
“Oddio, non qui, ci può vedere qualcuno!”
“Dai, è quasi mezzanotte, è buio e il parcheggio e praticamente deserto a parte due/tre macchine…”
Appoggiati sull’auto, continuammo a pomiciare; qualche minuto dopo Rossella aveva i seni scoperti e la mia mano giocava con i suoi capezzoli, mentre i leggings si trovavano calati fin quasi alle ginocchia e le mie dita tormentavano la sua fichetta contornata da qualche ciuffo di peli.
“OHH, mi stai facendo impazzire! Ti prego entriamo in auto!”
Continuai a masturbarla per qualche altro minuto, finché non aprii la portiera e ci sedemmo sul sedile posteriore. Le avevo tolto il maglioncino, i leggings erano alle caviglie ed ora potevo apprezzare meglio il suo tanga in pizzo di colore violetto, perfettamente abbinato al reggiseno a balconcino, sempre in pizzo e dello stesso colore, il cui decolté era perfettamente illuminato dalla luce interna dell’abitacolo.
Dopo un ennesimo languido bacio mi misi a succhiargli i capezzoli: era in estasi! Solo dopo qualche leccata avevo capito che il seno era per lei una zona altamente erogena. In quel momento fu evidente quanto fosse eccitata e stesse morendo dalla voglia di farsi scopare, d’altra parte il periodo di astinenza si era protratto fin troppo a lungo. Così mi staccai dai due capezzoli rossi e turgidi e mi slacciai i pantaloni tirando fuori il mio uccello già bello duro. La sua espressione di sorpresa fu accompagnata da una esclamazione:
“Oh, accidenti! È proprio grosso!!!”
“Ti piace?”
“Eh sì! diciamo che i precedenti che …ho conosciuto erano più piccoli”
“Segalo!”
Rossella cominciò una lenta masturbazione come se contemporaneamente lo stesse ammirando e si stesse rifacendo gli occhi. Poi si abbassò facendo colare sopra della saliva per renderlo più lubrificato e far scorrere meglio la sua mano.
Allungai la mano per costatare che la sua passera fosse ancora più bagnata di quando l’avevo lasciata fuori dall’auto e mi rendevo conto che la sua eccitazione aumentava man mano che proseguiva con la sega.
“Ora fammi un pompino!”
Si abbassò nuovamente verso il pacco ma la bloccai:
“…a quattro zampe e con la schiena inarcata! In ogni momento voglio poter avere accesso alla tua fica e al tuo culo!”
Rossella eseguiva alla lettera quello che le chiedevo: era un buon inizio! Così mentre aveva la bocca piena, la mia mano riprendeva a masturbarla: due dita erano dentro fino alle nocche e la stavano scopando. Il suo livello di eccitazione era lievitato notevolmente e si capiva dall’avidità con cui leccava e succhiava. La sua voglia oscena stava uscendo fuori senza ritegno ed era lo specchio di quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che era stata con un uomo.
“UHH!! E chi immaginava che fossi una così brava pompinara!!! Continua!”
Ad un tratto la presi per i capelli, le sollevai la testa e la guardai negli occhi:
“Hai bisogno di saliva! Apri la bocca!”
Le sputai dentro la bocca che lei aveva prontamente spalancato.
“Ora continua a succhiare!”
Le lasciai i capelli e lei imboccò nuovamente il cazzo come se non potesse più farne a meno.
“Cazzo!!! quanto sei maiala! Ora continua con le mani dietro la schiena”
Afferrai i suoi polsi e le bloccai le braccia dietro la schiena, mentre lei non avendo più il sostegno delle mani affondava ancora di più, ingoiando l’uccello sempre più in fondo alla gola.
Nonostante tossisse, sputasse saliva dalla bocca e dal naso, e lacrimasse abbondantemente, Rossella era particolarmente presa dalla situazione che si era creata, ed era evidente quanto si fosse lasciata andare facendo tutto in modo abbastanza naturale, benché un rapporto sessuale in un parcheggio cittadino non fosse mai stato preso in considerazione dalla sua testa. Probabilmente ci stava mettendo tutta la sua passione e questo era fonte di grande eccitazione anche da parte mia perché mi stava portando al limite.
“Oh porca troia! Stai per farmi venire!”
Per un attimo si staccò, come se si fosse risvegliata dal torpore in cui era avvolta, richiamata da un briciolo di lucidità, per assicurarsi che non le venissi in bocca:
“Ti prego, dimmi quando stai per venire!”
“Non ti preoccupare tesoro, non ho intenzione di sborrarti in bocca, almeno non adesso, ho voglia di goderti ancora a lungo…”
Detto ciò, le tolsi l’uccello di bocca, la presi per i capelli, la sollevai guardandola negli occhi e le ordinai di aprire la bocca, quindi sputai nuovamente all’interno:
“Farò di te una porca senza limiti!”
“…sei un diavolo…non ti basta questo? ho un po’ paura dei tuoi limiti, ma sono estremamente eccitata, non ricordo di essermi mai sentita così in passato…”
“Così come?”
“…sporca!”
Cazzo! Che goduria sentire certe affermazioni!
“Posso rivestirmi?”
“Solo il maglioncino! Guai a te se rimetti tanga e leggings! e… tieni sempre le cosce aperte!”
Alla mia imposizione reagì con una smorfia, ma non osò protestare: la sua nudità e quello che era appena accaduto nel parcheggio la teneva ancora in un elevato stato di eccitazione. Tuttavia era tranquilla, la notte era inoltrata e si sentiva al sicuro nascosta all’interno dell’auto.
Si sedette di lato e partimmo con l’auto diretti verso il mio appartamento.
Durante il seppur breve viaggio non le staccai un attimo le mani di dosso, ad eccezione di quando dovevo cambiare marcia. Gemeva ipereccitata mentre la solleticavo e la stuzzicavo: le dita della mia mano destra continuarono l’opera di masturbazione dentro e fuori la sua passera fino a che non ebbe un incredibile orgasmo proprio davanti al semaforo vicino casa. A quel punto allontanai la mia mano che grondava dei suoi umori e le lavai il viso strofinandola su tutta la superficie. Quando avvicinai le dita alle labbra le dischiuse succhiando quanto ancora era depositato sopra.
“Hai goduto zoccola?”
“Cazzo sii! Sei un gran porco!”
“…e tu sei una gran troia! Ora saliamo in appartamento e ti scopo fino a domani!”
Il suo sguardo lascivo faceva comprendere quanta voglia avesse di continuare e farsi sbattere.
Non appena arrivammo nel parcheggio del seminterrato della palazzina dove si trovava il mio appartamento le feci indossare i leggings onde evitare che qualcuno potesse vederci: dovevo comunque preservare la mia moralità in quanto avrebbero pensato che mi portassi una puttana in casa, d’altra parte, in quel palazzo, tutti mi conoscevano ed i più intimi sapevano della recente separazione da Francesca.
Varcata la soglia di casa ci spogliammo in un batter d’occhio e mentre le nostre lingue frugavano nella bocca dell’altro la sollevai da terra e iniziai a scoparla in piedi, li nell’atrio di casa. La impalai in un solo colpo talmente ero eccitato e lei fradicia! Colante come una cagna in calore, non si risparmiò affatto, stringendosi con le gambe al mio corpo, lasciandosi andare a forti mugolii e facendosi trafiggere dall’intera asta.
“lo vedi quel bilanciere?”
“Oh!!! Sii cazzo…!!?”
“…con quello mi alleno tanto, è tarato sul tuo peso in modo da riuscire a chiavarti più facilmente …così anche in piedi! Lo senti il mio cazzone tutto dentro?”
“Oddio!! …sì che lo sento! è una delizia, non ho mai scopato così…uhh, continua ti prego!!!”
“Certo che continuo, fino a sfondarti …mi piace impalarti così, troia!”
Continuai a scoparla in piedi ma intensificai i movimenti facendola scendere di botto e penetrandola più profondamente e vigorosamente fino a farla sconquassare in un violento orgasmo. Emise un urlo liberatorio come se quell’orgasmo fosse stato trattenuto per troppo tempo.
“oh…cazzo…uhm…!!!! … Sei fantastico! Mi stai facendo proprio sentire la tua troia!”
Poi lentamente mi spostai verso la camera da letto dove la stesi e iniziai a sbatterla in ogni modo. Man mano che andavamo avanti in nostri corpi scivolavano l’un l’altro bagnati di sudore e lei si lasciava andare sempre più, incassando da brava sottomessa i miei insulti e accettando via via stati di degradazione sempre più spinti.
Dopo svariati minuti che la mia verga lavorava la sua passera e dopo altri due potenti schizzate le imposi di leccare l’uccello e di ripulirlo da tutto il mix di umori che si erano depositati sopra: lo fece sorprendentemente come se non desiderasse altro.
Non contento di ciò continuai l’opera di degradazione imponendole cose più sporche:
“Leccami il buco del culo! ...e fammi sentire la tua lingua ben in profondità, troia!!! E stasera ti renderai conto di quanto sei porca e di quello che diventerai sottostando alle mie perversioni!”
Sdraiato supino sul letto, sollevai le gambe dandole pieno accesso al mio sedere. In preda alla lussuria, quasi scollegata dalla realtà che stava vivendo, Rossella continuò a leccare come un’assatanata: ancora qualche settimana e l’avrei trasformata in una troia capace di tutto.
Continua… … (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
di
scritto il
2023-05-26
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