Diario di un matrimonio: I. La vacanza

di
genere
trio

Racconti scritti anni fa a quattro mani con la mia ex moglie. Sebbene romanzati, sono tutti fatti accaduti realmente.
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Dopo 10 anni di matrimonio, la nostra vita erotica sembrava essersi sbiadita; non riuscivamo più a trovare la passione profonda che aveva accompagnato i nostri primi anni. Pensammo quindi che provare una relazione extra coniugale avrebbe potuto risvegliare anche l’attrazione tra noi due.
Per me, mia moglie aveva pensato di attirare nel mio letto una sua amica (la cui iniziale è D.) che stravedeva per me. In cambio le avrei concesso una scappatella con un altro uomo; la scelta sarebbe stata tra R. e G., due nostri amici che stravedevano per lei e che le piacevano molto; solo che lei non aveva ancora deciso quale scegliere.
Pensai allora di farle un regalo: io avrei fatto una vacanza in Umbria con la sua amica e per lei organizzai una crociera in barca a vela con tutti e due i nostri amici. Prima della sua partenza le regalai un tanga e un pareo trasparente; quando aprì il pacco dono e li vide mi chiese:
“Vuoi proprio che mi comporti da zoccola?”
“No –risposi- voglio solo che tu ti diverta!”
Indossò il tanga: il “filo” si nascondeva tra le natiche tanto che il sedere sembrava nudo! Era eroticissima!! In effetti era alta e aveva una coscia lunga e non magrissima, ma muscolosa da atleta quale era, e il sedere era il suo “pezzo forte”.
La mia vacanza in Umbria andò benissimo e la sua amica fece di tutto per soddisfarmi, ma sicuramente fu lei quella che si divertì di più! Al ritorno ci raccontammo tutto, senza risparmiare particolari.
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La vacanza in barca iniziò in sordina: io –che avevo organizzato la vacanza- avevo detto a R. e a G. che mia moglie forse avrebbe scelto uno dei due durante il viaggio. Quindi la loro navigazione incominciò con i due uomini estremamente galanti nei confronti della donna “civettuola” e un po' esibizionista.
La seconda sera erano in rada, l’atmosfera era magica, ogni cosa stava cospirando perché qualcosa accadesse; l’aria fresca e leggera accarezzava la sua pelle, il pareo la massaggiava movendosi e ondeggiando, la sabbiolina tra le dita dei piedi nudi sul legno del ponte della barca la solleticava, il vino bianco fresco, con cui forse aveva esagerato, la rendeva più allegra e leggera. Io lo sapevo bene: quando A. si ubriacava era capace di stupire.
I due uomini che la corteggiavano, quella sera le sembravano ancora più attraenti. Con loro, sino a quel momento, si era limitata a qualche bacio furtivo e superficiale. La sua “mise” in tanga e a seno scoperto aveva contribuito a mantenere i due eccitati durante il giorno e lei si era divertita a immaginare le loro misure sotto il costume.

A. era proprio sbronza: era da tempo che non si sentiva così brilla e quella sera sentiva di aver perso tutti i freni inibitori! G. si avvicinò, si sedette al suo fianco e la abbracciò teneramente, lei posò il capo sulla sua spalla; le girava la testa, aveva bevuto troppo; lui la baciò sulla fronte. In un attimo e senza pensare, lei avvicinò le labbra alle sue e gli infilò completamente la lingua in bocca, più che poteva! Lui rispose al bacio con passione. Con la mano sfiorò i pantaloncini di lui e di colpo sentì la dimensione del suo membro e realizzò che ne aveva voglia: lo voleva dentro di sé!
Nel frattempo, R. si era avvicinato e si era seduto di fianco a lei sull’altro lato e aveva incominciato ad accarezzarle le gambe con leggerezza; quando sentì le sue mani sapienti percorrerle l’interno coscia fu colta da un brivido e dalla voglia di baciare anche lui. Così fece, mentre la testa girava sempre più forte per il vino!
Fu proprio R. a prendere l’iniziativa di farla alzare e dirigerla verso la cabina; lei si fece trasportare senza resistenza! G. li seguì. Una volta in cabina G. la abbracciò e la baciò e lei sentì a piene mani il grosso membro di cui aveva voglia!
Non resistette! S’inginocchiò, gli abbassò i pantaloncini e se lo prese in bocca, infilandolo più che poteva! Era questa una cosa che la eccitava moltissimo! Sentire poi il leggero sapore salato del mare le diede una sensazione ancora più forte! Lo succhiò con ingordigia, infine spinse G. a sdraiarsi sulla branda, si mise a cavalcioni su di lui e accompagnò l’enorme membro dentro di sé, avida di sensazioni, senza neppure togliere il costume sottile. “Non venire, non prendo la pillola!”. Si chinò in avanti per baciarlo sulla bocca.
Quel membro enorme –il più grosso che avesse mai provato- la stava dilatando; lei centellinava il suo ingresso per godersi quella dilatazione il più a lungo possibile, sospesa tra il piacere e il dolore; le sembrava che le stesse allargando persino i fianchi ed era entrato solo a metà. Alla fine si decise e si lasciò cadere con tutto il suo peso accogliendolo interamente: gemette! Aveva la sensazione che la punta di quel uccello toccasse fino al fondo del suo utero! Era estasiata!
Il perizoma era legato sui fianchi da dei nodini che R. slacciò senza che lei se ne rendesse conto. R. incominciò a succhiarle un seno; subito G. lo copiò infilandosi in bocca l’altro seno; due bocche per due seni e l’uccello più grande della sua vita: era estasiata! Il primo orgasmo non tardò molto, lo sentì crescere dal fondo del suo utero per esplodere sul suo clitoride!
A quel punto anche R. tolse il costume e si mise di fianco a lei con il membro ben eretto verso il suo viso. Lei lo accolse nella sua bocca golosa: avrebbe soddisfatto prima G. e poi anche R.
Il membro di R. entrava e usciva dalla sua bocca mentre quello di G. la riempiva completamente; che belle sensazioni! Incominciò ad aumentare il ritmo sentendo un secondo orgasmo che arrivava; gemette e non riuscì a trattenere qualche urlo.
R. prese una boccetta di olio solare e si unse abbondantemente l’uccello. Quando A. incominciò a rallentare il ritmo sentì che R. stava premendo alle porte del suo regno proibito; la stava allargando e sapeva che non avrebbe più potuto impedirlo; con le mani si allargò le natiche per favorirlo nel tentativo di sentire meno il dolore; non fece in tempo a dire nulla e lui era già dentro!
Inizialmente provò un certo dolore, le sembrava di scoppiare! La testa picchiava per il vino, la vagina era eccitatissima, il buco del culo si allargava e le faceva male....
Poi accadde qualcosa! R. e G. incominciarono a sincronizzare il ritmo: quando G. spingeva davanti, R. si ritirava leggermente di dietro e viceversa!
“aahha! Sono tutta aperta aha….!! Ma così mi apri tutta aha…”




Si sentì riempire con continuità e il terzo orgasmo le sembrò non finire mai!!!
Sentì un getto di calore: R. le stava venendo nel culo! L’unico che era venuto in quel buchetto sino ad allora ero stato io, ma non le era piaciuto molto; ora invece le sembrava tutto così dolce! G. – che stava per venire -fece un cenno d’intesa a R. che si affrettò ad uscire. Povero G., chissà com’era eccitato! Ora l’avrebbe preso in bocca per ricompensarlo. G. la fece alzare e lei, senza farci caso, si sdraiò subito sulla branda a pancia in giù: la testa le girava! Aveva proprio bevuto troppo!
G. era vicinissimo all’orgasmo e non tardò un secondo ad accomodarsi dentro di lei, per godere anche lui nel suo culo. Appena lei si rese conto di quello che stava per accadere si preoccupò: un affare di quelle dimensioni nel culo l’avrebbe distrutta: chissà che male! Fu sorpresa di rendersi conto che non fu così: Dilatata dal membro di R. e lubrificata dal suo sperma e dall’olio solare, riuscì ad accogliere quella meraviglia nel culo senza nessuno sforzo e senza più dolore. Lo senti godere e le sembrò che il caldo liquido di G. scorresse a fiumi dentro di lei.
Quando anche G. fu soddisfatto si rilassò. Sentiva la testa che girava, la vista si annebbiava, il sonno la stava strappando a quella giornata.
Sentì nel dormiveglia le dita di uno dei due che le allargavano leggermente il buco del culo; l’ano le si contrasse. Nel dormiveglia li sentì parlare:
“Che bel sederone! Mi hanno sempre eccitato i culoni un po’ grossi!” disse R., poi con due dita allargò ancora l’ano di A. e spillò un po’ di sperma che colò fuori.
“Guarda come l’abbiamo riempita bene!” commentò.
“Beato il marito che se la scopa quando vuole! – rispose G. – Una così troia non si trova tutti i giorni!”
Ragazzacci! –pensò- l’indomani li avrebbe messi in riga! Ma ora voleva solo dormire. Dopo 10 anni di matrimonio, in una notte, si era fatta inculare da due diversi uomini. Con questi pensieri, si addormentò sfinita.
(continua)
di
scritto il
2016-06-18
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