La voce di Carlotta [parte 1]

di
genere
saffico

Carlotta, una donna di 26 anni, viveva a Palermo e lavorava per una casa editrice. Emanava un'aria di sensualità pungente, nonostante l'altezzosità un po' irritante che manifestava in alcuni dibattiti con Giordana. L'intonazione e la sua voce, leggermente grave, donavano una singolare qualità alle cose, come se con solo le parole potesse avvolgerle in un abbraccio caldo. La chioma riccia castano chiaro brillava al sole esponendo tutta la sua grazia, posata sulla collina di un seno abbondante che riempiva il costume da bagno. L'erotismo che il resto del corpo trasudava, nelle forme e nell'eleganza del suo portamento, la faceva presto diventare il centro dell'attenzione dei passanti. Anche Giordana, se fosse stata presente nella foto del profilo Tinder che stava osservando, sarebbe rimasta a scrutarla, cercando invano di mascherare l'attrazione sotto un velo di disinvoltura e timidezza. Carlotta era in posa di spalle, in piedi su delle gambe lunghe e lisce, guardava il mare; il costume rossiccio evidenziava le natiche sulle quali gli occhi di Giordana si fermarono a lungo.
Giordana rappresentava l'antitesi, la luna, il magnete di segno opposto. Era originaria di Agrigento e viveva ancora con i genitori. Era una giovane adulta che stava per compiere 22 anni e il suo modo di porsi era tutt'altro che sicuro, il suo corpo era tanto mingherlino da non poter vantare curve sensuali, per lo meno non al pari della donna che ammirava. Tuttavia, riuscì ugualmente a folgorare Carlotta:
«Mi piace il modo in cui ragioni, mi fa impazzire» le scrisse.
«Ti ringrazio, ma avrei detto lo stesso di te. È sempre piacevole trovare una persona in grado di sostenere conversazioni stimolanti e impegnative al punto giusto senza cadere in banalità.»
«Dimmi di te, che cosa cerchi qui?»
«A dire il vero non lo so, dipende dalla sintonia che avverto con l'altra persona… Tu, invece?»
«Io sto cercando quella cosa che tutti chiamano scopamicizia ma a me fa impressione chiamarla così 😂»
«Come sarebbe a dire che ti fa impressione?»
«Sì, perché sa molto di pregiudizio, sai…»
«Ho presente. Fortunatamente parli con una persona con una mentalità aperta. Finché vige il consenso e il rispetto reciproco, per me ognuno può fare quello che meglio crede.»
«Stai guadagnando ancora più punti!»
«Ahahah, bene! È sinceramente quello che penso.»
«Ma… allora… ti starebbe bene un rapporto del genere?»
«Ehm, questo non lo so, perché non mi è mai successo. Solitamente preferisco qualcosa di più serio, ma non mi precludo a priori la possibilità. Ripeto, se c'è sintonia…»
Con quelle parole ingenue, ancora confuse ma piene di curiosità, Giordana stava inconsapevolmente lasciando il freno a quell'attrazione puramente fisica che l'avrebbe avvicinata sempre più al magnete di segno opposto.
Nei giorni successivi continuarono a scriversi, spostandosi su un'altra piattaforma di messaggistica. La chat si riempì presto dei più disparati temi, dalla politica alla religione, dalla musica ai viaggi e, a proposito di relazioni, si finiva facilmente a parlare di sesso e sessualità. Carlotta era un'avventuriera, non aveva paletti. Giordana ne era intimorita ma anche intrigata: forse era ebbra di lei, dei suoi riccioli selvaggi, della sua voce carica di sensualità o dalle foto un po' osè che riceveva con autodistruzione, ma per la prima volta aveva iniziato a nutrire fantasie erotiche verso di lei e la volontà di assecondare le perversioni che le suscitava si fece più insistente.

A suo malgrado, scoprì che Carlotta non gradiva il sexting; anzi, evitava intenzionalmente i suoi tentativi di approfondire gli sporadici messaggi allusivi che inviava. Ciononostante, fingendo il coraggio che non aveva, Giordana coglieva la minima occasione per stuzzicarla via chat. Una volta cercò di far leva sul suo punto debole:
«Peccato, avrei tanto voluto una tua mano persa nel mio cespuglio… 😔»
Giordana non si depilava nulla all'infuori delle ascelle, per scelta. Con sua sorpresa era una delle cose che aveva fatto colpo su Carlotta, la quale andava fuori di testa al solo pensiero di vedere una vulva al naturale.
«Cavolo! Sai proprio come prendermi…!!!»
«Che c'è? Ora soffri? 😏»
«Lo sai che mi piace… E poi al giorno d'oggi sono tutte depilate.»
«Eh. Sono qui se vuoi continuare…»
Ma Carlotta continuava a evitare quel genere di interazione. Diceva che preferiva le chiamate, perché le eccitava udire i gemiti di chi stava dall'altra parte, i tremolii della voce, i respiri… "Che imbarazzo" pensò Giordana. "Non riuscirei mai a pronunciare ad alta voce e nei dettagli quello che penso di lei."
Una volta, attorno all'una di notte, ricevette da Carlotta un messaggio:
«Ti penso…🔥»
«Non puoi uscirtene così senza dirmi di più, non credi?»
«Ho voglia di mettere la testa tra le tue cosce e guardarti dritta negli occhi mentre godi.»
Giordana fu pervasa da un brivido totalizzante. In un attimo si raffigurò l'eros di quella scena e rimase senza parole. Era imbarazzata, ma era un imbarazzo che le faceva mordere le labbra dal desiderio. Si limitò a rispondere con l'emoji del fuochino e tre puntini di sospensione, sperando di scampare a quella carestia di parole, di suscitare una battuta, un commento o semplicemente una domanda. Invece, il silenzio piombò.
Qualche minuto più tardi il telefono si illuminò: aveva ricevuto una foto. Era lei, in lingerie, nel bagno. I capelli, che Giordana amava tanto quanto Carlotta amava i suoi peli, attraversavano l'attaccatura del reggiseno, superandola di poco, la schiena era completamente scoperta, liscia e baciata dalla luce della lampadina che la metteva in risalto sino al fondoschiena, là dove gli slip merlettati presentavano dei perfetti glutei in primo piano. Era così femminile che Giordana cominciava a eccitarsi. La trovava incantevole.
«Oddio… Grazie… Davvero…»
«Ti piace quello che vedi?»
«Un sacco.»
«Ho voglia di te. Qui. Ora.»
«"Qui" intendi sul culo? 😄»
«😂… Non solo! …Non te la senti proprio di chiamare, eh?»
«Mio padre è ancora sveglio e ho la camera appiccicata alla cucina, ho paura che mi senta.»
Era vero, ma era anche un ottimo modo per prendere tempo.
«Nemmeno se parli piano piano?»
«No, ho troppa paura! 😔 Ma se ti va puoi descrivermi tranquillamente quello a cui stavi pensando poco fa… Sono tutta orecchie.»
Carlotta non rispose più. L'ora si faceva sempre più tarda e Giordana riapriva la chat per osservare nuovamente quella foto, fortunatamente senza autodistruzione. Quella stessa notte si masturbò e, in preda all'istinto, decise di registrarsi in un vocale. Erano le tre del mattino, ma la perversione era così forte che non poté rimandare. Accompagnò il vocale con un messaggio semplice ma pieno di sorprese:
«Ascoltami.»
Voleva stuzzicarla con i suoi gemiti e la registrazione riprendeva perfettamente il rumore incessante dell'atto, del clitoride fradicio che stava stimolando con le dita, fino a un orgasmo volutamente soffocato. Alla fine un "ciao" esausto ma soddisfatto.

L'indomani pomeriggio Carlotta lesse il messaggio e ascoltò, per poi esordire spruzzando gioia da tutti i pori:
«Ma… No vabbè… 😍 Ma sei venuta come una matta!!! 😍🔥»
«Sì, pensandoti. Purtroppo non posso chiamarti ma ci tenevo a farti sapere fino a che punto mi ecciti.»
«Così mi fai impazzire sul serio!»
Il pomeriggio proseguì, tra studio, lavoro e pause. Un giorno normale, solito, visto e rivisto, ma la mente di Giordana faticava a rimanere concentrata e probabilmente anche quella della donna che aveva appena fatto impazzire. Nel suo profondo cominciava a rendersi conto che quel gesto, per quanto impulsivo, non le arrecava pentimento. Piuttosto, alimentava le sue fantasie e la voglia di fare dell'altro.
Carlotta le inviò un vocale per leggerle un pezzo del racconto a cui stava lavorando. La sua voce vibrava così calma eppure imponente nel petto di Giordana, che lo riascoltò più volte.
«Carino! Hai una voce così calda. È sempre bello ascoltarti.» le confidò. Poi continuò:
«Sul serio, credo che non saresti male come doppiatrice.»
«Ahahah, beh, non ne ho idea 😂»
«Ti andrebbe di leggermi una poesia? È una delle mie preferite e mi piacerebbe ascoltarla con la tua voce. Così, per sfizio.»
«Vai.»
Un piccolo muro di testo apparve in chat e prese vita in un vocale di un minuto:

Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto
ti siede, e vede il tuo bel riso, e sente
i dolci detti e l’amoroso canto!
A me repente,
con più tumulto il core urta nel petto:
more la voce, mentre ch’io ti miro,
su la mia lingua nelle fauci stretto
geme il sorriso.
Serpe la fiamma entro il mio sangue, ed ardo:
un indistinto tintinnio m’ingombra
gli orecchi, e sogno: mi s’innalza al guardo
torbida l’ombra.
E tutta molle d’un sudor di gelo,
e smorta in viso come erba che langue,
tremo e fremo di brividi, ed anelo
tacito, esangue.

Giordana riascoltò almeno tre volte, immersa nel ritmo dei suoi versi prediletti, ammaliata dal suono delle sue labbra, le labbra che avrebbe voluto baciare con la stessa passione del loro tenero scandirsi fra una rima e l'altra. Poi, scrisse:
«Confermo. Tu rischi di farmi innamorare.»
«Addirittura. Di chi è la poesia?»
«Saffo.»
«Ah, capisco!»
«Capisci che?»
«Niente… ☺️»
«Stasera lavori?»
«No, oggi solo relax. Tu sei riuscita a studiare?»
«Non è facile se ti intrufoli nuda nei miei pensieri…»
«Ah, però. Vedo che la signorina si sta scaldando!»
Giordana sorrise tra sé e sé, poi smise di rispondere.
Dopo cena si fece una doccia e si stese a letto. Chiuse gli occhi qualche secondo, poi li riaprì per fissare il soffitto. L'assoluto silenzio fu interrotto solo dal rombo di un motorino in lontananza. Tutto era fermo, ma al tempo stesso mobile, malleabile con la forza dell'immaginazione. Spense la luce, accese solo la abat-jour. Si sollevò la maglietta del pigiama, accarezzandosi la pancia, poi i fianchi, e questo gesto le fece richiudere gli occhi.
Inspirò ed espirò profondamente.
Si accarezzò a lungo.
Pensò a lungo.
Decise di abbassarsi i pantaloni, facendo calare gli slip di poco, abbastanza da far vedere una modesta quantità di peli pubici. Afferrò il cellulare, si scattò una foto e infine azzardò:
«Anch'io ti voglio.»
Carlotta scaricò la foto e compose un messaggio:
«Così mi fai venire voglia.»
Giordana provò un'ultima volta:
«Allora lasciati andare. Vorrei davvero sapere che cosa pensi di farmi.»
«Vorrei sentirti.»
Giordana pensò: "Va bene, allora facciamolo."
«Chiamami.»
di
scritto il
2024-04-24
1 . 3 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.