L'uomo e il cane, parte 2 - Ciclo M.

di
genere
dominazione

Io: "Buonasera padrona! Ha passato un buon pomeriggio con le sue amiche?"

Le chiesi appena entrata in macchina. Avevo fatto appena in tempo a finire tutte le commissioni quando ricevetti il suo messaggio "Fra 20 minuti, nel punto in cui mi hai lasciata".

Già dal messaggio potei capire che il suo umore era ancora pessimo, per cui mi preparai per essere il più docile e servizievole possibile quella sera. Non avendo ricevuto alcuna risposta alla mia prima domanda tentai con un'altra

Io: "Cosa desidera che le prepari stasera per cena? Ho appena fatto la spesa quindi il frigo è pieno, vuole qualcosa di speciale?"

Lei: "Chetati! Smettila di leccarmi il culo coglione! Pensi con queste moine di evitare la punizione per come ti sei comportato oggi? E poi dobbiamo ancora finire un certo discorso"

Io: "Si padrona.. mi scusi" furono le uniche parole che riuscii a dire dopo qualche attimo di silenzio.

Passammo il resto del tempo in silenzio, non volevo peggiorare la mia situazione. Arrivati a casa la padrona si fece prima una doccia e poi si mise a guardare la tv mentre io preparavo la cena.

Avevo passato tutto il pomeriggio a pensare su cosa avrei dovuto fare.. La sottomissione ad un altro uomo era per me da sempre stata un tabù.
C'era ancora in me un minimo senso di orgoglio che mi bloccava, come una vocina nella mia testa che mi diceva di non umiliarmi fino a quel punto.

Non che non fossi consapevole del fatto che esistessero uomini superiori a me. So perfettamente la differenza tra maschi alfa e maschi beta, come so perfettamente che io appartengo alla seconda mentre i ragazzi che frequenta la mia padrona appartengono alla prima.

Allo stesso tempo non potevo aspettarmi che la mia padrona potesse rinunciare a lungo alla presenza nella sua vita di un alfa, dentro di me sapevo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato. Cosa fare allora?

Arrivai, pur con molti dubbi, alla conclusione che ci avrei provato. All'idea sentivo una morsa allo stomaco, ma che razza di schiavo sarei stato se avessi abbandonato la mia padrona per una cosa del genere? Avere un ragazzo era un suo sacrosanto diritto e io in questo sentivo che l'avrei dovuto supportare.

Si ok avrei dovuto mettere da parte il mio orgoglio e soffocare il mio amor proprio di uomo. Ma questo è quello che fanno gli schiavi no? Rinunce e sacrifici per mettere al primo posto le necessità e i desideri della padrona, viviamo per questo.

E poi io ho il dovere di fidarmi ciecamente della mia padrona, se lei pensa che questa cosa funzionerà così sarà, se lei pensa che sia arrivato il momento che io abbia un padrone.. così sarà.

Con la testa intasata da questi pensieri finii di riordinare la cucina dopo cena. Mi presentai in salotto dove la mia padrona era tornata a guardare la tv dopo che le ebbi servito la cena.

Io: "Padrona, avrei finito.."

Senza dire niente mise in pausa l'episodio che stava guardando e mi fece cenno di avvicinarmi. Senza avere maggiori informazioni mi misi a sedere per terra, davanti a lei. Penso che apprezzò il gesto perché per un attimo vidi sul suo volto un'espressione meno accigliata. Forse già capì cosa le avrei detto.

Rimase in silenzio, dovevo cominciare io a parlare.

Io: "Padrona.. innanzitutto le volevo chiedere scusa per il mio comportamento di oggi. Non ho alcuna giustificazione, in nessun caso mi dovrei permettere quel tono nei suoi confronti e mai dovrei mettere in dubbio il suo giudizio. Io mi fido ciecamente di lei.."

Continuò a rimanere in silenzio, voleva una mia resa totale.

Io: "e quindi.. per questo ho deciso che ci proverò.. ci riuscirò padrona, per lei questo ed altro. Lei faccia tutto ciò che la rende felice, io la supporterò in ogni caso!"

Alzai lo sguardo e la vidi divertita, faceva fatica a trattenere un perfido sorriso.

Lei: "Riuscirai a far cosa? A cosa ti stai riferendo?"

Voleva che lo dicessi forte e chiaro, scappò un mezzo sorriso anche a me.
Mi stava umiliando è vero.
Mi stava piegando a fare qualcosa per lei che mi avrebbe fatto soffrire, vero anche questo.
Ma questo era il suo modo di giocare con me.. e dopo aver passato il pomeriggio infuriata il fatto che le fosse tornata voglia di giocare mi rendeva felice.

Io: "Mi sottometterò al suo uomo.. sarò il suo cane così come sono il suo. E lui sarà il mio padrone."
di
scritto il
2024-03-30
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