La sua prima volta

di
genere
etero

Anche questa volta, invece che scatenare la fantasia su racconti "estremi" di dominazione, voglio raccontare un'esperienza realmente vissuta non altrettanto "forte" ma che spero vi trasporti lo stesso in un turbinio di emozioni.

Ho sempre avuto un debole per i ragazzi più giovani di me... forse perchè meno esperti e forse perchè più facili da guidare verso un mondo magari a loro ancora da esplorare nel suo intero. Avevo conosciuto un ragazzo diciannovenne, io avevo sulla trentina... ci eravamo conosciuti per un mio errore di inserire erroneamente un numero di cellulare e dopo di aver mandato un messaggio a tale numero credendo che fosse quello di una mia cara amica... questo ragazzo non viveva nella mia città e non c'era la benché minima possibilità che ci saremo mai incontrati... ci scrivevamo di tanto in tanto qualche messaggino tipo "Ciao, come stai?" o "Che stai facendo?". Un giorno mi mandò un messaggio con una sua foto (un MMS) e mi scrisse: "Eccomi qua... come ti sembro?". Guardai e riguardai la foto un centinaio di volte prima di riuscire a rispondergli: un ragazzetto minuto ma non troppo, senza alcun pelo sul petto, una camicia bianca slacciata a metà, un paio di jeans ed una mano in tasca, capelli castani portati indietro dal gel, occhi estremamente penetranti e di un verde che quasi ipnotizzava. Presi il coraggio a due mani e gli scrissi: "Accidenti!! Complimentoni!!". Lui mi rispose spiegandomi che si sentiva depresso perchè la ragazza con cui stava l'aveva lasciato per uno tutto muscoli. Risposi che la ragazza che aveva, non capiva ciò che si stava lasciando sfuggire... Mi mandò un messaggino con una risata e poi una faccina con un bacio, poi mi chiese di ricambiare con una mia foto, lo feci, mi mandò un messaggio lunghissimo di complimenti e poi smise di scrivere.
La stessa sera, sul tardi, mi arrivò un altro suo messaggio: "Posso dirti una cosa? Voglio essere sincero con te..." e gli dico "Va bene" dandogli la libertà di parlare liberamente, e lui "Sono ancora vergine!... Però mi sono documentato, eh... heheheh" ed io "Beh, il documentarsi fa sempre sicuramente bene, poi il mettere in pratica dev'essere fatto con la persona giusta" e lui allora rispose: "Sai con chi mi piacerebbe farlo la prima volta?" ed io, innocentemente "No..." e lui: "Con te!".

Ero sbigottita. Non sapevo se esserne onorata o scandalizzata... un ragazzino di appena diciannove anni che diceva di volerlo fare con me la prima volta. Sdrammatizzai con una risata e scrivendo che eravamo troppo lontani per poter realizzare il suo desiderio. Mi diede ragione, si scusò e mi disse che sarebbe andato a dormire.
Andammo avanti con messaggini, alcuni anche spinti, sulla sua fantasia di farlo con me e per lui era diventato quasi un gioco da fare ogni giorno... lui non nascondeva il fatto che quello che gli dicevo lo eccitava ed io cercavo di provocarlo sempre più. Passarono i mesi e un giorno mi scrisse: "Sai che cosa ho chiesto ai miei per la promozione quest'anno?" ed io "No... che cosa? Un cellulare nuovo?" e lui: "No! Voglio fare un viaggio!" ed io "Ma dai e dove vuoi andare di bello?" e lui "Voglio venire da te!". Un brivido mi corse giù per la schiena, era deciso a venire e si pure impegnò parecchio per passare l'anno scolastico a pieni voti, pur di permettere ai suoi di accontentarlo. Una volta che mi scrisse "Son stato promosso!" come potevo dirgli di no? Infine mi ero messa da sola in quella situazione ed ora dovevo venirne fuori nel migliore dei modi.
All'inizio cercai di dissuaderlo e che, forse, perdere la sua verginità con me non sarebbe stato giusto... forse avrebbe fatto meglio a cercare qualcuno che poteva fargli ricordare che quel momento doveva essere stato magico e speciale, ma lui non volle sentire ragioni e decise di venire a trovarmi nella mia città. Andai quindi a prenderlo in stazione il giorno in cui arrivò. Lo vidi scendere dal treno ed il mio cuore ebbe un sussulto: era ancora più carino di quanto mi aspettassi. Io portavo i capelli su un lato e mi cadevano sul viso, lui mi si avvicinò, scostò i capelli e mi disse: "Sei bellissima!" e mi baciò. Il mio cuore batteva all'impazzata, sembrava che mi scoppiasse nel petto, il bacio mi sembrò durare un secolo. Quando si staccò, mi prese la mano, se la appoggiò sul petto e mi disse: "Ascolta!". Avevamo i cuori che battevano allo stesso ritmo, emozionati entrambi ma sotto le mie dita sentivo anche il suo corpo, diviso dalla mia mano solo da quella camicia bianca sbottonata quasi a metà.
Dopo un'interminabile silenzio interrotto solo dal megafono che annunciava l'arrivo e la partenza dei treni, gli feci un sorriso, gli presi la mano e ci avviammo fuori dalla stazione. Avevo un soprabito lungo che nascondeva un vestito vertiginoso, purtroppo la stazione non è proprio il luogo più adatto dove girare così quindi optai per il cappotto lungo anche se avevo parecchio caldo a tenerlo. Uscimmo dalla stazione e fermai un taxi, caricammo su la sua valigia e poi, per dire dove portarlo, il ragazzo tirò fuori un bigliettino e lo diede in mano all'autista. Io non lo sapevo ma un suo caro amico di famiglia gli aveva messo a disposizione un piccolo appartamento nella periferia della mia città per tutto il periodo della sua permanenza... Salimmo sul taxi ed io, per stare più comoda, accavallai le gambe scoprendo il mio ginocchio nudo (era estate e faceva caldo), lui c'appoggiò la sua morbida mano sopra e poi mi spiegò che questo suo amico di famiglia gli aveva concesso l'uso della casa per tutta la durata della sua permanenza perchè ancora non sapeva quanto tempo si sarebbe fermato e che tutto sarebbe dipeso da me.
Io non risposi, arrossì un po' ed abbassai lo sguardo... pochi minuti dopo arrivammo a quest'appartamento. Scendemmo dal taxi, lui pagò e ci incamminammo. Pochi metri più avanti un cancello in ferro battuto, lui l'aprì ed entrammo. Non ce la facevo più a contenermi, l'avrei voluto subito tutto per me, facemmo ancora dieci passi e ci trovammo davanti alla casa. Entrammo... era bellissima... una casa in stile baita, tutta in legno, con un caminetto in un angolo del soggiorno, un grande divano, una cucina fantastica... lui entrò e mi disse di accomodarmi, come se fossi a casa mia... mentre lui entrava in un'altra stanza, la camera da letto, io mi tolsi il soprabito e lo appesi all'appendiabiti, poi mi diressi verso la stanza dov'era entrato lui. Lo raggiunsi sulla porta della stanza, non lo lasciai uscire. Stava per dire qualcosa ma con un dito sulle sue labbra gli dissi: "Ssssh, non parlare..." e lo baciai... Lo baciai prima sulle labbra, poi sulla guancia, poi scesi al collo e pian piano gli sbottonavo la camicia. Mi abbassavo lentamente e gli baciavo il petto poi, arrivata alla cintura, leccandogli il petto tornai verso l'alto per sfilargli la camicia. Lo lasciai a petto nudo, si girò e diede le spalle al muro e, mentre io scendevo nuovamente, lui chiuse gli occhi e mi lasciò fare.
Gli slacciai la cintura dei pantaloni, poi il bottone e la zip dei jeans. Infine gli abbassai i pantaloni insieme agli slip. Venne fuori un cazzo enorme e già duro a dovere. Glielo presi in bocca ed iniziai pian piano a muovermi su e giù. Lui teneva le braccia lungo il corpo, allora gli presi le mani e le misi sulla mia testa: capì subito che cosa fare e mi diede il ritmo giusto. Gemeva di piacere, ansimava, mi accarezzava la testa. Ad un certo punto glielo presi in mano e mi abbassai di più, gli accompagnai una gamba in modo che la divaricasse e poi presi a leccargli le palle. Mi riempii di loro, lui tremava, non riusciva a guardarmi, continuava a tenere gli occhi chiusi e la testa tirata all'indietro. Poco dopo mi alzai. Il vestito che mi avvolgeva era cortissimo e nero... gli dissi: "Gianluca, guardami..." lui aprì gli occhi, io continuavo ad accarezzare il suo membro con la mia mano. Presi una sua mano e gliela misi sulla mia natica, cercavo di fargli capire che non ero di porcellana e che poteva toccarmi senza rompermi ma lui sembrava essere di ghiaccio. Mi avvicinai al suo orecchio, gli mordicchiai il lobo, gli baciai il collo e gli sussurrai: "Rilassati... stai tranquillo!". La sua mano sulla mia natica cominciò a muoversi e mi toccava con vigore, con la mano libera alzai piano piano il vestito in modo che la sua mano passasse dal vestito alla pelle nuda della mia natica. Quando accarezzò la mia pelle, il suo cazzo si fece ancora più duro. Ora non teneva più gli occhi chiusi, mi guardava fisso negli occhi. Con la mano, lui si spinse più al centro in cerca del mio taglio e trovò il filo di pizzo del mio perizoma che entrava tra le natiche. Lo accarezzò su e giù un paio di volte e poi gli sussurrai: "Vedi che son stata attenta quando mi parlavi dei tuoi gusti... perizoma in pizzo, ti piace vero?" e lui: "Si" mi disse. Poi mi guardò e mi chiese "Posso fare una cosa?", io accennai con la testa un si. Lui si abbassò all'altezza della mia fica, prese le mutandine a due mani e le strappò. Scoprì la mia fica, perfettamente depilata, davanti alla sua faccia... con una mano timida, me la sfiorò. Sfiorò il clitoride, io mi morsicai il labbro in preda al piacere, continuando a toccarmi, lui si alzò e mi condusse verso il letto e mi ci spinse sopra. Allargai le gambe per far in modo che lui possa giocare quanto gli pareva: prima che si chinasse su di me, gli feci cenno di venire verso di me, si distese al mio fianco, gli presi la mano e gli leccai le dita poi io stessa gliela misi sulla mia fica.
Dapprima infilò un dito molto timidamente e lo mosse dentro di me, mi provocava piacere ma vedeva che non ero del tutto soddisfatta, allora provò ad infilare due dita ed io con una mano iniziai a toccarmi il clitoride, lui capì, scostò la mia mano e iniziò a toccarmi lui. Inarcai la schiena e iniziai ad ansimare forte, con le mani mi aggrappavo sul lenzuolo. Ad un certo punto lo sentii puntare il terzo dito e, dopo aver tirato fuori le due che già stavano dentro, ne infilò tre sempre stuzzicandomi con l'altra mano il clitoride. Sussultai e chiusi gli occhi così non m'accorsi che, poco dopo, la mano che stuzzicava il clitoride fu sostituita dalla sua lingua. Aveva una lingua delicata ma mi mangiava il clitoride come se ne fosse letteralmente affamato... dava piccoli morsetti ed a ogni morsetto sussultavo mentre lui muoveva sempre le sue dita all'interno di me. Poi iniziò a muovere ritmicamente la mano su e giù e si mise a fissarmi. Era chiaro che voleva che venissi, che mi bagnassi. Anche io lo guardavo mentre ansimavo di piacere. Gli dissi "Vuoi farmi raggiungere l'orgasmo?" e lui "Si..." e spingeva queste tre dita dentro di me. "Ti do un suggerimento ma ricordati che è una cosa individuale e a non tutte le donne piace..." e lui "Dimmi, a me interessa quello che piace a te... non alle altre" e continuava a pompare.
"Di qualcosa mentre ti muovi su e giù..." e lui "Come si vede nei film?" ed io "Si gioia, hai detto che ti sei documentato ed allora metti in pratica ciò che hai visto!"... Allora mi guardò, cambiò quasi espressione e spinse forte dentro. Mi disse "Godi, godi... fammi vedere come godi...", si muoveva su e giù e la sua mano dentro di me si bagnava sempre più. Io ansimavo e tremavo, gli dicevo "Continua, continua così...". Lui aumentò il ritmo e continuava a guardarmi. "Ti voglio vedere bagnata, dai... Fammi sentire quanto ti piace...", ansimai più forte, accennai anche qualche urletto. E lui "Ti piace urlare mentre vieni? Fallo... tanto qui non ti sente nessuno tranne io..." e spingeva sempre più ero sull'orlo dell'orgasmo, ansimai forte, inarcai la schiena e esplosi in un orgasmo che inondò di umori la sua mano. La tirò fuori, la annusò e poi, davanti a me, si menò il cazzo per lubrificarlo di me.
Prima di continuare, mi chiese: "Quante dita entrano nella tua fica?", allargai le gambe e gli dissi "Prova...". Reinfilò tre dita e puntò il quarto dito, poi tirò fuori le tre dita ed entrò con quattro. Gridai. Lui con la mano ancora infilata, si fermò e mi chiese "Ti ho fatto male?" ed io "Alle volte non si grida per il dolore, ma per il piacere che il dolore ti provoca, come in questo caso!". "Capisco" disse lui e pian piano sentivo che cercava di infilare anche l'ultimo dito. Spingeva ed io sentivo la mia fica allargarsi e pulsare, lui aveva paura ed allora presi il suo braccio che sbucava da in mezzo alle mie gambe e, con un colpo secco, spinsi la sua mano all'interno. Gridai fortissimo e gli inondai il bracco di umori, ansimavo e lui mi guardava quasi sconvolto. Con la mano ancora li, mi disse "Non pensavo che potesse entrare tutta...", io gli sorrisi e lo aiutai a tirare fuori la sua mano.
Decisi di passare io al comando, mi alzai dal letto, lo presi e lo spinsi sul letto. Gli dissi "Menatelo..." e lui lo fece. "Fammi vedere quanto ti piaccio, ma attento a non venire...". Lui se lo menava davanti a me, io mi tolsi il vestitino che avevo ed ero nuda in piedi, davanti a lui: mi toccavo i seni, e poi con una mano scesi in mezzo alle mie gambe ancora fradice... sembravo non averne avuto abbastanza. "Toccati ancora e guardami..." gli dissi. Mi girai di schiena e gli mostrai il mio culo. Mi chinai a 90 e aprii le natiche per fargli vedere il mio buchino e lui "E li ci hai mai fatto entrare qualcosa?" ed io "Li solo al massimo due dita... altro no" e lui "Posso?". Avvicinai il culo a lui, lui si leccò un dito e lo infilò. Sussultai. Poi, sempre menandoselo, infilò il secondo dito. Gli dissi "Aaaah siiii, fottimi il culo con le tue dita.". Lui provò ad infilare il terzo dito e con mia grande sorpresa, entrò senza problemi. Mi piegai ancora di più e gli dissi: "Continua, dai..." allora infilò ancora un dito che entrò sempre senza problemi.
Lo guardai e gli dissi "Fottimi il culo... lo so che lo puoi fare...". Allora lui tirò fuori la mano, si alzò dal letto, mi puntò il cazzo duro sul buco del culo e spinse. Gridai fortissimo, non l'avevo mai preso in culo e faceva male ma era un dolore piacevole. Una volta dentro si fermò per un secondo e poi iniziò a sbattermi con forza. Gridavo "Continua così, bravo... sono tua anche nel culo... Fottimi, fottimi...". D'improvviso si fermò, lo tirò fuori e mi disse "Non voglio che finisca così la mia prima volta... voglio venirti dentro...". Lo accontentai. Si distese sul letto, gli montai sopra, mi infilai il suo cazzo nella mia fica, presi le sue mani e le misi sul mio corpo e cominciai a sbattermelo con forza. Era estremamente eccitato, mi toccò i seni, li strinse, li palpeggiò e strizzò i capezzoli... ero eccitatissima, lo guardai e, mentre lo pompavo, gli dissi "Riempimi di sborra, ti voglio sentir venire dentro di me... fammi sentire che son tua...".
Con un colpo di reni, mi fece sobbalzare via da lui, mi prese per un polso e, assecondando quello che voleva fare, mi sbattè a pecorina, reinfilò il suo cazzo dentro di me e mi sbattè forte forte, sempre più forte. Mi accarezzava il culo mentre mi pompava e mi disse "Hai un culo che meriterebbe di essere sculacciato..." gli dissi "Fallo". E lui, con decisione ma delicatezza, mi sculacciò e mi sentì bagnare e quindi continuò. Quegli attimi sembravano interminabili, la mia fica bruciava, il suo cazzo si ingrossava e credevo che non sarebbe venuto mai ma, allo stesso tempo, avrei voluto che mi scopasse anche tutta la notte così. Poi, d'improvviso, un getto di sborra mi inondò la fica e lui ritmicamente mi dava dei colpi secchi dentro che mi sembrava di sentire il suo cazzo fino in pancia. Ad ogni colpo davo un urletto ma ormai sapeva che in quei momenti non provavo dolore ma piacere. Dopo aver finito di venire rimase fermo per un po' dentro di me ancora ansimante e quasi senza forze.
Poi finalmente si staccò, mi guardò distesa e stremata sul letto e poi, prima di entrare nel bagno, mi disse "Vorrei non dover tornare mai più a casa dai miei... ma mi accontenterò di rimanere qui finchè non riprende la scuola!" ...e quello fu l'inizio di una bellissima estate...

lolitaraccontierotici@gmail.com
di
scritto il
2016-04-02
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