Dominare la direttrice 8

di
genere
dominazione

Mi trasferii di fatto a casa sua. Lei stava aumentando sempre di più il suo potere all'interno dell'azienda, ma quando rientrava a casa sua diventava semplicemente una sottomessa abusata e umiliata da me.
Ne aveva bisogno e io godevo a maltrattarla e vivevo alle sue spalle.
Ad esempio una sera rientró più tardi di me, era già passato l'orario di cena.
Aprì la porta, con il suo solito tailleur.
"mi scusi, sono stata tutto il giorno in consiglio di amministrazione, è veramente tardi..."
"oh, non ti preoccupare, togliti quella roba di dosso."
Si spoglió immediatamente dove si trovava, mostrando le scritte con cui le avevo ricoperto le cosce, il culo, la pancia e la schiena, tutte le parti non visibili. Puttana troia succhiacazzi e altre amenità.
"hai pensato alle tue scritte?"
"sì quando mi annoiavo sì..."
"e...?" "avevo paura di eccitarmi e di bagnarmi..." "e poi?"
"mi hanno chiamato direttrice un sacco di volte, hanno chiesto la mia opinione, i report, ecc. E io ho risposto, gli ho spiegato tutto, erano convinti... Se solo sapessero..." "cosa?" "che cosa sono e che cosa mi fa..."
Ero in piedi davanti a lei, le sputai in faccia e le afferrai i piercing tirando verso il basso costringendola a inginocchiarsi.
"ecco sì grazie... Ne avevo proprio bisogno..."
"mi segui da sola o devo metterti il collare e guinzaglio?" "la seguo."
Andammo in bagno e la feci entrare in doccia in ginocchio poi le pisciai in faccia.
"anche di questo avevi bisogno?"
"sì non sa quanto ci ho pensato..."
"devi fare pipì anche tu?" "sì..." "trattienila"
Andai di là a prendere una ciotola, gliela misi tra le gambe e la feci pisciare, poi le rovesciai tutto in testa.
"fatti una doccia, cancella le scritte e vieni di là, preparo qualcosa per cena."
Un paio di volte l'avevo fatta cenare in una ciotola per cani ma stasera l'avrei fatta cenare seduta al tavolo.
Peccato per lei che ci fosse un bel dildo con ventosa fissato sulla sua sedia e dovette sedersi prima penetrandosi la figa poi il culo.
Questo era solo un esempio dei trattamenti che le riservavo.
Un venerdì tornammo insieme e come entrammo in casa si buttó ai miei piedi in ginocchio "sono stata nominata vicepresidente, padrone ho veramente bisogno di essere punita e umiliata, se solo sapessero chi sono veramente..."
La feci alzare e le strappai di dosso il costoso tailleur e camicetta che aveva addosso, poi la biancheria e tutto il resto, tra sputi e orrendi insulti. Poi le infilai il cazzo direttamente in gola e afferrandola per la testa mi feci fare un pompino.
"era da un po' che volevo una serata speciale quindi mi ero preparato."
Le feci indossare un vestito corto di pelle con una unica cerniera che lo chiudeva, senza biancheria "tanto non ti servirà."
Salimmo in auto e non le dissi una parola, lei non chiese nulla. Non poteva decidere nulla quindi non aveva senso parlare.
Arrivati di fronte a un club privé le misi un collare col guinzaglio e una maschera nera che lasciava scoperta solo la bocca, il naso e gli occhi.
Come entrammo dentro tirai giù la cerniera e restò nuda in un attimo.
La tirai per il guinzaglio e la portai in una stanza con un gloryhole. C'era una telecamera le dissi che sarebbe diventata una star. I frequentatori del club iniziarono a infilare i loro cazzi nel buco e lei a succhiarli. Sapevo quanto le dava fastidio farlo con estranei ma si sottopose diligentemente a quella fila di cazzi e di sborrate.
Alla fine era completamente imbrattata dalla maschera, sulle tette, stomaco, gambe.. Era in ginocchio in una specie di pozza di liquido.
La feci alzare e riposare, poi la condussi in un'altra stanza. La feci distendere su un lettino e le legai le braccia sopra la testa. Entrò quindi una mistress con uno che teneva una telecamera.
Le fecero alzare le gambe e le legarono a una carrucola in alto. Era completamente esposta.
La mistress prese una sorta di crema bianca e gliela spalmó abbondante sulla figa e sul buco. Quindi cominciò il trattamento.
Infilò le mani dentro la figa e gliela allargò più che poteva, facendola urlare. Lo stesso col buco del culo, penetrandola violentemente.
La mistress aveva dei guanti che le arrivano fino al gomito.
Dopo tutto quello stretching le infilò una mano dentro nella figa, poi si mise a stantuffare. Quando usciva e rientrava restava una voragine. Poi fu la volta del culo, qui fu più delicata, spinse meno violentemente ma con estrema lentezza spinse dentro il braccio fino a metà avambraccio. Poi lo sfiló piano fino quasi a uscire ma invece di liberarla da quella tortura infilò nuovamente l'altra mano nella figa, alternando gli affondi nei due buchi.
Sembró calmarsi, le tolse la mano solo dal culo. Poi sfilò piano quella che aveva nella figa, avvicinó entrambe le mani e cominciò a muoverle insieme per farle entrare dentro.
Lei mi guardò disperata, le feci cenno di stare zitta. La mistress le entrò dentro, lei soffriva e si lamentava ma stava godendo come non mai infatti ebbe un orgasmo con delle convulsioni che non avevo mai visto.
di
scritto il
2020-12-26
9 . 3 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.