La scuola della dominazione - parte 2

Scritto da , il 2015-08-13, genere dominazione

Insomma... avevo deciso di rimanere in quella scuola così particolare perchè, oltre ad eccitarmi, mi incuriosiva fin dove la perversione mi avrebbe spinta. La sera mi addormentavo pensando sempre a cosa mi sarebbe successo il giorno successivo e spesso, ripensando alle giornate in classe, rivivevo tutto nella mia mente e, eccitandomi, mi toccavo sotto le lenzuola esordendo in orgasmi silenziosi per non farmi accorgere dalla mia compagna di stanza.
Pochi giorni dopo il mio arrivo alla scuola, un professore in classe propose di andare a fare un campeggio nei boschi con tanto di falò e riposo notturno nelle tende e la cosa fu presa con grande entusiasmo da tutto il gruppo di studenti. Io ero un po' preoccupata non sapendo bene in che cosa consisteva la cosa e Chiara faceva la misteriosa come sempre, ripetendo solo "Ti divertirai, vedrai!" quando le chiedevo informazioni. L'indomani mattina quindi ci svegliammo e ci riunimmo tutti nel cortile della scuola per gli ultimi accorgimenti con i professori; scoprii che un professore avrebbe accompagnato ogni gruppo di noi e che un altro professore c'avrebbe aspettato nel punto di ritrovo in mezzo al bosco, portando con se tutta l'attrezzatura necessaria caricata precedentemente su di una jeep. Quindi, dopo queste spiegazioni, vennero formati i gruppi: ci chiamarono a due a due e ci mettemmo in fila con a fianco un ragazzo... nemmeno a dirlo, io capitai a fianco ad Axel... quando le coppie furono fatte, i ragazzi tirarono fuori dei collari in pelle con una lunga catenella legata ad un anello del collare e li misero al collo di noi ragazze e così, finalmente, ci incamminammo verso il bosco.
Ci eravamo appena inoltrati nel fitto bosco, che Axel si fermò, raccolse un ramo spinoso da terra e dandomi con esso un colpo sulle cosce, mi intimò: "Inginocchiati!". Lo feci appoggiando le ginocchia su rami, sassi e fanghiglia e ricominciammo a camminare: lui in piedi ed io a quattro zampe come i cani. Ovviamente io ero più lenta di lui e, quando rimanevo indietro, lui tirava la catenella e mi trascinava per qualche metro. Gli altri del gruppo si sparpagliarono per il bosco ed anche il professore si dileguò, così ben presto restammo da soli io e Axel.
Lui ad un certo punto si fermò, si assicurò che non ci fosse più nessuno nei paraggi guardandosi bene in giro e poi, sbottonandosi i pantaloni e tirando fuori il suo grosso membro, si mise davanti a me e mi disse: "Succhia puttana!". Io al momento indietreggiai e lui, tirandomi su la gonna della divisa e scoprendo il mio culo nudo, incominciò a sculacciarmi col ramo spinoso... Le contai, me ne suonò 10 ed io ad ogni colpo grondavo di umori ed anche se il mio culo era dolorante, la mia figa umida mi esortava a darmene ancora. Una volta finito, mi mise di nuovo il suo membro davanti al viso ma io, questa volta perchè lo volevo, non aprii la bocca e le sculacciate ricominciarono. "Brutta troia! Non ti son bastate quelle di prima eh?? Allora te ne darò venti stavolta... e guai se gridi perchè aumenterebbero di numero e di intensità!" mi disse e ricominciò a colpirmi. Le mie gambe grondavano come un fiume in piena ma il dolore, dopo i primi 6 colpi, si fecero intensi ed alla settima battuta mi lasciai scappare un grido. Axel sferrò allora un colpo fortissimo che mi fece cadere a terra e mi disse:"T'ho detto di stare zitta lurida puttanella!" e continuò a suonare sul mio culo le restanti.
Infine mi aprì la bocca a forza e mi ficcò dentro il suo membro grosso e duro ed io iniziai a succhiare. Lui lo spingeva con forza dentro la mia bocca ed io lo sentivo fino in gola. Si muoveva e mi guardava in faccia, poi mi sputò in faccia perchè io cercavo di non incrociare il suo sguardo... "Guarda il tuo padrone mentre lo spompini!" mi disse ed io lo guardai. Aveva uno sguardo cattivo e severo, poco dopo tirò fuori il suo membro dalla mia bocca e cominciò a menarselo davanti a me che ero sempre in ginocchio: "Guarda quant'è grosso... guarda come pulsa... ti piace, eh??" ed io guardavo ma senza rispondere. Lui allora mi tirò uno schiaffo esortandomi a rispondere ed io, non so per quale motivo, risposi: "No, mi fa schifo!".
Che non l'avessi mai detto: mi trascinò per i capelli, mi girò con la pancia all'aria e mi aprì le gambe e poi, con tutta la forza che aveva e con gli occhi sbarrati, mi diede un colpo col ramo direttamente sulla figa. Mi prese in pieno con una delle spine, il clitoride che divenne immediatamente rosso e gonfio. "Il cazzo del tuo padrone non può farti schifo... sei tu che fai schifo a me... chiaro?" e, sempre restando in piedi davanti a me, ricominciò a menarselo fino a venire... mi schizzò un po' dappertutto e poi mi diede il suo membro in bocca per pulirglielo. Quindi, senza dirci una parola, ci ricomponemmo e proseguimmo nel bosco. Io ero sempre a carponi a terra e la gonna della divisa, man mano che camminavo, si alzava e scopriva il mio culo... ero terribilmente lenta nel camminare in quella posizione ma continuavo inesorabilmente finchè, finalmente, lui mi esortò ad alzarmi in piedi per arrivare poco dopo all'accampamento... le tende erano già piantate e il gruppo degli altri era già li. Axel indicò la nostra tenda e mi disse di andarci dentro ed io ubbidii. Mi guardavo in giro e tutti i ragazzi portavano della legna per preparare il falò, poco dopo il professore accese il fuoco e disse ai ragazzi: "Sapete che cosa fare...", allora ogni ragazzo andò nella propria tenda e, dopo aver rovistato un po' in un grande borsone, tornarono fuori con delle corde ed una candela... Axel si avvicinò a me e mi disse sussurrando al mio orecchio: "Vedrai quanto ti farò godere..." e poi iniziò a legare la corda attorno alle mie caviglie e l'altra estremità veniva legata ai due picchetti laterali della tenda tenendomi così costretta a rimanere a gambe aperte, poi mi legò i polsi... lui mi sollevò la gonna e mi guardò la figa che era ancora arrossata per il colpo di prima, quindi ci sputò sopra un paio di volte e poi la massaggiò leggermente da fuori con delicatezza e tatto sfiorando il clitoride con sensibilità poi di colpo che nemmeno mi aspettavo, mi infilò tre dita dentro e con una ferocia inaudita cominciò a muoverle su e giù, dentro e fuori provocando in me dolore e godimento ma quando stavo per liberarmi in un orgasmo da urlo lui si fermò e mi disse."Guai a te se vieni..." e quindi mi trattenni. Tirò fuori le sue dita bagnate e se le mise in bocca, poi si alzò e si diresse al falò con la candela in mano e l'accese per poi tornare verso di me... lasciò cadere una goccia di cera sulla mia gamba ed io mi misi a gridare cercando di divincolarmi dalle corde che mi tenevano legata ma non riuscivo a muovermi. La cera bruciava ma provocava in me una strana sensazione di eccitamento e la mia figa era bagnatissima, grondava dappertutto e, in più, mi sentivo imbarazzata perché ero a gambe aperte per metà fuori dalla tenda dove tutti potevano vedere. Axel rovesciò ancora due o tre gocce di cera sulle mie gambe e come esse toccavano la mia pelle, io schizzavo un po' di umori fuori di me... "Guardate, guardate..." gridò Axel agli altri ragazzi "guardate questa cagna in calore come schizza se le metto la cera sulle gambe..." e lo rifece... un paio di ragazzi si avvicinarono a noi e guardarono un po' più da vicino, uno fece cenno per toccarmi ma Axel gli diede uno schiaffo su una mano e gli disse "Hai la tua per giocarci... non provare a toccare la mia!!".
Allora l'altro ragazzo si alzò e disse: "Che ne dici se porto qui la mia e..." poi continuò la frase sussurrandola all'orecchio di Axel che, scoppiando in una risata, disse: "Sisi, bellissima idea...". L'altro ragazzo andò dalla sua ragazza, la prese per i capelli e la trascinò fin davanti a me; la mise a carponi con la faccia davanti alla mia figa e Axel lasciò cadere ancora altre gocce su di me ed io schizzai in faccia alla ragazza che mi stava davanti... poi il suo ragazzo disse: "Leccala..." e la ragazza quasi in lacrime, rispose: "No, mi fa schifo..." e lui le suonò quattro sculacciate al sedere e ripetè: "Leccala..." e lei iniziò a farlo. Mentre lo faceva, il ragazzo le infilava la sua candela ancora spenta nel culo e la muoveva su e giù ritmicamente come se stesse usando il suo membro. Axel mi continuava a rovesciare la cera sulle gambe ed io continuavo a schizzare, era un riflesso incondizionato ormai... il bruciore mi eccitava da morire. Poi Axel entrò nella tenda mi sbottonò la camicetta e disse: "E se io ora facessi questo..." rovesciò delle gocce di cera direttamente sui miei capezzoli, io urlai più forte e schizzai tutti i miei umori addosso alla ragazza che mi stava leccando. Non avevo più il controllo di me e dei miei sensi, ero completamente presa dalla situazione... rivolsi lo sguardo verso Axel e le parole che uscirono dalla mia bocca furono quasi automatiche, come se non avessi il cervello collegato. Gli dissi: "E' tutto qui quello che sai fare? Ti basta una candela per far godere una donna?? Forse è perché tu non lo sai fare...". Lui, che stava ridendo di me con i suoi amici, mi guardò e s'alzò improvvisamente in piedi e uscì dalla tenda... allontanò in malo modo i suoi amici che erano venuti a guardarmi e, appoggiando il piede sul fianco della ragazza che mi era di fronte, la spinse e la fece rotolare via. Prese la candela e fece cadere due gocce sul mio clitoride, poi lanciò con forza la candela nel falò, si sbottonò i pantaloni e tirò fuori il suo membro grosso e duro e lo infilò dentro di me di colpo. Ebbi un sussulto. Lui si distese sopra di me e, con forza, continuò a muoversi su e giù dentro di me... poco dopo si fermò, mi si avvicinò all'orecchio e mi sussurrò: "Ti faccio vedere io di cosa sono capace... e senza usare quella merda di candela!" e ricominciò a muoversi spingendo con colpi secchi, il suo membro dentro di me.
Io ero senza fiato, non riuscivo nemmeno a gridare né tantomeno a divincolarmi dal suo corpo che era sopra di me... gli amici che stavano assistendo alla scena, lo incitavano come se fossimo allo stadio, poi, dopo 15 interminabili minuti, lo tirò fuori, se lo menò un attimo davanti a me e venne inondandomi di nuovo con il suo liquido. Prima di girarsi ed andarsene, mi guardò e mi disse: "Ecco qua puttanella, che cosa può fare il tuo padrone... anche senza l'uso di una candela!" e mi lasciò li ancora legata a riprendere i sensi ed il fiato.

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Prima parte qui: http://www.eroticiracconti.it/racconto/17851-la-scuola-della-dominazione-parte-1
Terza parte qui: http://www.eroticiracconti.it/racconto/19153-la-scuola-della-dominazione-parte-3

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