Di nuovo donna - il vecchio vicino 2

di
genere
etero

Non fu facile nei giorni successivi farmi una ragione di quello che era avvenuto. Sensi di colpa e punti interrogativi mi attanagliavano. Però mi ero eccitata. Era da 3 anni che non avveniva. Certo, era successo con l'ultima delle persone che avrei mai immaginato, Vincenzo, il mio vicino di 80 anni ma evidentemente doveva succedere. Parlai anche con una cara amica che fa la psicologa. Mi disse di concentrarmi su quello che quella esperienza mi aveva dato: mi ero sbloccata, avevo alzato di nuovo la testa vs avanti. È questo mi dava serenità. Certo, rivedere Vincenzo nei gg appena dopo mi creo un po di imbarazzo. Ma notai che era una cosa probabilmente solo mia. Lui era come sempre, schivo..due cenni con la testa quando lo vedevo sotto casa e qualche battuta quando era in vena. Era d'altronde un uomo di un'altra generazione, anni in cui la donna era la femmina e quindi per lui quello che successe in fondo fu normale. Credo io. Passò di fatto una settimana. Era sempre Luglio. La domenica i miei erano andati a mare già di prima mattina, portandosi mio figlio di 11 anni con loro. Io mi ero recata nella casetta di campagna che usiamo d'estate per fare le pulizie. Li avrei raggiunti poi a pranzo per rimanere tutto il pomeriggio. La casetta di campagna è in mezzo agli ulivi, isolata dal paese anche se attorno ci sono altre case. Noi al sud abbiamo quasi tutti la casa in campagna per l'estate è a luglio invece di dormire in paese io e mio figlio ci fermavamo qui, al fresco. A tarda mattina sentii il rumore di una ape car imboccare la strada che attraversa il mio fondo è arriva davanti casa, uscii dalla porta e rimasi ad osservare. Riconobbi Vincenzo. Come sempre aveva il dono di comparire nei momenti sbagliati. Dovevo sbrigarmi per raggiungere gli altri a mare. Ero vestita di una semplice vestaglietta estiva a gonnellina sotto e a body sopra, bianca con fantasie floreali colorate. Ai piedi le infradito che usavo in campagna. Non avo reggipetto, con il caldo mi dava fastidio. Quando lo vidi scendere con la sua flemma e lentezza un nodo mi prese e il cuore iniziò a battere dalla preoccupazione. Ma notai anche che i capezzoli iniziarono a crescere leggermente e premere il vestito. Ero di nuova in preda alle mille emozioni. Arrivo piano piano davanti a me e mi salutò con un gesto della testa e disse - ho visto questa mattina che i tuoi sono andati al mare con il nipote, non ti ho vista ho immaginato che fossi in campagna. Ho detto passo a vedere se c'è e nel caso gli lascio un po di verdura. Ho fatto l'orto questa mattina, tieni. - ah grazie sei gentile, si sono qui a fare qualche lavoretto perché da sola rendo di più e poi mi faccio una doccia e scappo a mare. Grazie mille. Speravo che potesse allontanarsi e mi facesse riprendere ma in realtà appoggiata la borsa della verdura sul tavolo che ho fuori si avvicinò a me che ero in piedi davanti alla porta. Mi sentivo osservata. Questo mi imbarazzava terribilmente ma mi procurava il solito fuoco dentro e sentivo gonfiarmi i seni. Lui me li fissava, credo avesse notato i capezzoli contro la stoffa del vestitino. - mamma mia che caldo Angela. Come fai a fare i lavori...io in campagna a fare l'orto ho sudato le sette camice. Devo andare a casa a lavarmi e a prepararmi il pranzo. Sorrisi e dissi una frase di circostanza ma lui rimaneva fermo in piedi e mi fissava. Senza dire nulla allungo le sue mani sul mio seno,moda sopra la stoffa. Iniziò a palparmi, a stringermi. Mi faceva un po male. - Vincenzo, dai fermati. Quello che è successo è successo ma è un episodio isolato, sai anche tu che non può continuare. - che bella femmina che sei Angela, ti tocco solo un minuto dai. Mi è piaciuto l'ultima volta. Rimasi immobile come paralizzata mentre lui mi palpava da sopra il vestito. - Vincenzo non qui dai, ci possono vedere vieni dentro casa. Questa frase che per me era come una difesa dal l'imbarazzo per lui fu come una conferma che poteva continuare. Entrò in casa.
Ho una casetta piccolina, appena entrati a destra già si vede il letto in una nicchia di pietra. Mi porto davanti al letto e poi venendo davanti a me, rimise le mani sul vestitino all'altezza del seno. Raggiunse le spalline, le scostò e il vestitino a quel punto cadde sul pavimento e mi fece rimanere solo in mutandine davanti a lui. Ero rossa, imbarazzata ed eccitata. Mi stavo iniziando a bagnare. Non mi riconoscevo più. Ora le sue mani rugose erano direttamente sul seno...lo palpava, lo schiacciava...e afferrandolo con la mano lo porto verso la sua bocca iniziando a succhiarlo. Mi faceva male, era ride nei movimenti ma provavo piacere. Aveva un modo di trattarmi che mi eccitava. Mi chiese di sdraiarmi sul letto, su un fianco. Lo assecondai, tolsi le infradito e mi misi su un fianco con testa sul cuscino e le gambe rannicchiate. Lui si tolse la camicia e i pantaloni. Rimase con le mutande. La stanza era piena del suo odore, di uomo di una volta, di sudore. Lui sali sul letto anche lui mettendosi su un fianco ma con i piedi verso la mia testa e la sua testa a bordo letto appoggiata sulla mia coscia e con praticamente si era messo davanti al mio sedere che ora poteva ammirare. Sentivo il suo respiro. Iniziò ad accarezzarlo...abbasso le mutandine...lo palpava...inseriva le dita tra le chiappe accarezzando il buchino e premendolo...poi avvicinava la bocca e mordeva la chiappa e la succhiava. Ogni tanto girava la testa verso i miei piedi e afferrandoli con la mano li portava alla bocca e li annusava e leccava con foga, lasciandomi la pianta piena di saliva e succhiando le dita. Passava dai piedi al culo con una foga che mi faceva impazzire. Mi girai, volevo anche io rendermi attiva, mi ritrovai davanti il suo pube e lui la mia passerina. Ora eravamo in una specie di 69. Lui mise la testa tra le mie cosce e aveva a portata di lingua sia l'ano che la patatina. - Vincenzo, mi dovrei lavare ho fatto pipì pocanzi - non mi interessa, saprai più di donna, va bene così. A quel punto non insistetti, scansai la sua mutanda... E presi in mano il suo cazzetto. Era umido, riconobbi il suo odore, forte, acre. Non aveva un grande igiene personale ma ero come in trans. Iniziai a baciucchiarli il pene, a mordicchiarlo con le labbra. Lui gemeva e iniziò anche lui a leccarmi sia in mezzo alle chiappe che nella passerà. Io inizia a prenderlo in bocca, lo avvolsi con la lingua e lo succhiai. Mentre mi leccava io lo leccavo...per fermarmi ogni tanto e continuare con piccole seghe facendo strofinare il cazzo sui capezzoli in modo da bagnarmeli. Avevo la sua sperma sulla tetta. Mi piaceva. Tornai a succhiarlo, lui mi leccava io lo succhiavo, il ritmo saliva....e come l'altra volta d'un tratto fui riempita di sborra sulla lingua...calda...improvvisa....uno scossone mi pervase...venni anche io nella sua bocca....e ingoiai il suo sperma....e caddi stremata sul letto. Avevo un'altra volta goduto come non mi succedeva da anni. Anche lui era molto soddisfatto. Si alzò, si ricompose ...fece un cenno con la testa...e uscì dalla casa. Sentii il rumore della sua ape car accendersi e allontanarsi. Rimasi un po sul letto, appagata. Avevo sborra sul seno sui piedi e sulle labbra. Mi addormentai. Quando mi svegliai, era ora di scappare a mare.
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scritto il
2024-04-07
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