Volontaria al canile 3

di
genere
zoofilia

Come avrete letto nel racconto precedente, qualche giorno fa ero finalmente riuscita a prendere in bocca il cazzo di un cane e succhiarlo come si deve.
Erano anni che lo desideravo, e finalmente, grazie a mia madre, che innocentemente mi consigliò di propormi come volontaria al canile municipale, avevo potuto esaudire il mio sogno proibito.
Da quando lavoravo come volontaria al canile, avevo avuto un primo breve, e poco soddisfacente, approccio con Black, ma avevo avuto troppa paura di venir colta sul fatto per poter fare di più che sfiorargli la punta del pene con le labbra.
Poi qualche giorno fa, di ritorno dal veterinario, dove avevo portato Elvis per una visita, mi ero imboscata con lui e gli avevo fatto un vero e proprio pompino.
Il primo cane a cui avevo finalmente succhiato il cazzo!
Dio che bello!
Mi aveva letteralmente riempito di sborra, avevo dovuto cambiarmi la maglietta per quanto me l’aveva inzuppata con la sua broda.
Ma adesso volevo di più, volevo provare a farmi scopare sul serio.
Per settimane non capitò l’occasione giusta di poter stare da sola con i miei amici a quattro zampe, riuscii solo a dar loro qualche umido bacio e fargli quattro veloci carezze più o meno innocenti, poi un mercoledì la responsabile del canile mi chiamò per dirmi che non stava bene e mi chiese se potessi sostituirla per un paio di giorni.
Male per lei ma una gran bella occasione per me, ovviamente le dissi che non c’era nessun problema e andai al canile felice come una Pasqua.
Dovetti resistere fino all’ora di chiusura, anche se, nei momenti in cui non c’era nessuno, entrai parecchie volte nei box dei miei “fidanzati” per dir loro di prepararsi e per fargli qualche carezza particolarmente spinta, tanto il cancello era chiuso ed eventuali scocciatori avrebbero dovuto suonare ed aspettare che andassi ad aprirgli.
Avevo deciso che, questa volta sarebbe toccato a Gunter.
Dei tre maschi di grossa taglia ospiti del canile, era il più imponente, un indefinibile incrocio che sicuramente contava diversi molossoidi tra i suoi antenati.
Era veramente massiccio, pelo corto e ruvido, testa enorme, torace possente e muscoloso, zampe poco slanciate ma veramente forti.
Per la maggior parte della gente, oltre che grande e un po’ spaventoso, era troppo bavoso, ma lo avrete capito che io ho gusti particolari, per cui, il fatto che sbavasse così tanto non faceva che renderlo ancora più attraente ai miei occhi.
Mi piaceva un sacco farmi baciare e leccare da lui, ma potevo permetterglielo solo se indossavo una brutta maglietta, perché l’avrebbe completamente inzaccherata.
Ma la sua caratteristica principale, che me lo faceva trovare ancora più desiderabile, erano i suoi attributi, aveva un pene veramente notevole e un paio di testicoli grandi come palle da tennis.
Ogni volta che potevo, mi piaceva toccargliele, le massaggiavo delicatamente, ed erano talmente grosse che non mi stavano in mano.
Lui mi lasciava fare, gustandosi quelle carezze particolari, poi come ringraziamento mi dava una bavosa leccata alla faccia.
Non avevo ancora assaggiato il suo pene, ma da quello che si intravedeva doveva proprio essere un bell’arnese.
Finalmente giunse l’ora della chiusura.
Bloccai il cancello con il lucchetto e mi diressi verso i box dei cani più grandi.
Quei furboni dovevano aver già intuito qualcosa, perché erano tutti e tre già in piedi davanti alle loro rispettive porte, scodinzolanti e uggiolanti per l’eccitazione.
“Mi dispiace” dissi agli altri due, “ma oggi tocca al vostro amico”.
Aprii il suo recinto ed entrai, Gunter mi fece un sacco di feste, doveva veramente aver capito che ero lì per “quello” perché la punta rosa del suo pene già faceva capolino dalla guaina di pelo.
Lui sarà stato eccitato ma anche io non ero da meno, nella pancia mi si agitavano mille farfalle e avevo cominciato a bagnarmi solo immaginando quello che sarebbe successo.
Gunter mi leccò la faccia con la sua lingua lunga e umida.
Mentre io cominciavo a prepararlo accarezzandogli delicatamente il membro.
Lui si fermò lasciandomi fare e vidi con piacere che reagiva come si deve alle mie carezze, infatti il nodo era già in via di formazione.
Interruppi le coccole giusto per mettermi seduta sul pavimento di cemento e sfilarmi i jeans e le mutandine.
Gunter dovette percepire l’odore della mia eccitazione e dei fluidi che ormai stavano infradiciando le mie mutande, perché si gettò ad annusarle eccitato e poi rivolse le sue attenzioni direttamente alla mia vagina.
Mi ficcò la testa in mezzo alle cosce dandomi delle forti spinte col naso per farmele allargare e arrivare dritto al punto, e una volta sul “pezzo” cominciò a leccarmela come un indemoniato.
Il piacere fu subito così intenso da farmi cercare di chiudere le gambe e provare a fermarlo o almeno a farlo rallentare, perché bastarono quelle sue prime leccate esplorative per farmi quasi arrivare al punto di non ritorno.
“Aspetta Gunter, aspetta” gli dissi “non così in fretta”.
Ma lui sembrava un pazzo e non diede nessun segno di voler rallentare, anzi sembrava volesse mangiarmela, da quanto andava a fondo con le sue lappate.
Nessuno me la aveva leccata così, con questa brama, con questa intensità, così a fondo.
A me è sempre piaciuto quando me la leccano, ma questa era tutta un’altra cosa, non potete avere idea di com’era, di quanto la sua lingua andasse in profondità dentro di me.
Decisi che c’era poco da fare e mi arresi, cercai di rilassarmi e tornai ad aprire le gambe.
Lui come avesse capito che gliela davo vinta riprese con foga, continuando a leccarmela come un pazzo.
Mi abbandonai a lui e in breve sentii che stava arrivando l’orgasmo.
Gli misi le mani attorno alla nuca e gli sussurrai, mentre lo tiravo a me, che ero pronta, che non doveva fermarsi.
E lui non si fermò, anzi, in pochi secondi mi portò in paradiso, sentii l’orgasmo arrivare e mi raccolsi abbracciando il suo testone, mentre i primi spasmi di piacere cominciavano a scuotermi.
Venni come non mai e venni ancora e ancora, soddisfatta ma esausta e troppo sensibile, cercai di allontanarlo, ma lui, forse percependo il mio piacere o più semplicemente assaporando i fluidi che con l’orgasmo mi avevano inondato la figa, continuava ancora a leccare con gusto.
“Amore, aspetta” gli sussurrai cercando di allontanarlo, “Lasciami riprendere un attimo”.
Mi accoccolai stremata sul duro pavimento del box, mentre Gunter, poco distante, si leccava la punta del pisello, forse preparandolo per il gran finale.
Passarono sì e no, cinque minuti e il mio amico tornò a farsi sotto, ma questa volta voleva avere di più.
Io ero ancora esausta e sopraffatta dalle emozioni di poco prima ma avevo voglia almeno quanto lui, così mi girai e mi misi a quattro zampe.
Lui arrivò come un lampo, una breve annusata, tre o quattro leccate e mi saltò in groppa.
Sentii il peso del suo corpo massiccio sulla mia schiena, le zampe anteriori mi abbracciarono ai fianchi immobilizzandomi e impedendomi di scappare o anche solo di allontanarmi di qualche centimetro, ma soprattutto sentii il suo cazzo che cercava la strada per penetrarmi.
Sparava schizzi di lubrificante da tutte le parti, schizzi caldi e viscidi con cui mi preparava alla copula.
Non ci riuscì al primo tentativo, sentivo la punta del suo cazzo colpire alla cieca là sotto, ma dopo qualche colpo a vuoto desistette e scese dalla mia schiena, si rimise a leccarmela uggiolando agitatissimo e mi saltò di nuovo su.
Questa volta andò decisamente meglio, il pene trovo la sua strada quasi subito e mi penetrò al primo colpo, ero talmente bagnata per il recente orgasmo che non fu doloroso per niente, anzi, fu veramente eccitante sentirlo che entrava.
Una volta resosi conto che me lo aveva messo dentro cominciò a spingere come un forsennato e in pochi colpi me lo aveva infilato dentro completamente.
Una cosa da togliere il fiato, ora mi scopava di brutto, mi scopava come se non ci fosse un domani.
Mi tirava a se con le zampe davanti e mi fotteva come un pazzo.
Sentii entrare il suo nodo e il pene gonfiarsi dentro di me, durò poco, un po' troppo poco per il mie gusti, ma il bello doveva ancora arrivare.
Adesso non mi dava più colpi con i reni, ma mi teneva stretta a se, mi bloccava e sentivo che il suo cazzo diventava ancora più grosso, aderendo perfettamente alle pareti della mia vagina, mi colmava completamente, era bollente e lo sentivo pulsare sempre di più fino a che non arrivò il primo schizzo.
Fu un colpo, una vera e propria botta, mi sentii colpire dai suoi schizzi potenti fino alla cervice, mi sentii bombardare di getti bollenti fino in fondo all'utero, uno, due, tre, smisi di contarli e mi lasciai andare, anche io ero in procinto di venire, così bloccata a lui dalle sue zampi possenti mi sentivo una cosa sua, mi sentii di essere la sua cagna e la cosa mi piacque talmente che venni al solo pensiero.
Venni mentre lui mi teneva stretta, mentre il suo cazzo pulsava dentro di me, venni e fu meraviglioso.
Restammo così per un paio di minuti ancora, poi si staccò da me ma il suo cazzo rimaneva dentro di me, legato dal nodo che non si era ancora sgonfiato.
Ci vollero almeno altri dieci minuti, prima che con un sonoro "Plopp" riuscì ad estrarre il suo cazzo dalla mia figa gonfia e arrossata.
Il suo sperma, non più bloccato all'interno della mia vagina dal nodo, cominciò a fuoriuscire e colarmi lungo le cosce.
Gunter si mise a leccarmi, come a voler impedire a tutto quel ben di dio di uscire e andare sprecato.
Mi toccò allontanarlo, mi dispiaceva, ma ero troppo sensibile, e quelle leccate mi facevano sussultare, il piacere era veramente troppo intenso, quasi fastidioso.
Lui si rintanò in un angolo del box a leccarsi il grosso pisello.
Era ancora bello gonfio e, come avevo immaginato quando lo avevo intravisto la prima volta, era proprio enorme.
Mi infilai i pantaloni, ma le mutandine erano troppo fradice e sporche per poterle indossare, così le misi in tasca e ancora un po' intontita uscii dal box di Gunter e mi avviai barcollante verso l'uscita.
Ovviamente non dopo aver promesso agli altri due che ci sarebbe stato tempo anche per loro, del resto quello era solo il primo giorno di malattia della titolare.
di
scritto il
2023-05-30
1 9 . 5 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.