Se mi offri un caffè, ti offro il bis

di
genere
etero

Sudorazione fredda, battito accelerato.
“Che cazzo sto facendo?” mi domando ripetutamente guardandomi allo specchio, mentre mi trucco.
Io e Nicola stiamo insieme da 20 anni e non ho mai nemmeno pensato farmi sfiorare da un altro uomo, figuriamoci scopare con qualcun altro. Quindi, che cazzo sto facendo?
Forse avevo bisogno di una distrazione, forse volevo solo trasgredire, forse per una volta ho lasciato che l’istinto animale prendesse il sopravvento: e il mio istinto animale mi suggeriva di volermi scopare questo ragazzo dal primo secondo in cui l’ho visto.
Ho visto Alex per la prima volta qualche settimana fa, ad un evento per lavoro. Aveva i capelli raccolti e lo sguardo distratto. Stava trasportando scatoloni pesanti e i muscoli erano in bella vista per lo sforzo, la sua pelle era sudata. Appena l’ho visto, ho avvertito un brivido lungo la schiena. Ma lui non poteva saperlo, non mi guardava nemmeno.
Poi ci siamo scambiati i contatti, poi ci siamo scritti, poi ci siamo stuzzicati, poi ci siamo immaginati, poi ho cercato mille scuse, poi ci siamo dati appuntamento a oggi.
Quindi, che cazzo sto facendo?
Sento bussare alla porta, è lui.
Apro, mi gela con quegli occhi azzurri.
“Buongiorno” dico nervosa aprendo la porta, ma lui sorride con un ghigno senza parlare: ha l’aria famelica di un leone che gira intorno alla sua preda.
Lancia il giubbotto sulla poltrona, torna a guardare me.
“Posso offrirti qualcosa? Vuoi un caffè?” dico.
“Pensavo non prendessi caffè.” Mi risponde
“Infatti lo sto offrendo a te.”
“Non voglio un caffè.”
“Ok, posso offrirti altro?”
Sorride, quel ghigno maledetto. “Quello che voglio lo prendo da solo” dice e mi afferra dai fianchi. Le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.
Mi aggrappo alle sue spalle, mentre mi spinge contro la parete.
Ho le labbra socchiuse, il respiro corto.
Le sue mani adesso mi tengono la testa. Con il pollice mi accarezza le labbra lentamente, sorridente, famelico. D’istinto, muovo la lingua e trovo il suo dito. Il suo sorriso si allarga. Apro la bocca, il suo dito entra e io inizio a succhiarlo, lentamente, vogliosamente. Alex esce il dito e riprende ad accarezzarmi le labbra, ora bagnate della mia stessa saliva.
All’improvviso la sua lingua è nella mia bocca, implacabile. Il suo corpo preme contro il mio e sento la sua erezione imponente. Sento che tra le gambe vado a fuoco.
Mentre continua a baciarmi le sue mani arrivano al mio seno, ma ci sono troppi strati di vestiti. Con un gesto veloce alza il maglioncino, abbassa il reggiseno, lo afferra. I miei capezzoli turgidi sbattono contro il palmo della sua mano. Se ne accorge, comincia a stuzzicarli con le dita: prima li accarezza, poi li fa scorrere tra le dita, poi li pizzica. Emetto un gemito. Se ne accorge, cambia espressione.
Mi toglie il maglioncino, mi toglie il reggiseno, scende all’altezza del seno. Inizia a leccare il capezzolo, poi lo succhia, poi lo morde. Gemo, di nuovo. Ripete la stessa operazione dell’altra parte, ma stavolta è più forte. “Non lasciarmi segni.” Gli dico. Mi ignora, continua a giocare con i capezzoli. Il mio ansimare parla più delle mie parole. Morde di nuovo, stavolta fa male.
“Alex, ti prego: niente segni”. Si interrompe, si alza, mi guarda negli occhi.
“Peccato” dice con un mezzo sorriso. Si avvicina di nuovo, mi prende ancora il volto con le mani. Sposto la sua mano destra afferro due dita e inizio a leccarle. Le infilo in bocca e le ricopro di saliva. Alex segue il mio gioco e con la mano sinistra mi tiene la testa. Con le dita disegna dei movimenti nella mia bocca e gioca con la lingua. La mano che non sta giocando con me scende e mi afferra il culo. Ho un sussulto.
Toglie le dita dalla bocca, ci infila la lingua.
Sento l’umidità tra le gambe, provo a stringerle istintivamente.
Sbottona i miei jeans e la sua mano risale alla mia testa. La blocca.
Toglie la lingua e infila di nuovo le sue mani nella mia bocca. Avidamente succhio.
“Come vieni?” mi domanda. Toglie le dita bagnate dalla bocca per farmi parlare.
“Dipende” dico “di solito ho orgasmi clitoridei, ma quando mi masturbo pensandoti sono orgasmi vaginali e più intensi”.
Dalla sua espressione capisco che ho detto quello che Alex voleva sentirsi dire.
Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra “Sei una puttana” e poi aggiunge “ma è esattamente così che mi piaci”. Sorrido orgogliosa di quel complimento mascherato da insulto.
Le sue mani adesso scendono lungo il corpo, il suo sguardo è fisso su di me.
Mi sposta le mutandine bagnate e sorride compiaciuto. “Siamo già a buon punto” mi dice “adesso vediamo come e quante volte verrai oggi”.
Con le dita bagnate inizia a stuzzicarmi il clitoride.
Lo massaggia lentamente, fa movimenti circolari, lo fa scorrere tra le sue dita. Ansimo.
All’improvviso i movimenti veloci delle sue dita mi fanno sobbalzare. Inizio a gemere. “Stai buona” mi sussurra “il bello deve ancora venire… e anche tu”.
Alex continua a muovere velocemente le dita sul mio clitoride e sento i brividi lungo la schiena. Rallenta il ritmo, si sposta per guardarmi. Toglie le sue dita e mi lascia desiderosa di averne ancora.
Porta le dita alla bocca, assaggia i miei umori “Hai un buon sapore” dice “ma voglio assaggiarti meglio”.
Si avvicina ma lo fermo. “Adesso tocca a me” dico con un mezzo sorriso. Decido di prolungare la mia agonia e di ritardare l’appuntamento con il mio primo orgasmo. Mi avvicino alle sue labbra, sorrido ma non lo bacio. Slaccio la cintura, sbottono i jeans.
Alex prova a baciarmi, mi tiro indietro. Sorrido e faccio cenno di no con la testa.
Socchiude gli occhi, accetta la sfida. Continuiamo a fissarci.
Mi inginocchio senza distogliere lo sguardo. Il suo pene in erezione è a pochi centimetri da me. Riesco a vedere la cappella che esce dalle mutande. Abbasso con un solo gesto mutande e jeans, lasciando il suo cazzo libero di muoversi.
Sorrido, maliziosa. Sorride, fiero.
Mi avvicino, senza toccarlo, quasi per studiarlo. Alex è impaziente, stringe i pugni. Sorrido, padrona nel gioco. “Non avere fretta” dico “anche io ho voglia di giocare”. Inizio a leccare dal basso, quasi dai testicoli, con la punta della lingua e lentamente arrivo fino alla cappella. Faccio un giro, la bagno tutta. Ripeto i movimenti al contrario.
Mi fermo a guardare Alex, compiaciuto.
Riparto dalla base, questa volta con le labbra socchiuse. Massaggio il suo pene con le mie labbra, mi aiuto con una mano a tenerlo fermo. Esco la lingua e lo lecco con passione. Alex apprezza, ma vuole di più. Lo capisco. Con la lingua risalgo allora fino alla cappella e dischiudo finalmente le labbra per prenderlo in bocca: lui non aspettava altro.
Succhio avidamente, lo inondo di saliva.
Alex geme, sta visibilmente godendo. Non mi basta.
Stacco la bocca, riprendo a leccare. I miei occhi, fissi sui suoi. Sorrido.
Prendo le sue mani le porto sulla mia faccia. Alex capisce. Apro la bocca per accogliere di nuovo il suo cazzo. Adesso i movimenti sono più forti e violenti. Spalanco la bocca, voglio prenderlo tutto.
“Hai la bocca piccola, ma la gola è profonda” mi dice.
Non rispondo perché continuo a succhiare, mentre le sue mani accompagnano i movimenti della mia testa.
Mi raccoglie i capelli in una coda con una mano, spinge il cazzo in fondo alla gola e resta fermo.
Rischio di soffocare ma non cedo, anche se mi lacrimano gli occhi.
Alex se ne accorge, mi da tregua. “Non pensavo resistessi”
“Succhia, piangi e trattieni il fiato” rispondo “sono le regole del pompino perfetto, no?” dico sorridendo. Lo aveva scritto tempo fa, in una delle nostre conversazioni.
Sul suo volto il compiacimento. Mi asciuga una lacrima e mi accarezza le labbra “Continua, mi stai facendo impazzire”.
Sorrido e lo riprendo in bocca, vorace.
Nei movimenti di Alex nessuna dolcezza, ma violenza mista ad eccitazione.
Mi allontana la testa tenendomi i capelli. Mi sbatte il cazzo bagnato di saliva in faccia, io resto con gli occhi chiusi a godermi lo spettacolo.
“Cominciamo a fare sul serio” mi dice mentre mi fa alzare e poi mi solleva prendendomi in braccio, divaricando le mie gambe. Sono a cavalcioni su di lui. Mi porta sul divano e mi fa stendere con la schiena, allarga le mie gambe e inizia a baciare la mia coscia destra. Lentamente, la sua testa arriva fino alla mia vagina. Alex la bacia, quasi romanticamente.
Bacia le labbra, bacia il clitoride, lo bacia di nuovo con più vigore.
Alza lo sguardo, incontra i miei occhi.
Sorride e inizia a leccarmi con intensità.
Ansimo. Alex porta le mani sui capezzoli e inizia a pizzicarli. Ansimo più forte.
Il movimento della lingua di Alex si fa più intenso e veloce.
Inizio a gemere.
Succhia il mio clitoride e inserisce un dito dentro, l’altra mano ferma sul mio capezzolo.
“Confermo, hai un buon sapore” dice prendendosi una pausa “Adesso voglio vederti venire”. Inserisce un secondo dito e continua a masturbarmi velocemente, mentre con la lingua non smette di muoversi.
Il mio respiro sempre più corto, i gemiti sempre più intensi.
Inizio a tremare e capisco che arriva così il mio primo orgasmo, forte, dirompente, devastante.
Mi aggrappo alla testa di Alex, che non smette di leccarmi e masturbarmi.
Istintivamente chiudo le gambe, lui se ne accorge e continua a tenerle divaricate.
Sconvolta, mi porto i capelli indietro e guardo Alex, che mi sorride soddisfatto.
Fintamente scocciata, chiudo le gambe e mi alzo. So che il suo sguardo mi segue.
“Sei allergico alla menta?” chiedo voltandomi di scatto.
Mi guarda perplesso e fa cenno di no con la testa.
Prendo un chewing gum alla menta e inizio a masticarlo.
Lo faccio sedere comodo sul divano, mi inginocchio davanti a lui. Prima inizio a leccare e poi lo prendo in bocca. Alex ha un sussulto.
“Ma che cazzo…?” esclama. “Ti dispiace?” chiedo “No, è pazzesco!” dice portando indietro la testa.
Mentre continuo a succhiare, sento che porta le sue mani sulla mia testa per accompagnare i movimenti: non c’è gentilezza, ma eccitazione.
“Però se continui così, io vengo” mi dice. “E quindi?” domando senza curarmi della sua ultima affermazione. “E quindi poi si ricomincia!” esclama.
Ci sorridiamo, prima che il suo pene affondi di nuovo nella mia bocca.
I movimenti si intensificano, Alex geme. Un po’ lecco, un po’ succhio, un po’ gemo, un po’ la menta fa effetto. Spinge la mia testa e sento il suo cazzo in fondo alla gola. Non passa molto e sento il sapore salato del suo liquido caldo riempirmi la bocca. Sento lui gemere, i suoi muscoli tesi.
Alex toglie le mani dalla mia testa e io, dopo aver bevuto anche l’ultima goccia, sollevo la testa e lo guardo.
Asciugo le lacrime e sorrido soddisfatta, mentre mi alzo in piedi.
Alex mi tira giù, divaricandomi le gambe e mi fa sedere sopra di lui.
Inaspettatamente, mi infila la lingua in bocca. Con un movimento della lingua, porta il chewing gum nella sua bocca e mi dice “Prendine un altro, così continuiamo a divertirci”.
Eseguo l’ordine, mi alzo e prendo un altro chewing gum, ma mentre lo sto portando alla bocca Alex mi ferma. “Aspetta ancora un attimo” mi dice. Si siede nel divano e mi avvicina a sé. Inizia di nuovo a baciarmi nel basso ventre, mentre con una mano inizia a masturbarsi.
Alex scivola e la sua testa è di nuovo tra le mie gambe. Il mio ansimare si trasforma lentamente in un gemito. Si stacca improvvisamente e in un attimo la sua lingua è nella mia bocca, avida.
Cerca la mano con il chewing-gum, lo trova, lo prende e lo porta all’ingresso delle labbra, perché adesso è il momento.
Lo spingo contro il divano e ricomincio a succhiare il suo cazzo, aiutandomi a massaggiarlo con le mani. Lo sento diventare ad ogni secondo più duro, finchè Alex non mi prende la testa dicendo “Basta”. Mi guarda, sorride “fammi vedere come si sta dentro di te, non solo nella tua bocca”.
Mi tirà contro di sé, quasi perdo l’equilibrio. Mi bacia, eccitato. Le sue mani scivolano lungo la mia schiena e divaricano le mie gambe. Il suo pene adesso sfiora le labbra della mia vagina. Inspira, pronto a godersi il suo pasto e abbassa lo sguardo sul mio seno, che inizia a stringere.
Istintivamente, mi inizio a strusciare su di lui.
“Aspetta” gli dico, in un sospiro misto tra voglia e paura.
Alex se ne accorge. “Sei vergine?” mi dice ridendo e prendendomi in giro. Rimango in silenzio ad osservarlo, ma non riesco a smettere di muovermi su di lui.
“Cosa stai facendo?” mi chiede abbassando il tono di voce ed eccitandomi oltremodo.
“Da qui non si torna indietro.” Capisce a cosa alludo.
“Neanche da quando ti ho infilato le dita dentro e ti ho fatto venire e nemmeno da quando hai bevuto dal mio cazzo. Cosa cambia?” Ineccepibile.
“Ti ho sognato così tante volte…” dico con un filo di voce, amplificando i movimenti. Gli mordicchio l’orecchio destro, ansimando.
“Adesso il mio cazzo è appena fuori di te… vuoi lasciarlo lì?” mi sussurra all’orecchio.
Chiudo gli occhi, eccitata.
Non so se è il movimento, non so se è la mia vagina troppo bagnata, non so se è un movimento diverso di Alex, ma all’improvviso il suo pene è dentro di me, profondo.
Inarco la schiena e porto la testa indietro, in estasi. Affondo le mie unghie sulle sue spalle.
Poco dopo inizio a muovermi lentamente e gli dico “Resta fermo, fammi godere ogni affondo” e lui sfoggia quel ghigno che mi impedisce di ragionare e mi eccita più di quanto non lo sia già.
Mi morde il mento, senza violenza, mi lecca il collo, poi lo bacia, poi lo morde. Non oppongo resistenza.
Dopo pochi secondi capisco che voglio di più e che quel ritmo è ormai troppo lento. Lo capisce anche Alex.
Scivola un po’ in modo da poterci muovere entrambi con agilità e inizia ad aumentare il ritmo della penetrazione. Inizio a gemere.
Con un braccio mi circonda la vita e mi tiene ferma, con l’altro mi schiaffeggia il culo.
Emetto un gemito più forte.
“Ti piace.” sussurra “Buono a sapersi”. Non mi piace, lo adoro: vibro ad ogni suo colpo, in estasi.
Alex ha un ritmo veloce e costante, una macchina perfetta. Sento il rumore della nostra pelle sbattere e il pensiero di avere lui dentro di me mi fa godere ancora di più.
Faccio un po’ di forza sulle braccia e mi libero dalla sua presa. Voglio comandare per un po’.
Le mie mani sul collo di Alex, in cerca di un appiglio. Inizio a muovermi veloce.
Alex porta le mani sul mio culo e accompagna i miei movimenti.
Il respiro corto, i gemiti continui.
Lui gioca con i miei capezzoli con le sue mani e cerca la mia bocca. Non lo bacio, lo sfido. Sorride, accetta la sfida. Riprova a baciarmi, di nuovo mi sposto. Mi sculaccia, gemo. “Stai facendo la cattiva perché vuoi la punizione?” mi sussurra a pochi centimetri dalla bocca. Gli lecco le labbra, ritraggo la lingua.
Alex a quel punto mette in moto tutti i suoi muscoli.
Così a gambe divaricate, con il suo cazzo dentro, si alza, mi solleva e mi stende con la schiena sul divano.
Si china su di me, mentre continua gli affondi a ritmo moderato ma costante.
“E adesso?” mi dice e riprova a baciarmi. Sollevo la testa, inarco il corpo. Lui mi lecca il collo, poi mi morde, forte. “No!” urlo “È colpa tua” mi dice con un sorriso quasi cattivo. Ci riprova ancora, mi lascio baciare. E quel bacio è come se mi stesse ridando aria nei polmoni. La sua lingua ormai conosce la strada, non è gentile, ma è esattamente quello che voglio.
La sua mano sale sul mio seno destro e lo stringe in una morsa violenta. Trattengo il fiato.
Alex adesso si alza e le sue mani scendono sui miei fianchi. Solleva la mia gamba, la porta quasi dietro il suo collo. Con la mano destra mi massaggia il clitoride, con la mano sinistra si aggrappa al seno per facilitare la penetrazione.
Lentamente, prendo la sua mano sinistra e la porto sul mio collo, in una morsa. Lui capisce, mi segue, si china un po’ e inizia a muoversi veloce.
Ad ogni colpo, il mio corpo vibra. Sento che sto raggiungendo l’apice del piacere.
L’orgasmo infatti arriva poco dopo, mentre Alex mi stuzzica il clitoride, affonda il suo cazzo fino alla fine e mi tiene per il collo. Incontenibile, i miei gemiti si fanno sentire.
Alex sposta la mano dal collo alla bocca, me la tappa. “Zitta” mi dice “o ti farai sentire da tutti”. Ancora in preda al piacere lo guardo perplessa: in fondo, a lui cosa importa?
“I vicini non sospetteranno nel sentire gemiti quando tuo marito non è a casa?” resto in silenzio “Non destiamo sospetti, io voglio scoparti ancora.” Sorridendo, lo sposto via.
“2 a 1 palle al centro” gli dico e mentre lui è alzato io mi inginocchio e riprendo a succhiare il suo cazzo ricco dei miei umori. Lui mi accarezza la testa, io mi aiuto con le mani.
Ripulisco con la lingua e con la bocca ogni traccia del mio orgasmo.
“Hai ragione, ho un buon sapore” dico tra una pompata e un’altra.
Alex mi prende per il gomito, mi fa alzare. Mi gira, in modo tale da dargli la schiena. Mi abbraccia da dietro, tenendomi per i seni. Mi fa abbassare, schiaccia la mia schiena. Allarga le mie gambe, inizia a leccare quel che è rimasto del mio orgasmo. Appena toglie la lingua sento il suo cazzo entrare di nuovo, prepotente, profondo. Porta una mano sulla mia spalla, per potermi sfondare meglio. Con l’altra mano tiene i miei fianchi e mi spinge a sé, veloce, furioso. Ad ogni colpo emetto un gemito, mi costringo a restare più in silenzio possibile. Lui lo nota, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra “Brava, trattieni la voce. Vediamo fin dove puoi arrivare”.
Aumenta il ritmo.
Aumenta la violenza.
Aumenta il volume della mia voce.
Alex mi tappa la bocca. Capisco che questa cosa mi piace perché inizio a perdere i freni inibitori e a gemere incessantemente. Lui percepisce il mio piacere e decide di portarmi al livello successivo: mi prende il polso e lo blocca dietro la mia schiena e instancabile continua a sbattermi sul divano. Ad ogni colpo mi sembra di perdere i sensi, mentre mi avvicino sempre di più all’orgasmo. Non oppongo resistenza a lui, né al mio corpo. Vengo di nuovo.
Se ne accorge, ride.
“Ti piace proprio il cazzo”, dice in modo audace e quasi sbruffone, fiero di avermi regalato tutti quegli orgasmi. Mi giro lentamente, sfilandomi il suo pene da dentro. Mi lascia fare. Mi alzo, mi porto all’altezza del suo viso.
“Forse è proprio il tuo a piacermi particolarmente” gli sussurro a pochi millimetri dalla bocca.
“E allora succhialo” mi comanda.
“Non ci penso affatto” rispondo.
Appoggio le mani sul suo petto muscoloso per spostarlo lontano da me, senza fare troppa forza. Lui non oppone resistenza.
Lo faccio sedere sul divano, divarico le sue gambe e accolgo il suo cazzo tra il mio seno.
Alex alza gli occhi e porta la testa indietro, sta visibilmente godendo.
Inizio a far scorrere la sua mazza tra il mio seno, in un movimento lento e costante. Lecco la cappella, la succhio, la inondo di saliva. Alex mi mette le mani sulla testa e fa per aiutare il movimento.
Aumento l’intensità e la velocità, lo sento gemere.
All’improvviso Alex mi sposta e ci costringe ad alzarci.
Mi infila le mani tra i capelli, chiude gli occhi e si appoggia con la sua fronte alla mia.
Riapre gli occhi all’improvviso, mi gela. Mi accarezza la bocca con le dita, dischiude le mie labbra.
Infila la lingua nella mia bocca, non mi lascia scampo.
Mi prende una tetta e la stringe. Mi afferra una natica e la stringe prima di sculacciarla. Sussulto.
Mi spinge contro la parete, si abbassa e inizia a leccarmi di nuovo “Sei ancora una puttana bagnata” dice tra una leccata e un’altra. Solleva la gamba e in un attimo è di nuovo dentro di me, violento, impetuoso. Si appoggia con le mani alla parete, mentre spinge il suo cazzo dentro di me. Respira e geme su di me, respiro e gemo su di lui.
Voglio venire, ancora. Mi inumidisco le dita, mentre lo guardo negli occhi e con la mano scendo fino al mio clitoride e inizio a sgrillettarlo con forza.
Alex aumenta il ritmo, ha capito cosa voglio.
“Devi rispondermi in fretta: dove vuoi che venga?” Raggiungo l’orgasmo che desideravo e cercavo e urlo. Lui a sua volta non resiste, e viene dentro di me, mescolando i nostri liquidi.
Restiamo ad ansimare in silenzio, guardandoci.
Mi devasta con i suoi occhi azzurri.
Accenno ad un sorriso, me lo restituisce. Gli sposto la testa, lui torna dove era e mi bacia.

Mi guarda in silenzio e poi dice “Se mi offri un caffè, ti offro il bis.”


di
scritto il
2023-02-06
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