Cristine (2 parte)

di
genere
dominazione

Cristine e il suo Padrone erano nel negozio vuoto da più di un'ora e lei ancora non aveva avuto la possibilità di venire, anzi non lo poteva fare ormai da molti giorni, la sua eccitazione era veramente tanta, lei era nuda col solo collare in ginocchio di fronte a lui, era sudata, per fortuna lui le aveva ordinato di farsi la coda e le sue cosce erano bagnate, i capezzoli ritti come chiodi.
“Come stai cagna? Sembri stanca, non hai dormito bene forse?” “no no Padrone, sto benissimo … non stavo cosi bene da tantissimo tempo” aggiunse un gran sorriso alla risposta “quindi devo supporre che la decisione di provare a essere la mia troia non ti dispiace” “no Padrone, nessun ripensamento e spero che mi accetterai, io vorrei tanto essere la tua troia”, nonostante tutto parlare così le causava sempre un po' di vergogna che si accompagnava con un deciso rossore sul volto.
“Rimettimi la scarpa” le ordinò, lei gli rimise la calza e poi infilò la scarpa posando anche un bacio sulla tomaia, l'uomo si alzò e andò nell'altra stanzetta, sentì che posava delle cose a terra e tornò a sedersi, la fissò e a lei vennero i brividi, amava quello sguardo, la sua espressione seria e decisa.
“Cagna se deciderò che tu possa essere la mia schiava pretenderò devozione totale e ubbidienza cieca, lo sai vero?” “si Padrone, ne sono consapevole” “non sei una novizia, sai che sarai umiliata in ogni modo e usata come l'ultima delle zoccole” “si Padrone e sono disposta ad essere tutto ciò che mi chiederà” “molto bene, vedremo. Ora vai di là e portami tutte le cose che trovi a terra”.
Cristine si mise a quattro zampe e si voltò per andare nell'antibagno, poteva sentire lo sguardo dell'uomo sul suo culo come fosse una carezza, entrata nella stanza vide a terra un paio di plug, uno che terminava con una coda di pelo e un attaccapanni, quelli per le gonne con le due pinze scorrevoli, deglutì un po' turbata ed eccitata, si chinò e prese il primo plug con la bocca, lo portò al Padrone poi tornò altre due volte a prendere gli altri oggetti che lui posò sul tavolino accanto alla poltrona, lei si rimise in ginocchio.
“Sei davvero bella cagna e hai un bel culo” le disse dopo averla rimirata ed ammirata per un po' “girati e mettiti giù”, quelle parole la illuminavano, era felice di piacergli, sapeva perfettamente di essere una bella giovane donna ma i complimenti fatti da lui le facevano decisamente piacere, stava riprendendo a bagnarsi, si girò e posò le mani a terra mostrandogli le terga. Sentì la mano dell'uomo che le accarezzava le natiche poi le dita scendere tra le gambe a stuzzicarla, arrossì pensando a quanto l'avrebbe trovata ancora eccitata, lui non smetteva le carezze e lei cominciò a respirare a bocca aperta. Due dita la penetrarono scivolando avanti e indietro con una lentezza esasperante poi uscirono e le sentì ungere il buco, l'uomo ripeté il gesto un'altra volta e poi sentì spingere sullo sfintere, capì che le stava infilando il plug, si concentrò per rilassare i muscoli ed accogliere l'oggetto che stava entrando dentro di se. Cristine non sentì dolore, anche se non veniva usata dietro da parecchio, per fortuna il plug non era di dimensioni troppo grandi, in compenso quel semplice gesto fatto dal Padrone la mandava in estasi, non riuscì a trattenersi e scodinzolò alcune volte volgendo un poco il capo per cercare di vedere il viso dell'uomo, notò che sorrideva “sei davvero una cagnetta e da cosa vedo e sento una cagnetta in calore” “grazie Padrone, voglio solo che lei sia felice della sua schiava” vide che lui sollevò un sopracciglio prima di replicare “ancora non sei la mia schiava, per ora sei solo una cagna, una puttanella che sto provando. Ancora non ho deciso se meriti un collare vero” accompagnò le parole con una sculacciata secca “si Padrone, le chiedo scusa, perdoni questa stupida troia” disse arrossendo.
Quanto era strano l'animo umano, lei sempre cosi riservata, timorosa, in certe situazioni forse ancora più che timida, arrossiva per un nonnulla ma cazzo quanto la eccitava sentirsi cosi, nelle mani di quell'uomo molto più grande di lei che la usava e umiliava a suo piacimento, adorava sentirsi un oggetto da poter usare come lui voleva, era ciò che dentro di lei aveva sempre cercato e non osava pensare che finalmente poteva aver trovato la persona giusta per il timore che il suo sogno terminasse con un doloroso risveglio.
“Toccati” le ordinò, lei lo sperava, aveva tanta voglia e sperava di poter godere, si spinse tre dita tra le labbra bagnate muovendole lentamente, avrebbe voluto girarsi ancora per guardare il volto del Padrone mentre la guardava eseguire ma non osò farlo. Cristine sentiva le dita fradice e gli umori che le colavano sulle gambe, amava quello che stava facendo, amava che lui la guardasse e sperava fosse eccitato a quella vista, lui le permise di toccarsi per un po' poi la fermò, cosa che la fece quasi guaire per la frustrazione, per tutta risposta le arrivò un'altra sculacciata, evidentemente lui aveva colto la differenza tra i gemiti.
“Girati e rimettiti in ginocchio” “si Padrone”, lei lo fece “ora leccati le dita cagna, puliscile bene e guardami”, lei ubbidì infilandosi un dito alla volta nella bocca e poi tutte e tre insieme, le fece scorrere tra le labbra succhiandole finchè non ebbe leccato ogni stilla del suo succo.
“Dimmi cosa provi. Ti piace ciò che stai facendo?” le chiese “o si Padrone, adoro tutto questo, mi piace ciò che mi sta facendo e ogni minuto che passa mi sento sempre più la sua puttana”, lui annuì soddisfatto della risposta, allungò un braccio e la prese per il collare, lei si lasciò guidare, se la sistemò sulle cosce e le aprì bene le gambe, la carezzò sui glutei, le graffiò le cosce, le sfiorò il clito e poi prese la base del plug e lo sfilò lentamente, lo posò sul tavolo e poi le separò le natiche,
Cristine sorrise pensando allo sguardo dell'uomo sul suo culo dilatato e spalancato, l'eccitazione che in realtà non era mai finita si acuì ulteriormente.
L'uomo raccolse l'altro plug, glielo porse davanti alla bocca, lei lo prese e lo leccò con sapienza immaginando fosse il cazzo del Padrone, avrebbe tanto voluto dargli piacere -chissà perchè non lo fa- si domandò, la punta del plug si appoggiò sul buco e lui lo spinse fino in fondo per poi lasciare che la donna scivolasse nuovamente a terra “fatti un giro cagna, fatti guardare” lei si mise a gattonare per la stanza girando la testa per cercare di vedere quella coda che le usciva dal culo, doveva ammettere che sì, si era già sentita una cagna ma adesso … lo era davvero, sorrise felice.
L'uomo le fece cenno di tornare da lui, gli si avvicino fino a sfiorare le sue gambe, lui le prese i capezzoli tra le dita e li pizzicò prima piano poi sempre con maggior forza, li torse e li tirò, lei gemette sempre più forte, prese l'attaccapanni e regolò le pinze sistemandole giusto davanti ai seni, la donna deglutì, non aveva mai provato quell'arnese e non aveva idea di come sarebbe stato ma temeva piuttosto doloroso. La prima pinza si aprì e si richiuse sul capezzolo, lei strinse gli occhi, l'altra pinza si richiuse sull'altro e poi il gancio per appendere fu infilato nell'anello del collare, i seni erano sollevati e i capezzoli tesi. L'uomo si lasciò andare all'indietro sistemandosi meglio sulla poltrona per gustarsi la sua cagna, l'ammirò in tutta la sua bellezza poi si sporse in avanti, la mano tra le gambe della donna la penetrò con due dita scopandola rudemente e per poi fermarsi con le dita affondate e massaggiare il clito con il pollice, Cristine riprese a gemere ed ansimare “Padrone … “ le sfuggì dopo qualche minuto di quel trattamento “cosa vuoi cagna? Non vorrai godere senza permesso vero?” nel dirlo sorrise, un sorriso malefico, “no … Padrone … ma la prego ...”.
era davvero al limite e nonostante ogni possibile sforzo per trattenersi non sapeva se sarebbe riuscita a resistere ancora molto.
Lui riprese il massaggio ma sempre in modo lieve, accarezzando appena il clito e tenendo le dita dentro di lei ferme, ogni volta che il clito veniva sfiorato lei gettava il capo all'indietro aspirando l'aria tra i denti “chiedimi di godere” le disse, lei faceva fatica a connettere, la mente avviluppata nelle sensazioni forti che stava provando, tra un ansimo e un gemito rispose “Padrone … permetta alla … sua troia di … godere … la prego”, lui non smise le carezze per un altro buon minuto infine mosse le dita dentro di lei riprendendo a scoparla con foga “va bene cagna, ora puoi godere”.
Se ci fosse stato un fumetto dei pensieri sopra Cristine si sarebbe potuto leggere -Dio ti ringrazio- quasi immediatamente lei venne bagnando abbondantemente la mano del padrone e colandosi sulle cosce, forse anche sul tappeto. Ci mise un po a riprendere un respiro quasi normale e a rallentare il cuore che le martellava nel petto, guardò l'uomo che le aveva dato così tanto piacere, gli sorrise “grazie Padrone” disse solo mentre lui le sganciava le pinze dai capezzoli e levava il gancio dal collare, le porse poi le dita che lei leccò e succhiò avidamente.
Cristine era felice, era al settimo cielo, quasi non sentiva il dolore al seno causato dalle pinze, non avrebbe potuto chiedere di meglio e sperava che lui l'accogliesse presto come sua schiava ma per ora si godeva ogni momento di quel gioco meraviglioso che lui le permetteva di fare, si chinò e posò la guancia sul ginocchio del Padrone e ricevette una carezza sul capo.
Rimasero per un po' cosi, lei cominciava a pensare, o meglio temeva, che si sarebbe potuta innamorare di quell'uomo che riusciva a comandarla, a umiliarla, a usarla e darle tutte tutto quello di cui aveva bisogno.
Una volta sfilato il plug con la coda e tolto il collare, le disse che poteva rivestirsi e andare, prima di uscire Cristine si rimise in ginocchio e baciò la mano del Padrone “grazie di tutto Padrone, spero di rivederla molto presto” “ciao cagna. Ah … non ti dimenticare questo, ti servirà” la salutò lui porgendole il plug, lei gli sorrise e lo prese poi uscì.
Cristine tornando a casa continuava a ripensare alla sessione appena avuta, lei non era certo alla sua prima esperienza del genere ma sentiva che quell'uomo aveva qualcosa che riusciva a scuoterla dentro, univa la giusta crudeltà ad un carisma e un saperci fare con le sue mani che la faceva sognare e poi la cosa più importante: riusciva ad entrarle nella mente, ripensando a come si erano conosciuti non poteva non considerare il suo occhio clinico nel riconoscere il suo essere una sottomessa ed infine il suo fare riusciva sempre a spiazzarla e quello le piaceva davvero tanto.
Tornata a casa fece una lunga doccia bollente e un pranzo frugale poi si stese sul divano e si appisolò sognando di poter diventare la schiava che voleva il suo Padrone.
Nel pomeriggio le arrivò un messaggio in cui il Padrone le impediva di avere orgasmi anche se avesse fatto l'amore col marito. Passò la serata del sabato, passò l'intera domenica e il lunedì mattina senza ricevere altre comunicazioni, all'ora di pranzo si recò al bar, mentre stava mangiando il cellulare vibrò -ciao cagna, carino il tuo outfit- aveva indossato stivali alti, jeans stretti e un maglioncino, lei provò a cercarlo, se lui la vedeva magari era lì vicino, voleva incontrarlo ancora, almeno guardarlo, potergli baciare la mano. Se lui era lì lei non lo vide e se ne dispiacque, terminato il pasto tornò in ufficio. Non arrivarono altri messaggi per tutto il giorno, Cristine non riusciva a non pensare al Padrone, si chiese come fosse possibile che la loro limitatissima conoscenza la portasse ad essersi già così tanto legata a lui.
Il martedì mattina arrivò un messaggio -finalmente- pensò lei leggendo:
-ciao cagna, oggi metti una gonna e portati il plug-
-buongiorno Padrone, felice di sentirla. Farò come comanda Padrone-.
La donna scelse una gonnellina a pieghe non troppo corta cosi da poter indossare le autoreggenti senza troppi problemi, la sua mente cominciò a viaggiare immaginando la sua mano grande e forte che le spingeva il plug nel culo e si eccitò al solo pensiero.
Una volta giunta in ufficio ricevette un nuovo messaggio -ciao cagna, è ora di mettere il plug, vai in bagno e mettilo. Ci vediamo al bar- lei arrossì leggendo, come sempre buttò uno sguardo ai colleghi sperando non si accorgessero del rossore che le stava imporporando le guance, rispose al Padrone e presa la borsetta si recò in bagno per ubbidire all'ordine. Tornando alla scrivania continuava a sentirsi a disagio come se tutti i presenti in ufficio potessero sapere o vedere quello che lei aveva infilato nel culo.
Arrivata la pausa scese andando all'appuntamento, si sedette al suo solito tavolino e ordinò al cameriere, gli occhi puntati all'angolo della via dove si trovava il negozio e dopo alcuni minuti lo vide arrivare, indossava un abito grigio, camicia azzurra, niente cravatta, gli piaceva lo trovava elegante senza essere troppo formale, gli sorrise mentre le si avvicinava e si stupì quando lui invece di recarsi al solito tavolo si sedette al suo.
“Ciao cagna, insalata anche oggi eh” salutò lui “buongiorno Padrone, sono contenta di vederla” sussurrò lei col timore che potessero sentirla “sei comoda col plug?” le chiese “si Padrone, mi piace ubbidirle e poi … quello mi ricorda che cosa sono” rispose con un tono di voce sempre molto basso.
L'uomo ordinò solo un caffè e i due parlarono tranquillamente mentre Cristine terminava il pranzo.
Ad un certo punto lui si alzò, lei immaginò stesse andando via e stava per salutarlo ma lui la precedette “ti aspetto in bagno” e si incamminò all'interno del locale.
La donna poco dopo si recò alla toilette, appena entrata lo vide appoggiato al lavandino a braccia conserte “chiudi la porta e vieni qui”, lei ubbidì e gli si avvicinò, il capo chino era d'obbligo ma ne approfittò per controllare il pavimento del bagno che per fortuna non pareva essere sporco “voltati e chinati” lei lo fece, lui le sollevò la gonna che riversò sulla schiena, spostò le mutandine scoprendo il plug, glielo sfilò, le allargò le natiche e poi gli lo rimise e le diede una sculacciata.
“Girati e in ginocchio cagna” lei si mise come ordinato e sollevò il capo fissando gli occhi del Padrone, lui si aprì la patta e lei si trovò il membro eretto di fronte al viso, si avvicinò avendo compreso e la mano di lui la guidò mentre lo prendeva tra le labbra, le mosse il capo avanti e indietro e la tenne ferma completamente affondato nella sua bocca, a Cristine vennero conati e sbavò, appena le mosse indietro la testa lei riprese a succhiare e leccare mentre la sua bocca veniva scopata. Lui continuò alcuni minuti poi lei sentì le dita stringersi più forte sui capelli e comprese che stava per venire, si preparò a ingoiare anche per evitare di sporcarsi il maglioncino o la gonna, si sentì schizzare in gola il seme caldo che riuscì a deglutire. Cristine gli sorrise “grazie Padrone” disse passandosi sensualmente la lingua sulle labbra mentre lui si sistemava, “alzati” le disse e quando fu in piedi le mise una mano sotto la gonna e tastandola tra le gambe “bene, la mia cagna ha le mutande umide” lei paradossalmente arrossì a quelle parole più che per quello che aveva appena fatto.
L'uomo le scostò un ciuffo di capelli per scoprirle il viso e stavolta le accennò un mezzo sorriso, evidentemente godeva del suo imbarazzo e lei nonostante l'esperienza che aveva non riusciva a controllarlo. “Puoi tornare al lavoro cagna. A metà pomeriggio andrai in bagno, toglierai il plug, ti toccherai fino al limite e ti fermerai, rimetterai il plug e lo terrai fino a casa. Capito?” “si Padrone, come lei desidera” gli rispose.
Rientrando in ufficio ripensò a ciò che era successo, era felice di aver finalmente dato piacere al Padrone, era stupita che non lo avesse fatto prima ma quell'uomo non era facilmente prevedibile, di sicuro gli piaceva e molto come la trattava e capì di sentirsi legata a lui sempre di più.
Eseguire l'ordine che le aveva dato non le portò via molto tempo poiché ultimamente era sempre molto eccitata, dovette fermarsi dopo non molto che si toccava per non venire, oltretutto la paura di farsi sentire o scoprire dai colleghi aumentava l'agitazione e l'eccitazione.
La settimana scorreva in maniera meno normale del solito, Cristine riceveva ogni giorno almeno un messaggio del Padrone, le dava ordini, le faceva fare cose e una volta si erano anche sentiti, non lo negava era veramente felice, anche se dispiaciuta per non averlo più incontrato, una volta entrato nella sua vita lui le stava dando ciò che non aveva nella sua esistenza normale e di cui lei sentiva l'esigenza, anche le cose col marito erano migliorate, non più litigi per la minima scusa, erano entrambi più sereni.
Cristine stava aspettando con ansia che arrivasse il sabato, sperando che il Padrone la facesse andare nel negozio, le mancava tanto la sua presenza e in cuor suo si augurava che lui le permettesse di poter venire, erano giorni che glielo impediva e lei non ricordava di essere stata cosi tanti giorni senza arrivare a un orgasmo. Il venerdì sera il messaggio che tanto attendeva arrivò, la mattina dopo avrebbe rivisto il Padrone, quella sera fece una grande fatica per non venire mentre faceva l'amore col marito.
Il giorno successivo si sentiva emozionatissima, si domandò che cosa sarebbe successo ed il fatto di non sapere ed avere ogni opzione aperta la eccitava molto, mentre stava per scegliere cosa mettere arrivò un messaggio inaspettato -qui tra mezzora cagna. Metti il plug, non tardare- fu colta dal panico. Si era immaginata di vestirsi sexy e carina per il Padrone ma ora non aveva più il tempo per scegliere adeguatamente, mise dei leggins e un maglioncino lungo per nascondere il plug, niente reggiseno e delle décolleté, si fiondò fuori di casa per arrivare in orario al negozio.
Era quasi arrivata quando si accorse che il tempo stava per scadere, affrettò il passo, il ticchettio dei tacchi sul marciapiede pareva un metronomo che scandiva il tempo che scorreva, preso un elastico si fece frettolosamente la coda, arrivò e bussò alla vetrina, era in ritardo di 2 minuti. La porta si aprì e si richiuse dietro di lei “buongiorno Padrone, mi perdoni il ritardo” tentò di scusarsi “ciao cagna, il ritardo non è contemplato. Spogliati e vai a prendere quello che c'è in bagno, sbrigati”. Cristine si tolse tutto e messasi carponi andò a raccogliere il collare che afferrò coi denti, lo porse al Padrone che glielo mise, al suo annuire tornò lesta a raccogliere le altre cose posate sul pavimento nell'altra stanzetta: il plug con la coda, un crop, un magic wand.
Era ormai in ginocchio accanto al Padrone da qualche minuto, si era accorta che nel negozio c'era una panca di legno che non c'era prima, lui si alzò per andare a prendere una corda e delle clamp, la donna si domandò se lui si era accorto che lei era già eccitata e senza che lui facesse ne dicesse nulla. La fece stendere sulla schiena sopra la panca, le legò i polsi e passò la corda al di sotto della panca, andò poi a legare le ginocchia spalancandole e fissò la fune alle gambe della panca. Era bloccata in quella posizione oscena completamente esposta e sempre più eccitata.
L'uomo prese a giocare col seno stringendolo e stuzzicandolo, poi fu il momento delle clamp che si chiusero sui capezzoli pinzandoli strettamente, lui si mise accanto a lei fissandola serio “hai ubbidito a tutti gli ordini cagna? Non è che sei venuta senza permesso?” “o no no Padrone, non lo farei mai” si affrettò a dire lei. Le mise una mano tra le gambe sfiorandola appena “sei già bagnata cagna” le disse stavolta con un mezzo sorriso “si Padrone … la sua troia si eccita presto quando è col Padrone” lui annuì mollandole alcuni schiaffi a mano aperta nell'interno coscia e uno in pieno sulle labbra umide, lei gemette. L'uomo le stuzzicò il clito e pizzicò le labbra, pulì le dita sul suo viso e tornò a sedersi lasciandola coi propri pensieri.
Cristine iniziava ad avere le dita intorpidite e la schiena e le gambe dolerle per la posizione scomoda, venne riportata al presente dalla voce del Padrone “dunque cagna sei sempre convinta di poter diventare la mia schiava?” “si Padrone, lo vorrei tanto ma non so se lei vorrà una troia come me” gli rispose. Lui si alzò con il crop in mano, cominciò a passarle il cuoio sull'addome e sui seni strusciandolo, a lei vennero i brividi, la colpì forte sul gluteo strappandole un grido “taci cagna o ti dovrò tappare la bocca” “scusa Padrone, perdono”. Lui alternava carezze con la punta del frustino a colpi decisi che le arrivarono sulle natiche, sul seno e sulle labbra e clito, la pelle iniziò ad arrossarsi, lei strinse forte i denti e serrò la bocca per non gridare ancora.
Quando decise che poteva bastare le mise di traverso il crop tra i denti e le tolse le clamp strofinandole forte i capezzoli, lei gemette per il dolore poi le tolse il crop “dimmi cosa sei e cosa vorresti essere” nel mentre si portò tra le gambe di lei e iniziò a stuzzicarla sfilando e spingendole il plug nel retto “sono la sua cagna in calore Padrone … una inutile troia e vorrei poter avere l'onore di essere la sua schiava”. Dire quelle parole la fece arrossire molto più che per la nudità, la posizione oscena o il fatto di colare per l'eccitazione.
L'uomo posò un ginocchio a terra e si aprì la patta, lei non poteva vederlo nemmeno sollevando il capo, sentì il plug che si sfilava, le sue dita ungerla usando i propri umori e poi sentì spingere sul buco e la cappella che la penetrava lentamente aprendola ulteriormente, si morse il labbro mentre lui affondava ancora dentro di lei e le poneva la mano sull'addome e le carezzava il clito “oddio Padrone … “, lui le artigliò i fianchi e cominciò a muoversi lentamente, andò avanti per un po' poi si fermò affondato totalmente e le pizzicò e massaggiò il clito. Cristine era in estasi e temeva di non riuscire a controllarsi, lui riprese a muoversi “chiedimi di venire”, continuando ad ansimare lei rispose “Padrone la prego … permetta alla sua puttana … di poter godere”, lui non rispose e lei si sentiva vicina al limite, ansimava e mugolava da vera cagnetta.
Quel trattamento proseguì ancora per un poco poi lui si tolse e preso il plug con la coda glielo infilò senza fatica, la liberò dalle corde e si sedette sulla poltrona, il membro ancora eretto, le indicò il pavimento, la donna si alzò dalla panca e si mise carponi avvicinandosi alle sue gambe “così vorresti godere puttanella?” “solo se lei me lo permette Padrone” replicò lei, certo si era colata sin sulle cosce e temeva che se lui l'avesse toccata ancora sarebbero stati guai.
L'uomo l'afferrò per la coda e la portò sul proprio membro, lei aprì la bocca e lo accolse tra le labbra, lui la guidò muovendole il capo, andò avanti per un po', si aspettava che continuasse fino a venire ma come spesso capitava lui non era prevedibile e si fermò. Prese il magic e dopo averlo acceso lo posò tra le gambe della ragazza che iniziò ad ansimare quasi subito “così questa troia vorrebbe godere eh” “o … Padrone … la prego … “ l'uomo spense il magic.
Cristine non sapeva cosa pensare, era quasi certa che lui le avrebbe ordinato di godere a comando e si immaginava che il momento fosse quello e invece no. Le mise le clamp sui capezzoli e la fece gattonare per la stanza, Cristine si sentiva una vera cagna cosi e il plug con la coda aiutava, la fece riavvicinare e la stuzzicò nuovamente con il magic fermandosi di nuovo al limite, niente pareva proprio che oggi non potesse avere il suo sospirato orgasmo.
L'uomo le cambiò il plug rimettendole quello normale, le tolse il collare e le ordinò di andare via “Padrone … non so come farò stasera se mio marito … capisce vero?” gli disse quasi supplicando “questo è un problema tuo cagna, ingegnati ma sai già che se disubbidirai ...” rispose lasciando in sospeso la frase che comunque era chiarissima, prima di andare si rimise in ginocchio per baciare la mano del Padrone e uscì.
La sua situazione stava diventando sempre più frustrante ma era quello che lei voleva, che cercava da anni, pensò una volta di più che voleva essere la sua schiava ed avrebbe fatto tutto ciò che poteva per diventarla.
Tornata a casa si concesse una lunga doccia bollente, si controllò allo specchio per vedere se avesse segni visibili ma evidentemente il padrone sapeva come colpirla perchè si notavano appena e con un po di crema sarebbero spariti prima di sera, era felice come non mai, si passò le dita sul collo, voleva il suo collare, anelava ad averlo più di ogni altra cosa -grazie Padrone mio per essere arrivato nella mia vita- pensò mentre si sorrideva nello specchio.
di
scritto il
2023-02-25
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