Dai piedi in su atto XIX

di
genere
dominazione

Lo schiavo è un mimo: Il suo linguaggio è fatto di tanti atteggiamenti composti o scomposti, pose, movenze, gesticolazioni, smorfie e di pochi foni, asciutti e quasi muti. Dei “sì”, dei “no”, dei continui sommessi “grazie” al suo “dom”. Ai quali si aggiungono le note acute delle sue sofferenze, in forma di urla e pianti, modulati nel fiorito repertorio e nella grammatica delle “esclamazioni”, che in punta di forchetta si chiamano “parole onomatopeiche”. Il padrone si avvicina. Come antipasto stampa due sonori ceffoni sulle guance dello schiavo: CIAFF CIAFF. Che li patisce e capisce di essere in trappola (Ohhhhhhh). Lo capovolge, lo lega. (Aooooh). Lo prepara con una bella sculacciata: Ciac, Ciac, Ciac. Che ne arrossa le natiche e lo fiacca. Il culo dello schiavo è pronto. Il padrone si è messo in testa di collaudare sulla sua cavia una serie di strumenti arrivati con la posta di quella mattina. Tasta l'elasticità di una stecca, nuova di zecca. E vibra tre colpi: Pack, Pack, Pack. Lo schiavo resta composto e immobile a denti stretti (Sfffffffuuuu). Il padrone cambia strumento e gli lancia un solo vigoroso tratto di una frusta a treccia: S'CIAF. Lo schiavo emette diversi lamenti (Ahiii, Ohhhi). Il padrone impugna una lunga frusta da rodeo e cadenza lento dieci schiocchi: S'ciaf, s'ciaf, s'ciaf, s'ciaf, s'ciaf, s'ciaf, s'ciaf, s'ciaf, s'ciaf, s'ciaf. Lo schiavo si contorce e geme (Ahi, ahi, ahiiiiii. hi, hi, huuuuuuuu). Sibila (Sssss), sbava (Sbuf, sbuffff). I suoi occhi si riempiono di lacrime. Si ricompone. Il padrone cambia frusta, ne impugna una più corta ma a nerbo più grosso. Altri dieci colpi a man dritta e a man rovescia, senza pause: S'CIAF CIAF, S'CIAF CIAF, S'CIAF CIAF, S'CIAF CIAF, S'CIAF CIAF, Lo schiavo mugola (Hui Hoi), singhiozza (Hic, hic) si dimena (Sclap, sclap, sclap). Solleva la testa. Batte i piedi sulla panca (Tac tac). Gradualmente si ricompone. Il padrone impugna un bel flagro chiomato con le corregge a nodi, irto, esiziale. Flagella lo schiavo, lo asfalta. Egli piange, ulula (Uuuuuuuuh), soffia (Fhhhuuu), ringhia (Grrrrr) ed esala le sue ultime energie, scoppiando in un pianto dirotto accompagnato da un interminabile mugolio (Hiiiiiiiiiii). La vittima è tramortita, il suo culo è spellato. Le fruste nuove sono di primissima qualità. Basta così.
scritto il
2024-10-01
3 1 2
visite
2
voti
valutazione
5.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.