I Lupi

di
genere
dominazione

6 Settembre.

Le vacanze estive erano ufficialmente chiuse e i tre ragazzi si erano ritrovati nel solito bar della loro città, dove, pur avendo da raccontare di quel che ognuno aveva vissuto in quei due mesi in cui erano stati separati, preferirono andare subito al dunque: l’organizzazione per la festa di capodanno.

Un’ora dopo, prima di salutarsi con gli altri due, Diego aveva fatto un riassunto delle decisioni prese: “Siamo d’accordo che le tre prescelte siano quelle perfette per la serata; starà solo a noi farle arrivare preparate e in forma. Manteniamo in squadra anche le escluse. Ci serviranno in ogni caso, sia come contorni, alla festa, sia da sparring trainers durante la preparazione.”

I tre si lasciarono con il loro saluto. Disposti in cerchio, con le braccia tese in avanti e le tre mani una sopra l’altra, ripetendo, all’unisono, un detto che era diventato il loro motto: “il lupo è la forza del branco, e il branco è la forza del lupo.”

Avevano alzato le braccia verso l’alto, con le mani chiuse a pugno, urlando: “Viva la fica.”

Circa un mese dopo, Diego aveva fatto ingresso nell’aula dove si sarebbe tenuta la lezione di economia ed aveva girato lo sguardo a destra e a manca, cercandola e trovandola seduta in sesta fila, come sempre.

Non che non la conoscesse a fondo, dopo tutti i pedinamenti, le foto e i video che aveva fatto, ma l’aveva osservata ancora una volta prima di avvicinarla.

Alta circa un metro e settanta, sui cinquantasei chilogrammi di peso, dal fisico snello e slanciato. Con i capelli lunghi e un po’ mossi, dal colore castano scuro, e gli occhi marrone scuro. Il seno non era abbondante, ma nella media, probabilmente era una terza, aveva pensato.

I tre pezzi forti, si disse, erano le gambe lunghe, le labbra sensuali e il fondoschiena che, al solo guardarlo, gli veniva l’acquolina in bocca e la voglia di prenderlo lì, con la ragazza piegata a pecora sul banco e tutti che guardavano. Era fidanzata con un ragazzo iscritto alla facoltà di legge, il che avrebbe reso la caccia molto più intrigante.

L’occasione per abbordardarla si era presentata alla fine dell’ora di lezione. Diego aveva visto Chiara dirigersi verso la macchinetta del caffè e si era mosso, con passo spedito.
Chiara vide una mano infilare qualcosa nella fessura dell apparecchio e digitare una sequenza di numeri.

Dalla macchina, una tazza e uscì un cappuccino fumante.

Chiara si era girata verso Diego, pronta a dirgli che era stato un gran maleducato, scavalcandola, ma quello
le aveva sorriso: “lo preferisci amaro o zuccherato?”

Lei era rimasta scioccata e non aveva risposto, e Diego aveva schiacciato il tasto dello zucchero. Poco dopo, porgeva la tazzina fumante alla ragazza.

“Ciao, io sono Diego.” e, così, avevano iniziato a parlare insieme, per la prima volta.

L’indomani, Diego arrivò in aula con un cappuccino, dicendole che era per lei, ma Chiara ebbe giusto il tempo di ringraziarlo che lui si stava allontanando, dicendole che aveva dimenticato un libro nella macchina.

Chiara si accorse subito che Diego aveva lasciato il suo smarthpone sulla sedia e stava alzandosi per andare a portarglielo, quando era comparso un messaggio sullo schermo: “che bel culo che ha, ma chi è sta gnocca?”

A Chiara venne un dubbio, agghiacciante e rimase di sasso quando notò che, nella conversazione con il suo amico, era presente una sua foto di schiena.

Nelle settimane successive, Diego e Chiara divennero amici. Tant’è che lei lo presentò a Beatrice e Giada, due colleghe con cui aveva stretto.

Le tre ragazze non sospettano minimamente che, da più di un mese, erano oggetto dei pedinamenti di Diego e dei suoi amici e, quando fu assegnato un lavoro di gruppo, furono felici di integrare Diego nel loro gruppo.

Delle tre ragazze, Beatrice era la più bella. Alta 175, per 55 kg, esile, dei capelli lunghi e biondi color platino, due occhi azzurri come un lago di montagna, una bocca sottile e ben definita. Una seconda abbondante di seno, e un fondoschiena di marmo. Era stata fidanzata sino ad Agosto, quando aveva trovato il suo ragazzo impegnato a farsi fare una pompa dalla figlia del vicino.

All’opposto, Giada era una ragazza piccola, alta circa 160, rotondetta, il peso con qualche chilo di troppo, capelli corti. La classica ragazza che nessun ragazzo vuole, ma felicemente fidanzata da tre anni. Una quarta di seno, fianchi larghi e cosce non certamente da far sfoggiare con una gonna.

I quattro decisero che il primo incontro sarebbe stato a casa di Chiara, e così fecero. Solo che, dopo circa mezz’ora, Beatrice e Giada trovarono una scusa e andarono via.
Poco dopo la madre, da dietro la porta, avvisò Chiara che stava andando al supermercato.

Diego, mosse le labbra, abbozzando un sorriso e, subito, le chiese se il suo ragazzo sapeva che loro due stavamo studiando a casa da soli, e aggiunse che sarebbe stato il loro primo segreto. un segreto?

Diego le confessò che lei gli piacevo molto, ma lei obiettò che era già impegnata e che lui non era comunque il suo tipo, sperando che si arrendesse davanti alla sua freddezza e al suo cinismo. Si beccò della superficiale, al che lei sbottò dicendogli che avrebbe preferito che se ne andasse. Lui si alzò, prese il suo giubbotto e il suo zaino, e senza neanche guardarla si diresse alla porta.
Chiara si chiese se fosse stata esagerata, e gli chiese. scusa. Diego le rispose che voleva i tre bacini come saluto, la abbracciò , e le sue mani si andarono ad appoggiare sul fondoschiena della ragazza. Chiara gli tirò un violento schiaffo. Lui si arrabbiò, dandole della zoccola e che l’avrebbe punita, e la colpì a sua volta con uno schiaffo, facendola cadere a terra e andò via. Non si videro per diversi giorni.

il sabato pomeriggio, Chiara andò con Giada e con Beatrice a prendere un aperitivo in un bar del centro.

Erano entrate da poco quando si accorsero che nel locale c’era Diego, seduto al bancone con due suoi amici.

Subito, Beatrice richiamò la sua attenzione e lui si avvicinò a salutarle, senza degnare Chiara di uno sguardo. Giada gli disse di sedersi con loro e, anzi, fece arrivare anche i due suoi amici. Finì che Chiara rimase esclusa per tutta la serata. Lei aveva provato un paio di volte ad intavolare una discussione con uno degli amici di Diego, ma quelli le avevano risposto con monosillabi, girandosi subito a guardare Diego, come se lui gli avesse detto di non parlarle.

Alla fine, Diego si offrì di dare un passaggio a casa a tutte le ragazze, Beatrice e Giada accettarono subito.
La prima a farsi portare a casa fu Beatrice, che salutò Diego con un lungo abbraccio.
Chiara aveva la sua auto parcheggiata sotto casa di Giada, quindi Diego le lasciò assieme. Loro scesero e lui andò via. Chiara stava per entrare nella sua auto quando si ricordò che doveva prendere un libro, per lei importante, dimenticato a casa di Giada, così tornò sui suoi passi.
Arrivata al palazzo, trovò la porta del cancello aperto ed entrò, arrivando nell'androne. Lì sentì delle voci provenire dal sottoscala
Riconobbe subito le voci, nitide e chiare, di Diego e di Giada e, incuriosita, scese le scale senza far rumore, ritrovandosi davanti una porta socchiusa. La spostò senza farla cigolare e si incamminò per un corridoio abbastanza buio, finché non sentì la voce di Diego provenire da dietro una porta, chiusa. Si fermò ad ascoltare.
Diego stava facendo dei complimenti a Giada, dicendole che era una grande bocchinara, una troia che stava rendendo cornuto il suo ragazzo. Chiara senti Giada lamentarsi che le stava strappando i capelli, e per tutta risposta Diego glieli tirò ancora di più, perché Chiara la sentì gridare ancora più forte.
Senza fare rumore, Chiara tornò alla macchina, chiedendosi se quel ragazzo era un diavolo.
di
scritto il
2024-04-06
2 . 5 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.