Il bis del caffè

di
genere
tradimenti

Alex finisce di prendere il suo caffè, moneta di scambio per il bis di una scopata epica.
Indossa solo gli slip e non smette di sorridermi e fissarmi negli occhi, avvolta a braccia conserte nel maglione che prima mi ha strappato di dosso e gettato per terra.
In quello sguardo c’è un infinito di non detto, di provocazione, di sorpresa, di soddisfazione, di eccitazione.
Le mie gambe scoperte mi fanno sentire freddo, lui sorride ironico.
“Mi sono divertito” dice “Sei stata una bella sorpresa”.
Si alza e si avvicina, mi respira addosso. Sento l’odore del caffè.
Resto immobile a fissarlo negli occhi, mentre lui con quello sguardo mi spoglia e -senza saperlo- mi bagna.
Squilla il suo telefono, Alex si volta e guarda chi lo sta chiamando. Decide che può ignorare la chiamata.
Torna da me.
“Cosa vuoi fare adesso?” mi chiede.
“Non saprei… hai proposte?” rispondo.
“Ho un po’ di mal di schiena, mi piacerebbe mettermi a letto” dice avvicinandosi alle mie labbra. “Vieni con me?” Spingo il mio corpo contro il suo, dicendogli sì senza parlare.
Alex mi solleva dal culo, divarica le mie gambe e mi porta in camera da letto.
Mi adagia sul letto delicatamente e si mette sopra di me. Inizia a muoversi simulando la penetrazione. Le sue mutande tengono separato il suo cazzo eretto dalla mia vagina già bagnata. Alex se ne accorge e sorride. “Così bagnata però, diventa difficile anche per me…” mi dice sottovoce.
Cerco di baciarlo, si sposta. Rimango delusa ma mi eccito ancora di più.
“No” mi dice “ora facciamo un gioco diverso”.
Non so ancora che è appena iniziata la mia tortura.
Infila la mano sotto il maglione, inizia ad accarezzarmi il capezzolo, già alzato per l’eccitazione. Le sue mani accarezzano il mio seno, lentamente, gentilmente, quasi romanticamente. Con la stessa delicatezza scivola ad accarezzarmi l’addome, dove ho la pelle d’oca per l’eccitazione. Scende fino all’ombelico, disegna dei cerchi sulla mia pelle nuda. I suoi movimenti sono lenti e gentili. Non sembra nemmeno la stessa persona che mi ha fatto venire 4 volte meno di un’ora fa mentre mi tirava i capelli.
Il mio respiro si fa comunque più corto. Alex sorride, sa dove vuole portarmi e come farmici arrivare. La sua mano scende fino al mio ventre. Istintivamente, allargo le gambe, pronta ad accoglierlo. Ma la sua mano risale e io rimango ancora più delusa e ancora più eccitata.
“A sto giro, il mio cazzo te lo faccio sudare” mi dice sorridendo, mentre la mia vagina reclama selvaggiamente un ospite al suo interno. Vuole portarmi al limite.
Faccio per girarmi, salire su di lui e prendere il controllo. O almeno, questo è quello che vorrei fare.
Ma Alex mi blocca, mi lascia supina, tiene ferme le mie mani e dice “no, per adesso comando io”.
Trovo tremendamente eccitante questa sottomissione apparentemente temporanea, quindi non mi lamento e non mi oppongo.
Lui alza le mie braccia e con una mano mi blocca entrambi i polsi sopra la testa.
Inarco la schiena, desiderosa di avere di più.
Mi alza il maglione e continua ad accarezzarmi lentamente. Lascia i miei polsi, mi toglie il maglione e lo usa per legarmi le braccia: non è un nodo resistente né limitante, è solo un modo per ribadire che devo stare sotto il suo controllo. Ai piani di sotto invece viene percepito come un modo per bagnarmi di più.
Completamente nuda e bagnata, con le gambe aperte e una voglia difficile da contenere, sento il corpo di Alex sul mio. Si avvicina alle mie labbra, quasi per baciarmi. Istintivamente dischiudo le labbra e lui mi risponde “no, pesciolino, non adesso”.
Cerco di trarre piacere dal contatto del suo pene sul mio clitoride e faccio per muovermi. Ma lui si stacca, capisce cosa sto facendo e non vuole concedermi nulla.
Le sue labbra iniziano quindi a tracciare la mappa del mio corpo: inizia a disegnare il profilo del collo, passa sulla spalla e poi scende sul seno. Spero che si dedichi un po’ ai miei capezzoli e invece no. Mi bacia al centro del petto e alza gli occhi per guardarmi. Ha capito che ho capito e vuole umiliarmi ulteriormente. Mi bacia il seno dicendo “a queste non resisto troppo nemmeno io” ma poi si sposta di nuovo. Scende fino all’ombelico, di nuovo mi bacia. Finalmente arriva al mio ventre, ma nonostante la mia eccitazione temo già di sapere come andrà: e infatti Alex mi regala un nuovo sguardo famelico, un nuovo sorriso beffardo e una nuova eccitante delusione.
Inizia a baciarmi la coscia sinistra, che tiene con la mano. Il suo tocco è delicato, io in questo momento invece sono tremendamente eccitata.
“Alex…” gli sospiro tra le labbra, ma lui mi ignora.
Finalmente si lascia andare anche lui alla sua eccitazione, mi stringe il seno e poi lo schiaffeggia. Ma è solo un attimo, si sposta di nuovo ed esclama “dovrai fartelo bastare”.
Squilla di nuovo il suo telefono, la suoneria è diversa.
“Stavolta devo rispondere, stai zitta”
Ho capito chi è: è la sua ragazza Olga.
Olga è una di quelle ragazze che fa impazzire gli uomini: un fisico definito da ore di palestra, meravigliosi capelli lunghi e mori, un culo che sembra disegnato. Non ho mai capito come Alex possa tradirla e come possa farlo con me.
Adesso lei lo sta chiamando.
“Ehi” risponde lui al telefono, mentre continua ad accarezzarmi, disteso al mio fianco. Siamo così vicini che riesco a sentire la conversazione.
“Sei ancora lì?” chiede lei.
“Sì, l’intervento è più lungo del previsto, perché ovviamente non si sono organizzati bene, come al solito”
Alex scende con la mano sul mio ombelico.
“Quindi non sai quanto tempo perdi ancora?” continua a chiedere Olga.
“No, purtroppo no. Sto vedendo un altro camion che arriva, spero non sia per noi”
Alex scende fino al mio ventre, lentamente. Accorcio il mio respiro. Inizio a perdere lucidità.
“Volevo capire come organizzarmi per cena…” dice lei con un briciolo di disappunto.
“Per cena sarò certamente a casa”
Alex mi accarezza le gambe, dal ginocchio fino all’interno coscia. Sono disgustosamente fradicia.
“Cosa vorresti mangiare?” chiede lei.
“Non so” dice Alex guardandomi “Tu di cosa hai voglia?”
SCOPAMI gli dico muovendo le labbra, in religioso silenzio. Sorride, maledetto.
“Faccio un risotto?” propone lei.
“No, non mi va” dice lui, rivolgendosi a me. Scende, mi accarezza le grandi labbra.
Trattengo il fiato, respiro corto. Prendimi Alex, ti prego.
“E allora cosa?”
“Tutto tranne quello” dice a lei, parlando con me.
Provo a spostarmi per trovare piacere, ma Alex toglie la mano.
“Devo andare, ci vediamo dopo” dice e chiude il telefono, che lancia dall’altra parte del letto.
“Alex…” gli sussurro di nuovo.
“Dimmi” mi risponde con noncuranza, consapevole che sta gestendo lui il gioco.
“Se non mi scopi tu, ci penso da sola.” Dico quasi stizzita.
Adesso anche lui mi tiene i polsi, per non farmi muovere. La sua presa è più forte del nodo del maglioncino.
“Non penso proprio” afferma sicuro di sé. Provo a divincolarmi, senza successo. Chiudo le gambe, le strofino per provare a procurarmi piacere. Vano tentativo. Alex se ne accorge e mi allarga le ginocchia. Lo lascio fare, convinta che si sia deciso.
Porta quindi la sua mano sulla mia bocca, che spalanco, sperando di poter succhiare le sue dita. Ma Alex porta le sue dita lontano da me e dalla mia bocca. È lui a leccarsele, da solo. Questo mi lascia presagire che stia per infilarle finalmente dentro di me, anche se sono talmente umida che non servirebbe davvero lubrificarle. La sua mano quindi scende e arriva al mio ventre, ormai infuocato.
Ma ancora una volta, non entra dentro di me. Mi lamento.
“Alex…” provo a cambiare approccio. “Ti prego…”
Ho toccato la chiave giusta. Alex vuole che lo supplichi.
Sorride. “Ti prego… ti prego…”
Sono al limite. Lui lo sa.
Anche lui è al suo limite e adesso lo so anche io.
Alex finalmente mi bacia, mi violenta la bocca con la sua lingua carnosa. Gemo, inizio ad essere appagata.
Sale sopra di me, strofina il suo cazzo su di me. Allargo le gambe e mi spingo contro di lui.
Si sposta, si mette al mio fianco. Mi infila le dita in bocca. “Succhia” mi sussurra e io eseguo senza proferir parola. È solo una manciata di secondi e Alex mette le dita nella figa, finalmente piena. Un gemito di godimento esce dalla bocca, mentre Alex continua a tenere fermi i miei polsi.
“È quello che volevi?” “Sì” dico tra un gemito e l’altro “Ma non ce la faccio più, scopami ti prego”.
“Non ti muovere” mi dice alzandosi e sfilandosi finalmente i boxer.
Divarica le sue gambe e si mette all’altezza delle mie spalle. Con la lingua, inizio a leccargli e a succhiargli le palle. Ma non mi basta. Sollevo la testa finchè non mi mette il cazzo in bocca. Finalmente, inizio a spompinare con forza, spingendo il cazzo in fondo alla gola. L’odore mi riempie le narici, il cazzo mi riempie la bocca. Alex accompagna i movimenti della mia testa, tenendomi per i capelli. Ricomincio a lacrimare, soddisfatta.
Esce dalla mia bocca, mi sbatte il cazzo in faccia.
“Ancora” chiedo quasi supplicando.
Adesso mi accontenta, mi infila di nuovo il cazzo in bocca mentre mi penetra con forza.
D’improvviso si alza e mi lascia così: nuda, gocciolante, lacrimante, con le mani legate da un maglione.
“Cazzo, adesso ti sfondo” mi dice. E mantiene la promessa. In un attimo è sopra di me, dentro di me.
Urlo e lui mi tappa la bocca. “Urli troppo, mia piccola puttana: così mi impedisci di ragionare” dice mentre continua a sfondarmi. Non riesco a smettere di gemere, finalmente piena di quel cazzo che mi ha davvero fatto desiderare.
Alex mi tiene i polsi fermi e mi bacia violentemente. Mi stacco, per gemere. Lui ne approfitta e quasi ringhiando mi respira forte sul collo.
“Continua, non smettere!” sussurro nel pieno del mio piacere. Spinge così forte che penso mi stia rompendo. Ma è un dolore dolce. Sento che sto per venire. Accorcio il respiro, aumento i gemiti, quasi come uno sforzo contraggo i muscoli e mi lascio travolgere dal mio orgasmo.
Alex lo capisce ma lo ignora: non smette di scoparmi, non mi concede tregua.
“Anche se sei venuta, non ho ancora finito con te” mi dice quasi ringhiando a denti stretti.
Sorrido, pregusto il resto. Mi prende e mi rivolta come un calzino. Mi fa mettere carponi sul letto.
Mi libera le braccia, le porta dietro la mia schiena e mi schiaccia contro il letto. Ancora una volta sono soggiogata.
Scende e inizia a leccare gli umori derivanti dall’orgasmo.
Rientra dentro di me, violento. Affonda, spinge, quasi mi spezza. Con la testa sul materasso continuo a gemere, assiduamente. “Zitta o vengo anche io” dice, convincendomi e trattenere la voce: non voglio ancora che tutto questo finisca.
Soffoco quindi i miei gemiti tra le lenzuola, perché non posso farne a meno. Lui lo apprezza, lo capisce e mi dice “brava, divertiamoci ancora un po’”.
Mentre mi tiene i polsi fermi dietro la schiena, sento il pollice di Alex avvicinarsi al mio pertugio anale e accarezzarlo con delicatezza. Mi irrigidisco un po’. Lui lo capisce e dice “Stai tranquilla, non è oggi il suo momento.” In qualche modo mi tranquillizza davvero.
Sposta la mano e all’improvviso mi sculaccia, forte. Sento la pelle bruciarmi, ma l’eccitazione fa sparire ogni traccia di dolore. Sudata, sorrido. Alex se ne accorge, ripete il gesto. Gemo di nuovo e questo lo spinge ad aumentare il ritmo e ad andare più veloce. La terza sculacciata fa quasi male, il mio è quasi un urlo di dolore.
Alex mi prende delicatamente per il collo e mi solleva. Inginocchiata sul letto, lui dietro di me continua a penetrarmi selvaggiamente mentre mi tiene ferma dal collo e dai polsi. Inarco la schiena e porto indietro la testa. Le sue labbra sono vicine al mio orecchio e riesco a sentire il suo respiro e i suoi gemiti di piacere soffocati. “Cazzo, quanto mi piace scoparti.” mi sussurra. Piace anche a me Alex, piace troppo anche a me.
Toglie la mano dal collo e mi pizzica i capezzoli. Anche in questo caso gemo di dolore. Alex allora mi stringe i seni, forte.
Le sue spinte si fanno più lente ma più profonde. Rallenta il ritmo e mi fa impazzire.
Mi morde l’orecchio, mi respira dentro.
Si allontana repentinamente e mi fa alzare.
Si siede sul cuscino, appoggia la schiena sulla testata e mi tira a sé dicendo “Vieni qui”.
Salgo a cavalcioni su di lui e mi faccio impalare di nuovo. Alex porta di nuovo i miei polsi dietro la schiena, mentre salto sul suo cazzo. Succhia le tette che gli sbattono in faccia.
Cambia il ritmo del gioco, mi lascia i polsi e mi afferra per il culo. Guida lui i miei movimenti.
Appoggio le mani alla testata, per poter aumentare l’intensità della penetrazione.
Lo sento ringhiare, sta opponendo resistenza al suo orgasmo.
“Che succede?” gli dico in un sussurro, sorridendo.
“Lo sai che c’è” mi smaschera subito.
“No dimmelo tu” continuo il gioco.
“Vieni di nuovo” mi ordina.
“Fammi venire” gli ordino.
In un attimo mi gira ed è sopra di me, di nuovo. Mi blocca le mani, ancora una volta sopra la testa.
Gemo nella sua bocca. Mi stringe i seni, geme anche lui.
Si muove forte, veloce, profondo.
Ogni affondo tocca il collo dell’utero in un misto di dolore e piacere e il secondo prevale.
All’improvviso, Alex solleva lo sguardo e con i suoi occhi azzurri mi guarda dritto negli occhi. In quel preciso momento ho la sensazione che quest’uomo mi stia scopando l’anima, inesorabilmente.
Così, con le gambe aperte, la figa in fiamme, le mani bloccate, il mio seno in una sua mano e i suoi occhi dentro i miei, vengo, violentemente.
Lui se ne accorge dal volume e dall’intensità della mia voce, ma anche dalla quantità enorme di liquido che gli finisce addosso. Così viene anche lui, con me, dentro di me.
Resta su di me per qualche secondo e respiriamo forte insieme, confondendo i respiri affannati.
Il mio battito accelerato si scontra con il suo.
Alex sfila il suo cazzo da dentro di me e si distende accanto a me: adesso guardiamo insieme il soffitto.
“Sei pericolosa, cazzo” dice quasi rassegnato.
“Perché?” domando sorpresa.
“Perché generi dipendenza. E io oggi pensavo di farmi 1-2 scopate e tornare alla mia vita”
“E perché non dovrebbe essere così?”
“Perché voglio scoparti ancora.” Dice senza guardarmi.
“E cosa ti fa credere che lo voglia anche io?” dico con fare provocatorio di chi sa che sta già mentendo.
Si avvicina mi rimette le mani tra le gambe. Lo lascio fare. Mi mostra le dita bagnate.
“Vorresti rinunciare a questo?” mi dice con una nota di orgoglio.
Sorrido. “Appunto” mi dice, contento della mia risposta.
Mi bacia.
“Forse dovresti andare” gli dico “Nicola tra un’oretta sarà a casa e devo cancellare le tracce del tuo passaggio. Vuoi fare una doccia?”
“Insieme?” chiede
“Probabilmente durerebbe più di quanto possiamo entrambi permetterci oggi.” Rispondo.
“Hai ragione” continua “allora vuol dire che la prossima volta inizieremo con una doccia”. Quella promessa, quel pensiero, quell’appuntamento, mi fanno già bagnare di nuovo.
Alex si veste, raccogliendo i vestiti sparsi per tutta la casa. Lo seguo, indossando solo il mio maglione.
Lo accompagno alla porta e rimedio un altro bacio passionale con annessa palpata di culo.
“Mi sono divertito” mi dice sorridendo. “Dovremmo rifarlo”
“Abbiamo almeno una doccia in sospeso, no?” dico con fare malizioso.
“Sì, almeno una doccia in sospeso” dice.
“E se vuoi, ti offro il bis anche senza caffè”.




di
scritto il
2023-02-20
2 . 2 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.