Tradito accanto ad Erika (Cuckold, trio, femdom)

di
genere
tradimenti

Erano circa le tre del pomeriggio quando Erika (19 anni, 1,60cm, seconda di seno, 45kg e capello rosso tinto) suonò il citofono. Infilai le scarpe e scesi in cortile.
Era il primo maggio e dove vivevamo noi ogni anno si teneva la festa di primavera. Le strade si riempivano di bancarelle di ogni genere e nella piazza principale si poteva trovare musica dal vivo e intrattenimento per i più piccoli.
Uscimmo dal cortile e ci incamminammo tra le persone che popolavano le strade.
Erika indossava le sue solite Vans logore, dalle quali si potevano intravedere i calzini corti, come sempre spaiati, uno nero ed uno grigio. Al di sopra iniziavano le sue gambe, scoperte, un po' corte ma perfettamente dritte e toniche, che terminavano all'incontro con il bordo degli shorts di jeans, che avvolgendo il meraviglioso e sodo sedere di Erika, ne lasciavano intravedere generosamente una porzione di natiche. Sopra indossava un top giallo molto corto e aderente che non copriva il suo bellissimo ombelico e la sua pancia piatta e abbronzata. la sagoma dei suoi seni modesti ma ben fatti era tutt'altro che celata, data l'assenza del reggiseno, e anche i capezzoli erano facili da individuare.
Come sempre Erika attirava gli sguardi degli altri ragazzi che passavano per strada, ma camminando mi teneva la mano e ogni tanto mi abbracciava dolcemente. Ovviamente tutti sapevano che io e lei stavamo insieme da qualche anno, ma allo stesso tempo sapevano anche che Erika non fosse esattamente fedele. Diciamo che sono sicuro che tra le persone incrociate fino a quel momento, almeno tre avevano assaggiato i suoi baci, e forse qualcuno se l'era anche scopata.
Già, perché nelle nostre serate libere, ovvero i sabato sera, mentre io stavo con gli amici, Erika usciva con le sue amiche, finendo ogni volta per appartarsi con ragazzi o ragazze, in quanto bisessuale. Di solito si trattava per lo più di baci e petting, ma sapevo che in più di un'occasione Erika si era scopata qualcuno. Era stata proprio lei a dirmelo. Da quando siamo fidanzati Erika non mi ha mai concesso di vederla nuda, fatta eccezione solo per i suoi piedi, mai mi ha masturbato o fatto sesso orale, il massimo che potevo sperare era che mi stuzzicasse ogni tanto con i piedi per farmi eccitare.
Quando mi concedeva di venire dovevo fare da solo mentre lei mi guardava.
Lei invece riceveva da me quotidianamente ogni tipo di attenzione, soprattutto lunghi anilingus e cunnilingus. Diceva che sottomettermi e umiliarmi la faceva eccitare in un modo che nient'altro avrebbe potuto, dandole orgasmi molto intensi che altrimenti non avrebbe raggiunto.
Ma comunque una ragazza ha bisogno anche di un pene con cui divertirsi ogni tanto, quello di qualcun altro, non certo il mio. In quanto mai mi avrebbe concesso di penetrarla.
Arrivati alla piazza notammo una tavolata di nostri conoscenti intenti a finire un pranzo all'aperto organizzato da uno dei bar del centro.
Decidemmo di unirci a loro per una birra e quattro chiacchiere.
Tra loro c'era anche Marco, un ragazzo di un anno più grande di me, classico sfigato con gli occhiali. Si pensava fosse ancora vergine.
Notai subito però il modo in cui timidamente lui fissava la mia ragazza, e mi accorsi che anche Erika nel salutare tutto il gruppo, aveva però mantenuto il contatto visivo proprio con lui.
Erika mi chiese dunque se potessi entrare io ad ordinare anche per lei, cominciando a chiacchierare con Marco immediatamente.
Entrai dunque e presi le due pinte di rossa. Tornando al tavolo trovai Erika seduta accanto a lui, che rideva e scherzava allegramente, mentre Marco manteneva le spalle chiuse e il capo un po' chino, come se si vergognasse di qualcosa. Le gambe di lui erano serrate con le ginocchia che si toccavano, Erika invece era letteralmente protratta in sua direzione mentre chiacchierava col resto delle persone sedute .
Mi sedetti allora di fronte a lei porgendole la birra, nemmeno mi guardò in faccia mentre prendeva il bicchiere. Nella sua testolina diabolica qualcosa doveva essere scattato.
Accanto a me c'era Irene, coetanea di Erika coi capelli neri a caschetto e seno prosperoso, che da sempre aveva una cotta per me, ma si accontentava di Mirko, il suo ragazzo.
Mirko parlava di calcio con gli altri ragazzi mentre la sua fidanzata mi faceva gli occhi dolci e chiacchierava con me. Diverse volte ci aveva provato, soprattutto quando alzava un po 'il gomito, ma io sono sempre stato fedelissimo alla mia Erika, che in quel momento sembrava star facendo con Marco lo stesso gioco di Irene.
"Amore mi fai una sigaretta?" mi chiese dopo i diversi minuti senza rivolgermi uno sguardo.
"Si amore" risposi.
Cominciai ad arrotolarle il tabacco ed Erika aggiunse "ne fai una anche a Marco?"
"Certo volentieri".
Avrei voluto farglielo mangiare il tabacco a quello! Altro che preparargli io la sigaretta che avrebbe fumato con la mia Erika.
Finito di preparare le sigarette mi alzai in piedi per cercare l'accendino ed avvicinarmi ad Erika, le porsi la fiamma e lei si avvicinò, le chiesi dunque sottovoce che diavolo stesse combinando.
"Pensa alla tua Irene tu!" Rispose stizzita.
Andai a pisciare.
Tornato dal bagno vidi che tutti si stavano alzando, avevano deciso di andare a vedere la partita di beneficenza organizzata al campo sportivo tra la squadra di calcio del paese e celebrità della televisione. Chiesero anche a noi se avessimo voluto aggregarci ma Erika rispose che preferiva continuare a passeggiare e guardare le bancarelle.
"Marco viene con noi amore, anche lui non ha ancora visto nulla, era uscito giusto per il pranzo"
"No! No! e NO!" pensai.
Ma, riluttante, acconsentii.
Ci incamminammo dunque verso un'altra parte del paese dove la maggior parte delle bancarelle vendeva vestiti e accessori. Erika di nuovo mi teneva la mano e aveva ripreso a parlarmi con dolcezza, Marco camminava accanto a lei, sempre con lo sguardo verso il basso e mostrandosi molto timido nei miei confronti. Non so se ci fosse già stato qualcosa tra i due, ma se per me Marco era un personaggio bizzarro ed enigmatico, Erika invece era un libro aperto, avevo la certezza assoluta che avesse già deciso di farselo.
"Guarda quella maglia amore! Che bella me la compri? Ti prego!"
Erika indicava una maglia nera oversize con la stampa psichedelica di un gatto multicolore. Mi misi dunque in coda davanti alla cassa aspettando il mio turno per comprarle la maglia.
Chiesi la maglia alla signora che le vendeva e le porsi i trenta euro. Mi girai un istante mentre la signora imbustava la maglietta in un sacchetto di carta, sperando di vedere Erika guardarmi sorridendo felice del regalo.
Li beccai.
Naso a naso.
Con la mano di Erika sul pacco di Marco.
Feci finta di nulla, presi il sacchetto, e quando mi girai di nuovi per tornare da loro Erika mi guardava felice con le mani dietro la schiena e in punta di piedi. Mentre Marco teneva le mani in tasca e lo sguardo rivolto all'asfalto.
Erika mi ringraziò e mi diede un dolce bacio sulle labbra.
Continuammo la nostra passeggiata quando all'angolo notammo un chiosco di frittelle. Decidemmo allora di fermarci a prenderne qualcuna. Ci mettemmo in coda. C'era un sacco di gente. Erika allora chiese a Marco di tenere il posto in fila e a me di accompagnarla a cercare un bagno, la birra si sa...
Entrammo In una delle viette secondarie, in fondo alla quale, spiccava color rosso acceso un bagno chimico.
Prima di entrare Erika mi si avvinghiò e cominciò improvvisamente a limonarmi. Sembrava eccitata come un demone. Mi baciò con una foga inaudita. Mentre poggiava le mani sulle mie spalle alzò una gamba e col ginocchio mi premette forte i testicoli. Anch'io la afferrai, poco sopra il sedere e la bacia anch'io intensamente. Lasciai cadere il sacchetto con la maglia e iniziai ad accarezzarle i capelli e le cosce, il mio cazzo cominciava a crescere e a pulsare, e lei mi colpì le palle con una leggera ginocchiata, poi altre tre in rapida successione, le palle già mi stavano per esplodere ero eccitatissimo.
"Lo sai quanto ti amo?" Mi chiese
"Si amore"
"E tu mi ami?"
"Con ogni mio respiro. Mia Dea e padroncina "
Smise di baciarmi per abbracciarmi teneramente.
Aprì poi la porta del bagno e mi tirò dentro con sé, feci appena in tempo ad afferrare il sacchetto con la maglia da terra.
Chiuse la porta. Notammo quanto fosse sporco il bagno. Allora Erika salì in piedi accovacciata sulla parte ai lati dell'apertura del gabinetto, accingendosi ad usarlo come fosse una turca, mentre io le tenevo la mano per aiutarla a stare in equilibrio.
"Occhi chiusi!!!"
Ubbidii mentre Erika abbasso gli shorts e gli slip. Cominciai a sentire l'abbondante getto di pipì che colpiva lo strato d'alluminio del bagno chimico. Erika stringeva la mia mano lasciandosi andare a un gemito di piacere, svuotata finalmente la vescica piena.
La sentii sollevarsi, mentre poggiandomi l'altra mano sulla testa, mi portò vicino alla sua figa ancora gocciolante.
Iniziai dunque succhiarla e leccarla finché non fu pulita.
Erika dunque si rivestì e uscimmo insieme dal bagno tornando da Marco, che nel frattempo aveva preso le frittelle per tutti e tre e della coca cola.
Stemmo seduti a mangiare su un marciapiede.
Erika rideva e scherzava allegramente con entrambi.
Finito di fare merenda però, un tuono zittì i passanti per un istante, e immediatamente, cominciò a piovere. Le prime gocce d'acqua chiazzavano l'asfalto, i proprietari delle bancarelle aprivano i tendaggi, e magicamente, venditori ambulanti di piccoli ombrelli, cominciarono a sbucare tra la folla che cercava riparo. Ogni minuto che passava la pioggia si faceva più intensa.
Decidemmo allora di correre verso casa mia, era il posto più vicino dove ripararci.
Salimmo le scale ed entrammo.
Ci accomodammo in cucina e preparai un caffè per tutti e tre.
Erika e Marco sedevano al tavolo, Erika al suo posto, sul lato corto, e Marco vicino a lei sul lato più lungo. Io mi sedetti sulla poltrona lì vicino. Bevuto il caffè mi apprestai ad arrotolare una sigaretta per entrambi. Notai nel frattempo che Erika si era sfilata le Vans e aveva appoggiato i piedi tra le cosce di lui.
Ora quella piccola psicopatica stava più che flirtando! E lo stava facendo proprio sotto i miei occhi.
Marco mi sembrava paralizzato e imbarazzato, faceva persino fatica a parlare. Avevo la sensazione che la vera vittima del gioco perverso di Erika fosse più lui che io.
Avrebbe potuto educatamente lasciarci e tornare per conto suo. Ma restò, nonostante non mi sembrasse a suo agio. Sarà stata colpa della pioggia? O del fascino manipolatore della rossa fatale, che tutti riusciva a mettere ai suoi piedi.
"Guardiamo un film?" Chiese Erika.
Ci guardammo e acconsentimmo, mi diressi dunque in salotto e accesi la TV.
"No amore guardiamolo in camera da letto, voglio vederlo col proiettore" disse lei.
"Va bene"
Erika prese dunque Marco per mano trascinandolo nella MIA camera da letto.
"Amore porta un po'd'acqua e dei bicchieri" mi disse.
Tornai allora in cucina, presi tre bicchieri, andai nello sgabuzzino per prendere una bottiglia d'acqua e mi recai anch'io in camera da letto.
Trovai Erika e Marco sdraiati sul MIO letto.
Erika indossava la maglia che le avevo appena comprato, che la copriva giusto fino a metà coscia.
Il top e gli shorts buttati sulla poltrona accanto al letto.
Si era cambiata di fronte a lui.
Io mai l'avevo vista cambiarsi e lei aveva lasciato che quello sfigato la vedesse praticamente nuda!
Non mi andava proprio giù che Erika avesse mostrato i suoi seni a Marco, seni che io in anni di relazione non avevo mai visto scoperti.
"Dai amore, fai buio e vieni qui"
Abbassai la tapparella finché la camera non fu totalmente buia.
Tolsi le scarpe e mi misi sul letto accanto a loro.
Erika stava in mezzo e noi due ai lati.
Marco non diceva una parola.
Presi il telecomando per accendere il proiettore, ma con una mano Erika mi fermò.
Prese il telecomando e lo mise sotto il cuscino.
Silenzio.
Cominciai a sentire rumore di baci.
Erika stava baciando Marco accanto a me.
Restai immobile.
I baci si facevano sempre più appassionati, finché non sentii Erika darmi le spalle e avvinghiarsi a Marco.
Infuriato allora feci per alzarmi e andarmene.
Li avrei lasciati soli a divertirsi.
Ma Erika tese una mano e mi afferrò la maglietta tirandomi a sé.
Mentre baciava Marco allungò la mano sulla mia coscia. Si sporse poi con il sedere appoggiandolo al mio pacco, che subito diventò duro.
Si sfilò le mutandine e portò la mia mano sulla figa tutta bagnata.
Iniziai dunque a masturbarla mentre lei limonava l'altro ragazzo gemendo.
La sentii poi abbassare i pantaloni di lui.
Continuai a toccarla baciandole il collo.
Erika prese la mano di Marco e mise anch'essa tra le sue gambe.
Ora io la penetravo con le dita mentre lui le massaggiava il clitoride.
Erika cominciò a fargli una sega.
Una parte di me era infuriata e avrebbe voluto scappare, ma una parte più forte voleva farla godere.
Erika si girò a pancia in su, costringendomi a ritrarre la mia mano.
Sentii poi Marco scendere tra le sue cosce e cominciare a leccare la sua figa, la MIA figa!
Ero gelosissimo che un altro stesse assaporando la topa della mia ragazza proprio accanto a me. Facendola gemere e godere.
Mi avvicinai ad Erika per baciarla, ma non appena le mie labbra sfiorarono le sue, lei girò la testa dall'altra parte.
Non volle baciarmi.
Sollevò dunque le gambe mentre Marco leccava avidamente una figa forse per la prima volta in vita sua.
Lei si sfilò i calzini, uno alla volta, e me li mise in mano.
Allora mi misi in ginocchio accanto a loro, presi delicatamente la caviglia di Erika e cominciai a leccare il suo piede mentre lei godeva del cunnilingus di Marco.
Conoscevo Erika, dai sussulti e dai suoi movimenti mi sembrava di capire che il ragazzo non fosse un gran leccatore, di sicuro Erika era abituata a servizi di qualità, avendomi addestrato per anni.
Mi dedicai con attenzione allora a leccarle bene i piedi e succhiarle le dita, sperando di farla eccitare e godere di più.
Ma lei interruppe Marco, e mi tolse il piede dalla bocca.
Entrambi si misero in ginocchio. Uno di fronte all'altro, ed Erika tornò a baciarlo assaporando il suo stesso sapore, cosa che l'ha sempre molto eccitata.
Mi fece dunque sdraiare e si mise a cavalcioni sulla mia faccia.
Cominciai dunque a leccarla.
Anche se dopo che vi aveva messo la bocca quello mi faceva schifo! Ma cercai comunque di impegnarmi e succhiargliela a modo.
Erika si piegò poi e prese in bocca l'uccello di Marco.
Non ci potevo credere. Non poteva essere vero.
Erika mai si era avvicinata al mio uccello, un bell uccello tra l'altro, e ora si stava soffocando con quello di quel nerd! Lo sentivo impazzire di piacere nella bocca di Erika. Mentre io stavo schiacciato sotto di lei a farla gemere con la lingua.
La sentii poi improvvisamente sollevarsi.
Riprese a baciare Marco mentre con una mano mi spingeva via.
Mi spostai allora e lei si sdraiò al mio posto, tirando a se il ragazzo. Io restai accanto a lei mentre loro si baciavano e toccavano furiosamente. Erika infilò la mano destra nelle mie mutande e afferrò i miei testicoli cominciando a strizzarli molto forte.
Mentre con la sinistra toccava il cazzo di Marco.
Iniziò a gemere sempre più forte. Stava per infilarsi il suo cazzo nella figa e farsi scopare da quel verginello mentre strizzava le mie povere palle doloranti.
Ma all'improvviso.
La sentii lasciare andare la presa.
Tutto si Fermò.
Piombò il silenzio .
...
"Ma sei venuto?" Chiese Erika
"Scusa"
Marco non disse altro.
Ad un istante dallo scoparsi quella fighetta l'eccitazione era stata troppa, e Marco aveva sparso il suo seme sul monte di venere di Erika.
"Scusa" ripeté di nuovo.
Erika era spiazzata. Gli disse di non preoccuparsi e di andare in bagno a darsi una sciacquata.
Marco uscì dalla stanza.
"Dai puliscimi!" Mi ordinò Erika
"Con cosa amore? Vado a prendere un asciugamano?"
Lei mi tirò per i capelli verso il suo pube.
"No!" Dissi
"Muoviti!!!"
"No!!!" Ripetei
"Mi vuoi disubbidire?"
Sull'orlo del pianto tirai fuori la lingua e cominciai a leccare via il seme di Marco dal pube di Erika. Era venuto un sacco quello sfigato. Passavo la lingua sui suoi peli corti e folti mentre lei mi diceva di sbrigarmi. Alla fine la pulii.
Mi disse di restare lì, rimise gli slip e mezza nuda uscì dalla stanza.
Poco dopo tornò da me.
"L'ho mandato a casa, ha smesso di piovere. Poverino era mortificato. Continuava a scusarsi AHAHAHA ma che sfigato! Hai l'occasione di farti una figa come me e mi vieni sui peli mentre non ti sto quasi toccando? Che delusione! AHAHAHA"
passammo un po' di tempo a ridere insieme dell'accaduto e prenderlo un po'in giro.
Non credevamo avrebbe mai riavuto una simile possibilità.
Erika mi fece poi presente che però lei ancora non era venuta.
Dopo un dolce bacio mi mise tra le sue gambe, sfilò nuovamente le mutandine e aprì le cosce. Cominciai dunque a baciarla e leccarla come sapevo che le piaceva, lentamente la portai di nuovo su di giri, leccandola e masturbandola, accarezzandole le coscie.
"Meno male che ho sempre il mio amato micio leccatore... Ahhhhh si amore fammi venire... Ahhhhh. Ahhhhhhh. Ahhhhhhh."
Le sue gambe si stringevano ai lati della mia testa, e le sue dita tiravano forte i miei capelli.
Finalmente Erika scoppiò di piacere, mentre si contorceva potevo percepire le sue contrazioni, la sentivo venire fortissimo, godendo come sempre del suo orgasmo come se fosse il mio. Fiero di essere colui che alla fine le fa provare il più intenso piacere.
di
scritto il
2023-04-20
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