I leggins di Liliana

di
genere
etero

Mi chiamo Alberto, ho 30 anni e lavoro da qualche anno come contabile in una piccola azienda manifatturiera del nordest, condividendo l’ufficio con una signora sui 45 anni di nome Liliana, sposata con due figli, la classica donna casa-lavoro che poco lascia intendere della sua vita privata.
Nonostante di viso non sia particolarmente carina, Liliana sfoggia un fisichino invidiabile per la sua età: alta 1,60, snella, seno piccolo ma bello sodo e soprattutto un culetto tondo e ben proporzionato.
Premetto che non ho mai avuto fantasie particolari nei suoi confronti, anche se devo ammettere che mi sarebbe piaciuto vederla nuda per apprezzarne le sue forme.
Sta di fatto che qualche giorno fa Liliana, che di solito indossa abiti poco appariscenti e molto accollati, si presenta in ufficio con un bel paio di leggins neri indossati come vuole la moda del momento, cioè come se fossero un paio di pantaloni, anche se in realtà sembrano collant un po’ più coprenti. Tra me e me penso scherzosamente che forse Liliana si era dimenticata di mettere la gonna o semplicemente non aveva notato che, ogni volta che si inchinava, i leggins diventavano semi-trasparenti lasciando intravedere il profilo di un bel paio di mutandine che ormai erano quasi del tutto infilate nella riga del suo bel culetto a mo’ di tanga.
Quella visione risveglia in me un certo interesse, e per tutta la mattina seguo i suoi movimenti col cazzo duro in attesa che si chini per prendere qualche documento dai cassetti in basso.
Ad un certo punto, mentre Liliana cerca una pratica nell’ultimo cassetto dello schedario, io devo andare verso l’ingresso per accogliere un rappresentante. Cerco di passare tra la parete e il culo di Liliana e non posso fare a meno di sfiorare la sua natica col gonfiore dei miei pantaloni. Lei capisce subito e sogghigna senza girarsi a guardarmi. Io vado a sbrigare il mio lavoro col cliente e quando torno la trovo al computer che lavora.
Verso l’ora di pranzo, quando l’ufficio è ormai deserto, Liliana mi dice di seguirla nel locale “infermeria” per un veloce inventario dei medicamenti. In questo sgabuzzino di 10 metri quadri si trova il kit di pronto soccorso e un lettino per le visite periodiche dei dipendenti. Appena entrati le dico in battuta, come se fossi un dottore: “Prego Signora, si spogli e si sdrai sul lettino”. Lei mi guarda e, come se non aspettasse altro che un mio segno di cedimento, chiude la porta a chiave cominciando a spogliarsi, mostrandomi il suo bel corpo snello e asciutto, senza un filo di cellulite e con due tettine tonde e sode che culminano con due stupendi capezzoli piccoli, scuri e belli duri. Lì per lì resto un po’ sbigottito, poi quando vedo quel bel culetto sodo e la figa depilata, mi prende un impulso di leccarla tutta. La faccio sdraiare sul lettino, con il culo vicino al bordo, mi inginocchio, lei appoggia i piedi sulle mie spalle e mi trovo faccia a faccia con una bella figa dalle labbra carnose e invitanti. Mi tuffo in quella delizia assaporando il gusto aspro e il profumo penetrante dei suoi umori. Liliana geme di goduria, ed io infilo la lingua nella vagina, poi gioco con il clitoride, poi lecco tutti i liquidi che si fanno via via più copiosi. Ad un certo punto Liliana mi ferma, mi fa alzare in piedi, mi sbottona i pantaloni e ammira il mio cazzo duro come il marmo e già bello bagnato. Lei si sdraia con la schiena sul lettino e con la testa penzolante comincia a farmi un pompino “rovesciato” da manuale. Il mio cazzo pare esplodere ma resisto. Dalla mia posizione riesco a stimolare la sua figa con la mano. Affondo prima uno, poi due dita nella vagina e le muovo avanti e indietro. Poi sfrego il clitoride con una pressione delicata ma sempre in crescendo fino a quando la sento gemere e mugolare per aver raggiunto un orgasmo, ma lei non si ferma e continua ad ingoiare la mia verga. Lecca e succhia come una dea, finché non resisto più e le riempio la bocca con quella che credo sia la più copiosa sborrata che mi sia mai uscita in tutta la mia vita. Liliana beve tutto con avidità, poi mi dice che non è ancora sazia e mi fa sdraiare sul lettino. Lei si mette sopra di me, mi sbatte letteralmente la figa in bocca e inizia a succhiarmi di nuovo l’uccello in un 69 spettacolare, tanto che in breve ce l’ho di nuovo duro. Ora Liliana mi dice che lo vuole sentire dentro di lei: si mette sdraiata, allarga le gambe e io le faccio scivolare l’uccello nella passera calda e inondata di liquido vaginale. Il mio cazzo affonda come un coltello caldo nel burro. Inizio a stantuffare mentre le sue gambe appoggiamo sulle mie spalle. Le lecco i piedi, lei geme. Dopo un po’ la faccio mettere in piedi appoggiata al lettino e da dietro le infilo nuovamente il cazzo nella figa. Mentre le tengo le tette, aumento il ritmo, avanti e indietro. Lei solleva una gamba per farmi affondare ancora di più. Le mie palle sbattono sul suo clitoride ed io spingo, spingo, spingo finché non esplodiamo contemporaneamente in un violento orgasmo. La figa di Liliana è piena della mia sborra che comincia a colarle sulle gambe. La stringo forte e le ringrazio per avermi regalato una scopata indimenticabile.
Ci ripuliamo e torniamo al lavoro come se niente fosse. Ogni tanto ci lanciamo un’occhiatina d’intesa. Spero di poterla cavalcare nuovamente al più presto.
di
scritto il
2012-01-26
1 3 . 1 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.