Onironauti

di
genere
voyeur

Il mio sonno è solitamente agitato, non son tranquilla nemmeno quando dormo, mi sveglio spesso e mi ritrovo avvolta e ogni tanto costretta dalle lenzuola o dalle coperte, a seconda della stagione. Stanotte mi sono addormentata con il pensiero di noi che mi frullava le sinapsi, accendendole e spegnendole come le lucine intermittenti dell'albero di natale. Mi fai un effetto impressionante, e ne sei consapevole, hai avvertito sulla tua pelle quanto riesci a liquefarmi, ultimamente mi capita di passare dalla veglia al sonno dopo aver lasciato danzare le dita nel caldo incrocio delle mie cosce, con l'odore della mia eccitazione sui polpastrelli. Tutto a causa tua, o per merito, scegli tu. A me è sufficiente il godimento. Stanotte il copione non è cambiato, soliti messaggini hard pre-nanna accompagnati dal tocco in tua vece, buonanotte con bacio, luce spenta e "appuntamento" a domani, si dorme.

...

La mia coscienza vaga tra la veglia e il sogno, in quel limbo unico nel quale alcune persone riescono a viaggiare, lieve la mano calda che s'insinua sotto la camicia da notte, lentamente la alza, sfiorandomi la pelle la sfila, ma non riesce a svegliarmi, più delicata sensazione che tocco prepotente. Un umido bacio, un piccolissimo schiocco, al confine tra l'anca e il bacino, dà inizio ad una scia che lenta e imperterrita prosegue fino a quel punto rovente che anche nell'incoscienza si accende. Il mio corpo si agita, la mente rifiuta il risveglio, un mugolio sfugge dalle labbra, mentre inconsapevole mi volto per concederti un miglior accesso. Un riconoscimento subliminare, istintivo, avvalla ciò che ci siamo detti ben più di una volta, sono Tua, hai potere sul mio corpo, sulle mie sensazioni. Son due adesso le mani che si muovono sulle mie gambe, le accarezzano, le persuadono ad aprirsi, ad accoglier quella lingua dispettosa che percorre dal basso verso l'alto il mio sesso, che s'insinua in quell'umido pertugio, ne dipinge i confini, ne raccoglie la rugiada e ne assapora l'aroma.
Voraci le tue dita mi penetrano dapprima delicatamente poi senza pietà, raccogliendo quel succo di cui sei l'autore, moltiplicandolo; non fai una piega quando le mie mani ancora assonnate cercano le tue spalle, le dita si contraggono graffiandoti quando risucchi il mio clitoride nella tua bocca, per poi proseguire, si soffermano sulla tua testa, ti accarezzano, ti trattengono, ti incitano a darmi di più, a condurmi oltre ogni limite, al di là di coscienza e incoscienza. Un orgasmo vissuto in stato ipnopompico è qualcosa di straordinario, di indicibile. Sorbisci il mio fiume e risali la corrente travolgendo tutto ciò che di me incontri, la mia pelle diviene il tuo territorio e come un abile predatore ne marchi il possesso, con le mani, con la bocca, con tutto il tuo esser impregnato di me. Superi la morbidezza del ventre, l'incavo dell'ombelico, non resisti alla tentazione di solleticarmi leggermente, una dolce tortura che mi porta a scivolarti addosso, le gambe che si intrecciano mentre raggiungi le dolci colline burrose sormontate dai capezzoli ormai erti. Ne catturi uno con le labbra, ci giochi, lo aspiri in un crescendo di intensità che mi porta ad inarcare il petto verso la tua bocca, quasi a spingerti il seno contro il volto mentre la mano impasta l'altro globo, cerca in tutti i modi di contenerlo, la punta che preme sotto il palmo invita le tue labbra a condividere il piacere che stai regalando all'altra protuberanza. Ti sollevi leggermente, la tua virilità che struscia il mio fiore, le tue mani ora avvolgono la mia abbondanza, ne accostano le sommità, e ti ci tuffi: la tua bocca può agilmente far scempio delle rigide perle che puntano al cielo. Gemiti sommessi riempiono l'aria, suoni più o meno soffocati che sfuggono alla mie labbra riarse, cerco inutilmente con la lingua di inumidirle ma la saliva sembra svanita, ogni liquido migrato verso il sud del mio corpo, che si agita alle tue attenzioni. Alzi appena il capo e nella penombra mi osservi, gli occhi chiusi, il volto contratto dalla ricerca spasmodica del piacere, le labbra secche martoriate dai denti e consolate dalla carnosa appendice che ogni tanto fa capolino. Sei affascinato dalla mia difficoltà, la tua famelica bocca cattura la mia mentre la tua potenza invade il mio antro allagato, una doppia penetrazione che smorza ogni resistenza e concede temporaneo sollievo. Incalza il ritmo, i movimenti morbidi ma decisi, una danza antica mai dimenticata, un ritrarsi e incontrarsi vicendevole, quasi volessimo fonderci a livello molecolare, le mie gambe strette sui tuoi glutei ad assicurarsi che tu non possa sfilarti del tutto nemmeno per sbaglio, le tue dita intrecciate alle mie trattengono le nostre mani alte sopra quel bacio infinito, uno scambio di saliva e ossigeno, un'apnea condivisa.
Una terza voce roca esplode unendosi al nostro orgasmo, palesando quella presenza che tu hai voluto sottomettere, l’hai obbligato ad assistere inginocchiato in un angolo della stanza, silente spettatore della nostra unione.

...

Quella voce riesce a penetrare il velo del mio subconscio e a svegliarmi, confusa dalla tua assenza, il seno indolenzito, la figa zuppa; un dito raccoglie parte del liquido che lentamente cola e lo porta alla bocca, un sapore sconosciuto, le nostre essenze mescolate. Mi volto e accanto a me lui dorme ancora, l'erezione mal celata dagli slip, dall'altro lato del letto, sulla pedana, giace la mia camicia da notte.

Una notifica illumina lo schermo del cellulare, mi hai inviato una faccina perplessa seguita da una foto della tua spalla, il segno leggero delle mie unghie; un'altra foto, il tuo cazzo ancora umido di noi.
Replico con una faccina sbalordita e una foto delle mie dita impregnate della nostra essenza.

"Che ore sono?"
Sobbalzo nel sentire la sua voce assonnata, avverto il volto arrossire mentre mi giro, ringraziando il buio che ne maschera l'intensità.
"Le quattro. Dormi, è ancora presto."
Sussurro, scivolo cautamente fuori dal letto, raccolgo con noncuranza la camicia da notte e scappo in bagno, quando torno lui dorme.

"Non trovo le mutandine..."
Premo invio e cerco di riaddormentarmi.
di
scritto il
2023-01-28
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