Scopro il vicino (o meglio la vicina) in abiti femminili

di
genere
trans

Racconto di fantasia liberamente ispirato a "Il vicino di casa mi scopre vestita femminile" di Sentirmidonna.

La cosa mi è successa lo scorso autunno, un pomeriggio in cui decisi di tornare a casa prima per fare una sorpresa a mia moglie; quella sera avrebbe lavorato fino a tardi e volevo farle trovare una bella cenetta, ispirata alla Sicilia: pasta alla Norma annaffiata da abbondante vino bianco di Alcamo ghiacciato.
Inizio a tagliare le melanzane a fette sottili e butto in padella, in un altro tegame faccio saltare pomodorini con aglio e basilico, senza farli consumare troppo, come piace a me. Pizzico di sale.... è finito! Macinerò un po' di sale grosso.... è finito! Panico, non ho voglia di uscire solo per comprare il sale. Lo chiederò al vicino, è un tipo un po' riservato, single sui 35 anni che non si fa vedere molto, ma non ci saranno problemi.
Suono e aspetto. Si apre la porta e mi compare una tipa piuttosto infighettata, a parte la vestaglia da casa che non riesce a nascondere un abitino da sera verde scuro non proprio ideale per stare in casa. Hai capito il tipo riservato che però si porta a casa la gnocca? Buon per lui, penso tra me e me. La guardo negli occhi, non è niente male, snella con lunghi capelli mossi, truccata da sera con tanto di rossetto.
- Salve, mi scusi, non c'è....?
Mi fermo un attimo, basito. E' lui cazzo, è il vicino in tenuta da gnocca! Stento a crederci, balbetto qualcosa tipo "scusa, non sapevo..." e lui, anzi direi lei, con sorrisino provocante:
- E non hai visto il resto eh....
- Beh non mi dispiacerebbe vedere allora a 'sto punto...
E lei bella tranquilla mi mostra una splendida gamba impreziosita da eleganti autoreggenti. La cosa mi turba e la mia repentina eccitazione mi sorprende. Mai mi ero sognato di trovarmi in una situazione simile. E invece adesso sono già in casa sua e la sto prendendo da dietro per i fianchi, e mentre mi dice qualcosa le prendo la mano e me la metto sul pacco già bello vivace. Sento un impulso inspiegabile, le sfilo la vestaglietta, la giro per baciarla, improvvisamente ho voglia di sesso, selvaggio, anomalo, fuori dai miei schemi abituali di bravo marito fedele. Ma non riesco a controllarmi. E così lascio che mi slacci i jeans e liberi la mia voglia improvvisa.
- Wow complimenti!
L'esclamazione fa piacere, certo, per quanto non sia mai stato molto vanitoso in merito alla mia dotazione. Mi fa sedere, si inginocchia tra le mie gambe e mi regala uno dei pompini più straordinari che io abbia mai provato. E tanto godo io a veder sparire l'asta nella sua bocca quanto gode lei a succhiarmelo. Per la prima volta resto passivo, non conduco io il gioco, è lei a fare di me ciò che vuole, e io la lascio fare con grande piacere. E lei sa perfettamente come condurre il gioco: diminuisce il ritmo quando sente che sto oltrepassando il limite, aumenta l'intensità quando sto per rilassarmi. Ma è chiaro che non ha intenzione di accontentarsi.
E infatti si solleva il vestitino e si siede a cavalcioni su di me, io ormai ho il cervello spento e l'unica cosa che conduce i miei ragionamenti è l'uccello. Lo punto sul suo buchino, evidentemente ben allenato, e lascio che sia lei a calarsi, impalandosi dolcemente. Le afferro le natiche e spingo ritmicamente, lei mi abbraccia e mi bacia con passione, ci respiriamo osservandoci negli occhi, stupiti per l'inatteso momento di passione che stiamo vivendo. E sotto al vestitino svetta bello teso il suo uccello, organo inspiegabile per un essere così femminile.
Ondeggia dolce, persa nel piacere, io la accarezzo e le strizzo i capezzoli, non ha seno ma è sensibilissima. Per me che ho la passione delle tette piccole qui siamo all'estremo, penso tra me e me sorridendo. E mentre mi cavalca, con una mano inizia a segarsi mentre la osservo meravigliato per il fatto che non mi crea alcun disagio avere un uccello a una spanna dal viso, anzi. E così, con dolcezza ma con decisione aumenta il ritmo, sente che sto per passare il limite e vuole godersi tutto il mio piacere. Io mi lascio andare, non mi trattengo più e mentre le esplodo nel culetto la sua mano accelera e tra moine e mugolii effeminati caldi schizzi mi raggiungono il petto, il collo, la pancia. Restiamo così per un po', annuso il profumo di sesso che emanano i nostri corpi e ne resto inebriato, quindi lei si sfila e ci alziamo in piedi, senza badare allo sperma che cola tra le sue gambe e sulla mia pancia.
Il sugo! Devo scappare, ci baciamo al volo con la consapevolezza che questa inaspettata e sconvolgente avventura avrà un seguito.
Corro in casa, c'è odore di bruciato, mi tocca rifare tutto. Ora si che devo uscire a fare la spesa, cercherò di ricordarmi anche il sale. Per quanto, in questo momento, non mi ricordi nemmeno come mi chiamo, tanto sono sconvolto.
di
scritto il
2024-01-12
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