Il gioco di mia moglie 2. Le cosce di Giulia

di
genere
dominazione

Sono in macchina, mi sto recando da Giulia, l'amica di mia moglie. Sul sedile del passeggero ho posato la busta con all'interno le sue mutandine, ora lavate e profumate, dopo che nel corso della settimana le ho usate diverse volte per masturbarmi. Infilo la mano nei pantaloni, per aggiustarmi l'erezione. Ancora un paio di svolte e sono arrivato. Parcheggio. Do un'ultima controllata nello specchietto, mi sincero che non ci sia in strada nessuno che mi possa riconoscere e scendo. Il portone d'ingresso è già aperto, salgo all'ultimo piano del palazzo. Quando suono impaziente il campanello la serratura scatta all'istante. Sono in casa di Giulia.
"Permesso…"
Silenzio. Dall'ingresso si vede il salone, spazioso e luminoso, in fondo una grande vetrata che dà sulla terrazza.
Attendo qualche secondo, indeciso sul da farsi. Finalmente sento il suono di morbidi passi che si avvicinano. Giulia è a piedi nudi. Indossa solo una felpa, di una misura più grande della sua, che lascia le gambe scoperte fino all'inguine. Quando si siede sullo sgabello la felpa si solleva quel tanto da mostrare il tessuto delle mutandine.
"Marco, eccoti qua, con qualche minuto d'anticipo. Immagino tu non vedessi l'ora di rivedermi. Ma cosa ci fai lì ancora vestito? Pensavo ti piacesse stare tutto nudo davanti a me."
"Si, scusami Giulia, mi spoglio subito. Non ero sicuro…"
Mentre mi tolgo veloce giacca e camicia sento gli occhi di Giulia su di me. Quando rimango a petto nudo sollevo lo sguardo verso di lei, che mi osserva, seria.
"Ora i pantaloni."
Slaccio la cintura e li sfilo.
"Sei tenero, sai, sempre un po' imbranato. Immagino sia l'emozione, vero? Ed anche l'eccitazione, a quanto vedo. Che rigonfiamento sotto quei boxer. Bravo maschietto, gli uomini devono stare sempre col cazzo in tiro in mia presenza, e dimostrare quanto apprezzino il privilegio della mia compagnia."
Giulia mi si avvicina. Fa scivolare un dito sotto l'elastico dei boxer, lo fa scorrere fino a quando arriva a toccare la cappella.
"Oh-oh. C'è qualcosa di grosso e duro qua sotto. Ti eccita mostrarti tutto nudo ad un'amica di tua moglie, eh? Marco, sei davvero un maiale."
Giulia afferra l'elastico dei boxer, lungo i fianchi, e tira, abbassandoli a metà coscia, lasciando il cazzo scoperto in erezione.
Lo prende in mano, raccogliendo prima le palle, come per soppesarle, e poi scorrendo lungo l'asta in una carezza, ed in una stretta per valutarne la rigidità. Sorride, con quelle sue meravigliose labbra piene, il viso innocente, i capelli castani, con la frangetta.
"Marco, perché sei qui?"
"Per te."
"Chiudi gli occhi."
Faccio come dice lei. La sua mano scorre ancora lungo l'asta, su, e giù, una volta, due, la pelle tirata indietro ogni volta un po' di più, e poi ancora, Dio quanto è brava.
"Ho visto che mi hai riportato la mutandine, ti ringrazio. Ne hai fatto buon uso, in questi giorni?"
"Si, le ho usate, ogni giorno."
"Le hai leccate, per assaporare i miei umori, finché erano tutte pulite?"
"Si…"
"Ma poi scommetto che le hai sporcate di nuovo, non è così? Quante volte ci sei venuto sopra? Dai, non essere timido, dimmi tutto."
"Si, le ho usate per masturbarmi, anche stamattina. Silvia quasi mi beccava."
"Oh-oh. Chissà che guaio. E poi? Scommetto che le hai volute provate. Sto cominciando a conoscerti ormai. Mi sbaglio?"
Arrossisco, in imbarazzo. Giulia ha ragione, ero curioso d'indossarle, mi sono anche fatto delle foto, con le sue mutandine, eccitato, la forma del cazzo bene in evidenza sotto il tessuto semitrasparente.
"Ahhhaa!"
All'improvviso Giulia ha afferrato le palle dando una stretta che mi ha causato una forte fitta.
"Ho detto occhi chiusi."
Stringe ancora più forte.
"Si, scusami."
"E mani dietro la nuca."
Sollevo le braccia, mettendomi come Giulia desidera.
"Girati ora, e allarga le gambe."
Ancora una volta faccio come vuole lei. Giulia posa le mani sui miei fianchi, mi tocca risalendo e tastandomi il corpo, come fosse una perquisizione, fermandosi a lungo sui pettorali, le braccia, la spalle e la schiena. Poi scende di nuovo afferrando i glutei.
"Silvia mi ha detto che ti manda in palestra. Un'ottima idea, si notano i risultati. Più larghe, le gambe. E piegati un po' in avanti col busto, così."
Giulia mi afferra per i fianchi, fa salire il ginocchio lungo il mio interno coscia. Quando è quasi in cima sferra una brutale ginocchiata. Mi toglie il fiato, il dolore è intenso, mi mancano le gambe e mi ritrovo per terra. Porto le mani all'inguine per contenere il dolore, non riesco neanche ad urlare.
"Per aver indossato le mie mutandine senza chiedermi il permesso. Sei stato stupido, te l'avrei concesso senza problemi."
"Scusami."
Ecco che lo faccio di nuovo. Mi scuso con una donna dopo che mi ha appena picchiato, e sto dolorante ai suoi piedi. Lei mi guarda, sembra divertita.
"Scusami Giulia. Mi avevi detto di usarle e io ho pensato…"
"Hai pensato, già. Il problema di voi maschietti. Quanto sarebbe tutto più semplice se vi limitaste a fare quello che vi si dice. È così difficile? Ti avevo detto di farne buon uso. Ricoprire le mie mutandine della tua sborra schifosa ti sembra farne un buon uso?"
"Scusami, non avevo capito."
"Già. Quando c'è di mezzo il sesso voi uomini non capite più un cazzo. Fortunatamente per te ci sono qua io, a dirti esattamente come ti devi comportare. Cosa ne dici, ce la puoi fare?"
"Si Giulia."
"Vedremo. Intanto non ti rialzare, ho una sorpresa per te. Richiedera’ una certa preparazione al culetto. Non ti agitare, non è niente che tu non abbia già fatto, da ciò che di te mi hanno raccontato Carla e Alicja. Ma voglio sentirlo dire anche da te. Racconta, come lo usano il tuo culetto, le amiche di tua moglie?"
Arrossisco, imbarazzato.
"Ecco, veramente… insomma, ci fanno quello che vogliono. Mi sculacciano, lo frustano. Ci infilano dildo, e plugs."
"E a te piace?"
Sono sempre più rosso. "Si. Mi eccito quando mi usano, mi fanno sentire un sottomesso. E quando giocano con le mie parti intime… ecco, me lo fanno tenere tutto aperto, e mi deridono, mi chiedono se voglio prenderlo..."
"Cosa?"
“Il loro strap-on.”
“E dove te lo mettono?”
"Nel culo!"
"Oh, non agitarti così. Confessare queste tue tendenze, queste tue voglie fa parte del processo di accettazione della tua vera natura. Il tuo ruolo è quello di servire le donne, sottometterti alla nostra volontà, soddisfare i nostri bisogni. Non lo credi anche tu?"
"Si Giulia, è proprio così che mi sento. Voglio ubbidire ai vostri ordini, adorare il vostro corpo. Voglio essere il tuo servo."
Giulia mi sorride. Apre un cassetto da un armadietto per prendere una scatola. L'appoggia sul tavolino sedendosi su uno sgabello di fronte a me. Col movimento la felpa le risale lungo i fianchi, mettendo di nuovo in mostra le mutandine. Giulia allarga ancora un poco le cosce, per qualche secondo mi è consentito guardare, il mio sguardo è incollato lì, finché lei accavalla le gambe.
"Lo diventerai, Marco. Anzi, lo sei già, dentro di te, il mio schiavo. Così come lo sei di tua moglie, di Carla, e di Alicja. E se ti comporterai come devi verrai premiato con tante piccole ricompense. Non sei contento?"
Giulia torna a scavallare le gambe, le apre e stavolta solleva un poco il bordo della felpa per mostrare meglio il tessuto delle mutandine. Rimango a fissarla fra le cosce per diversi secondi, poi Giulia riaccavalla le gambe.
"Si, Giulia, grazie. Le tue gambe sono meravigliose."
"Grazie caro. Ora avvicinati, rimanendo in ginocchio, e baciami i piedi."

(Continua. Ho ripreso le avventure della mia prima storia su ER su suggerimento di una lettrice a cui era piaciuta. Per scrivermi,

iosonoimmaginario @ protonmail.me

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2023-02-14
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