Segreti 7 - Amante 😋 e ingravidata🤰 da mio figlio

di
genere
incesti

"Si cucciolo sono la tua mamma.. sono io e voglio darti piacere.. rilassati che voglio farti godere."

Sentire la sua verga crescere nella mia bocca e le mani che immerse tra i miei capelli accompagnavano con delicatezza il movimento della mia testa, mi provocava brividi di piacere mentre la mia mente vagava lontano.

L'arnese che stavo succhiando aveva lo stesso profumo, lo stesso sapore e la stessa consistenza del cazzo del padre che avevo succhiato per l'ultima volta 13 anni prima proprio il giorno in cui era partito per un viaggio dal quale non sarebbe più tornato.

Probabilmente ero ossessionata da quei ricordi se anche i gemiti di mio figlio, mentre glielo succhiavo ed i suoi rantoli di piacere quando aveva cominciato a sborrarmi in bocca, mi ricordavano suo padre.

Con il suo sperma ancora in bocca mi ero sollevata e, facendomi illuminare il viso dalla lampada sul comodino, lo aveva guardato negli occhi mentre ingoiavo il suo seme e dopo essermi leccata le labbra, sorridendo, gli avevo detto "Grazie!"

Poi, dopo avergli sfiorato la fronte con le labbra ed avergli augurato la buona notte, mi ero alzata per andare via.

A quel punto lui, sollevandosi dal cuscino, mi aveva preso per il braccio e tirandomi a se, mi aveva portato una mano dietro la testa spingendo le mie labbra sulle sue.

Ne era seguito un bacio appassionato ed impetuoso in cui le lingue si intrecciavano, si respingevano per risucchiarsi ancora in una danza umida e sensuale col risultato di farmi bagnare tra le cosce e ridare turgore alla sua verga ancora lucida e umida della mia saliva.

"Come sei bella mamma e che bel profumo che hai!

Che bocca.. mi hai fatto morire!

Resta qui mamma, spogliati e fammi vedere tutto il tuo corpo che sogno sin da quando ero adolescente e mi masturbavo annusando le tue mutandine e spiandoti quando eri in bagno o ti vestivi.

Mi piaceva guardarti quando davanti allo specchio ti truccavi e poi, giravi più volte su te stessa per controllare che tutto fosse in ordine.

E quando sollevavi la gonna per metterti a posto le mutandine mostrandomi involontariamente il ciuffo di peli che fuorusciva dai lati e che si stagliavano come una stampa sotto il triangolino di stoffa bianca.

In quei casi mi eccitavo al punto da dovermi poi masturbare."

"Non vorrei deluderti cucciolo ma adesso non sono pelosa anzi, sono completamente rasata."

"Mamma"

Aveva gridato Roberto mentre con uno scatto felino era sceso dal letto per inginocchiarsi davanti alla mamma per sfilarle le mutandine.

"Dio che spettacolo mamma!

"Altro che le fiche spennacchiate delle mie amiche!

Anche loro sono depilate ma il loro monte di Venere è piatto e le grandi labbra sembrano chiuse su se stesse.

Che spettacolo la tua fica mamma.. così gonfia, con le grandi labbra tumide e sporgenti con lo spacco che sembra volersi aprire come valve di un frutto di mare."

Poi, dopo averne dischiuse con le mani la grandi labbra, vi aveva infilato il naso:
"Dio mamma.. anche il profumo è quello pungente di un'ostrica!"

"Aprila ancora cucciolo, aprila di più e gustane anche il sapore, lascia che soddisfi tutti i tuoi sensi come faceva tuo padre quando se ne riempiva gli occhi, l'olfatto, il tatto ed infine il gusto infilandovi la lingua come a voler accarezzare l'utero e gustarne infine il nettare."

Questo è stato il mio approccio sessuale con mio figlio il quale comunque, già sapeva che Andrea non era il suo padre genetico.

Il resto ne è seguito in modo impetuoso e naturale.

Mi aveva leccata restituendomi con la lingua il piacere che gli avevo dato prima e poi, abbiamo fatto l'amore sino al mattino.

Una incredibile notte di passione nella quale avevo rivissuto ogni attimo della mia storia con suo padre.

Gli stessi profumi, gli stessi sapori, gli stessi gemiti, le stesse grida, gli stessi spasmi e tremori senza controllo, gli stessi rantoli, gli stessi morsi e le stesse carezze delicate, morbide, lunghe e capaci di condurmi in paradiso facendomi godere di nuovo nonostante avessi ancora dento di me, il suo caldo e cremoso seme.

E poi baci, baci teneri, baci morbidi, baci sensuali, baci umidi, baci libidinosi, baci di maiali vogliosi di godere prima e baci d'amore per addormentarci infine, l'uno tra le braccia dell'altra.

Il mattino successivo, al nostro risveglio mio marito Andrea, ci aveva fatto trovare il pranzo già pronto alla fine del quale, mi aveva accompagnata nella nostra camera da letto dove sulla ribaltina, vi era uno stupendo bouquet di rose rosse con un bigliettino sul quale era scritto - Benvenuti nella camera degli sposi -

Che meraviglia!

Come ci capitava da ragazzi, senza neanche parlarci, capivamo subito il pensiero ed i desideri l'uno dell'altro e dunque, anche nel caso di mio figlio, come faceva con Saro, ci metteva a disposizione la nostra camera matrimoniale ed il letto nuziale.

Ovviamente, vi era una grande differenza in quanto Saro non sempre si fermava a dormire con me mentre mio figlio avrebbe assunto a tutti gli effetti il ruolo di marito.

Così era stato!

Roby si era trasferito nella camera matrimoniale e da quel momento davvero eravamo marito e moglie anche se non avevamo in mente di fare figli.

Nonostante quei grandi cambiamenti in casa, Roby aveva mantenuto tutte le sue libertà e dunque, niente era cambiato nelle sue abitudini e nei rapporti con i suoi amici e amiche.

Capitava talvolta che, come faceva prima, portasse a casa qualche amica per studiare e/o scoparsela nella sua camera che comunque non era stata modificata.

Il sapere che mio figlio fosse molto corteggiato dalle ragazze e che se ne scopasse quante voleva, non mi ingelosiva affatto anzi, esaltava il mio orgoglio di madre nel vedere quanto successo riscuotesse mio figlio ed al tempo stesso, esaltava in modo parossistico il mio ego di amante incestuosa nella certezza che qualunque cosa avesse fatto di giorno, la notte sarebbe sempre tornato nel nostro letto per fare l'amore con me o scopare come animali con quella troia della sua amante che poi, ero sempre io.

Quando finalmente dopo la laurea aveva trovato un buon lavoro e si era fidanzato, la mia gioia era salita alle stelle.

La ragazza bella e intelligente (TU!) mi era piaciuta subito e dopo un anno di fidanzamento ufficiale, mi ero preoccupata io stessa di organizzare il matrimonio e la luna di miele.

Sino a quel momento, godevo di una impagabile di felicità che pareva non dovesse mai avere fine.

La tegola sulla mia testa era arrivata improvvisa ed inimmaginabile, il giorno in cui, al rientro del viaggio di nozze, con grande enfasi e gioia, mi avevano (Avete!) comunicato che la sposa (TU!) era incinta.

Quella che pure avrebbe dovuto essere una bellissima notizia per una mamma che amava oltre ogni cosa il proprio figlio, era stata per me, una vera tegola in testa, un pugno sullo stomaco.

Improvvisamente, mi si era scatenata una gelosia pazzesca!

Inimmaginabile tanto quanto irrazionale!

Era mio figlio, il mio ragazzo, il figlio di Saro che mi avrebbe resa nonna ed invece di gioirne come madre, ne ero rattristata.. di più, incazzata come se avessero voluto ferirmi nel mio ruolo di amante di mio figlio.

"Che cornuto! Che troia! Proprio a me dovevano farlo!"

Non mi capacitavo!

Avevo perso oramai ogni controllo ed alternavo crisi di pianto a piani di vendetta.

Ha messo incinta quella troia (Tu) ed allora, mi faccio ingravidare anche io!

Senza dirgli niente, avevo interrotto la pillola e dopo 4 settimane circa, avevo comunicato a mio marito Andrea di essere incinta ed insieme a lui, avevamo dato la notizia anche a mio figlio e sua moglie.

Io ero finalmente tornata in me e la notizia di quella doppia gravidanza era stata festeggiata da tutti.

In modo particolare ne era entusiasta mio figlio che a quella notizia pareva aver addirittura aumentato il suo desiderio di fare l'amore con me anche se con maggiore difficoltà e minore frequenza dovuta al fatto che abitassero in una loro casa.

Quel fatto così nuovo e sconvolgente, aveva modificato di molto il rapporto con mio figlio il quale, aveva quasi smesso di fare l'amore con me mentre ad ogni incontro, mi chiavava con un impeto sempre maggiore via via che la pancia si ingrossava.

Gli piaceva chiavarmi ed incularmi come fossi la sua troia che si fa scopare e ingravidare da chiunque.

Non perdeva occasione quando capitava di restare soli, di farsi fare pompini o scoparmi in piedi in una sveltina facilitata dal fatto che, non mi faceva più indossare mutandine per essere sempre pronta.

Tutto questo poteva avvenire anche se eravamo in luogo pubblico o in casa con la moglie in bagno o in un'altra stanza.

La cosa mi piaceva molto!

Ero allo stesso tempo la mamma di un ragazzo di successo, l'amante incestuosa del figlio e la troia insaziabile del cazzo di un marito cornuto e infedele.

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scritto il
2024-04-22
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